La resa dei conti

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Capitolo Diciannove:


I gemelli Potter e Voldemort, chiusi dentro la barriera, si stavano studiando con attenzione: sembrava che nessuno volesse fare la prima mossa, coscienti che al primo accenno di incantesimo, potevano essere disarmati o sconfitti dall'avversario.Elizabeth tremava leggermente mentre stringeva la mano del gemello, sapeva che quella era la loro ultima battaglia e che sarebbe finita in un modo o nell'altro. Prima di diventare la concubina di quel mostro si sarebbe tolta la vita distruggendo per sempre il potere della Pietra della Resurrezione.Harry sentiva le mani sudate, era teso e sapeva che la maggior parte del peso dello scontro era sulle sue spalle: la gemella aveva l'aria stanca, usare il potere della Pietra le rubava molta energia ed il sangue che aveva perso quando Tom l'aveva ferita non l'aiutava ad essere al pieno della forza.- Coraggio sorellina. – le sorrise Harry senza distogliere lo sguardo da Tom – Ormai ci siamo.- O noi o lui. – mormorò Elizabeth mettendosi in posizione di difesa, stringendo dolcemente la mano di Harry.- Stucchevoli e ridicoli. – ringhiò rabbiosamente Voldemort, quella barriera sembrava soffocarlo: era troppo luminosa, troppo densa di magia della luce per lui che aveva rinnegato tutto ciò che di buono e amorevole c'era al mondo – Siamo prigionieri di un vostro stupido capriccio. – si passò la lingua sui denti facendo rabbrividire i ragazzi.- Non è un capriccio. – si strinse nelle spalle lei – È un modo per limitare i danni.- Limitare i danni?! – rise crudele lui – Pensi davvero, stupida mezzosangue, che quando vi avrò ucciso questa stupida bolla potrà contenermi e impedirmi di finire ciò che ho iniziato?- Perché dobbiamo morire proprio noi? – domandò con un'alzata di spalle Harry – Tu non sei più immortale: abbiamo trovato e distrutto tutti i frammenti della tua anima. – lo guardò sobbalzare davanti a quell'informazione – Compresi me e Nagini. – concluse senza mai abbassare la Bacchetta di Sambuco dal suo nemico.Un ringhio animalesco uscì dalla gola del mago oscuro che, accecato dalla rabbia, iniziò a scagliare contro i due ragazzi potenti incantesimi solo per cercare di separarli.I gemelli contavano sul fatto che i suoi informatori gli avessero detto che dovevano tenersi per mano per essere più forti e continuarono a giocare con lui al "gatto col topo", finché non avessero avuto la giusta occasione per scagliare un incantesimo contro Voldemort e mettere fine a quella lunga battaglia.Mentre Voldemort cercava il modo di interrompere il contatto delle mani dei gemelli, gli Auror e i membri dell'Ordine della Fenice avevano catturato e schedato tutti i seguaci dell'Oscuro Signore che non erano riusciti a fuggire dal campo di battaglia.Lily e Sirius raggiunsero la professoressa McGonagall che stava seguendo le operazioni di recupero dei cadaveri dalle macerie e dalla Foresta Proibita.- Questa battaglia ha mietuto molte vittime. – parlò la donna, sembrava invecchiata di mille anni, i due ex-alunni non l'avevano mai vista con quell'aria stanca e triste.- Signora. – la chiamò Sirius con voce gentile – Eravamo tutti consapevoli dei rischi.- Abbiamo lottato per qualcosa in cui crediamo. – annuì Lily – E non è ancora finita. – indicò con un cenno della testa un punto all'orizzonte – I ragazzi stanno affrontando la loro nemesi.- Da soli? – si portò una mano sul petto la strega – Perché non c'è nessuno a dare supporto? Severus che ci fai qui? – sbottò tremando alla vista del suo collega nel cortile invece che vicino ai due ragazzi.- Perché non ho potuto seguirli all'interno della bolla. – spiegò con un'alzata di spalle il Pozionista, mentre le braccia della strega si rilassavano lungo il suo busto.- Capisco. – si limitò a dire prima di alzare lo sguardo verso ciò che rimaneva della Scuola che lei amava come una seconda casa.- È un vero disastro. – pigolò Pomona tirando su col naso, aveva il vestito strappato e sporco di sangue, le ferite più gravi erano sulle mani che aveva usato per cercare di salvare alcune delle sue piante dal crollo della serra.- Dobbiamo ancora controllare... - mormorò Minerva rincorrendo i propri pensieri come se fosse sola e non circondata da colleghi e collaboratori.- Preside Snape. – chiamò una voce maschile facendoli sobbalzare, era un giovane Auror in compagnia di uno studente del settimo anno.- Sono io. – fece un passo avanti l'uomo – Come posso aiutare? – chiese osservando lo studente ferito.- L'Infermiera della Scuola mi ha chiesto di informarvi che l'Infermeria è inagibile, ha subito gravi danni e non è possibile portare dentro i feriti.- Dobbiamo allestire un campo. – annuì pratica Lily – Occorrono tende e personale medico in grado di aiutarci. – disse rivolta al collega, ma quello non si mosse.- Purtroppo non si può fare. – scosse la testa l'uomo – Nonostante i Mangiamorte siano stati catturati e portati via, i Dissennatori sono ancora liberi e Voi-Sapete-Chi non è stato catturato o sconfitto.- Possibile che abbiate ancora paura di dire il suo nome? – sbottò Minerva puntando i suoi occhi chiari in quelli dell'uomo – Si chiama Voldemort, non Voi-Sapete-Chi o Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Il nome che si è scelto per incutere timore, è quasi più ridicolo di quelli che sono stati creati per superstizione! – la sua voce tremava di rabbia e impotenza, avrebbe tanto voluto rimettere tutto a posto con un colpo di bacchetta, ma non c'era nessun incantesimo abbastanza potente da far tornare tutto com'era prima della battaglia.- La Sala Grande è ancora agibile. – parlò lo studente staccandosi dall'Auror – Pensavo di far portare dentro i feriti, signore. – concluse rivolto al Preside.Severus si voltò a guardare i volti dei colleghi e quello dei suoi nemici-amici ed annuì lentamente, trovandola una soluzione onorevole per non lasciarli giacere nel piazzale pieno di detriti.- Riferisca ai suoi compagni di Scuola, tutti quelli che sono in grado di aiutare, - parlò Severus – di andare a prendere i letti in Infermeria per sistemarli nella Sala Grande.- Andrò con loro, - fece un passo avanti il professore di Incantesimi – più siamo a collaborare meglio è. – sorrise mentre il Preside annuiva lentamente.- Fate attenzione. – li pregò Lily – Se la stanza non è agibile potrebbe essere pericoloso.- Stia tranquilla signora Potter. – la rassicurò l'uomo – Me la cavo bene con gli incantesimi.- Lei è il migliore. – sorrise lo studente, felice di averlo come supporto.- Andiamo. – ringraziò con un sorriso il docente e seguì l'alunno all'interno della Scuola, facendo attenzione ai detriti lungo il cammino.- Dobbiamo creare un posto dove sistemare i defunti. – parlò Sirius dando voce al pensiero che avevano tutti – Ce ne saranno molti, purtroppo.Severus si massaggiò i seni nasali, quella situazione lo stava logorando: era preoccupato per Harry ed Elizabeth e non aveva la testa per pensare a cosa fare e come organizzare il campo per aiutare tutti.- Signori. – una voce sconosciuta, con un forte accento russo, li fece sobbalzare – Sono Skarlett Kuznetsov, Auror russo. – si presentò battendo i tacchi sull'attenti – Siamo stati inviati per aiutare. – mostrò con un cenno della mano delle persone dietro di lei, alcuni indossavano un uniforme come la sua altri avevano sul braccio una fascia con la bandiera della propria Nazione stampata sopra.- Signora Kuznetsov, - le tese la mano Lily – onorata di fare la sua conoscenza. Auror inglese Lily Potter.- La sua fama la precede. – le strinse la mano Skarlett accennando un piccolo sorriso – Mi spiace conoscerla in una situazione simile. – ammise.- Grazie per essere qui. – fece un mezzo sorriso Lily che, dopo aver presentato gli altri che erano con lei, disse a Skarlett come potevano rendersi utili durante le operazioni di soccorso.Sospirando, con il pensiero fisso ai figli, Lily accompagnò il gruppo di Auror dal suo diretto superiore e, seguendo le direttive, si lasciò coinvolgere dalle varie operazioni aiutando a recuperare feriti e morti dalle macerie che riempievano il piazzale.La squadra di Skarlett era silenziosa, affiatata e rapida, nel giro di poco tempo riuscì a liberare dai blocchi di pietra un'area spaziosa per sistemare le tende e le brandine che avrebbero ospitato i corpi di coloro che non ce l'avevano fatta.I posti sulle brande iniziarono a riempirsi velocemente con i corpi degli studenti, dei membri dell'Ordine della Fenice e degli Auror che avevano combattuto strenuamente, ma che non erano riusciti a mettere in salvo le proprie vite o quelle dei loro cari.Lily si guardava tristemente attorno: conosceva la maggior parte di quelle persone che giacevano sulle brandine, erano colleghi, ex-compagni di Scuola o membri dell'Ordine che erano come una seconda famiglia per lei e i gemelli e, trattenendo a stento le lacrime, si voltò verso la Foresta Proibita e corse a perdifiato verso la sfera di luce.Arrivò nel punto dove i gemelli e Voldemort si stavano affrontando e fu subito raggiunta da Severus, Sirius e Remus.- Non ti lasceremo sola. – le sorrise Remus prendendole la mano – I ragazzi sono importanti per noi, staremo qua, di guardia.- Qualunque cosa succeda, - annuì Sirius – saremo pronti.- Ad attaccare, - concluse Severus – o curare. L'Auror ringraziò con un sorriso colmo di gratitudine i suoi amici e, stringendo tra le mani la propria bacchetta, si pose davanti alla sfera di luce pregando James di proteggere i loro ragazzi in ogni modo che la sua nuova forma gli concedeva. I quattro maghi si posizionarono in modo tale da circondare la sfera e, mentre tenevano sotto controllo la barriera luminosa e la Foresta Proibita, furono raggiunti da Charlie, Senara e un paio di enormi draghi.- Possiamo unirci a voi? – domandò Charlie accarezzando il collo del drago che aveva al fianco.- Certo! – annuì Sirius con un sorriso – Due bacchette in più fanno sempre comodo.- Per non parlare di questi bestioni. – ridacchiò Remus gettando un'occhiata a Senara.- Sembrano placidi. – ghignò la giovane strega – Ma non lasciatevi ingannare. - Sono creature affascianti, ma potremmo parlare di loro un'altra volta. – tagliò corto Severus – Cerchiamo di stare concentrati, Voldemort venderà cara la pelle e se dovesse avere la meglio sui gemelli, dovremmo unire le nostre forze per abbatterlo. - Sev ha ragione, non ci aspetta un compito facile. – sospirò Lily trattenendo un singulto – Siamo qui per aiutare i ragazzi. Se dovessero essere morti venderò cara la pelle perché non avrei nient'altro da perdere. – guardò i suoi amici – Promettetemi che starete attenti. Soprattutto tu, Senara.La strega più giovane annuì e, dopo aver lasciato una carezza veloce sul ventre sporgente, prese la sua bacchetta dalla fondina dov'era solita tenerla ed imitò gli altri mettendosi in posizione di attacco.All'interno della sfera di luce il tempo sembrava scorrere in modo diverso, pareva dilato.I tre maghi all'interno della barriera continuavano a studiarsi, lanciarsi insulti ed incantesimi ma nessuno aveva ancora fatto una mossa per svelare quale fosse il proprio potenziale.- Mocciosi. – ringhiò Voldemort col fiato corto, quel lungo scontro lo stava mettendo a dura prova.- È quasi divertente. – parlò Elizabeth alzando un angolo della bocca.- Ma troppo ripetitivo come gioco. – sbuffò Harry, il cuore gli batteva forte contro le costole ma non voleva dare al loro nemico la possibilità di usare la paura contro di lui e sua sorella.Tom lanciò contro di loro un altro potente incantesimo mirando alle mani e, quando i gemelli furono costretti a lasciarsi, esultò entusiasta: aveva immaginato che la barriera creata dall'unione delle loro mani svanisse dopo aver interrotto il contatto per tornare a lottare in un ambiente più ampio, dove avrebbe potuto usare la madre e i gli amici (che pensava sconfitti) contro di loro per distruggerli.Quando la barriera continuò a brillare attorno a loro, forte come quand'era stata creata, un ringhio uscì dalle sue labbra sottili e, assottigliando lo sguardo, puntò la bacchetta contro Harry notando solo in quel momento che stringeva tra le mani l'oggetto che più desiderava: uno dei Doni della Morte.- Pensate veramente di potermi sconfiggere con questi mezzucci? – cercò di provocarli mentre lanciava rapide occhiate alla sfera di luce, cercando una crepa che potesse dargli una via d'uscita.- Mentre tu cercavi di conquistare il mondo, distruggendo tutto quello che di buono è stato creato, - parlò Elizabeth allungando una mano a toccare l'Uroboro che aveva sul fianco – noi ci siamo allentati per tenerti testa.- Il nostro scopo nella vita, - annuì Harry – è stato mettere fine alla tua follia, Tom.- Non sono Tom! – urlò l'uomo scagliando contro di loro altri incantesimi – Tom è morto, portami rispetto! Io sono lord Voldemort!- Sei Tom Riddle. – scosse la testa rossa la strega rispondendo ai suoi attacchi – Un mezzosangue, come noi, ma un po' meno eccezionale.Una furia cieca si impossessò dell'uomo che, stanco di quella situazione, lanciò contro Harry la Maledizione senza Perdono, riempiendo l'interno della sfera di luce verde.Il giovane mago raccolse tutta la forza che aveva e lanciò un incantesimo contro il suo nemico di sempre, fermando l'Avada Kedavra che stava per colpirlo in pieno petto.Le bacchette produssero un potente incantesimo che tenne incatenati i due maghi per un lungo momento. Harry, stringendo i denti con forza per mantenersi stabile, si voltò verso la gemella che osservava la scena in attesa di intervenire. Il Grifondoro stava avendo la meglio: sembrava che ci fosse qualcuno che stava condividendo con lui energia magica per rendere il suo incantesimo più forte di quello del suo avversario.La Serpeverde osservava i due tenersi testa al centro della sfera: Voldemort spingeva con rabbia la Maledizione contro Harry che resisteva stoicamente all'incantesimo del suo nemico. Voldemort, impaziente di uccidere il giovane Potter, abbassò per un attimo la guardia permettendo alla strega di sganciare l'Uroboro dal fianco per lanciarlo contro di lui.- Resisti Harry. – sussurrò in modo tale che solo il gemello potesse sentirla e lui annuì, serrando la presa sulla bacchetta fino a far sbiancare le nocche.Elizabeth, recitando l'antico incantesimo di attivazione che aveva imparato con Draco, innescò l'ancestrale potere dell'Uroboro e, mentre il fascio di luce rossa dell'incantesimo di Harry continuava a conquistare terreno verso Voldemort, lo tirò verso il suo nemico mirando alla gola.L'incantesimo di Harry e l'Uroboro raggiunsero il bersaglio nello stesso momento e, mentre la testa di Voldemort rotolava a terra, i ragazzi furono investiti dal rinculo dell'incantesimo che li fece svenire dissolvendo la barriera, consentendo a chi stava fuori di poter intervenire.- Harry! Liz! – urlò Lily gettando a terra la bacchetta per correre verso di loro, seguita a ruota dagli adulti preoccupati per i ragazzi.Lily prese tra le braccia Elizabeth lasciando a Severus la possibilità di occuparsi di Harry; dopo una rapida occhiata rassicurarono gli altri: erano svenuti per la stanchezza, non riportavano ferite mortali addosso.- Cosa ne facciamo di questo? – domandò Charlie toccando con la punta dello stivale il corpo di Voldemort.Sirius e Remus si voltarono ad osservare il corpo senza vita dell'Oscuro Signore, la sua testa guardava la Foresta con occhi vacui e privi di vita, del terribile mago che aveva terrorizzato la comunità magica era rimasto solo il ricordo. Senara, continuando ad accarezzare il collo del suo Drago, suggerì di usare "il rito del non risveglio dell'anima": un antico incantesimo che univa la magia al sangue dei Draghi.Charlie soppesò le parole della compagna e, dopo essersi offerto di praticare egli stesso l'incantesimo in caso di bisogno, si chinò a darle un rapido bacio sulle labbra, orgoglioso di avere al suo fianco una donna saggia e coraggiosa.Sirius, incuriosito dalla reazione del domatore, domandò in cosa consistesse l'incantesimo e Senara e rispose che era un vecchio e potente incantesimo tramandato ai portatori dei tatuaggi dei Draghi: si trattava dell'unione della magia e del sangue dei Draghi che sigillava un'anima impedendole di essere richiamata dall'aldilà. I maghi e la strega sorrisero grati ai ragazzi per il loro aiuto e li pregarono di usare quel potente incantesimo solo in caso di necessità, non volevano che nessuno dei due mettesse a rischio la propria vita ora che stavano mettendo su famiglia.- Dobbiamo farlo se vogliamo dare un futuro migliore ai nostri figli. – scosse la testa rossa Charlie e Senara annuì accarezzando lentamente la pancia dove il bambino si muoveva vivace, come a dire che anche lui era pronto a combattere con i gemelli.Mentre parlavano il corpo senza di vita di Voldemort diventò polvere e si dissolse nell'aria: la magia dell'Uroboro, unita all'incantesimo di Harry, aveva purificato il corpo del mago oscuro che non sarebbe più potuto tornare in vita nemmeno se richiamato dal più potente incantesimo di magia oscura.Il cerchio magico usato da Elizabeth, color argento brillante, diventò nero come gli alberi della Foresta Proibita e, sotto gli occhi attoniti degli adulti, si sgretolò volando via spinto da una leggera brezza.Osservando la polvere fluttuare nell'aria, Lily alzò lo sguardo e notò il fantasma di una donna molto bella che osservava i gemelli con espressione serena ed orgogliosa.- È finita. – parlò lo spettro facendoli sobbalzare – Sulla Terra non è più richiesta la mia presenza né il mio potere. – sorrise e tutti la osservarono affascinati, Lily avrebbe voluto farle molte domande ma il fantasma scomparve senza aggiungere altro.Fu in quel momento che i gemelli tornarono coscienti, erano feriti leggermente e sembravano esausti ma erano entrambi vivi e la madre non riuscì a trattenere lacrime di commozione per il dono che le era stato fatto.- Ho avuto così paura. – singhiozzò stringendoli con amore – Non fate mai più una cosa del genere.- Ci è bastata questa come esperienza mamma. – ricambiò l'abbraccio Harry.- Tom? – chiese Elizabeth guardandosi attorno alla ricerca del corpo del loro nemico.- È diventato polvere ed è volato via. – rispose Sirius con un'alzata di spalle.- Lo spettro di una donna lo ha condotto chissà dove. – annuì Remus lisciandosi pensieroso la barba.- Una donna? – aggrottò le sopracciglia Harry – Chi era?- Lo spirito dell'Uroboro, - spiegò Severus aiutandolo ad alzarsi in piedi – ma non ci ha detto il suo nome.- Poco importa. – sospirò la Serpeverde accettando l'aiuto di Charlie per alzarsi in piedi – L'incubo che ha perseguitato le nostre vite è finito. Basta guerra. Basta pazzi che vogliono ucciderci.Harry annuì e, appoggiando il viso contro la spalla del suo compagno, chiuse gli occhi beandosi del calore del suo abbraccio.- Finalmente potremmo vivere normalmente. – parlò stringendo la vita di Severus con le braccia.- Com'è giusto che sia. – annuì il Pozionista accarezzandogli dolcemente la schiena.- Dov'è Draco? – chiese Elizabeth guardandosi intorno – Lo avete lasciato al sicuro?Senara e Remus la rassicurarono, raccontandole che era stato molto complicato lasciarlo indietro ma che la madre, dopo aver aiutato a salvare Lily, era riuscita a convincerlo a non seguirli per non essere un peso a causa della sua improvvisa cecità.- Non è stato facile lasciarlo indietro. – confessò la strega strizzando un occhio.- Ti ama davvero molto. – annuì Remus ed Elizabeth arrossì a quelle parole, ringraziandoli di averlo lasciato al sicuro.- Raggiungiamo gli altri. – parlò Harry senza staccarsi dall'abbraccio di Severus – Mi hanno visto morto, li ho sentiti piangere e disperarsi.- Dobbiamo annunciare che Voldemort è stato sconfitto.- Non ci sarà più nessuno a tentare di uccidervi. – Sirius abbracciò Elizabeth.- Avete donato alle nuove generazioni un futuro migliore. – annuì Charlie.- Ci sono ancora tante cose da aggiustare, - scosse la testa rossa Lily – ma diciamo che la fine della guerra ci darà una mano ad accelerare i tempi della catena burocratica.Charlie e Senara tornarono al campo dove avevano sistemato le tende e i recinti per i Draghi, lasciando il resto del gruppo raggiungere il Castello mezzo distrutto.Quando raggiunsero il piazzale dov'erano state sistemate le tende furono accolti da urla ed applausi: la voce della morte di Voldemort per mano loro rimbalzò di bocca in bocca e si diffuse a macchia d'olio portando speranza nel cuore di tutti.I gemelli si guardavano attorno con gli occhi piedi di lacrime, sui letti c'erano troppe persone che avevano fatto parte della loro giovane vita, amici che avrebbero ricordato per sempre grati di tutto quello che avevano fatto per loro.- Mamma. – parlò sottovoce Elizabeth – Dov'è Hermione?- Ed Alan e Giulio? – chiese Harry guardandosi attorno, i loro compagni di Scuola e i membri dell'ED li avevano travolti in un caloroso abbraccio, ma mancavano alcuni di loro e avevano voglia di vederli.Lily si morse nervosamente le labbra, non sarebbe stato facile rispondere a quella domanda: i corpi senza vita di Giulio ed Hermione riposavano nelle brandine nel giardino della Scuola, mentre Alan era stato portato al San Mungo dov'era stata ricoverata anche Ninfadora per le gravi ferite che avevano riportato sul campo di battaglia.Severus, stringendo contro il fianco Harry, si schiarì la voce cercando le parole giuste per aggiornare i gemelli quando un urlo squarciò il silenzio che si era creato sotto le tende e Lily sgranò gli occhi: ad urlare era stata Molly Weasley, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.Alzando la testa di scatto la strega vide il corpo della sua amica inginocchiarsi accanto ad una brandina e, seguita dai figli e dai loro amici, la raggiunse per vedere che stava piangendo sul corpo senza vita di Arthur che era stato composto nel lettino vicino ad Hermione.- Nooooooooooooooo! – urlava la donna stringendo con le mani il bavero della giacca del marito – Arthur, amore mio. Non puoi lasciarmi. Nooo... - la sua voce si affievolì mentre i singhiozzi la scuotevano da capo a piedi.Bill si inginocchiò di fianco alla donna e l'abbracciò, ma lei continuò a piangere, urlare ed inveire contro la sorte che aveva portato via l'amore della sua vita, senza rendersi conto delle forti braccia che l'avevano cinta. I figli si erano raccolti attorno al letto dove riposava il padre e piangevano sommessamente, stringendosi l'uno all'altro increduli.- Io... - mormorò Elizabeth senza voce per il dolore – Potrei usarla... - concluse mostrando la Pietra a Severus ma l'uomo negò con la testa, ricordandole il triste epilogo della storia dei Tre Fratelli.- Perché con me ha funzionato senza conseguenze? – chiese Harry.- Perché è stata una tua scelta restare. – gli accarezzò il fianco l'uomo.I ragazzi annuirono e, con gli occhi pieni di lacrime, si avvicinarono alla famiglia Weasley per far sentire ai loro amici la loro presenza e il loro supporto.Fu in quel momento che gli occhi di Harry si posarono sul letto di fianco a quello di Arthur dov'era stata sistemata Hermione, era così bella in quel momento che sembrava dormisse.Il giovane Grifondoro non riuscì a trattenere un singhiozzo e, prendendo la gemella per mano, la trascinò vicino alla brandina della loro amica per non essere solo mentre le dava l'ultimo saluto.- No. – squittì Elizabeth mentre forti singhiozzi la scuotevano – Non lei. Non 'Mione.- Lizzy. – parlò con voce atona George – Si è sacrificata per difendere me e Fred. – confessò.- Ha combattuto da vera Grifondoro. – singhiozzò Lavanda senza staccarsi dall'abbraccio di Ron che stava ad occhi bassi, senza trovare il coraggio di guardare né il padre né la sua amica. Sperava di trovarsi dentro un incubo e di svegliarsi non appena l'alba avesse iniziato a colorare il cielo di rosa-arancio.Tra le brandine c'erano gemiti di dolore ed urla soffocate, preghiere sussurrate e addii struggenti; i gemelli salutarono con un bacio sulla fronte la loro migliore amica poi camminarono tra le file di letti e cercarono di portare conforto a tutte quelle persone che avevano combattuto con loro.Le ore scorsero a rallentatore, non c'era tempo di festeggiare la fine di Voldemort sotto il tendone, c'era troppo dolore e nessuno sembrava rendersi conto che i ragazzi erano lì e che l'incubo di essere soggiogati dalle idee di quel pazzo era finalmente finito.Lontano dai loro alleati era stato creato un luogo dov'erano stati raccolti i Mangiamorte e i Ghermidori che avevano perso la vita. - Liz. – la chiamò Remus – Dove stai andando?- Voglio vedere. – si limitò a rispondere lei, pregando l'uomo di lasciarla andare.- Non provare pietà per i morti. – le sussurrò Harry prendendola per mano.- Non provo pietà, - si voltò a guardarlo ed il ragazzo sussultò davanti alla sua espressione vacua – queste persone hanno tradito il bene... Vorrei solo sapere perché... - lasciò che alcune lacrime le scorressero sul viso, cancellando le tracce di polvere che si erano create.- Credo che non lo sapremmo mai. – la abbracciò il gemello – Ma non serve a niente camminare tra loro... - ma non finì la frase perché una figura dai lunghi capelli biondi passeggiava tra le brandine depositando un fiore sopra ogni corpo.- Lasciami aiutare Luna. – si divincolò dalla presa del fratello e raggiunse l'amica Corvonero abbracciandola strettamente.Le due parlarono per alcuni istanti, Luna baciò l'amica sulla tempia e le consegnò metà dei fiori che aveva tra le mani. Glieli aveva dati la professoressa di Erbologia, certa che ne avrebbe fatto buon uso.Elizabeth la ringraziò con un sorriso, poi iniziò a camminare tra i maghi e le streghe vestiti di nero lasciando su ognuno di loro un giglio del ragno rosso e una veloce preghiera.Camminando giunse dov'erano stati sistemati i corpi senza vita di Bellatrix, Rodolphus e Lucius. Non appena li riconobbe, Elizabeth strabuzzò gli occhi e si guardò attorno alla ricerca di Narcissa o di Draco che vide seduti poco lontano.Narcissa, vedendola vicino ai letti dei suoi familiari, sussurrò qualcosa a Draco poi si alzò per raggiungerla.- Sono felice di vedere che stai bene. – mormorò Narcissa accarezzando con dolcezza una spalla della Serpeverde che, arrossendo teneramente, rispose: - Sono felice di vedere che anche lei non è stata ferita.- Grazie giovane Potter. – le sorrise la donna senza allegria e, voltandosi verso i suoi congiunti, continuò – Per loro niente fiori, non li meritano per tutto il male che hanno fatto alla tua famiglia ed alla mia.- Come desidera, signora Malf...- Ti prego, non voglio più sentir pronunciare quel cognome, ha portato solo dolore nella mia vita e in quella di mio figlio. – disse mal celando rabbia.- Signora Black. – sussurrò Elizabeth abbracciandola – Come sta Draco?- Non vuole raccontarmi cosa gli sia successo, perché ha perso la vista. Tu lo sai?- Mi dispiace ma non sono in grado di aiutarla. – abbassò il capo la Serpeverde, non le piaceva mentire ma sentiva che doveva mantenere il segreto come aveva fatto il fidanzato – Posso andare da lui? Vorrei rassicurarlo che sto bene.- Certo. – annuì – Va pure, io vado a parlare un attimo con tua madre.Le due si salutarono con un cenno del capo, Elizabeth lasciò i fiori che aveva in mano in un bicchiere che qualcuno aveva abbandonato a terra e, mordendosi il labbro, raggiunse Draco che riposava su una sedia avvolto in una spessa coperta di morbida lana.- Liz! – mormorò lui alzando di scatto la testa – Sei tu, vero?- In carne ed ossa. – mormorò lei senza riuscire a trattenere un singhiozzo – Come stai? – gli chiese accarezzandogli il viso.- Stanco. – chiuse gli occhi vacui, godendosi le sue carezze – Ma vivo. – si scambiarono una serie di lunghi e teneri baci, felici di essere nuovamente l'uno nelle braccia dell'altro.- Ti sei fatto visitare? – domandò la strega accoccolandosi contro la sua spalla sotto la coperta.- Non ancora, - le baciò la nuca – so che è una ferita grave ma non mortale, posso aspettare.Elizabeth annuì e, chiudendo gli occhi, raccontò a Draco tutto quello che era successo da quando li aveva aiutati a tornare dal Limbo fino alla sconfitta definitiva di Voldemort.- Dobbiamo festeggiare. – sorrise lui, orgoglioso della sua fidanzata.- Non c'è nulla da festeggiare. Tuo padre, Arthur, Hermione e molti altri sono morti. – mormorò lei tormentandosi le mani.- Non devi provare pietà per mio padre. – replicò con voce fredda Draco ed Elizabeth sobbalzò, non lo aveva mai sentito parlare così, ma non lo interruppe lasciandolo sfogare.Draco, dopo aver abbassato la testa, le raccontò aneddoti della sua infanzia che non aveva mai condiviso con nessuno, le parlò della solitudine che aveva avuto come unica compagna durante la sua infanzia, dell'etichetta rigida che era stato costretto ad imparare, degli abbracci mai ricevuti e dell'affetto che aveva avuto solo da una vecchia elfa domestica che serviva al Manor. Parlò a ruota libera, come non aveva mai fatto prima, forse la paura di morire o il sapere di essersi liberato della Spada di Damocle di Voldemort che pendeva sulla propria testa, avevano sciolto la sua lingua. La giovane strega lo ascoltò piangendo in silenzio e, alla fine del racconto, si scambiarono un lungo bacio carico di mille emozioni poi Draco, accarezzandole una mano, domandò:- In che condizioni è messo il Castello?- Disastrose. – sospirò lei appoggiando il naso contro il suo collo, si sentiva stanca non aveva voglia di parlare.Draco la cullò con dolcezza, amava sentire il peso del corpo della ragazza contro il proprio e quel profumo unico che aveva solo lei lo confortava e lo faceva sentire meno solo.- Andrà tutto bene. – le disse accarezzandole piano la schiena – Voldemort è morto, giustizia è fatta.Elizabeth avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma l'arrivo di alcuni dei loro compagni di Scuola desiderosi di sapere i dettagli sulla fine del mago oscuro, glielo impedì. La strega li accolse con un sorriso e, dopo aver mandato il suo Patronus a chiamare il gemello, chiese ai ragazzi di accomodarsi e di aspettare con loro l'arrivo di Harry per raccontare insieme ciò che era successo e com'erano riusciti a sconfiggere Voldemort.Draco sorrise sentendo attorno a loro tutta quell'eccitazione, non riusciva a vedere con gli occhi come faceva prima ma sperava di riuscire ad imparare a distinguere l'aura magica delle persone e, con un po' di allenamento, avrebbe iniziato a vedere di nuovo anche se in modo diverso.Non appena Harry li raggiunse sotto la tenda la folla che si era radunata si allargò ed i ragazzi raccontarono, senza svelare troppi particolari, come si era svolta la battaglia e di come l'aiuto dei loro amici e familiari, unito a quello di Draco e di Severus, fosse stato fondamentale per la buona riuscita della missione. Si scusarono per non essere riusciti a proteggere tutti nello stesso modo, la guerra era stata cruenta e loro avrebbero pianto lacrime amare ricordando tutte le vittime che erano cadute per aiutarli ad arrivare alla vittoria. Con gli occhi lucidi di commozione, i ragazzi alzarono lo sguardo sulla folla e furono sorpresi di trovarsi davanti persone di ogni età in lacrime, commosse dal racconto dei giovani maghi che furono ringraziati da tutti, anche da chi aveva subito un lutto. Il Grifondoro, prendendo la mano della Serpeverde nella sua, promise di fare del suo meglio per continuare a proteggere la libertà che erano riusciti a conquistare, di sistemare e migliorare le cose che erano state lasciate in sospeso.Alla fine del loro racconto i gemelli furono investiti da un caloroso applauso e, dopo baci e abbracci di commiato, la folla scemò lentamente lasciandoli in compagnia dei loro amici e familiari.Harry ed Elizabeth ringraziarono tutti con un sorriso, si sentivano stanchi ma volevano dare comunque il loro contributo così, dopo essersi confrontati con gli aduli, organizzarono una veglia in onore di tutti quelli che avevano perso la vita per proteggere la libertà.Alla fine della veglia i gemelli raggiunsero il centro del campo dove si erano radunati alcuni dei loro amici.- Ragazzi. – li chiamò Harry – Tutto bene?- Sì, - annuì il Serpeverde che era al centro del gruppo – stiamo metabolizzando tante cose. – concluse parlando a nome di tutti.- Sono successe tante cose. – mormorò Luna con il viso sporco di fumo.- Avrò incubi per un po'. – annuì Hannah abbassando lo sguardo.- Non sei l'unica. – mormorò Neville dondolandosi sui talloni, faticava ancora a credere di aver ucciso Nagini con un colpo di spada.- Avete fatto molto per aiutarci. – sospirò Elizabeth guardandoli con affetto.- Nessuno di noi avrebbe dovuto vivere una situazione simile. – annuì Harry – Ma, per fortuna, ci avete aiutati e sostenuti o...- Ragazzi, – li interruppe Lily raggiungendoli – Scusate l'interruzione, ma ho bisogno un attimo di Draco. Il ragazzo mandò la testa di lato e, allungando una mano verso l'aura magica di Elizabeth, le domandò di accompagnarlo all'esterno del cerchio verso sua madre, per poter parlare con lei senza interruzioni. La giovane strega prese la mano del fidanzato nella sua e, dopo avergli dato un bacio a fior di labbra, lo condusse all'esterno del cerchio e seguì la madre verso un punto del campo più isolato, dove li stavano aspettando alcuni Auror che non conosceva.- Credo che mia madre abbia cercato dei medici. – disse osservando con attenzione la scena.- Mia madre è lì? – chiese annuendo il mago.- Sì, sta parlando con una persona che non conosco. – replicò – A tal proposito... Come hai saputo dove fossi? – domandò la Serpeverde curiosa.- Segreto! – ridacchiò Draco che, alzando la testa verso il sole, chiuse lentamente gli occhi vacui godendosi il calore dei raggi sul viso.Elizabeth, borbottando contrariata, accompagnò Draco da Narcissa e si fermò osservando curiosa gli Auror studiare con attenzione il viso del giovane mago. Skarlett, la strega di fianco a Lily, fece un passo avanti parlando nella sua lingua madre con il giovane uomo che le era vicino, poi toccò il viso del Serpeverde con la punta della propria bacchetta e fece un balzo indietro, come respinta da una potente magia- Questo è interessante. – parlò il medimago al suo fianco.- Cosa trova interessante, dottore? – chiese incrociando le braccia sul petto Narcissa, la voce pericolosamente fredda e arrabbiata.- È una potente malezione "госпожа" (gospozha - signora), ma è guaribile.- Esatto. – parlò Skarlett pulendosi la polvere dalla divisa – Dobbiamo solo capire come farlo.- Draco non sarà la vostra cavia. – parlò Elizabeth mettendosi a braccia aperte davanti al fidanzato – Ne abbiamo passate tante, non permetterò a nessuno di voi di toccarlo e stressarlo ancora.Un sorriso grato distese i lineamenti di Narcissa che, mettendosi alle spalle del figlio, ripeté le cose dette dalla nuora, grata che fosse vicino al figlio in un momento delicato come quello.- Vi chiedo scusa. – scosse la testa Lily – Non volevo che Drake diventasse una loro cavia, speravo che, essendo dei maestri nello studio delle maledizioni, avessero per noi dei buoni consigli.- Se mi permettete di fare delle foto alle ustioni del viso, potrei chiedere al mio superiore. – si intromise Skarlett cercando un compromesso.- Va bene se rimandiamo a domani? – chiese Draco con voce stanca, Lily lo rassicurò che per quel giorno nessuno lo avrebbe più né toccato né stressato e, con una scusa, portò i colleghi russi verso la tenda adibita ad infermeria lasciando indietro i figli e i Malfoy. - Stai bene figliolo? – domandò dolcemente Narcissa accarezzandogli una guancia.- Inizio ad essere stanco, madre. – rispose godendosi la carezza – C'è un posto dove riposare?- Hogwarts non è ancora sicura. – parlò Severus che li aveva raggiunti – Ma è possibile usare il quartier generale dell'Ordine delle Fenice. Voi ragazzi, e anche tu Narcissa, sarete al sicuro là.- Non dobbiamo restare per dare una mano? – domandò Harry lanciando uno sguardo attorno.- Non è necessario. – scosse la testa il Preside – Avete fatto molto. Andate con i vostri amici a casa Black.- Non voglio andare in quella casa. – scosse la testa Elizabeth – Preferisco restare qua, la mia migliore amica è morta e non le farò passare la notte da sola. Non ci sarà nessuno a piangerla, i suoi genitori si sono dimenticati di lei, io non lo farò. Non la lascerò sola.- Resterò con te. – annuì Luna seguita da altri compagni di classe, concordi nel vegliare il corpo di Hermione fino alla tumulazione.- Grazie. – sorrise grata la Serpeverde che, dopo aver abbracciato e baciato fratello e fidanzato, raggiunse il lettino dov'era stato deposto il corpo di Hermione sedendo stancamente vicino a lei.Il resto della giornata trascorse lentamente, gli Auror presenti lanciarono sulla Scuola pesanti incantesimi di protezione: Voldemort era stato sconfitto ma alcuni dei suoi seguaci erano riusciti a fuggire facendo perdere le loro tracce, tutti sapevano di non dover sottovalutare la situazione perché alcuni di loro potevano tentare di vendicarsi facendo del male ai gemelli. Gli studenti della Scuola restarono accanto ai loro parenti ed amici e, ricordando aneddoti divertenti, trascorsero il resto della sera vegliando su chi aveva dato la vita per proteggerli e, quando il sole fece capolino sulla superficie del Lago Nero, Lily raggiunse i figli con due tazze di the caldo e un sorriso triste sul viso.- Harry, Elizabeth. – parlò, aveva l'aria stanca ed i gemelli sobbalzarono quando videro le sue occhiaie profonde.- Mamma. – si alzò il mago facendola sedere al suo posto – Come stai?- Stanca e con il cuore spezzato. – baciò entrambi dolcemente – Voi come state?Elizabeth prese la tazza che le porgeva e, dopo aver mormorato un ringraziamento, si limitò a stringersi nelle spalle non aveva una risposta da dare, si sentiva stanca e sull'orlo delle lacrime che era riuscita fino a quel momento a trattenere. Il Grifondoro abbracciò le donne della sua vita e, parlando telepaticamente alla gemella, le ricordò che tutto quello che era successo non era colpa sua. - Non porto, purtroppo, buone notizie ragazzi. – parlò la donna dopo alcuni istanti di silenzio.Un ghigno triste storse le labbra della strega che, senza distogliere gli occhi dal corpo senza vita di Hermione, aspettò che la madre riprendesse a parlare.- Come sapete, - parlò infatti la donna dopo un piccolo sospiro – alla guerra hanno partecipato molti dei nostri amici.- Alcuni di loro sono arrivati dall'altra parte del mondo per esserci. – annuì Harry con un piccolo sorriso.- Vero. – parlò sottovoce Elizabeth – Siamo stati fortunati ad avere molti alleati vicino. – concluse voltandosi verso la madre che aveva gli occhi lucidi di pianto.- Concordo con voi. – sospirò Lily poggiando la mano sul ginocchio della figlia – Alcuni di loro hanno dato il tutto per tutto per aiutarci durante la battaglia. Molti sono stati feriti, ed altri...- Lo sappiamo mamma! – la interruppe con uno sbuffo Harry – Molti dei nostri alleati hanno perso la vita. – voltò la testa indicando la tenda che conteneva i defunti – Mi sembra che non ci stai dicendo niente di nuovo.- Chi è morto, mamma? – si alzò con uno scatto Elizabeth facendo ribaltare la sedia – Ninfadora? Oppure qualcuno dei nostri professori? Uno degli zii? – ingollò a vuoto mentre grosse lacrime le solcavano le guance.- Dora è stata gravemente ferita, - confessò la donna abbassando lo sguardo – ed i vostri amici, quei maghi italiani...- Alan e Giulio? – chiese con un filo di voce Harry.- Sì, loro. – annuì facendo ondeggiare i lunghi capelli rossi Lily.- Si erano sposati da poco, - fece un mezzo sorriso Elizabeth ricordando le foto che Giulio le aveva mandato – so che volevano mettere su famiglia e...- Sono morti durante un attacco ad uno dei convogli che portavano i Mangiamorte in prigione. – interruppe quel fiume di parole Sirius che li aveva raggiunti.Remus dette una gomitata nello stomaco del compagno che, piegandosi in due per il dolore, borbottò che era inutile cercare parole gentili per dire ai ragazzi la verità, era da tempo che vivevano quell'orrore sulla loro pelle e non sopportavano di essere presi in giro.I gemelli annuirono e, dopo aver abbracciato gli zii, si lasciarono consolare dal loro affetto dopo aver ricevuto l'ennesima brutta notizia.Harry si rese conto di essersi messo a piangere solo quando sentì la voce di Severus:- Perché stai piangendo, moccioso insolente?- È un modo di dire addio agli amici che ho perso. – rispose il Grifondoro staccandosi dall'abbraccio di Remus per lanciarsi in quello del suo compagno.Severus annuì alle parole del compagno e, alzando lo sguardo fino ad incontrare quello acquoso di Elizabeth, allungò la mano verso di lei pronto a stringerla contro il proprio petto come faceva quand'erano bambini. La Serpeverde non si lasciò sfuggire l'occasione e, chiedendo scusa con lo sguardo al gemello, si gettò tra le braccia del suo padrino, lasciandosi coccolare dolcemente.Il Grifondoro avvolse un braccio attorno alla vita della gemella e, senza staccare il naso dall'incavo del collo di Severus, chiuse gli occhi per godersi pienamente quella gradevole sensazione di calore che emanava dai loro corpi. Restarono abbracciati in silenzio fino a quando ne sentirono la necessità, la prima a staccarsi dall'abbraccio fu Elizabeth che, dopo aver salutato tutti con un bacio sulla guancia, si congedò per andare a cercare Draco e passare un po' di tempo con lui e sua madre.Camminando tra le persone presenti ad Hogwarts, il cuore della strega si strinse in una morsa dolorosa: avevano sconfitto il male, ma avevano pagato un caro prezzo.- Lizzy. – la chiamò Draco con un sorriso sulle labbra.- Buongiorno, - salutò la strega sobbalzando, non si era resa conto di averli raggiunti.- Ben arrivata, mia cara. – la accolse Narcissa, aveva l'aria stanca.- Grazie signora. – si aggiustò una ciocca di capelli sfuggita all'acconciatura – Come state? Avete fatto colazione? Posso aiutarvi in qualche modo?- Tranquilla, Elizabeth! – scosse la testa grata Narcissa – Siamo un po' stanchi, ma stiamo bene. Abbiamo trascorso la mattina a rispondere a fin troppe domande, ma degli Auror ci hanno portato qualcosa di caldo da mangiare. - È stato stancante. - sbuffò Draco serrando la mascella.- Spero che abbiate finito di essere interrogati. – annuì comprensiva Elizabeth che, intrecciando le dita della mano a quella di Draco, gli chiese se aveva voglia di fare due passi per allontanarsi un po' da quel luogo pieno di tristezza.- Trovo che sia un'ottima idea. – annuì Narcissa – Andate pure, io andrò a cercare tua madre Elizabeth, ci sono molte cose da organizzare ancora.- A più tardi madre. – la salutò con un bacio sulla guancia Draco e, dopo che donna si fu allontanata, tirò verso il proprio petto la fidanzata reclamando un bacio dolce e profondo come il sentimento che li legava.- Mi sei mancato. - mormorò lei certa di non essere ascoltata da nessuno. - Anche tu Lizzy. – le accarezzò la guancia e il profilo delle labbra sorridendole con dolcezza.- Andiamo... - arrossì la strega che, prendendolo per mano, lo condusse fino alla riva del Lago Nero dove trovarono altre coppie in cerca di un po' di tranquillità.- Oggi il lago è molto quotato. – sbuffò il Serpeverde.- Già... - annuì lei cercando con lo sguardo un posto isolato dove accomodarsi per non essere disturbati da nessuno.Camminarono mano nella mano lungo la riva in silenzio, il sole che spuntava dalle nuvole sembrava accompagnare i loro passi come a volergli ricordare che, nonostante le mille tempeste che potevano imbruttire il cielo, il sereno tornava sempre.- Lizzy. – parlò Draco fermandosi di botto – Dobbiamo parlare... - Di cosa devi parlarmi Drake? – domandò mordicchiandosi le labbra nervosamente. - Non qui. – scosse la testa biondo platino lui – Possibile che non ci sia un posto dove stare un po' da soli?La strega, esalando un profondo sospiro, si guardò attorno e quasi sobbalzò quando si rese conto di aver raggiunto la casetta nella Foresta dov'era cresciuta con Harry e della quale conservava tanti bellissimi ricordi, come la sua prima trasformazione in Basilisco.- Ho un'idea. – mormorò dopo avergli rubato un bacio – Fidati di me e seguimi.Ridacchiando, il mago si lasciò trascinare lungo il sentiero nascosto dall'erica fino alla casa e, quando la strega si fermò le andò a sbattere contro perché era stato distratto da una potente magia che proteggeva quel luogo.- Dove siamo? È sicuro? – domandò facendo alcuni passi indietro.- Siamo in un luogo sicuro che è rimasto nascosto dalla magia oscura di Voldemort. – spiegò lei sorridendo di gioia – È la casa dove abbiamo abitato da bambini io ed Harry. Questo luogo è pregno d'amore e di bellissimi ricordi. La giovane Potter poggiò la mano sulla porta che si aprì cigolando lievemente, Draco afferrò il polso della fidanzata pregandola di non entrare ma lei non lo ascoltò, costringendolo a seguirla.- Di cosa hai paura? – domandò lei girandosi a guardarlo.- Sento una strana magia provenire da qui.Elizabeth estrasse la propria bacchetta dai jeans che indossava e, dopo aver lanciato alcuni incantesimi sulla casa, rassicurò il fidanzato che potevano stare tranquilli: non c'era traccia di magia oscura in quel luogo.- Adesso siamo soli, - iniziò lei stanca di quello strano comportamento di Draco – qua non verrà nessuno a disturbarci, posso sapere di cosa volevi parlarmi?- Liz, tu sai che io ti amo ma... - sospirò passandosi una mano sui capelli, incerto su come continuare quel discorso che l'aveva tenuto sveglio tutta la notte.- "Ma" cosa? – domandò con dolcezza lei facendolo accomodare sul divano.- Non credo sia giusto continuare a stare insieme. – sputò le parole con difficoltà, come se fossero fatte di acido.- Perché? – sobbalzò lei, stranita.- Come perché? – alzò la testa di scatto Draco – Guardami Elizabeth, osservami con attenzione. Cosa vedi?- Il ragazzo che amo. – mormorò mentre gli occhi si riempievano di lacrime – Qualcuno che ha rischiato la sua vita per salvare la mia e quella di mio fratello, che ha pagato un pegno così alto solo per me... - prese una mano del mago e se la poggiò sul petto all'altezza del cuore – Io vedo il ragazzino biondo che mi faceva i dispetti perché non sapeva come dirmi che gli piacevo. Quello che mi ha rubato il primo bacio e il cuore. – concluse con un sorriso triste mentre le lacrime solcavano il suo volto stanco.- Non è giusto. – scosse la testa lui – Non voglio che... - ma non finì mai la frase perché le labbra carnose della strega si erano posate sulle sue coinvolgendole in bacio salato e pieno d'amore.- Non puoi decidere tu per me. – gli soffiò sulle labbra Elizabeth che, senza dagli il tempo di replicare, gli sedette in grembo riprendendo a baciarlo appassionatamente, desiderosa di stare con lui il più a lungo possibile.- Sei sicura? – domandò lui alla fine del lungo bacio.- Sì... - ansimò lei che, racimolando un po' di coraggio, si tolse la maglietta che indossava lasciandola cadere sul pavimento – Sono tua, Drake, fino alla fine del mondo. – concluse prendendo le mani di lui per guidarle verso il suo seno.Il Serpeverde la sfiorò esitante: aveva immaginato tanti scenari dopo la loro conversazione, ma nessuno di quelli che aveva "visto" finiva con loro che facevano l'amore.- Non ho intenzione di lasciarti. – ansimò lei mentre le dita di lui accarezzavano i suoi capezzoli, facendoli inturgidire – Ci siamo scelti, Drake. Tu mi rendi felice. – concluse cercando le sue labbra per un nuovo bacio.Draco sorrise rispondendo al bacio e, senza farla allontanare troppo, le slacciò il reggiseno facendolo cadere a terra con il resto degli abiti che erano solo un ingombro tra loro.Nudi e senza vergognarsi l'uno dell'altra, i due Serpeverde raggiunsero la camera da letto poco distante e si stesero sul grande letto matrimoniale accarezzandosi e baciandosi, riempiendo la stanza con i loro gemiti di piacere.Elizabeth fece stendere Draco sul letto e vezzeggiò il suo corpo magro e muscoloso, baciandolo e mordicchiandolo come non aveva mai avuto il coraggio di fare. Lasciò sulla pelle bianca del fidanzato i segni rossi dei suoi denti e, mentre le dita del mago scivolavano all'interno del suo corpo accogliente, gli marchiò il collo lasciandogli un vistoso succhiotto.Draco spostando la testa di lato per lasciarle spazio, gemette rumorosamente ed Elizabeth sentì l'erezione del ragazzo premere duramente contro il suo fianco morbido.- Non resisto più Lizzy. – ansimò il mago piegando le dita dentro di lei, facendola contorcere dal piacere.- Nemmeno io. – pigolò lei, la voce roca per il piacere che stava provando – Prendimi Drake. – lo supplicò stendendosi sul letto.Il Serpeverde non glielo lasciò ripetere una seconda volta e, avventandosi con la bocca aperta su uno dei capezzoli turgidi di lei, le scivolò dentro riempiendola completamente. Elizabeth gettò la testa all'indietro mentre un'onda di piacere le lambiva il corpo, facendola pregare Draco di darle di più, più forte fino a farla svenire per il troppo piacere.Malfoy sorrise contro il seno della fidanzata e, mordicchiandole audacemente il capezzolo, iniziò a muoversi, sprofondando dentro il corpo accogliente di lei che sembrava volerlo fagocitare per non lasciarlo andare via.La strega avvolse le lunghe gambe attorno ai fianchi del fidanzato facendolo gemere per il piacere e, quando lui cercò le sue labbra per un torrido bacio, lei gli prese il viso tra le mani iniziando a baciare con devozione ogni cicatrice che la maledizione aveva lasciato sulla sua pelle chiaraDraco, che non aveva apprezzato essere toccato da nessuno dei medimaghi che l'avevano visitato, schiuse le labbra e sospirò di beatitudine, le labbra della fidanzata erano morbide e fresche a contatto con la sua pelle bollente. I due si amarono dolcemente, mormorando frasi sconnesse, riempiendo la stanza di gemiti ed urla finché entrambi raggiunsero il culmine del piacere venendo all'unisono.Il Serpeverde affondò il viso tra i seni della strega e, mugolando di piacere, si godette i dolci spasmi vaginali di lei ancora senza fiato per l'orgasmo appena provato.Restarono abbracciati a coccolarsi finché il sudore iniziò a seccarsi sui loro corpi, facendoli rabbrividire per il freddo. Draco, strusciando il viso contro il petto di lei, mugugnò soddisfatto: amava la sensazione di stare tra le braccia di Elizabeth, si sentiva completo ed invincibile. - Ti amo! – le disse prima di stuzzicare con il naso il capezzolo turgido – E non cercherò più di allontanarti da me.Elizabeth sorrise compiaciuta e, affondando le mani tra i capelli platino del fidanzato, lo costrinse ad alzare la testa per far incontrare le loro labbra in un bacio dolce. Bacio che non arrivò mai perché dalla gola della strega uscì un singhiozzo strozzato che fece aprire di scatto gli occhi del mago, spaventato che qualcuno fosse entrato in stanza per ucciderli.- Lizzy! – la chiamò non capendo il perché del suo strano comportamento – Stai bene? - Drake... - singhiozzò ancora lei passandogli i polpastrelli sul viso con fare reverenziale – Il mio bellissimo amore... - mormorò piangendo e sorridendo insieme.Il giovane Malfoy faticava ancora a capire i motivi dello strano comportamento della fidanzata e fu solo dopo che ebbe sbattuto le palpebre alcune volte che si rese conto che ci vedeva veramente, e che non si limitava a percepire l'aura magica delle persone.- Ma come... - domandò portandosi lui stesso le mani al viso: le cicatrici si erano ridotte drasticamente, liberando i suoi occhi dalla cecità che aveva accolto per salvare i gemelli.Elizabeth scosse lentamente la testa, incredula come lui e, mentre cercava una spiegazione plausibile, una luce argentata si profuse dal suo zaino facendoli sobbalzare spaventati.La strega si coprì alla meglio il corpo con il lenzuolo e, dopo aver afferrato la bacchetta che aveva messo sul comodino, si avvicinò cauta all'oggetto che continuava a brillare di vita propria.- Perché nessuno è capace di lasciarci in pace? – sbuffò Draco infilandosi al volo i boxer che aveva gettato a terra.La strega stava cercando una risposta pungente e sarcastica ma la materializzazione dello spirito della Pietra della Resurrezione la colse di sorpresa, zittendola.- Dopo millenni, - parlò lo spirito con la sua voce musicale e profonda – che vivo dentro la Pietra e faccio piccoli scherzi a...- Togliere la vista al mio ragazzo è "un piccolo scherzo"? – ringhiò Elizabeth, strizzando gli occhi, mostrando allo spirito la sua parte animale.Draco raggiunse la strega e, senza mai staccare gli occhi dallo spirito che l'aveva colpito con la potente maledizione, la pregò di calmarsi che non era il momento di mettersi a cavillare sulla terminologia davanti ad una creatura immortale e potente come quella.- Mi piacciano i complimenti. – ridacchiò lo spirito scintillando allegramente – Sono qui per complimentarmi con voi. – svolazzò nella stanza, guardandosi attorno incuriosita – Siete stati i più veloci, nel corso dei miei anni di "servizio" come spirito guardiano, a capire come corrompere la mia maledizione. - L'amore. – sobbalzò la strega abbassando la bacchetta, la mente invasa da una serie di immagini che lo spirito stava condividendo con lei: dall'accettazione dell'accordo da parte di Draco a come si erano continuati ad amare nonostante tutto, fino ai "ti amo" sospirati mentre erano una persona sola tra le lenzuola sfatte.Un intenso rossore si profuse nelle guance di Elizabeth e, sorridendo al giovane mago che la guardava senza capire, si voltò a baciarlo sulla spalla nuda felice di essere al suo fianco.- Esatto, giovane Potter, - annuì lo spirito – l'amore è la più potente delle magie che esistono al mondo. Non è facile da usare e, molto spesso, le persone preferiscono smettere di lottare piuttosto che crescere insieme. Se voi due vi foste lasciati, la maledizione di Draco avrebbe impiegato anni prima di guarire.I tre continuarono a parlare per alcuni istanti, Elizabeth era curiosa di conoscere tutti i poteri dello spirito che stava all'interno della Pietra ma lei, esaurito il tempo a disposizione, li salutò rassicurandoli che Draco sarebbe guarito completamente nel giro di alcune settimane. Poi, com'era apparsa, scomparve lasciando i due Serpeverde con milioni di domande ancora senza risposta.- La magia! – sbuffò Draco – Bella e beffarda al tempo stesso.- Già. – alzò gli occhi al cielo lei ed il ragazzo ridacchiò mormorando che sembrava la versione femminile di Snape quando lo faceva.Elizabeth lo guardò sgranando gli occhi: mai nessuno le aveva detto una cosa simile e non sapeva se esserne felice o sentirsi offesa.- Ami troppo il tuo padrino per fingere di essere offesa! – la abbracciò il mago facendo cadere a terra il lenzuolo – Ed io ne sono un po' geloso... È tempo che ti prendi cura di me, strega... - senza darle il tempo di replicare, la baciò fino a farle perdere il filo del discorso che stavano facendo.Mentre i due Serpeverde riempivano la casa di gemiti ed acuti urli di piacere, al castello di Hogwarts Severus aveva preso in mano le redini della situazione e, dopo una breve deposizione alle autorità, iniziò a dirigere le operazioni per mettere in sicurezza la Scuola e difendere le persone che erano ancora lì. - La squadra di Auror in supporto dall'estero, - parlò Minerva camminando al suo fianco – ha fatto davvero un ottimo lavoro.- Ottimo. – annuì lui, la testa affollata da mille pensieri – La Scuola verte in gravi condizioni. – parlò dopo essersi guardato attorno – Non possiamo tenere a lungo queste persone qua.- Mi trovi in accordo con te, Severus. – annuì la strega che, pulendo con cura gli occhiali, lo ragguagliò su alcune proposte che le erano giunte da alcuni dei loro "ospiti", tralasciando quelle che riteneva inutili.- Dobbiamo trovare il modo di far rientrare tutti a casa. – si strinse nelle spalle Severus scartando altri suggerimenti – Il Castello ha bisogno di lavori di manutenzione, qua nessuno è al sicuro e non perché maghi oscuri o scagnozzi stiano pianificando un attacco.- Ciò che dici è vero, - parlò Lily affiancandoli, non aveva una bella cera sembrava stanca ed affaticata – ho messo delle squadre a lavorare sul ripristino di alcuni locali della Scuola, ma ci sono troppe persone che rendono difficile lavorare in sicurezza.- Ne sono consapevole, - ringhiò assottigliando lo sguardo – stai bene Evans? – le domandò preoccupato.- Sono stanca. – ammise la strega – Sono state giornate intense, mi ci vorrebbe un lungo bagno e un sonno ristoratore. – cercò di sorridere, ma riuscì solo a piegare le labbra in una linea sofferta.- Andiamo, - la prese per il gomito, ignorando le parole di Minerva e delle altre persone che li avevano raggiunti – devi farti visitare immediatamente.- No. – scosse la testa rossa ed un gemito di dolore uscì dalle sue labbra quando la mano del mago si poggiò delicatamente sul suo fianco destro, all'altezza del fegato.- Prego? Non ho capito la tua risposta. – borbottò contrito – Hai, ovviamente, detto di sì?- Non è niente Sev. – scacciò la mano dell'amico e si allontanò dicendo che c'erano ancora troppe cose da sistemare e che si sarebbe fatta visitare e curare dopo aver portato a termine tutti i compiti che le erano stati affidati.Il Capo Casa Serpeverde strinse pericolosamente gli occhi ma prima che potesse dire o fare qualcosa per fermare Lily, lei era scomparsa come inghiottita da persone che indossavano la sua stessa uniforme.Minerva scosse piano la testa, poi poggiò la mano sul braccio teso di Severus e gli disse che alcuni volontari si stavano occupando della cerimonia funebre che sarebbe stata celebrata da Rufus Scrimgeour in persona. Trattenendo a stento un moto di stizza Severus si limitò ad annuire e, dopo aver ringraziato Minerva per il prezioso aiuto, si congedò da lei desideroso di trascorrere del tempo in compagnia di Harry.Il giovane Potter era rimasto al fianco della famiglia Weasley, ancora incredulo di quello che era successo: la guerra era stata vinta, ma molti dei suoi amici e parecchi alleati avevano perso la vita e lui pensava di non essere abbastanza forte per portare un simile fardello. Mentre si crogiolava nell'autocommiserazione e nel dolore, furono raggiunti da un uomo vestito di nero che, con pesante accento francese, chiese di poter parlare privatamente con il signor William Arthur Weasley.Harry, sentendogli pronunciare il nome intero del suo amico, alzò la testa di scatto seguito a ruota da Molly che, finalmente, aveva smesso di piangere sul corpo del marito.- Sono qui. – fece un passo avanti il mago chiamato in causa – Questa è la mia famiglia, - continuò puntando i suoi occhi espressivi in quelli scuri dell'uomo – parli liberamente.- Comme vous le souhaitez. – borbottò lisciandosi nervosamente il cappotto che indossava – Mi chiamo Thibault Dubois, sono un Auror francese e... – ed il suo discorso fu interrotto dall'arrivo di Severus che stava cercando Harry camminando tra i feretri dei deceduti in battaglia.- Perché si è interrotto? – domandò Bill sentendo una strana sensazione farsi strada dentro – Cosa deve dirmi, monsieur Dubois? - Dubois? – ripeté con un sobbalzo Severus che li aveva raggiunti – Il "porteur de mauvaises nouvelles (latore di cattive notizie)", perché sei nella mia Scuola?- Monsieur Snape, - fece un breve inchino l'uomo – sono qui per portare a termine un incarico del Ministero della Magia francese. – rispose a denti stretti, sembrava che tra lui e Severus non scorresse buon sangue ed Harry fece un passo avanti, mettendosi tra i due.- Non credo sia questo il luogo adatto per discutere tra voi. – disse gettando una rapida occhiata prima all'uno e poi all'altro – La famiglia Weasley deve parlare con il signore, noi siamo di troppo. – concluse porgendo la mano a Severus che la prese senza mai staccare gli occhi da quelli gelidi dell'altro uomo.Quando i due furono abbastanza lontani, Harry chiese al compagno chi fosse quell'uomo e perché sembravano odiarsi tanto. Severus rispose che l'aveva conofuturesciuto anni fa, durante un viaggio studio di Pozioni in Francia: Dubois faceva tirocinio come Auror e, come ultimo arrivato, gli avevano affidato l'ingrato compito di comunicare alle famiglie le cattive notizie.- Credo non sia tutto, - lo guardò il Grifondoro mandando la testa di lato – anche lui è stato un tuo amante come Killian? – domandò sbuffando geloso.- Prima di andare con lui mi facevo montare da un Erumpent in calore! – rispose indignato Severus e, nonostante l'ambiente cupo da cui erano circondati, Harry non riuscì a trattenersi e scoppiò in una breve risata.Il Pozionista osservò affascinato il ragazzo ridere, poi lo abbracciò e lo baciò dolcemente sulle labbra, soddisfatto di essere riuscito a farlo ridacchiare.- Sev. – parlò dopo alcuni istanti di silenzio il mago più giovane – Il mio francese fa schifo, mi puoi dire come l'hai chiamato?- Con il soprannome che gli fu affidato anni fa "latore di brutte notizie" e... - ma non terminò la frase, perché l'urlo di dolore di Bill Weasley rimbalzò per il campo, assorbendo tutti gli altri suoni.I due corsero verso la fonte del grido e trovarono Bill e Molly in ginocchio sul terreno, scossi dai singhiozzi, di Thibault Dubois nessuna traccia, come se fosse stato inghiottito dalla terra.- Cosa è successo? – domandò Severus mettendo una mano sulla spalla di Charlie che singhiozzava piano.- Una tragedia. – rispose scuotendo piano la testa, riusciva ad immedesimarsi nel dolore del fratello ma parlare gli risultava difficile.- La casa sicura dove avevano mandato la famiglia di Fleur è stata trovata ed attaccata. – spiegò Ginevra asciugandosi gli occhi arrossati dalle lacrime – Sono morti tutti. – concluse distogliendo lo sguardo dalla madre e dal fratello in lacrime.- Dov'è andato quell'uccello del malaugurio? – chiese Harry sentendo montare dentro la rabbia.- Da qualche parte là. – rispose Ron che, alzando lo sguardo su quello cupo di Severus, continuò – Vorremmo restare da soli, per favore.Il Preside annuì, sorpreso per quella richiesta e, prendendo Harry per il gomito, lo fece allontanare dalla famiglia Weasley per permettere loro di esorcizzare come meglio credevano il proprio dolore.Camminando per il campo improvvisato, furono raggiunti da Lintag che aveva l'aria stanca ed il suo abito tradizionale era macchiato e lacerato in più punti.Parlarono con lei per un po' ringraziandola per il prezioso aiuto che aveva dato durante la battaglia, Severus si complimentò per la potenza usata per allontanare i Dissennatori e, prima di salutarsi, Harry le poggiò sulle spalle il mantello che indossava certo che avesse freddo con quell'abito dall'aria così leggera.- Che cavaliere che sei Pottah! – lo prese in giro Draco facendolo sobbalzare, né lui né Severus si erano resi conto di essere stati raggiunti da Elizabeth e il giovane Malfoy.- Non sono un damerino come te, Malfoy, ma non sono cresciuto in una caverna. – replicò con un'alzata di spalle e, all'unisono, Severus ed Elizabeth alzarono gli occhi al cielo sospirando.- Cosa è successo al tuo viso Draco? – chiese il Pozionista osservando con attenzione il giovane Serpeverde.- Non lo sappiamo di preciso, - distolse lo sguardo un po' a disagio – ma sembra che i gesti "d'amore" siano ben visti dallo spirito che mi ha lanciato la fattura e... - mostrò fieramente il viso – Eccomi qua...- La magia è davvero strana! – annuì Harry sorridendo, poi si voltò verso la gemella che si stava guardando attorno con aria preoccupata.- Lizzy. – la chiamò il rampollo Malfoy – Stai bene?- No. – scosse la testa – Ho una strana e orribile sensazione qui. – disse portandosi una mano sul petto.- Forse senti il dolore di Bill. – spiegò con un cenno del capo Harry – Ha appena saputo che Fleur e tutta la sua famiglia sono morti.- È terribile! – mormorò Elizabeth portandosi una mano davanti alla bocca, il gemello la avvolse tra le sue braccia e la cullò dolcemente, troppo scosso per aggiungere qualcos'altro.Draco accarezzò con dolcezza la schiena della fidanzata e, come Severus, restò in silenzio rispettando quell'abbraccio fraterno necessario ad entrambi per restare forti come avevano fatto fino a quel momento.- Grazie... - mormorò la strega con gli occhi lucidi baciando il gemello sulla guancia – Ne avevo davvero bisogno.- Forza sorellina. – le baciò la fronte – Tra poco sarà tutto finito e potremmo ricominciare a vivere.- E sarà fantastico! – ridacchiò Draco – Perché avete i fidanzati migliori che il mondo magico potesse mettere sul mercato! – concluse ammiccando verso Severus che, sbuffando, si massaggiò i seni nasali stanco.- È vero. – lo scimmiottò Elizabeth – Siete due Serpeverde fortunati ad avere noi Potter nelle vostre vite. – e, senza dargli il tempo di replicare, si lanciò tra le sue braccia baciandolo con amore.- Ho una sorella e un cognato idioti! – disse a voce bassa Harry, ma Severus lo sentì e non poté fare a meno di sorridere, intenerito dalla sua gelosia.- Siete voi che siete troppo seri. – si strinse nelle spalle la strega e Severus strinse gli occhi, trovando quel commento fuori luogo.- Essendo il Preside di questa Scuola, signorina Potter, - parlò e la sua voce era tagliente come ghiaccio – non posso indulgere in certi atteggiamenti in pubblico. Adesso, visto che sono troppo serio, prendo congedo da voi mocciosi perché ho delle responsabilità verso gli altri ragazzi e le loro famiglie. – concluse sorridendo ad Harry cercando di stemperare il tono duro che aveva usato, poi si allontanò senza dare il tempo a nessuno di loro di replicare: aveva molte cose da preparare prima dell'arrivo di Rufus Scrimgeour e del "circo mediatico" che l'avrebbe senz'altro seguito.Harry, osservandolo camminare sicuro tra le persone che affollavano il giardino della Scuola, si lasciò sfuggire un piccolo sospiro poi si voltò verso i due Serpeverde dicendo che sarebbe andato dagli Weasley per fare loro le condoglianze per la prematura scomparsa di Fleur.Draco annuì e, dopo aver preso la mano della strega nella sua, la guidò attraverso l'accampamento fino a raggiungere sua madre che stava parlando con i genitori di alcuni loro compagni di Scuola. Fino all'ora di pranzo le ore trascorsero lentamente intervallate da singhiozzi e sospiri; Severus e gli Auror presenti a Scuola organizzarono tutto per la cerimonia funebre e, dopo il pranzo servito dagli Elfi, la quiete del Castello fu animata da una serie di sonori "pop": Rufus Scrimgeour ed il suo "circo mediatico" erano arrivati.- Cosa ci fa lui qui? – ringhiò Lily serrando la mandibola.- È qui per la cerimonia funebre. – rispose Severus seduto a pochi passi da lei, il suo pallore e il dolore che vedeva brillarle negli occhi lo preoccupavano molto ma non voleva dire niente davanti ai ragazzi.- Io pensavo che avresti fatto tu l'elogio... - si voltò a guardare il suo migliore amico.- Non credo sia il caso. – scosse piano la testa lui – Per molti, ancora, sono un traditore. Non vorrei causare disagi a chi ha perso qualche persona cara.- Non lo trovo giusto! – borbottò Harry appoggiato contro il petto del Pozionista, felice di poter godere del calore del suo corpo in quella giornata piovigginosa.- Non mi piace stare al centro dell'attenzione, - si strinse nelle spalle – già daremo scalpore quando renderemo la nostra relazione pubblica... Lascio questo spettacolo a Scrimgeour, spero sia migliore di me a parlare in pubblico.Lily lasciò uscire un sospiro tremulo, non sapeva se essere più preoccupata per la reazione della folla davanti alla relazione tra suo figlio ed il suo migliore amico, per il discorso del suo capo o per il dolore al fianco destro che la stava tormentando da troppo tempo ormai.- Mamma? – la chiamò Elizabeth – Tutto bene?- Sì tesoro. – le sorrise – Sono un po' stanca e lui non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti.- E nemmeno uno dei tuoi fan. – ridacchiò Harry facendo sorridere gli altri.- Esatto. – annuì la strega – Quindi, per non peggiorare la mia situazione credo proprio che io debba andare a rendermi utile.- Riposa. – la fermò Severus – Andrò io ad aiutare, tu resta qua con i ragazzi.- Trovo che sia un'ottima idea. – assentì Draco facendole posto vicino ad Elizabeth – Dopo quello che hanno fatto, si meritano un po' di coccole dalla mamma. – le strizzò l'occhio e Lily capitolò, troppo stanca per cercare di allontanarsi. Severus ringraziò Draco con un cenno del capo, poi si chinò a baciare dolcemente Harry sulle labbra e si allontanò per raggiungere il centro del piazzale dove Scrimgeour si era fermato per organizzare al meglio la commemorazione per tutte le vittime della Seconda Guerra Magica.- Ministro Scrimgeour, - parlò Severus raggiungendolo – grazie per essere venuto nella nostra Scuola.- Grazie a tutti voi, - parlò l'uomo stringendogli la mano mentre alcuni flash impazzivano attorno a loro – per tutto quello che avete fatto. – si guardò attorno – Dove sono i nostri giovani eroi? – domandò.- A consolare le famiglie dei loro amici. – rispose Minerva seccata, anche lei non sopportava quell'uomo – Non siamo qui per festeggiare i giovani Potter, signore, ma per piangere le persone che hanno perso la vita per rendere possibile la loro vittoria.- Ha ragione signora McGonagall. – annuì l'uomo colpito dalla rabbia della strega – Avremo altri momenti per rendere omaggio ai gemelli Potter. – concluse e tutti furono d'accordo con lui che, guardandosi attorno, ordinò ai suoi sottoposti di preparare tutto per la commemorazione ai defunti che avrebbe presenziato a breve.Gli Auror scattarono ad eseguire gli ordini e, dopo aver sistemato un piccolo palco al centro del giardino, iniziarono a sistemare i caduti all'interno delle bare che poi posizionarono ai lati del palco sotto grandi gazebi. Gli insegnanti di Hogwarts si guardavano attorno attoniti, gli sembrava di essere dentro un incubo dal quale speravano di riuscire a svegliarsi presto.Non appena le molte file di sedie posizionate davanti al palco furono occupate dai presenti e corone floreali con frasi di condoglianze apparvero qua e là, Scrimgeour salì sul palco per tenere il suo discorso:Oggi ci riuniamo qui, con i cuori pesanti e le anime addolorate, per commemorare coloro che hanno sacrificato le loro vite durante la battaglia finale. Ogni volta che ci troviamo di fronte alla tragedia della guerra, è difficile trovare parole che possano alleviare il dolore e la sofferenza che accompagnano la perdita di coloro che amiamo; ma, oggi, cerchiamo di trovare conforto nell'unità e nella solidarietà che ci uniscono in questo momento di lutto. – l'uomo fece una pausa ad effetto mentre i primi singhiozzi salivano dai presenti - È con profondo rispetto e gratitudine che onoriamo il coraggio, la dedizione e il sacrificio supremo di questi valorosi maghi e di queste valorose streghe. A coloro che hanno dato la propria vita, vogliamo dire grazie: senza il vostro coraggio senza pari, il vostro spirito indomito e il vostro impegno, noi non saremmo qui adesso liberi dal gioco del potente mago oscuro. Le vostre azioni non saranno mai dimenticate, e il vostro sacrificio rimarrà inciso nei nostri cuori per sempre. – lasciò che le sue parole arrivassero ai cuori dei familiari e, mostrando una tristezza che in realtà non provava, continuò - Ai familiari e agli amici di coloro che abbiamo perso, vogliamo esprimere le nostre più sentite condoglianze, sappiate che non siete soli nel vostro dolore, siamo qui per sostenervi, per confortarvi e per onorare la memoria dei vostri cari. Le loro vite hanno avuto un impatto indelebile sul nostro mondo e continueranno a ispirare le generazioni future con il loro esempio di coraggio e sacrificio. – estrasse la bacchetta dalla giacca ed invitò tutti a seguire il suo esempio – Illuminiamo il cielo per loro! – disse facendo uscire delle scintille dorate dalla bacchetta e, non appena tutti lo imitarono, concluse il suo accorato discorso con un saluto finale - Addio, cari amici, che possiate riposare in pace, sapendo che il vostro sacrificio non sarà mai dimenticato.Un applauso triste seguì le parole finali di Scrimgeour che, dopo aver parlato con le famiglie più vicine al palco ed aver fatto loro le condoglianze, si congedò dalla Scuola ordinando ai suoi Auror di sgomberare il tutto per permettere l'inizio dei lavori di restauro del Castello di Hogwarts.Davanti a quelle parole dure Minerva e Pomona, che stavano consolando alcune madri per la perdita dei figli e dei mariti, sobbalzarono ma finsero che tutto andasse bene: non volevano dare altro dolore a quelle povere famiglie. Il capo degli Auror, contrito, si avvicinò a Severus ragguagliandolo sulle volontà del Ministro della Magia ed il Preside, dopo essere salito sul palco, prese la parola per informare tutti quanti che la Scuola era stata dichiarata non agibile e che, per la sicurezza di tutti, il Ministro Scrimgeour ne aveva ordinato l'evacuazione.Mormorando frasi di ringraziamento sottovoce, gli adulti presenti nella Scuola raccolsero i loro oggetti personali, radunarono i membri rimasti della famiglia e, mentre gli Auror iniziarono ad inviare le bare dei defunti nei vari cimiteri, rientrarono nelle rispettive case per occuparsi della parte burocratica che era rimasta in sospeso.Hogwarts si svuotò in poco tempo e, mentre gli addetti ai lavori smontavano il campo che era stato costruito per accogliere i caduti ed i sopravvissuti, un tonfo sordo attirò l'attenzione dei gemelli Potter che urlarono con tutto il fiato che avevano chiamando la mamma.Lily, cinerea, giaceva a terra al centro del giardino dove Scrimgeour aveva tenuto il suo tedioso e ridondante discorso e, mentre tutto diventava scuro attorno a lei, le sembrò di vedere vicino alla Foresta Proibita il marito che teneva in braccio un bambino con un occhio verde ed uno azzurro, dall'aria sveglia ed i capelli castano ramato. - Ragazzi! – li chiamò Remus raggiungendoli, si stava riprendendo da una brutta ferita ma non avrebbe mai lasciato soli i giovani Potter.- Zio Rem! – lo prese per un braccio Elizabeth – La mamma! La mamma non risponde.- Lei...- prese la parola Harry – Stava bene fino ad un attimo fa, poi...- È svenuta! – conclusero insieme guardando gli adulti che li avevano raggiunti.Severus, soffocando un'imprecazione tra i denti, si inginocchiò al fianco della sua migliore amica e, dopo aver controllato che fossero presenti battito cardiaco e respirazione, la fece levitare con un incantesimo per portarla il più velocemente possibile da Madame Pomfrey.- Tu sai qualcosa? – gli chiese Sirius cercando di tenere il tono di voce basso.- Ho un sospetto, ma spero di sbagliare. – annuì il Pozionista che, senza aggiungere altro, accelerò il passo conscio che ogni minuto era prezioso."Harry" lo chiamò usando la telepatia Elizabeth, non gli piaceva lo strano comportamento degli adulti e non voleva condividere con loro ciò che aveva sentito."Lizzy, sono qui" le rispose prontamente lui prendendole la mano "Ti senti male anche tu?" chiese lanciandole una rapida occhiata, non riusciva a staccare per troppo tempo gli occhi dal corpo inerme e fluttuante della madre."Ho paura" ammise lei mentre le lacrime le oscuravano la vista "Ho sentito un forte odore di sangue provenire dalla mamma" "Sangue?" il Grifondoro sbiancò, lui stesso sapeva che le ferite trascurate erano molto pericolose, soprattutto quelle che non si vedevano ad occhio nudo e che potevano creare emorragie interne. "Magari è stata ferita durante uno scontro e si è curata da sola" rispose velocemente, non voleva far notare a nessuno il suo turbamento."Non credo..." scosse la testa Elizabeth che, triste, si chiuse in un ostinato silenzio impedendo al gemello di entrare in contatto con lei.Il corteo raggiunse la postazione dell'Infermiera in fretta, tra le mura della Scuola rimaste intatte, i loro passi rimbombavano con forza al pari di come battevano i loro cuori in quel momento.- Pomfrey! – la chiamò Severus dimenticandosi per un attimo le buone maniere.- Preside Snape? – fece capolino la donna da un paravento – Qualcuno si sente male? – domandò spiccia.- La signora Potter. – annuì mettendola delicatamente su uno dei lettini puliti – Quando ci siamo incontrati oggi pomeriggio, aveva un dolore acuto qua. – spiegò poggiando la mano all'altezza del fegato – Le ho detto di venire a farsi visitare, ma lei...- È una testarda! – annuì la donna osservando con occhio clinico la sua paziente – Devo visitarla ed ho bisogno di stare da sola con lei. – disse perentoria pregando gli adulti di portare fuori i ragazzi per non farli assistere a quell'esame che avrebbe potuto essere doloroso per la madre.- Vogliamo stare qua! – dissero all'unisono i gemelli.- Ragazzi, - li chiamò Sirius, aveva l'aria stanca e dolorante – lasciamo lavorare liberamente Madame Pomfrey, la nostra presenza le darebbe solo fastidio.- Odio ammetterlo, - annuì Severus – ma il cagnaccio ha ragione. – concluse poggiando le mani sulle spalle dei gemelli per condurli lontano da lì.I due si guardarono continuando a borbottare per quell'ingiustizia ma, vogliosi di vedere la mamma sveglia, si fecero portare in un punto remoto della Sala Grande da dove non potevano né vedere né sentire le cose che l'Infermiera e la donna si dicevano.Madame Pomfrey lanciò una serie di incantesimi diagnostici sul corpo stanco di Lilian e, mentre aspettava i risultati, preparò una serie di Pozioni da farle prendere per aiutarla a rimettersi in forza.- Non sprechi niente per me. – mormorò lei ad occhi chiusi – Quelle Pozioni possono essere utili per chi ha più possibilità di me. – continuò tirandosi su la camicia dell'uniforme, mostrando il grosso ematoma che aveva sul fianco dalla parte del fegato.- Merlino santissimo! – squittì Poppy lasciando cadere le fiale sul carrello dei medicinali – Perché non sei venuta subito da me? Perché hai aspettato tanto? – domandò esaminando con attenzione la ferita.- Perché so riconoscere una ferita mortale quando ne vedo una. – replicò, faceva fatica a parlare segno che le restava poco tempo.- Stai tranquilla. – le accarezzò una mano – Non è troppo tardi, sono certa che al San Mungo possano aiutarti e...Lily scosse la testa rossa, non aveva bisogno di bugie ma solo di avere un briciolo di tempo per poter salutare i suoi cari. Mentre beveva una Pozione rigenerante, la bacchetta di Poppy emise un suono sonoro segno che la diagnostica sul suo corpo stanco era pronta.Gli occhi dell'Infermiera si riempirono di lacrime, aveva sperato fino all'ultimo di avere una possibilità di salvarla ma ogni esame che aveva lanciato sulla giovane Auror aveva prodotto lo stesso risultato: emorragia interna inarrestabile, incompatibile con la vita.- Sto morendo? – chiese la donna.- Non posso mentirti. – mormorò Poppy – Non posso fare più niente per te. – ammise.- Puoi chiamare la mia famiglia. – la pregò – Sono stati loro a portarmi qui, voglio salutarli. Lo meritano.L'Infermiera annuì e, dopo averle dato una carezza sul viso, si diresse verso gli adulti ed i ragazzi pregandoli di seguirla perché Lily aveva urgenza di parlare con tutti loro.Scossi dal comportamento strano della donna, il gruppo si mosse rapidamente verso il lettino dove riposava l'Auror che, dopo aver accolto i figli tra le sue braccia, iniziò a parlare pregando che nessuno dei presenti la interrompesse perché si stancava facilmente.Ammise di essere stata colpita durante lo sgombro di un'area della Scuola mentre aiutava gli Auror a renderla agibile per ospitare chi ne aveva bisogno, ma di non aveva dato peso né alla pericolosità della ferita né alla sua gravità. Presa dai mille impegni che le erano piovuti addosso, aveva finito con il trascurare il dolore che sentiva sul fianco destro e, quando si era decisa a farsi visitare da uno dei Medimaghi sul campo, era ormai troppo tardi perché l'emorragia era troppo estesa per poter intervenire.- Non è vero! – scosse la testa Elizabeth – Non può essere vero, mamma.- Non puoi lasciarci anche tu! – parlò con voce incrinata dal pianto Harry – Andiamo subito al San Mungo, vedrai che...- Ragazzi... - li chiamò accarezzando loro dolcemente i capelli – Non sto mentendo... Sento le forze venirmi meno e, scommetto, che Lizzy ha sentito un forte odore di sangue prima.La Serperverde si irrigidì nell'abbraccio della madre e, incapace di proferire una sola parola, si sciolse in un pianto dirotto che la scosse tanto da farla accasciare a terra.- Harry. – parlò Lily con voce flebile – Aiuta tua sorella a rimettersi in piedi.Harry obbedì alla richiesta della madre e, sorreggendo la gemella come meglio poteva, tornò ad abbracciare la donna stesa sul lettino.- Non siate tristi per me... - parlò a fatica mentre le lacrime le rigavano il viso – Ho vissuto una vita meravigliosa grazie a tutti voi... - Sei una stupida Lilian! – la sgridò Sirius, la voce rotta di pianto – Non potevi aspettare altri 50anni prima di raggiungere James?- Avrei voluto... Ma le sorte aveva piani diversi per me... - chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì li puntò sugli adulti, i più cari amici di sempre. Li pregò di salutarla con un bacio perché si sentiva debole e voleva tenere le ultime forze per salutare degnamente i suoi figli.- Sarai sempre nel mio cuore. – la salutò Remus dandole un bacio a stampo.- Pianterò dei gigli nel nostro giardino. – le accarezzò la guancia Sirius troppo commosso per dire altro.- Non li lascerò mai soli. – la rassicurò Severus poggiando la fronte contro quella sudata di lei.La donna sorrise grata e, chiudendo gli occhi troppo stanca per tenerli aperti, strinse la presa sui figli dicendo:- Amori miei, mi dispiace che le cose siano andate così. Non avrei mai voluto lasciarvi così presto, avrei voluto vedervi felici e sposati... - un colpo di tosse interruppe il suo discorso – Avrei voluto conoscere i vostri figli; ma... La mia presenza è richiesta da un'altra parte, sembra che il mio tempo su questa terra sia giunto al termine, - i singhiozzi dei gemelli soffocarono le sue parole per un secondo e, solo quando si furono calmati grazie alle sue carezze, continuò - voglio che sappiate che vi amo profondamente. Sono così orgogliosa delle persone meravigliose che state diventando e so che farete tutto ciò che è in vostro potere per migliorare il futuro. – depositò sulle loro nuche un ultimo bacio – Ricordate che il mio amore vi accompagnerà per sempre... - un sorriso sereno le distese le labbra e, troppo stanca per resistere ancora, chiuse gli occhi lasciando che quell'ultimo anelito di vita che era in lei abbandonasse il suo corpo.Le urla disperate dei gemelli riempiono la Sala Grande e mentre gli adulti restavano in disparte per permettere ai ragazzi di esprimere al meglio il loro dolore, lo spirito di Lily raggiunse quello di James e del loro bambino mai nato nello spicchio di luce dorata che la stava aspettando.Elizabeth, alzandosi dal petto senza vita di Lily, prese dalla propria borsa la Pietra della Resurrezione ed urlando "come ha funzionato con Harry, può funzionare anche con lei!", la premette forte sul cuore della madre imprimendole tutta la forza magica in suo possesso.- Fermati Elizabeth! – cercò di bloccarla Remus, ma non fu abbastanza veloce da fermarla: la Pietra sfrigolò sotto le mani della strega, esplose in una bolla di luce argentata che gettò tutti a terra e fece tremare le spesse pareti del Castello.La Serpeverde era l'unica ad essere rimasta in piedi, si era aggrappata con tutte le sue forze al lettino dove giaceva il corpo della madre e, tra le lacrime, pregava che quella magia funzionasse perché non era pronta a lasciarla andare, perché aveva ancora bisogno della presenza e dell'aiuto di sua madre.L'artefatto magico continuò a brillare e sprigionare della magia potentissima, ma l'Auror non tornò in vita ed Elizabeth svenne a causa del grande sforzo.- Lizzy! – la chiamò Harry gattonando verso di lei, si sentiva schiacciato come se la forza di gravità all'interno della sala fosse quintuplicata.- È svenuta. – lo rassicurò Sirius, era stato il primo a raggiungerla.- Harry. – lo chiamò Severus aiutandolo ad alzarsi – Prendi la Pietra e mettila via, per favore.Il Grifondoro annuì, lasciò una carezza sul viso sereno della madre e tolse il talismano dal suo petto: la Pietra era incandescente e tremava nel palmo aperto della mano del giovane mago.- Mamma non ha la volontà di tornare. – parlò dopo aver osservato per alcuni istanti l'oggetto che aveva in mano – La Pietra non può riportarla indietro perché lei non vuole.- Elizabeth ha commesso un atto molto pericoloso. – annuì Remus osservando la Serpeverde stesa su un lettino lì vicino – Costringere qualcuno a tornare dall'Aldilà non porta mai a niente di buono.- Già... - annuì meditabondo Sirius che per un attimo aveva sperato che quella magia potentissima potesse funzionare.- I Tre Fratelli. – pigolò Harry mentre le lacrime ricominciavano a scorrere lungo il suo viso – È una storia che abbiamo letto così tante volte che potrei recitarla a memoria. – ammise stringendo con dolce fermezza la Pietra nel suo pugno.Sirius lasciò uscire un lungo respiro dalle labbra contratte ma, prima che potesse dire qualcosa, le porte della Sala Grande furono aperte per lasciare entrare un trafelato Draco seguito a ruota da Narcissa.- Cosa è successo? – domandò il Serpeverde con il fiatone, vedere le due Potter stese nei letti gli strinse il cuore in una morsa di paura.- Lily ci ha tenute nascoste le sue gravi condizioni di salute. – rispose Remus facendo un passo verso i nuovi arrivati – Purtroppo quando l'abbiamo portata da Poppy era troppo tardi e...- La signora Potter è morta? – chiese Narcissa sgranando i suoi enormi occhi, per la prima volta Remus li vide pieni di lacrime.- No, - scosse la testa Draco – non è possibile. Lei non può essere morta, ho visto... - continuò facendo un passo avanti – La luce della Pietra, la stessa di quando i ragazzi sono finiti nel Limbo ed io... Io sono corso per aiutare...- Hai visto la potenza della magia della Pietra. – annuì Harry voltandosi verso suo cognato – Ma l'incantesimo non ha avuto nessun effetto.Draco sobbalzò, tutto si sarebbe aspettato tranne che trovarsi davanti ad una scena simile: Elizabeth svenuta con il volto pallido e sudato, Harry con gli occhi rossi e gonfi per le lacrime versate, l'Infermiera della Scuola con il viso nascosto dietro un grosso fazzoletto per cercare di contenere i singhiozzi ed i tre uomini adulti con i volti stravolti dal dolore. L'unica veramente in pace, in quel momento, sembrava la signora Potter che giaceva composta nel lettino. Sembrava addormentata tant'era bella.- È un incubo. – borbottò il mago appoggiandosi alla madre dietro di lui – Tutto questo non è vero, adesso mi sveglierò vero madre? – chiese mentre grosse lacrime rotolavano lungo le sue guance diafane.- Vorrei poterti dire di sì. – lo abbracciò Narcissa cullandolo con dolcezza.- Cosa succederà adesso? – domandò Harry facendo scivolare la Pietra nella tasca dei suoi pantaloni, era così stanco che non riusciva nemmeno a ragionare lucidamente.Gli adulti si scambiarono rapide occhiate, Severus prese tra le sue forti braccia Harry e, dopo averlo fatto accomodare in un letto vuoto, lo costrinse a prendere una fiala di pozione "Sonno senza sogni" che lo fece scivolare nell'incoscienza del sonno velocemente. Remus e Sirius controllarono le condizioni vitali della giovane strega e, dopo averle lasciato una carezza delicata sulla fronte sudata, si voltarono verso gli altri cercando di trovare qualcosa da dire.- Lasciateli pure a me. – parlò Poppy asciugandosi gli occhi – Resterò io con i gemelli. Voi andate a parlare da qualche altra parte.- Anche io e Draco resteremo qui. – annuì Narcissa mettendo una mano sulla spalla del figlio.- No, - scosse la testa Severus – preferirei che tu, Cissa, venissi con noi. Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti per stare vicino ai ragazzi in questo momento.- Non preoccuparti madre. – le sorrise il mago più giovane – Mi prenderò cura io della mia Lizzy. Narcissa annuì e, dopo aver sorriso al figlio con affetto, seguì gli uomini fuori dalla Sala Grande per parlare con loro ed organizzarsi al meglio nella gestione dei Salvatori del Mondo Magico resi orfani troppo presto.

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