L'Ordine della Fenice (seconda parte)

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Dopo che la partenza della Umbridge non fu un pettegolezzo succulento, la vita degli studenti ad Hogwarts riprese tranquilla tra studio, uscite e Quidditch fino a metà del mese di aprile quando, dopo un violento temporale, le porte della Sala Grande si spalancarono lasciando entrare nuovamente la donna seguita da alcuni illustri maghi del Ministero.
- Hm. Hm. – tossì ridacchiando Dolores – Mi dispiace interrompere la vostra sontuosa cena; ma…
- Signora Umbridge. – la accolse con un sorriso stanco Albus – Che piacere averla nuovamente nella nostra Scuola.
- Grazie Preside. – rispose scocciata di essere stata interrotta lei – Non sono qui per una visita di cortesia.
- Ovviamente! – borbottò Severus facendo ghignare James che gli era seduto al fianco.
- Sono sicuro che non porterà buone notizie! – bofonchiò Hagrid muovendosi a disagio sulla sedia.
- Non restate lì sull’uscio. – li invitò Minerva – Unitevi alla nostra cena, sono certa che potremmo parlare con tranquillità dopo. I ragazzi hanno avuto una giornata scolastica pesante.
- Lo immagino. – annuì uno dei maghi che la donna aveva portato come scorta.
- Mangiare qualcosa di caldo non potrà che farci bene. – annuì l’uomo che sembrava il capo della comitiva – Accettiamo volentieri il vostro invito.
- Ottimo. – annuì Albus – Accomodatevi al nostro tavolo. Sono certo che i miei docenti vi faranno spazio volentieri.
Mormorando sottovoce, i docenti della Scuola fecero ciò che il loro Preside aveva chiesto e, dopo aver creato spazio al tavolo, ripresero a mangiare dopo che tutti si furono accomodati.
- Averla nuovamente qua non è buon segno. – mormorò a denti stretti Blaise.
- Concordo. – annuì Draco che, stringendo la mano di Elizabeth nella sua, continuò – Dobbiamo fare molta attenzione, quella donna è viscida e arrivista.
- A me piace! – si strinse nelle spalle Pansy, lasciando senza parole chi era seduto vicino a lei al tavolo di Serpeverde.
La cena si svolse in assoluto silenzio, nell’aria c’era solo il rumore dei piatti che venivano spostasti: il ritorno della donna in rosa aveva portato via l’aria giocosa e distesa che aveva impregnato la Sala fino a qualche istante prima. Alla fine del pasto, Dolores si alzò con eleganza dalla sedia e, raggiungendo lo scranno usato da Albus per i suoi annunci, puntò i suoi occhi sulla platea dicendo:
- Come sapete tutti quanti, lo scorso mese sono stata inviata per eseguire dei controlli; alcuni genitori, preoccupati per il futuro dei figli, hanno chiesto al Ministero di mandare me, un’ispettrice, ad effettuare delle supervisioni sui metodi di insegnamento usati in questa Scuola.
Harry ed Elizabeth si voltarono nello stesso momento e, dopo aver osservato con ansia il tavolo dei docenti, puntarono i loro occhi sulla Umbridge che, fiera di avere su di sé tutta quell’attenzione, gonfiò il grasso petto continuando:
- Durante il mio periodo di affiancamento con il corpo docenti di Hogwarts, ho notato che ci sono delle eccellenze, - ed indicò Severus e Remus - mescolate a perfetti incompetenti. – e fece un cenno con la testa verso Sibilla e Rubeus.
Gli insegnati sobbalzarono per la sorpresa e, mentre si scambiavano occhiate preoccupate, tra gli studenti iniziò a serpeggiare del malcontento.
- Chi le dà il diritto per dire queste cose? – domandò un Corvonero del settimo anno alzandosi in piedi.
- Il Ministero mi investe di questa autorità. – replicò piccata Dolores che, congiungendo le mani sul seno, continuò – Ci saranno dei grossi cambiamenti in questa Scuola da adesso e fino alla fine dell’anno scolastico.
- Cambiamenti? – domandò Fred alzandosi in piedi – Noi siamo soddisfatti dei nostri docenti.
- Concordo. – annuì Elizabeth alzandosi – Grazie ai nostri docenti stiamo imparando molto e…
- Non mi risulta che sia propriamente così, signorina Potter! – la zittì Dolores – Le lezioni di Divinazione e di Cura delle Creature Magiche, sono quelle con il maggior numero di assenze ed abbandoni. I docenti che sono stati scelti da Albus Dumbledore non sono all’altezza di gestire e formare giovani menti. – concluse orgogliosa del suo discorso.
- E crede che lei potrebbe essere migliore di loro? – domandò George trattenendo a stento una risata.
- Chi è stato? – domandò indispettita Dolores – Chi ha parlato?
- Io! – si alzò Harry subito imitato dal resto degli studenti.
- In effetti, mia cara Dolores, - parlò Albus grato a tutti per la stima dimostrata – sono curioso di sapere con quali criteri sceglieresti dei docenti.
- La signora Umbridge non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno. – si alzò uno dei suoi accompagnatori e, vedendolo ondeggiare, James e Remus pensarono che fosse sotto Imperius.
- Grazie John. – cinguettò la strega ed i presenti in Sala rabbrividirono – Il compito che mi è stato affidato dal Ministero è quello di approfondire le mie valutazioni. Resterò a Scuola tutto il tempo necessario per preparare la mia relazione. Prenderò parte a tutte le lezioni, senza dare nessun preavviso. Sarò l’occhio vigile che il Preside sembra aver perso. – concluse e, poggiando le mani sullo scranno, continuò – Il Ministero mi ha dato la possibilità di utilizzare tutti i metodi che ritengo idonei allo scopo, farò dei colloqui con ognuno di voi. – guardò gli studenti soffermandosi sui gemelli Potter ed il giovane Malfoy, ma non aggiunse altro soddisfatta di aver ammutolito l’intera sala con il suo discorso.
- Miseriaccia amico! – mormorò Ron sconvolto dalle parole della donna – Dovremmo fare attenzione a…
- A fare cosa, signor Weasley? – domandò uno degli sgherri di Dolores.
- Ad essere sempre puntuali a lezione, signore. – parlò Hermione salvando gli amici – Non vogliamo, in alcun modo, mettere in cattiva luce i nostri docenti o la nostra Casa. – concluse con un sorriso, l’uomo la osservò in silenzio ed annuì lentamente.
- Grazie Mione. – le sorrise grato Harry – Non l’avevo sentito arrivare.
- Nemmeno io. – scosse la testa la strega – E questo è un pessimo segno.
- Ragazzi. – li chiamò il Prefetto – Andiamo, la cena è finita. Il Preside ci ha dato il permesso di lasciare la sala.
- Posso andare da mia sorella? – domandò Harry.
- Meglio di no. – lo accostò Remus – Uscite rapidamente.
Annuendo, i tre amici lasciarono la Sala Grande seguiti a pochi passi dagli studenti degli altri tavoli.
- Mi sembra di essere in prigione. – sbuffò Blaise – Possibile che non possiamo fare niente?
- Dobbiamo stare alle regole. – si strinse nelle spalle Pansy, lei voleva passare del tempo con il suo ragazzo ma non poteva allontanarsi.
- Allora futura signora Weasley. – ghignò Draco – Stasera niente giro in compagnia del fidanzatino.
- Sei uno stronzo Draco! – arrossì Pansy ed Elizabeth rise di cuore, felice di avere al suo fianco Draco e di non avere un ragazzo in un’altra casa.
- Ehm. Ehm. Ehm. – tossì Dolores alle loro spalle.
- Signora Umbridge. – sorrisero i Serpeverde.
- Signorina Potter, si allontani immediatamente dal signor Malfoy. Tutta questa promiscuità è altamente sconveniente.
- Promiscuità? – alzò un sopracciglio Draco osservando come Elizabeth lo aveva preso sottobraccio.
- Non posso camminare sottobraccio al mio fidanzato? – chiese imbronciata la strega.
- Assolutamente no! – scosse la testa con veemenza la donna – È sconveniente che una giovane strega si avvinghi come una ballerina dai facili costumi al braccio di un ragazzo. Ci vuole distanza, almeno trenta centimetri! – concluse e, lanciando su di loro un incantesimo, li separò facendoli urlare per lo spavento.
- Signor Malfoy. Signorina Potter. – parlò Severus raggiungendoli nel corridoio – Cosa è successo?
- Professor Snape. – parlò Dolores – Ho semplicemente spiegato ai suoi alunni che non devono stare avvinti come due Avvincini in amore!
- Non eravamo avvinti come due Avvincini professore! – arrossì fino alla radice dei capelli Elizabeth – Stavo passeggiando sottobraccio a Draco.
- Non ci trovo niente di sconveniente! – si strinse nelle spalle Severus.
- Non è permesso! – trillò la donna facendo girare verso di loro tutte le persone raffigurate nei quadri – Finché sarò qui, non permetterò che ci siano effusioni in pubblico. Da questo momento è severamente vietato andare sottobraccio, tenersi per mano e baciarsi con il proprio compagno in pubblico. È disdicevole che una Scuola permetta simili promiscuità! – le guance della donna erano diventare rosa acceso ed Elizabeth trattenne a stento una risata davanti alla scena.
- La trovo un’assurdità. – rispose con un’alzata di spalle Draco – Ma ci atterremo a quanto ordinato. – concluse e, facendo cenno ad Elizabeth di precederlo, lasciò Severus e Dolores soli nel corridoio.
- Le auguro una buona serata signora Umbridge. – fece un rapido inchino il Pozionista.
- Anche a lei professor Snape. – lo salutò con un cenno della testa la donna che, a testa alta e fiera del suo operato, si incamminò lungo il corridoio per seguire i Prefetti nella ronda serale.

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