Olimpiadi Scolastiche

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Il mese di giugno trascorse sereno per i Potter che, felici di essere stati scelti per le Olimpiadi Scolastiche, si stavano preparando per tornare a Scuola.
- Mamma! – parlò Harry intento a preparare il suo baule.
- Dovremo portare le uniformi a scuola? – si unì Elizabeth.
- Ragazzi. – sospirò Lilian, la sua ripresa era stata lenta e dolorosa ma iniziava a stare meglio – Cosa vi ho sempre detto sull’urlare come Veela? – li sgridò mettendo le mani sui fianchi.
- Cosa succede? – domandò James salendo rapidamente le scale.
- Stavamo ultimando i nostri bagagli papà, e ci stavamo chiedendo se portare o meno le nostre uniformi scolastiche. - ridacchiò il maghetto.
- Sì, dobbiamo essere a Scuola il primo di luglio. – si strinse nelle spalle Elizabeth che, mostrando loro il calendario, continuò – Mancano pochi giorni e stavamo cercando di sistemare le nostre cose.
- Ooh. – la signora Potter sorrise con amore e, sospirando, domandò – Nelle lettere d’invito non è specificato niente?
- Non lo ricordo. – scosse la testa Harry.
- Usando la logica, - parlò James appoggiandosi allo stipite della porta – le uniformi potrebbero servirvi durante i laboratori. Specialmente per te, Lizzy, che hai scelto Pozioni. – concluse a denti stretti l’uomo.
- Concordo con papà. – annuì la donna – Mettetele nel baule, meglio essere preparati.
- Alla fine delle lezioni e dei normali laboratori, ci alleneremo con voi? – chiese curioso Harry, lui e la gemella sapevano che quella delle “olimpiadi” era una farsa per farli essere a Scuola, unico luogo dove potevano usare la magia senza che il Ministero li punisse.
- Sì tesoro. – annuì la donna – A turno, vi insegneremo degli incantesimi. Sia di attacco sia di difesa.
- Sarà magnifico! – mormorò sognante il maghetto.
- Faremo del nostro meglio! – annuì la gemella che, voltandosi verso il padre, continuò - Papà, la smetterai di tenermi il broncio? Ho scelto Pozioni perché non voglio fare con te Difesa. – incrociò le braccia sul seno – Già ti vedo mettermi in imbarazzo davanti agli studenti stranieri chiamandomi con uno dei tuoi nomignoli strani. – le guance della ragazzina si tinsero di rosa acceso, e James scoppiò a ridere dandole così ragione.
- Aiuto. – borbottò il mago Grifondoro - A questo non avevo pensato! Con me non lo farai, vero papà? – lo guardò implorante Harry.
- Lizzy, amore, hai ragione. Senz’altro ti avrei messo in imbarazzo, hai fatto bene a scegliere Pozioni. So dallo zio che sei addirittura più brava della mamma, impegnati. – le strizzò l’occhio e lei sorrise, felice – Tranquillo, figliolo, cercherò di essere il più professionale possibile. – annuì il professore.
- Voi già sapete chi ha accettato di tornare a Scuola per il mese di luglio? - domandò Elizabeth continuando a mettere libri nel baule.
- Il Preside Dumbledore non ci ha ancora fatto sapere niente. – scosse la testa l’uomo.
- Anche Minerva non mi ha aggiornato. – annuì Lily – Dai vostri amici avete saputo qualcosa?
- Nell’ultima lettera che ci siamo scambiati, so che Ron non ci sarà.
- Nemmeno i suoi fratelli. – mandò la testa di lato Elizabeth - Di Hermione sai niente?
Harry rilasciò uno sbuffo annoiato ma, prima di riuscire a rispondere, comparve alla loro finestra un elegante gufo reale con alcune lettere nel becco.
- Credo che tra poco avremmo tutte le nostre risposte. – ridacchiò Lily che, alzandosi dal letto dove si era seduta, raggiunse la finestra permettendo al rapace notturno di entrare – Ciao gufetto. Ragazzi, avete qualcosa per il nostro postino volante?
- Sì, - sorrise Elizabeth – papà sulla mensola dietro di te ci sono dei biscotti di Ruby ed Edvige.
- Grazie amore. – James sorrise alla figlia e, dopo aver preso una manciata di biscotti, raggiunse il gufo sulla finestra.
Lily prese con dolcezza le lettere dal becco del rapace e, dopo averle distribuite ai presenti, dette i biscotti al gufo che emise il suo verso con fare riconoscente.
- Che bello!!! – cinguettò Elizabeth
- Buone notizie, tesoro? – domandò con un sorriso Lily.
- Abbiamo avuto la conferma che nessuno della famiglia Weasley sarà presente. – rispose per primo Harry.
- Un po’ mi dispiace. Soprattutto perché Draco è stato selezionato per tutte le materie, esattamente come me. - sbuffò la Serpeverde – Però voglio impegnarmi a trovare il lato bello delle cose: ‘Mione ci sarà, questo mi rende felice perché potremmo trascorrere del tempo insieme.
- Bene. - annuì Lily – Quella ragazzina mi piace. Mi ricorda me alla sua età.
- E riesce a far studiare tuo figlio e Ron. – ridacchiò James.
- Papà! – gemette Harry guardandolo torvo.
- Anche a noi fa lo stesso effetto, sai mamma… – sorrise Elizabeth che, mandando la testa di lato, osservò con amore ed attenzione la madre.
- Come ti senti, mamma? Te la senti di fare questo lungo viaggio? – parlò Harry, anche lui con gli stessi dubbi della sorella a incupirgli il cuore.
- Sto bene ragazzi. – annuì la donna – Il medimago ha detto che la terapia sta facendo il suo effetto. Mi sento più forte, ho ancora un po’ di male qui… - si portò una mano sul cuore ed i figli corsero ad abbracciarla – Ma ho voi. E vi amo più della mia stessa vita.
- Sai che con noi puoi parlare sempre vero mammina? – mormorò Elizabeth insinuando il naso nel collo della madre.
- Lo so, amore. – sospirò serena la donna, poi li baciò entrambi sulla nuca aspirando il loro odore.
James si unì a loro e, dopo aver abbracciato la moglie, chiese:
- Allora, pronti ad affrontare queste olimpiadi?
- Prontissimi papà! – risposero in coro i gemelli.
- L’unica cosa che non mi piace di queste Olimpiadi è il fatto che si svolgeranno nel mese di luglio. – sbuffò Lily.
- Perché amore? – domandò il mago.
- Non potremmo festeggiare a casa il vostro compleanno. – sospirò la madre.
- Potremmo festeggiarlo a Scuola mamma. – propose Elizabeth guardandola con occhi imploranti.
- Mmmh. – mugugnò la donna – Credo che si possa fare, spero solo che Albus mi permetta di fare qualcosa di speciale per voi. – li baciò sulle guance, poi si alzò raccomandando loro di rispondere agli amici per non farli stare in pensiero. I gemelli annuirono felici e, ognuno alla propria scrivania, scrissero una lunga lettera di risposta.
James e Lily scesero al piano di sotto e, dopo essersi sistemati nel comodo divano, il mago mugolò felice:
- Adoro il profumo di mughetto dei tuoi capelli, mia sposa.
- Mmmh…  – mormorò chiudendo gli occhi mentre un lungo brivido le percorse la schiena.
- Sicura di voler partecipare a queste Olimpiadi? – le chiese il marito un attimo prima di baciarla.
- Sì Jamie. – annuì sistemandosi nel suo abbraccio – Mi farà bene stare lontano da casa. Essere impegnata in qualcosa che amo, nel posto che amo. I ragazzi se lo meritano, non solo perché sono stati promossi con voti molto alti ma perché hanno bisogno di fare questa esperienza, devono allenarsi e fuori dalla Scuola non possono farlo.
- Ti amo Lily.
- Anch’io James.
Restarono abbracciati sul divano per diversi minuti, in silenzio, godendosi il calore e l’amore che li univa fino a quando il loro abbraccio fu interrotto dall’arrivo di un elegante gufo che, a giudicare dal colore, sembrava appartenere alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Dopo che Lilian si alzò per aprire al rapace la finestra, James evocò il proprio Patronus chiedendogli di andare a chiamare Harry ed Elizabeth al piano di sopra. Il rapace entrò con un frullio d’ali, raggiunse il tavolo dove depositò la missiva che teneva con il becco.
- Grazie. – mormorò James colpito dal comportamento dell’animale che, dopo aver consegnato la lettera, riconquistò la finestra per tornare rapidamente a Scuola.
- Papà, ci hai chiamato? – domandò Elizabeth fermandosi sull’ultimo scalino.
- Sì, sono arrivate delle comunicazioni. – sorrise – Credo riguardino le Olimpiadi.
- Arriviamo! – le fece eco Harry che, scivolando lungo il corrimano sorpassò la gemella per arrivare il più rapidamente possibile in salotto.
Non appena furono tutti insieme, il mago strinse con entrambe le mani la lettera e questa si animò ed iniziò a parlare:
- Avviso per gli studenti e per i loro accompagnatori.
La lettera animata parlò con la voce pacata e calda di Severus Snape, raccomandando a tutti loro di preparare con attenzione il proprio baule, di non dimenticare niente e di farsi lanciare dai propri genitori/accompagnatori l’incantesimo di comprensione linguistica che avrebbe permesso loro di parlare e capire le diverse lingue parlate dagli altri maghi e streghe che avevano aderito alla manifestazione.
Harry ed Elizabeth batterono tra loro il “cinque”, felici di potersi confrontare con ragazzi provenienti dalle altre migliori Scuole di Magia presenti sull’intero Globo. La lettera, prima di porgere i saluti, disse loro che il sigillo di ceralacca era in realtà una passaporta che li avrebbe condotti al Castello il 30 giugno, per essere già operativi il giorno successivo. Poi l’incantesimo indusse la lettera a distruggersi e i Potter si alzarono dal divano, parlando tra loro.
- Mi piace la voce dello zio Sev. – disse Harry salendo le scale.
- Anche a me! – annuì Elizabeth – Su di me, ha avuto sempre un effetto positivo.
- Lui ti adora! – alzò gli occhi al cielo con fare teatrale il mago Grifondoro.
- Impegnati a Pozioni. Adorerà anche te! – gli fece la linguaccia lei che, senza aspettare la risposta del gemello, si chiuse in camera sua ridendo felice.

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