Nuove Informazioni, Nuovi Piani

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Dopo l’ultimo saluto ai caduti in guerra, la neo-eletta Preside convocò i presenti in Sala Grande annunciando che la Scuola sarebbe stata chiusa per lavori di restauro e, zittendo il mormorio di protesta con un cenno della mano, invitò tutti gli studenti a raggiungere i Dormitori per preparare i bagagli.
Elizabeth ed Harry, dopo aver scambiato un rapido sguardo coi loro amici, uscirono per primi dalla Sala Grande e si presero per mano non appena si congiunsero in corridoio.
Draco ed Hermione li affiancarono e i gemelli, ascoltando le parole dei loro amici, si incamminarono verso la stanza della Serpeverde.
- Ragazzi – li chiamò Lily raggiungendoli da un corridoio laterale – Minerva ci ha dato il permesso di usare il camino di Severus. Potremmo tornare a casa via Metropolvere.
- Va bene mamma. – annuì lentamente Elizabeth, grata di non dover viaggiare sull’Express insieme al resto dei loro compagni.
- Meglio, non avrei saputo affrontare tante ore di viaggio tra le chiacchiere degli altri. - annuì Harry.
- Ho chiesto ai miei genitori il permesso di passare alcuni giorni con voi. – parlò Hermione – Spero che con vi dispiaccia.
- Posso unirmi anch’io a voi? – domandò Draco puntando i suoi occhi in quelli di Lily.
- Grazie ragazzi, - sorrise la giovane donna – le vostre parole mi rendono felice, siete sempre i benvenuta in casa Potter.
- Manderò un messaggio ai miei genitori avvisandoli che non rientrerò subito al Manor. – la ringraziò con un sorriso grato che Lily ricambiò, ma i suoi occhi rimasero tristi.
- Ragazzi, - mormorò con un filo di voce - ho finito di sistemare le cose di papà. – annunciò ed il cuore dei gemelli perse un battito, non volevano parlare del padre tra quelle mura, la ferita per la sua perdita faceva ancora troppo male.
- Non potremmo rimandare questo discorso tranquilli… - iniziò Elizabeth.
- A casa mamma? – concluse annuendo Harry.
- Concordo con i tuoi figli Lily. – parlò Severus che li aveva raggiunti alle spalle.
- Sev! – si portò una mano sul cuore la giovane donna – Devi fare rumore quando ti avvicini alle persone.
- Ovviamente non lo farò mai! – ghignò lui ed i suoi occhi furono attraversati da una scintilla maliziosa che fece sorridere i suoi tre studenti.
- È divertente vederlo cogliere alle spalle gli studenti che cercano di sgattaiolare ai loro appuntamenti galanti. – spiegò Draco osservando con orgoglio il suo Capo Casa.
- Serpeverde! – sbuffò ironicamente Lily che, dopo aver salutato tutti con un cenno della mano, si allontanò per raggiungere Killian e Ninfadora che sarebbero rimasti a Scuola per controllare che il viaggio di ritorno andasse bene.
- Ragazzi, - attirò la loro attenzione il Pozionista – potremmo parlare in privato per alcuni minuti? Ho delle commissioni per la Preside da sbrigare, ma gradirei parlare con voi prima.Annuendo gli studenti seguirono il Pozionista nella sua aula e, dopo una rapida conversazione, si salutarono e raggiunsero i rispettivi alloggi per finire di sistemare i le loro cose.
Il mattino successivo, mentre gli studenti raggiungevano la stazione vociando, i quattro studenti in compagnia di Remus e Severus, si trovarono davanti all’aula di Pozioni per affrontare il viaggio con la Metropolvere fino a casa Potter. Lily partì per prima, prese una manciata di Polvere Volente e, dopo aver detto chiaramente l’indirizzo di casa, scomparve in una fiamma verdognola felice di avere del tempo da poter trascorrere a casa.
- E così questa è la casa dei gemelli meraviglia. – parlò Draco, dopo essere uscito dal camino, stanco di quel pesante silenzio.
- Non è il Manor dei Malfoy. – si strinse nelle spalle Harry.
- Ma profuma di casa. – concluse Elizabeth, felice di essere in un ambiente familiare.
- Ragazzi, - si rivolse a loro Lily – fate come se foste a casa vostra. Sentitevi liberi di scegliere le stanze che preferite per dormire. Non è una reggia, ma è accogliente.
- Grazie. – mormorarono tutti e, dopo che Lily pregò Severus e Remus di seguirla nello studio di James per parlare in privato, i ragazzi si accordarono rapidamente su come dividersi per la notte, avevano molto su cui lavorare e ogni minuto, per continuare a studiare i libri di Albus e Severus, era prezioso.

I primi giorni trascorsero tranquilli, i ragazzi avevano bisogno di riprendersi dagli eventi che avevano vissuto e lasciarsi coinvolgere nella routine di casa Potter fu per tutti una piacevole distrazione. Quella mattina, mentre erano tutti in salotto a fare colazione, un improvviso lampo di luce nel camino li fece trasalire.
- Buongiorno. – si annuncio Severus raggiungendoli.
- Sev. – gli sorrise Lily – Ben arrivato, sei solo?
- Sì, sono venuto ad informarvi che sta per arrivare un funzionario del Ministero accompagnato da Sirius e Remus.
- Salve gente! – salutò con il suo solito sorriso malandrino Black – Finalmente siamo arrivati.
- Sir. Rem. – andò loro incontro Lily – Che bello avervi qua! Avete fatto colazione? Posso offrirvi un caffè...? – domandò indicando la tavola apparecchiata; ma, l’uomo vestito in nero che li accompagnava, tossì per palesare la sua presenza.
- Rufus Scrimgeour? – lo accolse sorpresa la padrona di casa – Mi scusi, non l’avevo vista. Benvenuto in casa Potter.
- Buongiorno a tutti. – sorrise rapido l’uomo – Mi dispiace invadere la tranquillità della sua casa in un momento delicato come questo, signora Potter, ma ho un compito da portare a termine che mi è stato affidato dai signori Dumbledore e Potter.
- Che fine hanno fatto le mie buone maniere!  - scosse la testa Lily – La prego di scusarci, prego si accomodi pure.
- Chi è Liz? – domandò sottovoce Hermione alla sua amica – Lo conosci?
- È un esecutore testamentario. – rispose per lei Draco – Uno dei più famosi e rinomati del mondo magico, - spiegò – l’ho visto a casa Malfoy quando è morto mio nonno.Mentre Lily sparecchiava la tavola con un colpo di bacchetta pregando gli adulti di prendere posto a tavola, i ragazzi si diressero verso il divano curiosi di sentire cosa Rufus Scrimgeour avesse da dire di così importante. L’uomo presentò a Lily il testamento di James e, dopo essersi soffermato sulle parti più difficili da comprendere, annunciò che il signor Potter aveva lasciato qualcosa in eredità anche ai suoi amici. Chiamandoli uno alla volta, l’esecutore testamentario distribuì a Remus, Severus e Sirius delle lettere e alcuni oggetti che James aveva scelto di donargli, facendo commuovere Lily ed i gemelli. Rufus, abituato a gestire momenti di quel genere, finse di leggere con attenzione alcuni documenti e, dopo alcuni istanti di silenzio, si voltò verso i quattro ragazzi dicendo:
- Giovani Potter, signor Malfoy e signorina Granger adesso avrei bisogno di parlare con voi. Il signor Dumbledore mi ha lasciato un messaggio da consegnarvi.
Sgranando gli occhi increduli, i ragazzi raggiunsero il tavolo del soggiorno e restarono in attesa per sapere cosa aveva di tanto prezioso da far sapere loro Dumbledore da affidarlo ad un avvocato.
- ‘Ultime volontà e testamento di Albus Percival Wulfric Brian Silente': a Draco Lucius Malfoy lascio il mio Deluminatore, nella speranza che si ricordi di me quando lo usa e per ricordare a tutti che la felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce.L’uomo prese dalla borsa un oggetto che i gemelli avevano già visto: sembrava un accendino d'argento, ma aveva il potere di risucchiare tutta la luce da un luogo, e di riportarvela, con un semplice scatto.
Rufus lasciò cadere nella mano di Draco il prezioso oggetto che lo prese e se lo rigirò tra le dita, sbalordito.
- Grazie… - mormorò il Serpeverde emozionato da quel dono inaspettato.
- A Hermione Jean Granger lascio la mia copia delle Fiabe di Beda il Bardo, nella speranza che le trovi, come me, appassionanti e istruttive. - continuò Scrimgeour che estrasse dalla borsa un piccolo libro dall’aria antica.La rilegatura era macchiata e spellata in alcuni punti, come se fosse stato letto moltissime volte nel corso degli anni; Hermione lo prese senza una parola, se lo posò in grembo e lo fissò con gli occhi pieni di lacrime.
- Non trova che sia uno strano dono, signorina Granger? Ha delle teorie sul perché Dumbledore le abbia lasciato proprio questo libro? - chiese Scrimgeour curioso.La giovane strega sobbalzò e, dopo aver distolto lo sguardo dal libro che le aveva lasciato Albus, alzò gli occhi su Rufus replicando:
- Lui... lui sapeva che amo i libri e, forse, ha pensato che questo mi sarebbe piaciuto.L’uomo sbuffò davanti alla risposta della strega e, dopo aver bevuto un sorso di the freddo che era appena stato servito, tornò a leggere il testamento:
- A Harry James Potter, lascio il Boccino che catturò nella sua prima partita di Quidditch a Hogwarts, in memoria delle ricompense che perseveranza e abilità meritano. – l’uomo estrasse dalla borsa la pallina d'oro grande quanto una noce e la osservò in silenzio prima di decidersi di passarla ad Harry.
- Perché Albus ti ha lasciato questo Boccino? -  gli chiese Sirius.
- Non ne ho idea. – scosse la testa Harry.
- Magari è solo legato ad un bel ricordo. Un momento importante vissuto da Harry durante la Scuola. – si strinse nelle spalle Remus – Non dev’esserci per forza un significato recondito nascosto.
- Concordo con Remus. – annuì Elizabeth che, osservando gli adulti e i suoi amici, chiese - Che altro potrebbe essere altrimenti?
- I Boccini hanno una memoria tattile, - spiegò Rufus – forse Dumbledore ha incantato questo Boccino in modo che si apra solo al suo tocco. Forse ha pensato che fosse un modo sicuro per inviarle un messaggio, giovane Potter, che nessun altro potesse leggere.
- Non mi piace il suo tono, signore. – fece un passo avanti Severus, ma Rufus lo ignorò e, senza mai distogliere lo sguardo da quello del giovane mago, ordinò:
- Prendilo.
Harry, stringendo le dita di Elizabeth con le proprie, tese la mano pronto ad obbedire. Scrimgeour si sporse verso di lui e lasciò andare il Boccino, con deliberata lentezza, nel suo palmo.
Trascorsero alcuni istanti dove il tempo sembrò essersi fermato: Harry si sentiva a disagio perché tutti lo stavano fissando con curiosità ma il Boccino restava fermo e rilassato nella sua mano, senza accennare a fare nessun movimento.
- È tutto? – domandò con un ringhio basso Sirius, quell’uomo non gli piaceva e voleva che andasse via il prima possibile da casa Potter.
- Ho quasi finito. – sbuffò Rufus in risposta a Sirius – Ho qualcosa anche per l’altra Potter. – concluse voltandosi verso Elizabeth che sobbalzò non appena si sentì chiamata in causa.
- Il Preside Dumbledore ha lasciato qualcosa anche per me? – domandò Elizabeth felice di non essere stata dimenticata - Che cosa mi ha lasciato? Questa volta Scrimgeour non si prese nemmeno la briga di leggere il testamento, i suoi occhi gialli si incupirono: sembrava a metà tra il furente e il divertito.
- La spada di Godric Grifondoro. -  rispose a denti stretti e Draco quasi si soffocò per il troppo ridere.
Hermione ed Harry si irrigidirono leggermente; Elizabeth, aumentando la stretta sulla mano del gemello, fissò i suoi occhi in quelli dell’uomo ed allungò la mano verso di lui in attesa che le venisse consegnata la spada dall’elsa incrostata di rubini, ma Scrimgeour scosse la testa mostrando ai presenti l’interno vuoto della borsa che aveva usato per portare gli altri oggetti.
- Dove si trova la spada? – domandò Elizabeth alzando un sopracciglio, subito imitata dagli adulti che erano curiosi di sapere perché quell’oggetto non fosse stato consegnato.
- Purtroppo… - rispose Rufus muovendosi a disagio sulla sedia – Dumbledore non ha lasciato nessuna indicazione su dove si trovi in questo momento la spada. – fece una breve pausa distratto dallo sbuffo ironico uscito dalle labbra di Lily – Sapete anche voi che la spada può offrirsi a qualunque valoroso in difficoltà, privilegiando i Grifondoro; non riesco a capire perché Dumbledore abbia deciso di lasciarla in eredità ad una strega Serpeverde.
- Albus ha sempre avuto uno strano senso dell’umorismo. – sorrise con dolcezza la giovane donna.
- Chissà… - ridacchiò Elizabeth - Forse trovava che sarebbe stata bene sulla parete della mia futura casa.Harry scoppiò a ridere alla battuta della gemella coinvolgendo gli altri, tranne Scrimgouer che sembrava in procinto di esplodere dalla rabbia.
- Per voi è tutto uno scherzo Potter? Siete degli ingenui come il vostro caro padrino Black! – ringhiò alzandosi in piedi e rovesciando la sedia.
- Adesso basta signor Scrimgeour, - intervenne Lily mettendosi tra l’uomo ed i suoi figli – Sta oltrepassando il limite, signore, è ospite in casa mia. Una casa che sta affrontando un doloroso lutto e pretendo il giusto rispetto per il mio dolore e quello dei miei figli.
- Mi scusi signora Potter. – sobbalzò Rufus rendendosi conto solo in quel momento del suo comportamento completamente fuori luogo – Ho portato a termine i miei compiti. – continuò prendendo delle carte dal tavolo – Mi congedo da voi. Buona giornata.
- Arrivederci. – lo salutarono in coro, Severus lo accompagnò al camino ed aspettò con pazienza la sua partenza per sigillare il camino in modo tale che nessun altro potesse entrare.
Non appena furono sicuri di essere soli, iniziarono a fare ipotesi sul significato degli oggetti ricevuti da Albus e, mentre ridevano davanti alle idee più stravaganti di Sirius, alcuni gufi picchiettarono alla finestra del soggiorno facendoli sobbalzare; Lily andò ad aprire la finestra e i gufi, dopo aver consegnato la posta ai destinatari, volarono via bubbolando felici.
- Un matrimonio alla Tana? – parlò Draco rompendo il silenzio, e tutti si voltarono ridendo davanti alla sua faccia sgomenta.
- Fleur e Bill si sposeranno nel giorno del nostro compleanno. – sorrise Harry che aveva letto l’invito di Severus.
- 17 anni. – sorrise Sirius – Finalmente perderete la traccia magica e sarete liberi di usare i vostri poteri.Elizabeth annuì e, voltandosi verso Hermione, elencò con lei tutte le cose che avrebbero potuto fare lontano dalla Scuola perché diventati maggiorenni. Harry ascoltava annuendo le parole della gemella e, toccando il Boccino che si era infilato in tasca, bofonchiò qualcosa di indecifrabile che fece voltare Severus verso di lui.
- Cosa ti prende moccioso? – gli chiese il Pozionista.
- Ho appena ricordato come ho catturato il Boccino durante la nostra primissima partita a Quidditch.
- Non l’hai preso con la mano. – parlò Elizabeth sgranando gli occhi – E Serpeverde voleva far invalidare la gara perché…
- È quello che hai quasi mandato giù! – concluse Draco.
- Esatto! – annuì Harry che, col cuore a mille, avvicinò le labbra al Boccino curioso di scoprire che tipo di messaggio avesse lasciato per lui e gli altri Albus; ma il Boccino non si aprì e lo sguardo di Harry si caricò di amarezza e delusione.
- Guarda Harry! – parlò Hermione – Dove hai appoggiato le labbra è apparsa una scritta! Presto leggila!Harry girò la sfera dorata fino a vedere la scritta che era stata incisa con la grafia di Dumbledore: “Mi apro alla chiusura.” I gemelli si guardarono negli occhi per alcuni istanti, quella frase non aveva per loro alcun senso.
- Fino all’ultimo istante deve lasciarci le sue enigmatiche frasi! – sbuffò Remus stanco.
- Fa parte del fascino del nostro caro Albus. – lo baciò sulla guancia Lily che, dopo aver lanciato un tempus con la propria bacchetta, invitò tutti a fermarsi per il pranzo.Quando tutti accettarono l’invito della strega, si separarono per dare una mano nella preparazione del pasto e del giardino dove avrebbero mangiato godendosi un po’ di aria pulita.
Mentre Harry e gli altri sistemavano il giardino, Draco prese Elizabeth per il braccio e la trattenne.
- Drake. – gli sorrise lei – Va tutto bene?
- Sono felice di essere qui e di seguirti in qualunque posto ci porterà questa avventura, - iniziò lui fissando gli occhi azzurri della strega con i suoi color acciaio – ma…
- Odio i “ma” nelle frasi. – sbuffò lei – Cosa succede?
- Mia madre ha organizzato una festa per il mio compleanno. Non posso non partecipare.
- Certo che devi farlo. – lo baciò a lungo e dolcemente sulle labbra – È tua madre ed è da tantissimo tempo che non state insieme. Va da lei e passa più tempo che puoi in sua compagnia.Draco avvolse le sue braccia attorno al corpo formoso della giovane strega e, dopo averla baciata fino a farla restare senza fiato, si allontanò da lei di alcuni passi sorridendo.
- Tu non smetterai mai di sorprendermi, meravigliarmi e farmi sentire il principe delle serpi più fortunato della terra!
Elizabeth sentì le guance diventare rosse come due fragole mature e, mentre cercava una battuta sarcastica ma dolce con cui ribattere, non si accorse che il suo fidanzato si era appena inginocchiato davanti a lei con una scatola di velluto color smeraldo tra le mani.
- Elizabeth Willow Potter, mi vuoi sposare?
Le gambe della giovane strega diventarono di gelatina: tutto si sarebbe aspettata ma mai una proposta ufficiale a pochi giorni dall’inizio della ricerca e della distruzione degli Horcrux.
Accasciandosi di fronte al giovane Malfoy, Elizabeth guardò gli occhi pieni di speranze del mago ed infine la scatola dove faceva bella mostra di sé un anello di fidanzamento dall’aria antica e preziosa.
- Lizzy… - la chiamò preoccupato da quel lungo silenzio – Ti prego, di’ qualcosa.
- Sì Drake! Sì che voglio sposarti! Subito… domani… alla fine dell’estate… - parlò gettandogli le braccia al collo lei, facendolo ridere per il sollievo.
I ragazzi si scambiarono un bacio, poi Draco estrasse dalla scatola l’anello dicendo:
- Questo era di nonna Malfoy, me lo ha lasciato pregandomi di donarlo solo alla ragazza che avrei sposato. È molto antico ed appartiene alla mia famiglia da generazioni. – concluse mentre lasciava scivolare l’anello sul suo anulare sinistro.
- È… splendido… - mormorò emozionata Elizabeth alzando la mano per osservarlo meglio: l’anello era in platino, la montatura era finemente lavorata con disegni floreali e culminava in un supporto dov’era incastonato uno splendido zaffiro verde sorretto da piccoli diamanti. Draco la baciò dolcemente ed a lungo sulle labbra, fino a quando furono interrotti dall’ingresso di Severus nel salotto che li avvisava che il pranzo era pronto. La notizia del fidanzamento tra Draco ed Elizabeth portò una ventata di allegria sulla tavola, Harry era felice per la gemella e sperava che, alla fine della Scuola, anche per lui e Severus le cose iniziassero a stabilizzarsi un po’.

Le giornate ripresero a serene e, mentre Draco e Severus si allontanarono per sbrigare alcune commissioni, i gemelli, Hermione e Lily furono raggiunti in giardino da Sirius e Remus che stavano discutendo animatamente tra loro.
- Black, Lupin! – sbuffò Lily infastidita dal tono di voce dei suoi amici – Cosa succede?
- Divergenze di opinioni! – si strinse nelle spalle Remus depositando un bacio sulle guance dei gemelli
- Rem è sempre il solito esagerato, ragazzi! - parlò Sirius – ci sono delle cose che dobbiamo raccontarvi.
- Sì, ma non sono argomenti da “giardino”. Non ne possiamo parlare qua. – lo zittì Remus facendo un passo avanti.
- Torniamo dentro. – annuì Hermione – Così potremmo bere qualcosa di fresco.Annuendo, il gruppo di maghi e streghe rientrò in casa e, mentre stavano per prendere posto al tavolo del soggiorno, furono raggiunti da Severus e Draco.
- Adesso siamo veramente tutti. – sorrise Hermione felice di rivedere il compagno di Scuola e l’insegnante.
- C’è una festa? – ridacchiò Draco lasciandosi cadere sul divano vicino ad Elizabeth.
- Lo lascio decidere a te, biondino. – gli strizzò l’occhio Sirius che, dopo aver lanciato degli incantesimi silenzianti, aspettò che Remus iniziasse a parlare delle cose che avevano scoperto e, quando il suo compagno terminò di parlare, lanciò sul tavolo il ciondolo recuperato dai gemelli e da Albus.
Harry, serrando gli occhi arrabbiato, allungò la mano verso il ciondolo e lo sollevò dicendo:
- Tutta questa fatica per niente! Abbiamo avvelenato Albus per cosa… - lo strinse con rabbia – Per niente!
Dall’oggetto cadde un biglietto ingiallito dal tempo, Hermione lo afferrò e, dopo averlo aperto, lo lesse:
- All'Oscuro Signore: So già che sarò morto da tempo quando leggerai questo biglietto, ma volevo che tu sapessi che ho scoperto il tuo segreto. Ho il vero Horcrux e ho intenzione di distruggerlo il più presto possibile. Affronto la morte con la speranza che, quando incontrerai il tuo Rivale, sarai di nuovo mortale. R.A.B.
- R. A. B.? – ripeté Elizabeth sporgendosi oltre la spalla di Harry per leggere da sola il testo del messaggio.
- Conoscete qualcuno con le iniziali R.A.B.? – chiese pratica Hermione prendendo un grosso libro dalla pila accanto al divano dov’erano riportate le famiglie magiche più antiche della storia.
- Io conosco R.A.B. – ripeté Sirius che, guardando il suo compagno e gli altri, spiegò – Sono le iniziali di mio fratello: Regulus Arcturus Black.
- Regulus? – sobbalzò Lilian – Come fai ad esserne così sicuro?
- Non lo sono. – rispose il mago mettendosi seduto – Ma dobbiamo prendere in considerazione tutte le possibilità, e non dobbiamo escludere nessuno. Anche i membri della nostra famiglia.
- Abbiamo la possibilità di verificare se è veramente tuo fratello? – gli chiese Remus poggiandogli una mano sulla spalla.
- Sì, ma dobbiamo andare a casa Black.Parlando tra loro, iniziarono a preparare un bagaglio leggero e, mentre Sirius informò tramite Patronus i membri dell’Ordine, lasciarono casa Potter per raggiungere via camino casa Black.
Il terzo giorno di permanenza in casa Black, i ragazzi scovarono nella soffitta impolverata un vecchio baule con incise le iniziali RAB. Draco, che era diventato maggiorenne, fece levitare il baule e lo condusse fino al salone dove trovarono gli adulti intenti a chiacchierare animatamente tra loro.
- Ragazzi! – li accolse Lily con un caldo sorriso – Trovato qualcosa?
- Sì, così potremmo andare via da questa casa! – si strinse addosso le braccia Hermione a disagio in quella casa intrisa d’odio.
- Abbiamo trovato questo vecchio baule. - prese la parola Draco.
- Baule? – alzò un sopracciglio Severus – Avete, finalmente, trovato un indizio concreto?
- A giudicare dalle loro facce soddisfatte, sì. – ridacchiò Sirius che, guardando oltre le spalle di Draco, notò il baule prezioso che era stato donato al fratello per il suo primo anno di Scuola ad Hogwarts.
- Ehi Sir. – gli passò una mano sul viso Remus – Sicuro di voler essere presente?
- Sì, - annuì l’uomo – siamo arrivati fin qui insieme. La mia famiglia ha compiuto gesti empi in passato e voglio fare di tutto per spazzare via tutta la malvagità che mi perseguita.
Remus lo baciò dolcemente sulle labbra e, mentre gli altri raggiungevano il baule, il Licantropo prese per mano il suo compagno e lo guidò fino ad esso. A turno provarono ad aprirlo ma sembrava che niente e nessuno potesse scalfire la sua serratura, fino a quando Severus propose di provare “la magia del sangue”: di usare una goccia di sangue di Sirius come “chiave” per sbloccare il lucchetto incantato.
Annuendo Sirius aspettò che i suoi amici puntassero le bacchette contro il baule e, dopo essersi procurato una piccola ferita sul palmo della mano, fece cadere alcune gocce di sangue sulla serratura che, dopo alcuni istanti, si aprì. Il fratello di Sirius aveva conservato molte cose all’interno del proprio baule e, tra i libri e i quaderni di appunti che aveva sistemato in modo ordinato, c’erano anche oggetti personali ed un sacchetto di velluto nero che Sirius prese con mano tremante.
- Lo abbiamo trovato! – esclamò Sirius che, aprendo i lacci, svuotò il sacchetto sul tavolo.Lo osservarono in silenzio per alcuni minuti e Severus, dopo averlo studiato più da vicino, disse:
- Non ci sono dubbi: è ciò che stavamo cercando.
- Mettiamolo via, la nostra missione è conclusa. – parlò Lily e annuendo Harry ed Elizabeth si affrettarono a rimettere il ciondolo nel sacchetto.
- E adesso…? – domandò Hermione.
Sirius fece accomodare tutti attorno al tavolo per mettere a punto un piano di fuga sicuro e, dopo essere rimasti svegli a parlare fino a notte inoltrata, decisero di lasciare immediatamente casa Black per fare ritorno a casa Potter: dove i gemelli corsero nelle rispettive camere per preparare i loro zaini in caso di un’improvvisa partenza.
- Con Hermione abbiamo imparato un incantesimo di estensione irriconoscibile. – spiegò Elizabeth al gemello – Questo ci consente di portare molte più cose usando solo uno zaino.
- Ottimo. – annuì lui – Dobbiamo chiedere a Sev una scorta di pozioni per il viaggio.
- Sì, hai ragione. – gli sorrise lei – Dobbiamo essere pronti per ogni evenienza.
- Vado a prendere le tende da campeggio. – le scoccò un bacio sulla guancia – Non potremmo dormire in alberghi o ostelli.
- I fuggiaschi devono nascondersi sempre. – parlò Severus facendoli sobbalzare – E dovrete imparare tutta una serie di incantesimi di protezione.
- Non sarà facile. – storse la bocca Harry.
- Nessuno ha mai detto che è facile! – lo avvolse tra le sue braccia il Pozionista – Ma non dovete gettare la spugna proprio adesso.
- Siamo vicini alla soluzione di tutto. – annuì Elizabeth – E non permetterò a mio fratello di arrendersi. – concluse lei, poi salutò entrambi con un bacio sulla guancia ed uscì dalla stanza con la scusa di andare a prendere dei libri in soggiorno.
- Harry, - lo chiamò il Pozionista dopo che la sua figlioccia ebbe lasciato la stanza – non potrò accompagnarti in questo viaggio.
- Lo so. – annuì lui – Non posso pretenderlo, anche se vorrei averti al mio fianco.
- Dovete andare tu e Lizzy. Anche Draco non potrà seguirvi, almeno non subito.
- Entrambi dovete mantenere la vostra maschera. – mormorò il giovane Grifondoro e Severus gli fece alzare il viso in modo da poter incollare le proprie labbra a quelle del suo compagno.
Severus ed Harry continuarono a baciarsi e scambiarsi tenere effusioni fino a quando furono interrotti dall’arrivo di Remus, che tossì per avvisarli che non erano più soli.
- Lupin. – lo accolse serrando le labbra il Pozionista – Cosa vuoi?
- È arrivato un messaggio da Minerva, ci stanno aspettando a Scuola.
Severus alzò gli occhi al cielo e, dopo aver dato un ultimo bacio profondo ad Harry, lo salutò con la promessa che l’avrebbe raggiunto il prima possibile.

30/31 luglio – La Tana

Il diciassettesimo compleanno dei gemelli si avvicinava sempre di più ed i ragazzi, visto che Lily era dovuta rientrare per un’emergenza lavorativa, erano stati spediti alla Tana dai Weasley, che stavano vivendo nel delirio da preparativi del matrimonio.
Seguendo le indicazioni urlate a mo’ di generale da Molly, presto finirono di sistemare il giardino per la festa del giorno successivo e, mentre gli Elfi Domestici di casa Potter pensavano a preparare qualcosa di speciale per cena, i ragazzi furono liberi di andare a giocare e rilassarsi un po’ lontano dagli adulti.
Dopo cena, tutti approfittarono della piacevole brezza che soffiava sul giardino della Tana e, mentre gli adulti chiacchieravano bevendo del vino francese ed i ragazzi giocavano a Quidditch lontano dai gazebi, Senara e Charlie si congedarono da tutti e raggiunsero la loro tenda desiderosi di stare un po’ da soli.
- Stanca? – domandò lui sigillando l’ingresso per non far entrare nessuno.
- Un po’. – sorrise lei che, dopo aver lanciato un Muffiato, si tolse la casacca che aveva indossato.
Charlie sorrise ed osservò il ventre arrotondando della sua compagna, quella gravidanza era stata del tutto inaspettata ma aveva reso entrambi molto felici.
Senara adorava vezzeggiare il suo ventre che si ingrossava giorno dopo giorno e Charlie era un compagno fantastico, attento e passionale che la viziava al meglio delle sue possibilità.
- Quando diremo del nostro cucciolo? – domandò il mago dopo essersi inginocchiato a baciare la pelle del ventre di Senara.
- Dopo… - miagolò la giovane strega – Adesso ho altro in mente e non credo che nessuno degli ospiti del matrimonio voglia saperlo!
- Piccola ingorda! – ridacchiò mordicchiandole la pelle del fianco.
- Colpa tua! – ansimò mentre le labbra e la lingua di Charlie avevano preso il posto dei denti, lasciandole un nuovo succhiotto sulla pelle – Mi ecciti fino farmi perdere la ragione.
- Ne sono felice! – ridacchiò il domatore spostandosi di un passo per aiutare la compagna a togliere la parte inferiore degli abiti – Spero di farlo anche quando sarò un vecchio sdentato.
- Mmmhhh… se continuerai a soddisfare tutti i miei capricci non sarà difficile che accada… - ammise lei accarezzando le spalle nude del suo compagno.
- Mi sposerai Simax? – le domandò a bruciapelo alzandosi.
- Quando la guerra sarà finita, domandamelo nuovamente. – gli sorrise lei e Charlie annuì, soddisfatto di aver ottenuto una risposta diversa dai secchi “no” con i quali lo aveva liquidato le volte precedenti.
- Adesso pensiamo a rendere docile la mia femmina di drago. – parlò lui denudandosi – Che ha bisogno di essere soddisfatta.
Il cielo si stava abbellendo con i colori dell’aurora quando Severus Snape riuscì a raggiungere la Tana, era stata una lunga giornata che l’aveva impegnato tra i suoi compiti di docente e quelli di spia di Voldemort ed era così stanco che faticava a reggersi in piedi. Per fortuna Arthur aveva lasciato un camino aperto per lui e Molly lo trovò che sonnecchiava nella poltrona del capo famiglia con indosso ancora il soprabito.
La strega raggiunse la cucina cercando di fare meno rumore possibile e, con l’aiuto di Dobby e Winky, finì di preparare la colazione e il pranzo per tutti gli invitati che avrebbero raggiunto la Tana nel giro di poche ore.
La casa fu svegliata dal Patronus di Arthur che invitava tutti a scendere per la colazione: mancavano poche ore al matrimonio e dovevano essere tutti pronti prima dell’arrivo degli altri invitati.
Il clan Weasley, quello dei Potter e di tutti gli altri già presenti alla Tana, prese posto a tavola tra risa e schiamazzi disturbando il risposo di Severus, che aveva continuato a dormire nella comoda poltrona di Arthur.
- Sev! – lo chiamò Lily strappandolo definitivamente dal suo riposo – Quando sei arrivato?
- Circa un paio d’ore fa. – rispose per lui Molly portando del caffè appena fatto – Ci siamo incontrati mentre scendevo in cucina.
- Oooh Molly! – la sgridò bonariamente l’Auror – Perché non sei passata a chiamarmi? Sai che mi piace aiutarti in cucina.
- Lo so. – le sorrise – Volevo lasciarti più tempo possibile in compagnia dei ragazzi. E poi… - le batté sulla mano con affetto – La nostra celebrante dev’essere bella e riposata.

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