Resilienza

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                                                                             Capitolo Ventesimo:

Il Castello di Hogwarts si svuotò con esasperante lentezza e, mentre le persone che avevano partecipato allo scontro finale tornavano alle loro case, i gemelli, Draco e gli adulti che erano con loro si spostarono al numero 12 di Grimmauld Place per permettere agli operai di iniziare i lavori di ripristino della Scuola. 
- Cosa succederà adesso? – domandò il mattino successivo Harry stretto tra le braccia di Severus.
- Non lo so. – sospirò il Pozionista accarezzandogli dolcemente i capelli – La notizia della morte di Lily è stata comunicata alla sede operativa degli Auror, so che dovrebbero aprire le sue volontà tra qualche giorno.
- Non voglio stare qui, ma nemmeno andare a vivere in quella casa. – ingollò a vuoto il ragazzo, gli occhi verdi stanchi e cerchiati di rosso cercarono quelli neri e tristi del compagno.
- Non ho una casa mia dove portarti, Harry. – rispose sincero l'uomo – Tra la guerra e il lavoro, non ho mai pensato a cercarne una.
Bussarono alla porta, interrompendo i loro discorsi e, dopo che Severus mormorò "avanti", Elizabeth entrò raggiungendoli nel letto matrimoniale.
- Lizzy! – la abbracciò Severus – Sei riuscita a riposare un po'?
- Grazie alla tua pozione. – annuì lei, aveva l'aria stanca e sciupata: dalla morte della madre i gemelli si erano come spenti, chiudendosi in loro stessi – Vi ho interrotti? – domandò rendendosi conto di essersi infilata nel lettone insieme a loro.
- Stavamo parlando. – le prese la mano Harry che, con un sorriso triste, la aggiornò sulle cose che si stavano dicendo.
- La penso come Harry, - mormorò alla fine del racconto con gli occhi pieni di lacrime – Non voglio andare a vivere a Godric's Hollow, troppi ricordi e troppo dolore.
- Cercheremo insieme una soluzione che sia congeniale a tutti. – li abbracciò Severus che comprendeva il dolore dei ragazzi, anche lui non era più tornato nella casa dov'era cresciuto dopo la morte dei suoi genitori, non aveva nessun ricordo felice lì e quella non l'aveva mai sentita veramente casa sua.
Restarono abbracciati in silenzio per un po', i gemelli a godersi il battito cardiaco regolare dell'uomo e Severus cercando di rasserenarli con la sua presenza e il suo affetto.
- La colazione è pronta! – li chiamò Sirius dalle scale del piano terra – Venite prima che si freddi tutto.
- Arriviamo! – rispose la strega che, sbuffando, sgusciò via dalle braccia del padrino e del fratello, ringraziandoli per averla accolta e coccolata.
Dopo che la ragazza uscì dalla stanza, i due si alzarono dal letto e si prepararono per affrontare quella lunga giornata: ci sarebbe stato il funerale di Lily e non sarebbe stato facile gestire tutto.
- Ti amo moccioso insolente! – lo abbracciò Severus chinandosi a baciarlo – Farò tutto ciò che è in mio potere per renderti felice.
- Ti amo anch'io Sev. – ricambiò l'abbraccio il Grifondoro – Averti nella mia vita, poter stare con te, mi rende già estremamente felice. – si scambiarono un bacio e, tenendosi per mano, scesero al piano di sotto dove trovarono gli altri che li aspettavano per fare colazione insieme.
- Buongiorno. – salutò Severus servendosi una tazza di caffè nero.
- Buongiorno, - rispose con un sorriso Remus – gli Elfi di Hogwarts si sono offerti di aiutarci per il rinfresco di oggi, ragazzi.
- Che gesto gentile. – annuì Elizabeth – Ricordiamoci di fare loro un bel regalo per Natale. – concluse intrecciando le dita della mano a quelle di Draco che le sedeva accanto.
- Trovo che sia un'ottima idea, principessa. – le baciò la tempia e la madre, che stava bevendo una tazza di the verde, sorrise guardandoli interagire: erano così belli insieme che sarebbe stato un peccato dividerli.
- So che è un argomento delicato e che, magari, la mia domanda è fuori luogo... - iniziò posando con grazia la tazza sul piattino di porcellana – Ma vorrei sapere come pensavate di organizzarvi fino al compimento della maggiore età dei gemelli. – concluse guardando i tre adulti che sedevano a tavola.
- Stiamo aspettando che il testamento di Lily venga aperto. – rispose appoggiandosi con la schiena alla sedia Sirius – Non crediamo che avesse pensato di separare i gemelli, ma...
Alla frase del cercatore di tesori, i gemelli parlarono all'unisono asserendo che l'uno non aveva la minima intenzione di lasciare l'altro.
- Appunto... - ridacchiò Remus – Credo che i ragazzi abbiamo risposto da soli.
- Perché questa domanda, Cissa? – chiese Severus, curioso dell'interesse della donna nei confronti dei Potter che, nonostante tutto, avevano rovinato la sua vita agiata e causato la morte del marito.
- Perché sono in debito con loro. – rispose semplice e diretta, spiegando a tutti che grazie all'intervento dei gemelli e dei loro genitori, lei era riuscita a proteggere e salvare Draco dalla follia del marito che si era lasciato ingannare dalle sue brame di grandezza e condizionare dalla follia di Voldemort.
- Non abbiamo fatto niente. – si strinse nelle spalle Harry, a disagio.
- Avete fatto molto. – scosse la testa Draco – Se non fosse stato per il vostro coraggio e la vostra determinazione io non sarei qui. – rabbrividì – Avrei un bel marchio nero sul braccio e, magari, sarei rinchiuso ad Azkaban insieme agli altri Mangiamorte.
- Non l'avrei mai permesso! – gli prese il viso tra le mani Elizabeth – Ho sentito qualcosa di importante per te nel primo momento che ti ho incontrato alla stazione. Magari per te ero solo una piccola mezzosangue insignificante ma... ho chiesto al Cappello Parlante di finire in Serpeverde per poterti stare vicina...
Draco poggiò le proprie mani su quelle della fidanzata e, sorridendo felice, le dette un tenero bacio sulle labbra, facendo sorridere gli altri che stavano seduti attorno al tavolo.
Finirono di fare colazione organizzando al meglio la giornata e, mentre Remus faceva levitare i piatti verso la cucina, un ticchettio insistente sulla finestra del salotto interruppe le loro chiacchiere.
- È un gufo del Ministero. – parlò Harry andando ad aprire all'animale che volò via non appena consegnò la spessa missiva che gli era stata affidata.
- Che strano, - parlò Elizabeth osservando il comportamento dell'animale – perché non entra? Avevo alcuni bocconi per ringraziarlo.
- Sono rapaci strani quelli del Ministero. - si strinse nelle spalle Draco – Forse gli è stato ordinato di tornare subito indietro. – spiegò mettendosi seduto sul divano vicino a Sirius.
I gemelli annuirono meditabondi ma, quando Harry provò ad aprire la lettera, un sibilo doloroso gli sfuggì dalle labbra.
- Che succede? – domandò Narcissa, spaventata dal sobbalzo del giovane mago.
- Qualcosa mi ha tagliato il dito. – spiegò mostrando a tutti il suo pollice ferito.
- Getta via quella lettera! – gridò Sirius alzandosi in piedi.
- Calmo zio Sir. – sorrise Elizabeth prendendo la busta dalle mani del gemello per farla vedere agli altri – È uno stratagemma orchestrato dalla mamma. – una lacrima le scivolò sulla guancia – Questa busta la può aprire solo chi è riconosciuto...
- Una magia del sangue. – annuì Severus, non amava quel genere di incantesimi ma capiva il perché la sua migliore amica aveva scelto di usarlo: doveva proteggere ad ogni costo il futuro dei suoi figli.
- Esatto. – annuì Harry – Adesso devi lasciarti pungere tu, sorellina. Altrimenti la busta non si aprirà.
La strega annuì e, toccando la busta come aveva fatto il gemello, si ferì il pollice lasciando che alcune gocce di sangue impregnassero la carta incantata. Non appena il sangue dei giovani Potter penetrò nella carta la busta si aprì, lasciando cadere a terra dei fogli: il testamento di Lilian e delle lettere indirizzate ad ognuno di loro. Senza cercare di nascondere le diverse emozioni provate, i gemelli passarono ad ognuno di loro il foglio scritto dalla madre e, quando tutti si furono accomodati, li aprirono per leggerli.
Nelle lettere lasciate dalla potente strega c'erano parole di scusa per non essere riuscita a restare al loro fianco, qualche ricordo del passato per farli sorridere e la richiesta di prendersi cura l'un l'altro e dei suoi ragazzi, senza mai lasciarli soli. A Narcissa chiese di cercare di stare vicino ad entrambi i suoi ragazzi, non solo come suocera ma anche come madre e confidente. La strega si asciugò alcune lacrime e, dopo aver posato gli occhi su Elizabeth ed Harry, annuì mormorando un "lo prometto" che fece scoppiare in un pianto a dirotto la strega più giovane, grata di non essere sola in un momento come quello.
A Remus e Sirius chiese di stare vicino ai ragazzi fino al compimento dei loro 17 anni, di amarli come avevano fatto fino a quel momento e di non chiudere fuori né Severus né Draco dalle loro vite. I due si guardarono annuendo e, dopo essersi scambiati un bacio a fior di labbra, mormorarono un "lo prometto" che fece sorridere tristemente Harry.
A Severus aveva lasciato la lettera più spessa, dove gli chiedeva di non smettere mai di amare Harry, di spronarlo a dare il meglio di sé, di non gettare la spugna davanti alle difficoltà e di aiutarlo a diventare un adulto migliore, qualcuno che potesse fare la differenza. Gli chiese una cosa simile anche per Elizabeth, pregandolo di non lasciarla sbandare durante il cammino della vita, di aiutarla a scegliere la sua strada e di esserci sempre per lei, di diventare una "figura mitologica" un mix tra un padre, un cognato e un padrino. Sorridendo, l'uomo continuò a leggere il plico di fogli con gli occhi che si inumidirono quando arrivò alla parte dove gli raccontava tante cose: era il suo migliore amico e voleva condividere con lui quanti più ricordi possibile, anche se non poteva essere presente per vedere le sue facce sconvolte o i suoi occhi neri brillare divertiti. Passandosi una mano sul viso per scacciare le lacrime che gli facevano il solletico, Severus mormorò un commosso "lo prometto" ed incontrò gli occhi dei gemelli, pieni di così tante emozioni, esattamente come i suoi.
Harry strinse sul cuore la lettera che la madre gli aveva lasciato non appena finì di leggerla: a lui aveva chiesto di cercare di fare del suo meglio per rendere reali tutti i suoi sogni, di non permettere che la tristezza e l'infelicità facessero parte della sua vita o di quella di sua sorella, di cercare di essere forte anche se immaginava quanto potesse essere doloroso e difficile e, cosa più importante tra tutte, di non lasciare che Severus affogasse nell'autocommiserazione e nei sensi di colpa per come erano andate le cose, di stargli vicino e continuare ad amarlo come gli aveva visto fare nel corso degli anni. Dopo che Harry ebbe sussurrato un commosso "lo prometto", fu la volta di Draco di leggere le parole che Lily gli aveva lasciato, restando senza fiato per la profondità e la dolcezza con le quali la strega si era rivolta a lui, pregandolo di non cambiare mai, di non permettere alla cattiveria della gente di intaccare il suo cuore, di lottare per veder avverati i suoi sogni, di essere un bravo figlio, un amante paziente e, in futuro, un padre presente come James era stato per i ragazzi. Indossando il suo ghigno serafico per nascondere il turbamento che quelle parole gli avevano dato, allungò la mano a prendere quella della fidanzata mormorando "lo prometto".
Dopo che tutti promisero di fare del loro meglio, il testamento di Lily divenne leggibile, permettendo a Remus di leggerlo ad alta voce:
- Carissimi,
Avrei preferito farvi leggere questa lettera tra molti, moltissimi anni. Purtroppo il fato ha scelto diversamente e, se siete tutti riuniti nel salotto di casa nostra, è perché io, Lilian Evans in Potter, non sono più tra voi. Non so se sarò in grado di trasmettere il senso di grande tristezza che sento mentre scrivo queste mie volontà e il grande rammarico che provo per non riuscire a vedere diventare adulti i miei amati figli, Elizabeth ed Harry.
Ragazzi, prima di procedere, desidero ricordarvi che vi ho amato dal primo momento che ho avuto la conferma che stavate crescendo dentro di me: siete stati la luce della mia vita, e anche se non sarò più presente fisicamente, il mio spirito e il mio amore vi accompagneranno sempre. Continuate e rendermi fiera di voi come avete fatto finora.
Un singhiozzo spezzò il silenzio della stanza, Harry ed Elizabeth erano abbracciati stretti e stavano piangendo ascoltando le parole della madre.
- Ragazzi, – continuò Remus cercando di controllare la voce tremolante - in quanto genitori, abbiamo il dovere di assicurare il benessere dei nostri figli anche quando non siamo più presenti. Per questo motivo, affido la vostra custodia e la gestione dei vostri beni ai coniugi Lupin e Black, due persone che ho sempre stimato e che so vi ameranno e cureranno come se foste loro figli.
Fino al momento in cui raggiungerete la maggiore età, saranno loro a prendersi cura di voi e a garantirvi tutto ciò di cui avrete bisogno; ricordate: quando compirete diciassette anni, avrete il pieno controllo della vostra vita e delle vostre risorse. Vi affido non solo la responsabilità di gestire la vostra eredità, ma anche il potere di decidere cosa fare della casa dove siete cresciuti e degli averi ereditati dalle famiglie Evans e Potter. Siate saggi nelle vostre decisioni e non dimenticate mai le vostre radici e i valori che vi ho trasmesso.
Vi auguro tutto il meglio nella vostra vita futura e vi prego di ricordare sempre quanto vi ho amato.
Con amore eterno, Lilian Evans in Potter
Non appena Remus terminò di leggere il testamento, un curatore testamentario del Ministero della Magia fece la sua comparsa nel salotto di casa Potter facendo sobbalzare tutti.
- Buongiorno, - parlò con la voce baritonale – mi chiamo Ezekiel O'Malley, sono stato incaricato da vostra madre, Lilian Evans in Potter, di eseguire le sue ultime volontà testamentarie.
- Benvenuto signore. – si alzò Narcissa – Non potrebbe aspettare domani? I ragazzi hanno appena letto alcuni messaggi della madre e...
- No, signora. – la fermò in modo brusco – Purtroppo non abbiamo molto tempo, dobbiamo essere rapidi se vogliamo che i ragazzi vengano lasciati a persone che li amano e li conoscono.
- Cosa sta cercando di dire? – domandò Severus alzandosi con fare minaccioso dalla poltrona dov'era seduto.
- Che la morte improvvisa della signora Potter, unita alla vittoria dei gemelli sull'Oscuro Signore, ha fatto in modo che in tanti si interessassero falsamente al futuro dei gemelli. – spiegò gettando occhiate in giro, come a controllare che fossero ancora soli.
- Chiudo il camino. – borbottò a voce bassa Sirius, non avrebbe sopportato di essere interrotto ancora da qualche altro ospite non desiderato.
- Ottima idea, signor Black. – annuì l'uomo che, senza cercare di consolare i ragazzi piangenti sul tappeto davanti al divano, raggiunse il tavolo dove appoggiò la sua valigetta.
- Non prova nemmeno un briciolo di compassione per loro? – ringhiò Draco indicando i ragazzi.
- Sì e vorrei davvero poterli consolare, ma la signora Potter aveva previsto che le cose sarebbero precipitate rapidamente dopo la dichiarazione della sua morte ed io ho il compito di fare di tutto per proteggerli. – concluse con un sospiro stanco, solo in quel momento Harry ed Elizabeth alzarono il viso, riconoscendo in quell'uomo dall'aria burbera un vecchio amico dei loro genitori che aveva una bella casa al mare dove li ospitava per lunghi periodi d'estate.
- Zio Ezekiel. – mormorò a voce bassa Elizabeth ed il gemello annuì lentamente.
- Sono io in persona, ragazzi. – sorrise l'uomo – Vi prego, venite tutti al tavolo. Dopo che avrò siglato i documenti vi dirò tutto.
Annuendo, i presenti presero posto nelle sedie attorno al tavolo del soggiorno lasciando che il curatore testamentario facesse il suo lavoro. Alla fine, quando terminò di leggere tutti i documenti e fece firmare ai ragazzi ed ai rispettivi tutori e padrini i fogli, si rilassò contro lo schienale della sedia sospirando lentamente.
I ragazzi stavano per chiedergli spiegazioni, quando un insistente bussare alla porta, li interruppe.
- Aprite! – tuonò una perentoria voce maschile, altri colpi si abbatterono sul legno della porta, facendo rabbrividire i tre ragazzi presenti.
- Basta! – tuonò Sirius alzandosi in piedi – Chi osa disturbare la famiglia Potter in questo momento di lutto? – chiese aprendo poco il battente, giusto per vedere il viso del nuovo arrivato e non mostrargli che impugnava la bacchetta così come gli altri due maghi dietro le sue spalle.
- Sono Kingsley Shacklebolt, - rispose l'uomo, dietro di lui c'erano altri personaggi illustri di antiche e potenti famiglie magiche – sono qui in vece del Ministro della magia per parlare del futuro dei gemelli Potter.
- Signor Shacklebolt, non sapevo che sarebbe venuto anche lei in visita ai ragazzi oggi. - si palesò tra l'uomo e Sirius Ezekiel.
- Signor O'Malley, cosa ci fa lei qui?
- Il mio lavoro, signore. – si strinse nelle spalle – Ho portato i documenti che attestano che i ragazzi sono in compagnia dei loro tutori legali. – concluse mostrando loro i documenti.
- Tutori legali? – ripeté una strega che era con Shacklebolt.
- Esatto, - annuì Sirius - hanno solo la necessità di essere lasciati in pace, per fare in modo di organizzare la giornata commemorativa per la loro defunta madre.
- Non è possibile che sia già tutto siglato. – mormorò un mago panciuto lisciandosi i baffi.
- Invece è tutto in piena regola. – prese voce Remus raggiungendoli – Avete intenzione di aiutarci con la commemorazione o avevate bisogno di qualcosa dai ragazzi?
Mormorando frasi sconnesse, il corteo capeggiato da Shacklebolt porse le condoglianze ai gemelli un attimo prima di salutare e allontanarsi.
- Per fortuna abbiamo finito tutto prima del loro arrivo. – sospirò Elizabeth rilasciando il fiato che non si era accorta di star trattenendo.
- Cosa volevano da noi? – domandò Harry girando lo sguardo fino ad incontrare quello assorto di Severus.
- La vostra custodia. – rispose con un'alzata di spalle Remus – Non perché dispiaciuti per la disgrazia che state vivendo, o per amore nei confronti dei vostri genitori...
- Esatto, - annuì Ezekiel – erano qua per banchettare sulla vostra fama.
- Salvatori del Mondo e orfani. – sputò fuori le parole Severus tremante di rabbia.
- Siete al sicuro. – scompigliò loro i capelli Sirius – Non dovete preoccuparvi di niente.
I gemelli sorrisero ai loro padrini poi, salutando Ezekiel, lasciarono il quartier generale dell'Ordine della Fenice per raggiungere la casa di Godric's Hollow: l'ora d'inizio della cerimonia per Lily si stava avvicinando e loro volevano essere pronti per dare l'ultimo saluto alla madre.
"Lizzy" la chiamò telepaticamente Harry "chi terrà l'elogio funebre?"
Il mago sentì i sentimenti della sorella sfrigolare attraverso il collegamento mentale, forse non voleva parlare di quello, ma mancava poco alla cerimonia in onore della loro madre e lui non voleva arrivare impreparato al cimitero.
"So che..." iniziò con un po' di esitazione "Il suo capo Auror si era proposto di parlare"
Alcuni improperi riempirono il collegamento mentale: ad Harry stava antipatico quell'uomo e sperava ardentemente che qualcun altro si fosse proposto per dare un degno saluto alla madre ed al suo coraggio.
"Calmati fratellino!" sbuffò una risata la strega "Alla fine, visto che nessuno lo sopporta, lo zio Rem si è proposto di parlare."
"Per fortuna parlerà di lei una persona che l'ha conosciuta e che le ha voluto bene, come è stato per papà." Concluse con voce dolce ed un po' incrinata, pensare ai suoi genitori gli faceva mancare il fiato e spesso gli occhi si riempivano di lacrime, come quelli della gemella.
I due, continuando a parlare attraverso il collegamento mentale, finirono di prepararsi e, dopo che Elizabeth si fu acconciata i capelli, scesero nel salone dove gli Elfi di Hogwarts avevano già iniziato ad allestire i tavoli con bibite e rinfreschi per gli ospiti. Sul camino del salotto era stata sistemata una foto di James e Lily e, qua e là, erano stati sistemati i fiori preferiti della strega.
Con gli occhi lucidi di pianto, Elizabeth si rifugiò tra le braccia di Harry che, a sua volta, fu abbracciato da Severus che li aveva visti arrivare. La strega sospirò di beatitudine: amava stare tra le braccia del padrino e del fratello, si sentiva al sicuro stretta tra loro era il suo personale e tiepido rifugio.
- Ragazzi. – parlò Remus dopo aver dato un educato colpo di tosse per annunciare la sua presenza – Dobbiamo andare.
- Non facciamo aspettare la mamma. – sorrise triste Sirius allungando una mano verso la figlioccia, bellissima nel suo abito rosso cupo.
Annuendo, i gemelli si lasciarono accompagnare fino al cimitero dove ad aspettarli trovarono un'enorme folla che li lasciò basiti e senza parole.
- Vostra madre, - parlò una vecchia strega che abitava ad alcune case di distanza dalla loro – era una persona molto amata...
- Era sempre gentile e sorridente. – annuì un mago dall'aria triste accarezzando la testa del suo cane.
- Grazie... - mormorò Harry, si sentiva soffocare dalle lacrime ed ancora la cerimonia non era iniziata. Osservando la gemella si chiese come sarebbero riusciti ad arrivare alla fine di quella giornata tutti interi, avrebbe affrontato altre mille volte Tom Riddle piuttosto che stare lì tra tutte quelle persone.
Severus e Sirius, ringraziando i presenti per essere venuti, scortarono i ragazzi fino alla tomba dove sarebbe stata tumulata l'urna contenente le ceneri della madre.
Quando i presenti si furono avvicinati e sistemati a semicerchio, Remus trasse un profondo respiro ed usando l'incantesimo per potenziare la voce iniziò a leggere l'omelia funebre che aveva scritto in onore dell'amica. Raccontò alcuni divertenti aneddoti del loro passato: da come si erano conosciuti, ai disastri che avevano combinato ad Hogwarts, alla gioia di essere coinvolto nella vita dei gemelli fino alla scelta difficile di combattere per proteggere la libertà di tutti. Il Licantropo si fermò dal leggere il suo discorso quando alle sue orecchie arrivarono i singhiozzi dei gemelli, immaginava che sarebbe potuto succedere ma vederli piangere a causa delle sue parole gli fece tremare la voce, rendendolo insicuro su come continuare il discorso.
- Non fermarti. – lo incoraggio Sirius un passo dietro di lui, tra le mani aveva un grosso mazzo di gigli screziati e il viso rigato di lacrime – Lei non avrebbe voluto vederti fare un passo indietro. Continua Rem.
Annuendo, il mago fece alcuni brevi respiri e, abbassando lo sguardo sulla pergamena macchiata di lacrime, continuò a leggere la lettera di saluto che aveva scritto. Quando la sua voce iniziò ad incrinarsi per la troppa emozione, ringraziò gli Dei di essere arrivato alla fine della pergamena per i saluti finali che dette alla giovane donna dopo aver chiamato i figli al suo fianco.
- Lily era la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto. Lei ha amato incondizionatamente la sua famiglia ed i suoi amici, sono onorato di aver condiviso un tragitto della mia vita al suo fianco. Lei ha lasciato questo mondo troppo presto, ma noi faremo del nostro meglio per tenere vivo il suo ricordo finché avremmo la possibilità di camminare su questa terra. – prese le mani dei gemelli nelle sue e le strinse dolcemente, sorridendo quando le sentì tremare – Ragazzi, non dubitate mai dell'immenso amore che nutriva per voi, le sue stelle più luminose. – li baciò sulle teste, poi prese l'urna con le sue ceneri e le gettò addosso l'incantesimo per farla interrare vicino a quella di James - Un giorno ci incontreremo di nuovo, - continuò mentre quella scivolava nella terra - e recupereremo il tempo perduto, buon viaggio Lily, che la Terra ti sia lieve...
Non appena l'urna scomparve nella terra scura, un roboante applauso si propagò per il cimitero facendo sobbalzare i gemelli che non si erano effettivamente resi conto di quanta gente fosse andata a rendere omaggio alla loro madre. I ragazzi si accasciarono piangendo sul terreno, subito protetti da Severus e Draco che impedirono a chiunque non fosse di famiglia di avvicinarsi a loro.
Non appena i ragazzi si furono calmati, Sirius li scortò fino a casa dove ad aspettarli c'erano amici di famiglia, Auror e rappresentanti del Ministero della Magia, che sembravano più interessati a mettere le mani su di loro in veste di "salvatori ed orfani" piuttosto che sinceramente dispiaciuti per la perdita di una persona cara.
- Il mondo magico è pieno di ipocriti! – parlò una voce femminile alle loro spalle facendoli sobbalzare: era Minerva, splendida nel suo abito verde muschio.
- Professoressa. – la accolsero con un sorriso sincero i ragazzi.
- Grazie per essere venuta. – continuò educatamente Elizabeth, si sentiva stanca e svuotata di ogni energia.
- Non sarei mancata per niente al mondo, anche se avrei preferito essere qui a festeggiare la vostra festa di fidanzamento... - sbuffò lisciando le pieghe della gonna.
- Anche noi. – borbottò Severus porgendole un bicchiere.
I giovani Potter restarono a parlare per alcuni minuti con gli insegnanti di Hogwarts e trascorsero il resto del pomeriggio stringendo mani e borbottando qualche frase di circostanza in risposta alle condoglianze che venivano loro poste.
- Quando finirà tutto questo? – domandò la strega stanca.
- Li manderemo via tra poco, - le rispose Narcissa porgendole un succo di frutta – bevilo, hai bisogno di energie.
- No... - storse le labbra Elizabeth – Non mi va... - lo allontanò da sotto al proprio naso e, scusandosi con Narcissa, si allontanò andando a cercare il suo fidanzato che era stato preso d'assalto da un gruppo di Ministri che sembravano non volerlo lasciare andare.
- Mi state mettendo in imbarazzo... - lo sentì dire mentre tossiva a causa del fumo del sigaro di uno di loro così, indossando il suo sorriso più bello e più triste, lo chiamò e lo fece allontanare con una scusa.
- Scusami amore mio. – le baciò la tempia – Sono stati maleducati, ma non volevo che facessero né a te né ad Harry tutte quelle domande.
- Grazie per esserti sacrificato! – lo abbracciò di slancio, appoggiando la testa sulla sua spalla – Sono così stanca, Drake.
- Resisti solo un altro po'. – la cullò – Vedo già i vostri "cani da guardia" stanchi di avere tutta questa marmaglia attorno.
I due Serpeverde passeggiarono un po' per il giardino alla ricerca di un posto tranquillo dove riposare, lontano dalla curiosità e dalle chiacchiere della gente.
- Ragazzi. – li chiamò Bill – Ehi... - li abbracciò con rude dolcezza – Come state?
- Stanchi. – ammise Elizabeth parlando a nome di Draco e del gemello che la stavano raggiungendo – Voi come state? – chiese notando solo in quel momento che non c'era tutta la famiglia Weasley a salutare Lily.
- Non bene. – scosse la testa Charlie dopo aver dato un piatto colmo di cibo a Senara – Ma...
- Finalmente vi ho trovato. – parlò Harry trafelato – Lizzy, non lasciarmi mai più solo tra tutta questa gente. – la pregò – Per fortuna ho trovato Lavanda e mi ha detto che eravate qua.
I Weasley abbracciarono strettamente Harry e, dopo che si furono accomodati, raccontarono le ultime novità sulla loro famiglia e sul perché non erano tutti presenti quella sera a salutare Lily: dopo la morte di Arthur, qualcosa era scattato nella testa di Molly che era intrappolata nel suo dolore. Non accettava di aver perso la sua anima gemella, l'unico uomo che avesse mai amato e il padre dei suoi figli.
Harry ed Elizabeth si presero per mano, comprendendo bene il sentimento di smarrimento e dolore che aveva devastato il cuore di Molly, lo avevano vissuto con Lily.
Bill, chiudendo gli occhi, raccontò che la madre stava vivendo una profonda depressione e che c'erano state aspre discussioni in famiglia che avevano disgregato la loro armonia, portandoli ad allontanarsi l'uno dall'altro per cercare di fare chiarezza e per affrontare il loro dolore.
- Io ho perso mia moglie e il figlio che aspettava. – disse Bill, gli occhi pieni di lacrime – Mi pento solo di non averle detto "ti amo" la mattina che ci siamo salutati. Lei ha voluto che partecipassi alla battaglia, perché voleva per nostro figlio un mondo dove crescere sereno, senza paura di un pazzo.
- Fred, George e la mamma hanno litigato furiosamente. – annuì Ron poggiando una mano sulla spalla del fratello maggiore – Si sono urlati contro parole tremende, solo perché Fred ha chiesto di poter seppellire Hermione nella tomba di famiglia. – concluse abbassando la voce.
I Potter e Draco si scambiarono rapide occhiate e, incitando i Weasley a parlare, si fecero raccontare tutto ciò che si portavano nel cuore dal giorno del funerale di Arthur.
- Abbiamo paura che la mamma si faccia del male. – parlò Charlie accarezzando il ventre di Senara – Abbiamo deciso di mandarla per un po' al San Mungo.
- E Ginny? – chiese Harry cercando la sua testa rossa tra le persone presenti.
Come evocata, la giovane Grifondoro raggiunse i fratelli maggiori in compagnia di Neville Longbottom e di Luna Lovegood. I gemelli salutarono i loro amici con caldi abbracci, Draco si limitò a freddi cenni del capo, poi continuarono a parlare finché Sirius annunciò la fine della serata, invitando tutti a lasciare casa Potter per permettere ai ragazzi di rilassarsi ed affrontare come preferivano il loro dolore.
- Volete restare? – chiese di getto Elizabeth, voleva saperne di più di Hermione ma non voleva chiederlo davanti a quegli sconosciuti.
I ragazzi si scambiarono rapide occhiate poi accettarono, grati di poter passare ancora un po' di tempo lontano dalle mure domestiche della Tana che non erano più così accoglienti come un tempo. Quando tutti gli ospiti si accomiatarono i gemelli, seguiti da Draco ed i loro amici, raggiunsero il soggiorno che gli Elfi Domestici avevano già provveduto a sistemare.
Trascorsero una serata piacevole attorno al tavolo, mangiando e ricordando alcuni dei momenti più belli ed imbarazzanti che avevano trascorso insieme; fu piacevole per tutti accantonare per un po' il dolore per la perdita delle persone amate.
Severus si rese conto che i Weasley erano molto stanchi così, di comune accordo con Remus e Sirius, trasfigurò per loro alcuni mobili della stanza in comodi letti, permettendogli di andare a dormire.
Elizabeth, Harry e Draco si fermarono a dormire in compagnia dei loro amici e, dopo un giro veloce di buonanotte, la villetta piombò in un rilassato silenzio.
Il mattino successivo tutti gli ospiti di casa Potter si trovarono attorno al tavolo per la colazione che consumarono chiacchierando tra loro del più e del meno. Severus stava finendo di bere il suo caffè quando Ron gli si parò davanti dondolando nervosamente sui talloni.
Il Pozionista lo invitò a parlare ed il ragazzo, dopo aver preso un lungo sospiro, gli confessò che l'urna di Hermione non aveva ancora trovato un luogo dove riposare serenamente. L'uomo strabuzzò gli occhi, poggiò la tazza vuota sul tavolo e rassicurò il giovane Weasley che si sarebbe fatto carico lui di darle una degna sepoltura.
- Grazie signore. – mormorò grato Ron sorridendo.
- Ron? – lo chiamò Lavanda – Tutto bene?
- Tutto bene Lav. – le dette un bacio sulla tempia – Finalmente 'Mione ha trovato un luogo dove risposare.
Lacrime di gratitudine solcarono le guance di Lavanda e Ginny che, mormorando frasi sconnesse, ringraziarono Severus per essersi fatto carico dell'urna con le ceneri della loro amica. L'uomo cercò di minimizzare la cosa e, imbarazzato dai loro singulti, si alzò dal tavolo andando a cercare Harry che era andato a portare qualcosa da mangiare ad Edvige e Ruby.
Gli ospiti lasciarono casa Potter nel primo pomeriggio, i gemelli chiesero di poter lasciare l'urna di Hermione insieme a quelle dei loro genitori e, dopo essere tornati dal cimitero, Sirius li convocò in salotto perché aveva bisogno di parlare con loro.
- Zio Sir. Zio Rem. – cercò di smorzare la tenzione Elizabeth – Cosa volevate dirci?
- Ragazzi... - iniziò Remus facendoli mettere seduti – Stavamo cercando la soluzione migliore per prenderci cura di voi.
- So che Lizzy non vorrebbe abitare qui. – prese la parola Sirius servendo una tazza di the a tutti.
- Confermo. – annuì la giovane strega – Qui mi sento...
- Oppressa... - concluse Harry dando voce al disagio della sorella.
- Esatto. – gli prese la mano – Anche tu, fratellino?
- Sì... questa casa è troppo piena di ricordi, non voglio vivere legato al nostro passato.
- Mi trovate d'accordo con voi. – annuì Narcissa – È una scelta difficile, ma la condivido.
- Grazie Narcissa. – le sorrise grata Elizabeth, il loro rapporto era nettamente migliorato e la strega era felice di avere almeno una figura femminile al suo fianco.
- Abbiamo l'elenco delle proprietà della famiglia di vostro padre, - parlò Sirius mettendo alcune carte sul tavolo – come sapete i Potter sono una famiglia magica di origini antiche.
- Sì, la mamma ci ha raccontato che papà si è vantato della sua ricchezza con la zia Petunia e... - iniziò Elizabeth, rendendosi conto solo in quel momento che nessuno aveva avvisato la famiglia Babbana della morte di Lily.
- Non pensarci neanche! – scosse la testa Harry intuendo il suo pensiero – Loro non ci considerano parte della famiglia.
- Lizzy. – la chiamò Draco accarezzandole la guancia – Tutto bene? Sei diventata pallida.
- Ho appena realizzato che gli zii non sanno della morte dei nostri genitori. – rispose abbassando lo sguardo torvo di lacrime sulle mani strette in grembo.
- Sbagliato. – parlò Severus scivolando nella sedia di fianco a quella di Harry – Ho mandato loro una lettera dove li ho aggiornati degli ultimi avvenimenti riguardanti le vostre vite. Gli ho detto di stare tranquilli che, nonostante ancora minorenni, i vostri genitori avevano scelto per voi dei tutori legali.
- Grazie Sev. – lo baciò dolcemente sulle labbra il Grifondoro.
La strega sorrise con gratitudine al padrino e, dopo essersi calmata, ripresero a parlare di proprietà e patrimonio. I gemelli scoprirono che, oltre alla casa dov'erano cresciuti, il padre possedeva un Maniero nella parte magica della contea del Kent, alcuni appartamenti in affitto sparsi per il Regno Unito ed una magione in Scozia dove i ragazzi ricordavano di aver trascorso alcune delle loro vacanze estive più belle.
- Non ricordo di aver mai visto il Maniero. – scosse la testa rossa la ragazza.
- Nemmeno io. – si morse il labbro Harry.
- Quella è stata la casa dei vostri nonni, - spiegò Sirius – vostro padre non amava tornare là. Come per voi, per lui quel luogo non aveva bei ricordi.
- Come per te il quartier generale dell'Ordine. – sorrise Remus.
- Esatto. Noi figli di antiche famiglie Purosangue abbiamo conosciuto il lusso, il potere legato al nostro cognome ma... - distolse lo sguardo un po' a disagio – poco amore...
- Vero. – prese la parola Narcissa – Posso parlare a nome della famiglia Black, siamo state cresciute in modo impeccabile per essere figlie perfette. Abbiamo avuto la migliore educazione, cucina, abiti. – guardò suo figlio – Ma nessuno ci ha insegnato ad amare tanto da mettere a repentaglio la nostra vita per quella di qualcun altro.
- Non hai mai amato mio padre? – domandò Draco guardandola stranito.
- Il nostro è stato un matrimonio combinato: la famiglia Malfoy voleva il lustro e il prestigio dei Black e viceversa. Tutti i nostri matrimoni, tranne quello di Andromeda, sono stati decisi per il bene della famiglia. Scusami Drake per non averti saputo dare di più di me stessa.
- Abbiamo tempo per recuperare madre. – le sorrise.
- Ma basta con questo "madre". – sbuffò una risata Sirius – Se volete cambiare, fatelo dalle piccole cose: lei è la tua mamma, non devi rivolgerti a lei chiamandola "madre" o "signora".
Le guance chiare di madre e figlio presero una gradevole sfumatura di rosa, la donna annuì dando ragione al cugino e Draco sorrise felice di poter eliminare quell'appellativo freddo che lo faceva sentire così distante dalla donna. In un clima più disteso e sereno, continuarono a parlare e sobbalzarono quando un "pop" annunciò l'arrivo degli Elfi Domestici con la cena per loro.
- Abbiamo capito che siamo molto ricchi ed abbiamo tante proprietà. – sbuffò Elizabeth mentre apparivano magicamente piatti ricolmi di manicaretti – Ma perché ci avete riuniti al tavolo ancora non ce lo avete detto.
- Per decidere come gestire al meglio i mesi che vi dividono dal compimento della maggiore età. – disse d'un fiato Sirius prima di bere un sorso di vino.
- Non possiamo restare così? – chiese Harry spingendosi gli occhiali sul naso.
- Purtroppo no, moccioso insolente. – scosse la testa corvina Severus – Dobbiamo riprendere i nostri lavori.
I presenti al tavolo si zittirono per un lungo momento, ognuno perso nei propri pensieri alla ricerca della soluzione migliore.
- E se... - parlò Narcissa dopo essersi pulita la bocca con tovagliolo – Portassi i ragazzi in Normandia nel maniero della mia famiglia?
- Quale mamma? – chiese Draco girandosi a guardarla.
- Il Maniero di Bellarocca, lo ricordi Drake? Quell'imponente dimora sulle colline verdi della Normandia, incorniciata nel bosco secolare. Ha mura imponenti e maestose, i suoi giardini sono un paradiso terrestre di colori e profumi. Un viale principale fiancheggiato da alte siepi di bosso conduce all'ingresso principale del castello, mentre sentieri tortuosi si snodano attraverso aiuole di rose antiche, lavanda fragrante e gelsomino profumato. – spiegò con aria sognante la donna e Sirius, sorridendo, parlò:
Lo ricordo anche io. Ha grandi alberi secolari, le fontane scolpite e una serra da far invidia?
- Esatto. – annuì Narcissa poggiando lo sguardo sul cugino che sedeva tra Remus ed Elizabeth – Come fai a conoscerlo?
- Credo di esserci andato un paio di volte quand'ero bambino. Ricordo che ero affascinato dall'eleganza degli arredi delle stanze e dalla biblioteca dello studio. – sorrise – Gli scaffali sembravano piegarsi sotto il peso di antichi tomi e manoscritti preziosi.
- Vero. – ridacchiò Draco – Il mio posto preferito è sempre stato il laboratorio di Pozioni. Sono sempre rimasto affascinato da quel luogo che mi sembrava magico e misterioso, ricco di antichi testi, scaffali pieni di bottiglie di vetro scuro e vasi di terracotta contenenti gli ingredienti per le Pozioni.
- Sembra un luogo bellissimo. – annuì Harry sorridendo.
- Ed è vicino al mare. – continuò Draco – Se non ricordo male ha una piccola spiaggia privata, vero mamma?
- Esatto. – annuì la donna – Vi piacerebbe venire a rilassarvi per un po' a Bellarocca?
- A me sì. – assentì Elizabeth – Tu cosa ne pensi fratellino?
Il Grifondoro appoggiò il mento sul palmo aperto della mano, osservò le persone sedute al tavolo e, incatenando i suoi occhi in quelli neri di Severus, replicò:
- Vorrei trascorrere del tempo con te Severus, ma so che sei molto impegnato con la ricostruzione della Scuola e non vorrei starti tra i piedi.
- Tu non mi stai tra i piedi, moccioso! – si chinò a baciarlo dolcemente, facendolo sospirare – Però sapere che sei in un ambiente sereno e rilassato, lontano dalla morbosa curiosità dei giornalisti mi farebbe stare più tranquillo.
- Severus, - prese la parola Narcissa – sei sempre il benvenuto a Bellarocca, esattamente come Sirius e Remus. Lascerò un camino aperto per voi, così che possiate raggiungerci appena sarete più liberi.
- Che ne pensate ragazzi? – domandò Remus commosso dall'offerta di Narcissa.
- Andiamo a fare i bagagli? – chiese con un mezzo sorriso la strega allungando la mano verso il gemello.
- Andiamo sorellina. – annuì lui, gli occhi verdi che scintillavano vivaci.
- Lizzy, - la chiamò Severus – devi farmi una promessa.
- Quale? – chiese la strega con un sorriso.
- Tieni tuo fratello lontano dal laboratorio di Pozioni di Bellarocca se non vuoi che il Maniero salti in aria. – rispose con aria talmente seria da ammutolire il tavolo, fino a quando Narcissa non scoppiò a ridere divertita, coinvolgendo tutti.
Terminarono la cena in un'atmosfera più rilassata, quando il tavolo fu sparecchiato, i gemelli e Draco salirono al piano superiore per iniziare a sistemare i loro oggetti personali all'interno di bauli e valige.
Il mattino successivo, dopo un'abbondante colazione, i ragazzi raggiunsero il Maniero di Bellarocca in compagnia di Narcissa e Severus, mentre Remus e Sirius tornavano a casa loro per prepararsi ad accogliere Elizabeth ed Harry al meglio delle loro possibilità.
Il soggiorno al Maniero di Bellarocca fu un vero toccasana per tutti, soprattutto per i gemelli Potter che, lontano dai riflettori e dai curiosi, riuscirono a rilassarsi completamente e a cercare il modo migliore per reagire alla perdita dei loro genitori.
Entrambi piansero molto ricordandoli, trascorsero alcuni giorni nell'apatia più completa, a volte saltando un pasto ma poi, in modi diametralmente opposti, trovarono la strada per risalire la china e tornare a vivere.
Harry, con enorme sorpresa di tutti, scoprì di essere un bravo pittore: riusciva ad imprimere nelle tele che dipingeva i sentimenti, emozionando molto chi osservava i suoi dipinti.
Elizabeth, invece, si buttò a capofitto nello studio delle Pozioni continuando a seguire il sogno che aveva da quando era piccola: diventare sufficientemente brava per aprire una piccola attività e cercare di aiutare chi ne aveva bisogno. Un pomeriggio, mancava ormai poco al loro 17esimo compleanno, Narcissa la raggiunse in giardino facendo fluttuare un vassoio con del the freddo e dei biscotti al cocco che erano diventati i suoi preferiti.
- Buongiorno Lizzy. – la salutò la donna mettendosi seduta.
- Buongiorno Narcissa. – sorrise educatamente la strega alzando il naso dal libro che stava leggendo.
- Come stai quest'oggi? – le chiese versando il the nei bicchieri – Passata la nausea di stamattina?
Elizabeth sistemò il segnalibro tra le pagine del tomo che stava leggendo e, mordendosi il labbro, soppesò con attenzione sia la domanda della donna sia la risposta che intendeva darle: non era la prima volta che Narcissa le faceva domande del genere, quasi insinuando che ci fosse qualcosa di strano in lei, come se sospettasse che dietro quei suoi malesseri e strani mal di testa si nascondesse qualcosa.
- Dopo aver preso la pozione che mi hai dato, - annuì tormentandosi una pellicina – sono stata molto meglio.
- Ne sono felice. – sorrise la donna che, stanca di giocare al gatto col topo, decise di parlare chiaramente – Anch'io quand'ero incinta di Draco sono stata molto male con le nausee. Quelle pozioni, sono state la mia salvezza. Altrimenti non so se sarei riuscita a mangiare in modo adeguato.
Elizabeth alzò la testa di scatto e fissò i suoi enormi occhi azzurri in quelli scrutatori della strega seduta di fronte a lei.
- Incinta? – mormorò a voce talmente bassa che sembrò solo muovere le labbra.
- Non ci hai pensato? – le chiese con dolcezza materna la donna – Eppure i segnali ci sono tutti: eccessiva stanchezza, nausea, violenta reazione a determinati odori, sbalzi d'umore. – le sorrise – All'inizio ho pensato potesse essere una risposta a tutto ciò che avevi passato; ma... Da quando hai rifiutato schifata un bicchiere del tuo succo preferito, i miei sospetti sono iniziati ad aumentare. – si strinse nelle spalle.
- Oh. – si limitò a dire la strega più giovane, troppo sconvolta dalla notizia per aggiungere altro – Conosci un modo per... Ecco...
- Esistono modi del mondo magico, - annuì – e quelli del mondo babbano. Quale vorresti provare?
- Credo che quelli del mondo magico siano migliori. – rispose dopo aver riflettuto per alcuni istanti – Tanto vale la pena provare. Vorrei che Draco fosse qui... - concluse mordendosi le labbra nervosamente.
Narcissa suonò il campanello che aveva lì vicino e, dopo che un Elfo si presentò, gli chiese di andare a chiamare Draco che le raggiunse alcuni istanti dopo.
- Eccomi. – si palesò – Mi avete mandato a chiamare?
- Ben arrivato caro, - lo accolse Narcissa con un sorriso – Lizzy aveva bisogno della tua presenza.
- Sono qui. – si chinò a baciarla a stampo sulle labbra – Come posso rendermi utile?
- Tua madre sospetta che io sia incinta. – sputò fuori senza sapere dove posare lo sguardo.
- Ed abbiamo solo un modo per saperlo, – prese la parola Narcissa che, prendendo una fiala trasparente da una delle tasche della gonna che indossava, la passò alla strega più giovane dicendo – Bastano due gocce del tuo sangue: se il liquido trasparente dentro la fiala diventerà blu, sarai incinta, se resterà color sangue non lo sarai.
- Ok... - mormorò sentendo il fiato venire meno – Possiamo farlo adesso? – chiese ingollando un groppo di saliva che non ne voleva sapere di scendere, la strega annuì ed osservò la Serpeverde leggere le istruzioni e poi lasciare cadere alcune gocce di sangue all'interno della fiala che, dopo alcuni minuti, restò trasparente.
- Mamma, - parlò Draco con voce sommessa – temo che, per la prima volta, il tuo infallibile fiuto abbia fallito.
- C'è sempre una prima volta mio caro! – si strinse nelle spalle lei che, lasciando ad entrambi una carezza, si accomiatò con la scusa di andare ad organizzare la cena per quella sera.
Quando rimasero soli, Elizabeth si voltò verso Draco curiosa di vedere quali emozioni agitavano il suo animo.
- Drake... - lo chiamò, stanca di quel pesante silenzio e lui si girò a baciarla a lungo e dolcemente sulle labbra imbronciate. Quando si separarono, Draco si inginocchiò davanti alla strega e, prendendo le sue mani tra le proprie, disse:
- Ogni momento passato con te è un dono prezioso che custodisco gelosamente, in te ho trovato una compagna, un'amica e una fonte inesauribile di forza e ispirazione. Ti amo non solo per chi sei, ma per chi sono io quando sono con te: una persona migliore. Quando ti guardo, vedo il mio presente e il mio futuro, vedo la possibilità di un domani pieno di promesse, di sorrisi, di avventure vissute insieme, di possibilità di cambiare in meglio le cose. – mentre le lacrime rigavano il volto della fidanzata, il ragazzo richiamò con un incantesimo una scatolina di velluto blu dentro la quale riposava l'anello della famiglia Black ricevuto in dono da sua nonna - Sei il mio porto sicuro nelle tempeste della vita, concedimi di stare al tuo fianco e di far crescere il nostro amore giorno dopo giorno. Certo, non sarà sempre facile e molto probabilmente spesso discuteremo ma affronteremo ogni sfida insieme, troveremo mano nella mano la soluzione per vivere felici. Elizabeth Willow Potter, vuoi essere la melodia che accompagna ogni mio passo, il battito che dà ritmo alla mia vita... - aprì l'astuccio mostrandole il contenuto - Mi vuoi sposare?
Un singhiozzo scosse il petto della giovane strega che, incapace di dare una risposta di senso compiuto, si gettò tra le braccia del fidanzato annuendo e piangendo al tempo stesso.
- Spero che questo sia un sì... – ridacchiò Draco abbracciandola e cullandola dolcemente.
- È un sì, borioso Serpeverde. – mormorò Elizabeth contro il suo collo – Ti amo, sono felice di sposarti e prometto che farò del mio meglio per renderti felice.
- Farò del mio meglio per rendere felice io te. – si baciarono – Mi dispiace che il test di gravidanza sia risultato negativo, mi sarebbe piaciuto renderti la madre di mio figlio. – concluse accarezzandole la guancia.
- Il nostro bambino sarebbe stato molto amato. – annuì Elizabeth, gli occhi azzurri velati da un pizzico di tristezza.
- È vero, - si scambiarono un altro bacio – ma, egoisticamente, sono felice che tu non sia incinta per il momento... - le dedicò un ghigno sensuale – Questo ci darà modo di divertirci a provare tutte le volte che sarà necessario, finché un piccolo Black non crescerà dentro di te.
Elizabeth, arrossendo deliziosamente, porse le labbra verso il fidanzato per un bacio profondo che non tardò ad arrivare. Draco avrebbe voluto approfondire quel contatto ma, un colpo di tosse di Narcissa, li fece separare imbarazzati.
- Allora figliolo, la nostra principessa delle Serpi ha detto sì? – parlò Narcissa osservandoli con affetto.
- Sì mamma. – le mostrò l'anello che brillava all'anulare di Elizabeth.
- Congratulazioni! – li baciò sulla tempia – Daremo l'annuncio del vostro fidanzamento stasera durante la cena. Non vedo l'ora di vedere le facce degli altri. – ridacchiò - Ragazzi, quando vorreste sposarvi?
Elizabeth e Draco si guardarono negli occhi e, prima che la strega potesse rispondere, la voce di Harry li fece sobbalzare.
- Ehi, cosa ci fate lì per terra? Liz stai male?
- No fratellino. – sorrise lei grata che il fidanzato l'aiutasse ad alzarsi – Sto bene, è solo che...
- Siediti, Potter, dobbiamo parlare. – prese la parola Draco spostando una sedia per Elizabeth e facendola accomodare.
- Oh... - si strinse nelle spalle il Grifondoro – Ok... - annuì e, dopo essersi servito un bicchiere di the freddo aspettò con pazienza che qualcuno lo aggiornasse sulle ultime emozionanti novità.
- Harry. – prese la parola la gemella – La novità è che io Drake ci siamo fidanzati ufficialmente.
- E vorremmo sposarci. – concluse Draco senza aspettare che Harry avesse finito di bere facendolo quasi soffocare con il the.
- Vi sposate? – ripeté quando smise di tossire – La mia sorellina si sposerà prima di me, non so se mi piace! – ridacchiò coinvolgendo anche la gemella.
- Sicuro? – chiese un po' preoccupata lei.
- Lizzy, sei felice? – domandò guardandola intensamente negli occhi.
- Sì, - annuì lei – lo sono. E sono anche spaventata, soprattutto per come reagiranno gli zii! – rabbrividì.
- Tranquilla. – ridacchiò Narcissa – A quei tre penserò io, ma voi andate a cambiarvi che la cena sarà servita a breve.
I ragazzi sorrisero e, dopo essersi salutati, raggiunsero le rispettive stanze per iniziare a prepararsi per la serata. Alcuni istanti prima dell'arrivo degli ospiti, i tre maghi più giovani scesero in salone dove gli Elfi del Maniero della famiglia Black aveva preparato un tavolo allestito da pietanze prelibate.
- I signori sono qui. – li annunciò un Elfo aprendo la porta mentre si piegava in un profondo inchino.
- Buonasera a tutti. – salutò Sirius entrando per primo, in mano aveva una bottiglia di vino pregiato della cantina dei Black.
- Ben arrivato cugino, - mosse il capo elegante Narcissa – accomodatevi che la cena sta per essere servita.
- Come mai tutta questa abbondanza? – chiese arcuando un sopracciglio Severus.
- Soprattutto – parlò Remus occhieggiando il tavolo – Perché ci sono solo i nostri piatti preferiti?
- Avete qualcosa d'importante da dirci? – Sirius si voltò verso Severus e poi verso Harry ma entrambi scossero la testa.
Il Grifondoro alzò le mani e distolse lo sguardo da quello di Severus per non mostrargli il turbamento che illuminava gli occhi.
- Qualcosa di bello dev'essere successo. – parlò Remus accettando lo champagne che un Elfo gli porgeva – Ci sono novità all'orizzonte?
- Ho chiesto ad Elizabeth di sposarmi, - parlò d'un fiato Draco mostrando a tutti l'anulare sinistro della strega – e lei ha detto sì.
Mentre gli altri si congratulavano con i ragazzi per il fidanzamento, Sirius abbracciò Elizabeth dicendo:
- Sono felice per te, ragazzina. – le baciò la tempia e, girandosi verso Draco, lo minacciò che se non l'avesse resa felice ogni giorno della loro vita insieme, lui si sarebbe trasformato in Gramo e lo avrebbe perseguitato per il resto della sua inutile vita. Deglutendo spaventato, il giovane Serpeverde giurò che avrebbe fatto del proprio meglio per non farle perdere mai il sorriso meritandosi una pacca sulla spalla da parte di Remus ed Harry.
Soddisfatto della risposta, l'ex-Grifondoro trascinò Elizabeth verso il tavolo, ansioso di iniziare a mangiare quel cibo dall'aria deliziosa. La cena trascorse serena tra manicaretti e chiacchiere spensierate e, al momento del dolce, Elizabeth chiese a Sirius di accompagnarla all'altare al posto di Harry che non poteva in quanto suo testimone e l'uomo, emozionato, accettò stritolandola in uno dei suoi abbracci da orso facendola sospirare felice.
La serata si concluse piacevolmente, gli ospiti si fermarono a dormire a Bellarocca e, dopo la loro partenza, Narcissa ed il suo staff di organizzatori, presero in mano la situazione mettendo a punto i dettagli per la festa per il diciassettesimo compleanno dei gemelli che sarebbe stato festeggiato nel giardino del Maniero, attenta a non tralasciare nessun dettaglio e cercando di accontentare i desideri dei ragazzi assoluti protagonisti di quella giornata.
Tra escursioni e giornate trascorse nella spiaggia privata di Bellarocca, il compleanno dei gemelli arrivò velocemente, trovando i ragazzi impreparati ed un po' tristi di affrontare quella giornata importante senza i loro genitori vicino. Harry, che stava vagando come uno spettro per le sale del Maniero, fu avvistato da Draco che stava leggendo un libro in giardino.
- Cognato! – lo chiamò strappandolo dai suoi lugubri ragionamenti – È inutile che ci provi, non puoi scappare dal tuo compleanno! - gli sorrise affabile dal lettino prendi sole dov'era seduto.
- Per un attimo ho sperato che una delle porte del Maniero potessero farmi scappare dal compleanno! – ridacchiò Harry mettendosi seduto in un lettino di fianco a quello del Serpeverde.
- Tutto bene? – domandò il mago mettendo da parte il libro che stava leggendo, Elizabeth e la madre erano impegnate con delle commissioni e lui era fuggito per non essere costretto a sentirle parlare di modelli di abiti e moda un'altra volta.
- È tutto un po' strano. – si strinse nelle spalle il Grifondoro che, accettando con un sorriso il bicchiere di limonata servita da uno degli Elfi, continuò – Sono cambiate molte cose per noi. Alcune troppo in fretta, devo ancora abituarmi a tutto questo.
- Immagino che non debba essere facile. – annuì il Serpeverde che, per cercare di tirarlo su di morale lo coinvolse in una divertente chiacchierata sul Quidditch e sul Campionato che sarebbe ripreso a settembre, insieme ad una serie di grandi festeggiamenti per la fine della guerra e della tirannia di Voldemort.
Harry sorrise a Draco, ringraziandolo per quelle chiacchiere leggere e si rilassò contro lo schienale imbottito del lettino, partecipando alla conversazione e ridendo di gusto di tanto in tanto. I due restarono a parlare fino all'ora di pranzo quando sentirono le voci di Elizabeth e Narcissa provenire dal salone dov'era il camino.
- Mai più a fare shopping con questo caldo! – sbuffò la strega più grande – Finalmente siamo a casa.
- Concordo, – sorrise Elizabeth – per fortuna che per oggi abbiamo finito.
- Già... - la donna la osservò per alcuni istanti in silenzio, rincorrendo chissà quali pensieri poi, spostando lo sguardo su un dipinto suo con Draco da piccolo sulle ginocchia, disse che le dispiaceva essersi sbagliata e che sarebbe stato bello diventare nonna così giovane.
- Vorrei finire di studiare e realizzare alcuni dei miei sogni. – la baciò sulla guancia Elizabeth – Ma questo non significa che non desideri dei figli, anzi... - sorrise – Spero che Draco mantenga la promessa che mi ha fatto e che ci divertiremo molto a provare per diventare genitori. – confessò facendo sgranare dallo stupore gli occhi della donna.
Sorridendo, Elizabeth posò i suoi occhi chiari in quelli della donna, la ringraziò per la vicinanza poi si congedò raggiungendo il fidanzato e il gemello in giardino.
La sera arrivò velocemente e, poco dopo la cena, il camino crepitò decretando l'arrivo di Severus, stanco dopo una lunga giornata di lavoro ad Hogwarts.
- Sev! – lo accolse Harry alzandosi dal divano – Non ti stavamo aspettando.
- Volevo farvi una sorpresa. – rispose con un sorriso stanco ma sincero l'uomo accogliendo il compagno tra le braccia – So che avete molte cose da fare e volevo sapere se avevate bisogno del mio aiuto.
- La mamma è una vera despota. – ridacchiò Draco coccolando dolcemente Elizabeth tra le sue braccia – Ma credo che abbia tutto sotto controllo.
Narcissa, bevendo un lungo sorso della sua tisana rilassante, annuì aggiornando Severus su tutte le cose che avevano fatto sia per la festa di compleanno sia per il fidanzamento ufficiale dei due Serpeverde, che sarebbe stato annunciato a fine serata. I cinque continuarono a parlare fino a quando la giovane strega non si addormentò tra le braccia di Draco, decretando così conclusa la serata. Dopo che furono lasciati soli, Harry si mordicchiò il labbro inferiore rincorrendo chissà quali pensieri che scurivano i suoi occhi verdi.
- Moccioso, qualcosa ti preoccupa? – chiese il Pozionista preoccupato da quello strano silenzio.
- No, niente. – sorrise il Grifondoro abbracciandolo – È solo un pizzico di malinconia, mi sono trovato a pensare a come avrebbero reagito la mamma e il papà davanti a tutto questo.
- Mancano anche a me. Sarebbe stato divertente vedere tuo padre dare di matto davanti al fidanzamento ufficiale con un Malfoy di Lizzy, fare congetture e stupidi piani insieme a quel cagnaccio rognoso del suo migliore amico. – annuì l'uomo accarezzandogli i capelli – Mi manca soprattutto Lily, era la mia migliore amica e non avere nessuno con cui confidarmi mi pesa un po'.
Harry sorrise contro la curva del collo di Severus, felice di poter parlare con lui di tutto, poi alzò il viso implorando un bacio che non tardò ad arrivare.
- Ti amo Sev, spero che imparerai a fidarti di me tanto da rendermi il tuo confidente, così che il nostro rapporto non sia solo quello di due amanti ma anche amici, confidenti e complici...– gli sussurrò contro le labbra.
- È ciò che spero per noi, moccioso! – se lo strinse contro il Pozionista, facendo aderire il corpo tonico e muscoloso del mago più giovane contro il suo - Ti amo anch'io Harry. – mormorò emozionato poggiando la fronte contro quella del mago più giovane.
- Resta con me stanotte! – lo pregò mugolando seducente ed il Pozionista, con gli occhi languidi per la passione, acconsentì seguendolo docilmente fino alla stanza che Harry occupava a Bellarocca. Dopo aver lanciato una serie di incantesimi silenzianti ed anti-intrusione, si tolsero i vestiti chiudendo fuori da quella stanza preoccupazioni e ricordi, e si amarono fino alle prime luci dell'alba mai apparentemente sazi l'uno del corpo dell'altro.
Il mattino successivo li trovò nudi e intrecciati tra loro, con il lenzuolo che copriva a malapena parte dei loro corpi: da lontano si faticava a capire dove iniziasse uno e finisse l'altro. Harry, mugolando di piacere, strusciò il viso contro il collo di Severus che sbuffando per il solletico, gli strinse le natiche tra le mani per farlo smettere.
- 'Giorno... - biascicò il Grifondoro.
- Buongiorno a te, moccioso. – si scambiarono un bacio a stampo, prima di essere interrotti da un insistente bussare contro la porta.
- Chi è? – sbuffò Harry alzandosi contrariato dal letto.
- Pottah, siete presentabili? – parlò Draco sbuffando – Mi hanno chiesto di avvisarvi che la colazione è pronta e che la vostra presenza sarebbe gradita.
- Ringrazia tua madre, Drake, ma per oggi faremo colazione in camera. – rispose Harry voltandosi a guardare Severus che annuì sorridendogli seducente – Approfitto di Sev che non deve tornare a Scuola oggi che è domenica.
- Non voglio dettagli! – rise Draco dall'altra parte della porta e, dopo avergli augurato una buona giornata, si allontanò dalla stanza di Harry raggiungendo le due donne più importanti della sua vita nel salotto dov'era stata servita la colazione.
I due maghi trascorsero l'intera mattina rotolandosi tra le lenzuola e raggiunsero gli altri ospiti di Bellarocca all'ora di pranzo che gli Elfi avevano servito a bordo piscina.
La giornata trascorse in completo relax e Severus, quando il sole sprofondò in mare, salutò tutti pronto per tornare ad Hogwarts ad occuparsi di alcuni importanti dettagli per la ricostruzione della Scuola.
- Moccioso, - lo baciò sulle labbra – noi ci vedremo per il vostro compleanno.
- Tre giorni. – lo abbracciò Harry – Sentirò la tua mancanza.
Il Pozionista gli accarezzò dolcemente il viso e, dopo un ultimo languido bacio, scomparve nel camino tornando direttamente nel suo ufficio di Preside.
Tre giorni passarono in fretta e la festa per il compimento della maggiore età dei Salvatori del Mondo Magico fu un evento speciale grazie all'organizzazione oculata di Narcissa. L'ingresso principale del maniero era stato adornato con un mix di rose e gigli intrecciati con edera e rami di salice, lungo il viale erano state disposte delle lanterne con fuochi fatui che guidavano gli ospiti fino al giardino interno, qui erano stati allestiti dei gazebi con tende finemente decorate che facevano risaltare le luci delle candele fluttuanti e delle ghirlande di fiori disposte ad arte per creare un'atmosfera calda e accogliente.
Harry ed Elizabeth si guardavano attorno increduli ed emozionati: era tutto così perfetto da sembrare un sogno. Quando raggiunsero il gazebo tenendosi per mano, trovarono gli amici pronti a festeggiarli e, anche se la mancanza delle persone a loro care faceva sentire il cuore pesante, i loro occhi brillarono di gioia e gratitudine.
- Sono certa che alla mamma sarebbe piaciuto. – sorrise Elizabeth con gli occhi chiari lucidi di lacrime.
- Papà sarebbe impazzito davanti ai tavoli colmi di cibo. – annuì Harry cercando di tenere la voce ferma, non voleva mettersi a piangere.
La Serpeverde annuì e, senza mai staccare la sua mano da quella del gemello, raggiunse i loro amici per ringraziarli di aver accettato il loro invito a trascorrere una serata insieme.
La festa di compleanno fu un successo, anche se si svolse in modo più semplice rispetto a quello che Narcissa aveva originariamente pianificato ma, parlando con Draco, aveva deciso di evitare di calcare troppo la mano: i ragazzi avevano da poco perso la madre, era giusto festeggiarli così com'era giusto rispettare il dolore che si portavano dentro.
- Mamma. – la chiamò Draco strappandola dai suoi pensieri, in mano aveva un calice di champagne – È una festa bellissima.
- Grazie mio caro. – sorrise prendendo il calice – I ragazzi sono felici e questo è quello che ha maggiormente importanza.
- Concordo. – annuì Severus raggiungendoli – Una festa più importante sarebbe stata fuori luogo.
- Vero, - parlò Remus – questa festa ha un equilibrio perfetto tra spensieratezza e ricordi.
- Grazie Remus. – sorrise sincera Narcissa – Volevo che fosse speciale ma ho sempre la tendenza ad esagerare. Devo dire che Drake è stato un aiuto prezioso.
Il Serpeverde arrossì un po' a disagio e, ringraziando per i complimenti, si congedò dagli adulti per andare a cercare la fidanzata che aveva visto circondata da un gruppo di loro compagni di Scuola.
La serata trascorse in modo perfetto e, prima dell'arrivo della torta, Draco ed Elizabeth annunciarono il loro fidanzamento ufficiale che fu sottolineato da uno spettacolo pirotecnico organizzato dai gemelli Weasley che lasciò tutti con il fiato sospeso per la meraviglia. Dopo il taglio della torta, ci furono alcuni giochi e dei balli e, quando la serata arrivò alla sua naturale conclusione, Elizabeth e Harry chiesero a Narcissa il permesso di ospitare i loro amici a dormire a Bellarocca per riuscire a stare più tempo possibile insieme.
Narcissa acconsentì e, dopo aver ricevuto un abbraccio entusiasta da parte dei gemelli, Elizabeth portò le sue amiche in camera da letto per poter parlare liberamente con loro visto che era da prima della guerra che non le vedeva mentre Harry raggiunse i ragazzi a bordo piscina dove si fermò a parlare con loro finché Severus non lo raggiunse, reclamando la sua presenza.
Harry salutò i suoi amici con un giro di rapidi abbracci e, dopo aver preso per mano il compagno, lo seguì in silenzio fino alla camera da letto, improvvisamente stanco per tutte le emozioni vissute durante la serata.
- Ufh! – sbuffò Harry slacciandosi i bottoni della camicia che aveva indossato – Credevo che questa serata non finisse più. – sorrise voltandosi verso il compagno che trovò serio e concentrato vicino alla porta di legno laccata.
Il giovane mago lo osservò con attenzione, Severus sembrava perso nei suoi ragionamenti, il corpo era in quella stanza ma la mente era talmente distante che Harry temette di non riuscire a raggiungerla in nessun modo.
- Sev! – lo chiamò accarezzandogli il viso, l'aveva chiamato così tante volte che la sua voce giunse alle orecchie del Pozionista preoccupata e lamentosa – Va tutto bene, Severus. Sono qui. – concluse allungandosi per congiungere le proprie labbra alle sue.
Fu un bacio leggero, un fugace sfiorarsi di labbra ma, quando Harry cercò di fare un passo indietro per guardarlo negli occhi, Severus lo avvolse tra le sue braccia approfondendo il bacio e prendendone il controllo. La lingua dell'uomo scivolò all'interno della bocca del Grifondoro che, sospirando, gli lasciò libero accesso, aggrappandosi alle sue spalle per paura di cadere.
Le lingue si intrecciavano, si sfioravano, si avviluppavano, cercavano rifugio l'una nella bocca dell'altra, in una danza antica ed erotica che lasciò entrambi eccitati e senza fiato. Quando il bisogno di respirare si fece impellente, Severus si scostò leggermente da Harry respirando contro le sue labbra gonfie ed umide per il bacio che si erano scambiati. Il Grifondoro, senza allontanare le proprie mani dalle spalle del Pozionista, mormorò sottovoce "evanesco" facendo scomparire gli abiti di entrambi in un solo gesto.
- È da troppo tempo che aspetto. Ti voglio così tanto, Sev! - ammise stringendosi contro il torace nudo del suo compagno.
- Avrei voluto strapparti quei vestiti di dosso non appena sei arrivato in giardino! – rispose con un gemito eccitato l'uomo affondando le sue lunghe dita nelle natiche nude del suo compagno – Mi sei mancato tanto.
Si scambiarono un altro bacio, urgente, bagnato, fatto di lingue e di denti nel quale trasmisero l'uno all'altro l'urgenza che avevano di stare insieme. Severus prese Harry tra le braccia a mo' di sposa e, senza smetterle di baciarlo, morderlo e marchiarlo, lo portò fino al letto matrimoniale che troneggiava al centro della stanza.
- Ho bisogno di scoparti! Ho così tanta voglia di te, moccioso! – ansimò Severus lasciandogli un morso su un capezzolo, facendolo urlare di doloroso piacere.
Il corpo di Harry si inarcò mentre le mani ruvide del Pozionista si muovevano sul suo corpo, saggiando muscoli e ossa, lasciando segni rossi del loro passaggio, subito carezzati dalla lingua bollente dell'uomo curiosa di seguire le linee tracciate dalle dita. Harry urlò di piacere inarcandosi sul letto, andando incontro alla lingua ed alle carezze di Severus che, mordicchiandogli il ventre, alzò gli occhi neri per incontrare i suoi verdi e liquidi di piacere. L'erezione di Harry, dura e gocciolante, svettava tra le gambe aperte e frementi del mago, attirando l'attenzione del maggiore che, passandosi la lingua sulle labbra sottili, si chinò su di essa fagocitandola tutta all'interno della sua gola bollente.
Il Grifondoro urlò e, affondando le mani tra i capelli morbidi di Severus, chiuse gli occhi muovendo i fianchi andando incontro alla bocca del suo compagno che lo stava succhiando con voracità ed urgenza, come non aveva mai fatto prima. Le labbra e la lingua di Severus si muovevano avide attorno all'asta di Harry e le sue guance si scavavano mentre succhiava, come a volerlo incorporare dentro di sé. Harry boccheggiava sul letto mentre serrava le dita tra i capelli di Severus, incerto se tenerlo ancorato sul suo pene o se farlo allontanare per non venire troppo presto. Era talmente perso nel calore soffocante della sua bocca che non riuscì a trattenere un urlo estatico quando sentì un dito dell'uomo stuzzicare la sua apertura che pulsava di aspettativa.
- Severuuuus! – urlò Harry sentendo le gambe tremare, avrebbe voluto che lo lasciasse andare ma l'orgasmo arrivò con prepotenza e lui si riversò nella bocca del Pozionista, che ingoiò tutto senza mai smettere di fotterlo usando le dita.
Quando il piacere di Harry si esaurì, Severus lo lasciò andare, osservando sorridente come il pene del compagno tremasse leggermente attraversato dagli ultimi spasmi di piacere che aveva provato. Harry sentiva tre dita dell'uomo dentro di sé che lo stavano facendo impazzire mentre continuava a muoverle per allentarlo e prepararlo e, quando il bisogno di diventare tutt'uno divenne troppo impellente, il Pozionista le estrasse dal corpo caldo del compagno e, mentre Harry mugolava contrariato, allineò la propria erezione alla sua apertura, scivolandogli dentro senza difficoltà, come un coltello caldo che taglia il burro.
Entrambi mugolarono per il piacere provato, Severus si sentì risucchiare all'interno del corpo del Grifondoro ed Harry si sentì dilatare per accogliere l'erezione del suo compagno e godere con lui.
Si amarono prendendo e donando il massimo l'uno all'altro, mai apparentemente sazi dei gemiti, dei baci e degli schiocchi prodotti dalla loro pelle quando entrava in contatto e, quando l'orgasmo li raggiunse, li travolse con prepotenza, lasciandoli spossati e senza fiato.
Si accasciarono sul letto stremati dopo essersi dati una ripulita e, mentre Elizabeth trascorreva la serata a parlare con le sue amiche, Harry si addormentò ascoltando il battito regolare di Severus, pregando che il mattino successivo arrivasse il più tardi possibile.
Il mattino successivo il Maniero di Bellarocca fu rallegrato dalle risate e dalle chiacchiere degli ospiti che si erano fermati a dormire e che restarono nella proprietà di Narcissa e Draco fin dopo pranzo. Quando l'ultimo di loro lasciò la proprietà, Sirius sbuffò dal naso come un toro dicendo:
- Finalmente sono andati via!
- Zio Sir! – replicò offesa Elizabeth – Non sono cose carine da dire.
Remus, per evitare che quei due iniziassero uno dei loro infiniti duelli verbali, ricordò loro che dovevano finire di controllare tutti i documenti che aveva lasciato l'esecutore testamentario. Sbuffando, i gemelli finirono di fare colazione e, prendendo posto vicino agli altri, iniziarono a leggere quei documenti scoprendo di essere diventati padroni di molto denaro e tante proprietà che non sarebbe bastata una vita intera per abitarle tutte almeno una volta. Osservando la lunga pergamena con le descrizioni delle abitazioni e dei terreni, Severus non riuscì a nascondere l'invidia che gli oscurò il viso come un'ombra per una manciata di secondi.
- Non lo abbiamo chiesto noi. – parlò Harry a voce bassa – Papà non ci ha mai detto di avere tutte queste proprietà.
- Forse nemmeno lui lo sapeva. – si strinse nelle spalle Severus – Leggendo qua, alcuni di questi terreni sono rientrati perché non c'erano altri parenti in vita.
- Magari sono cose risalenti alla Prima Guerra Magica. – annuì distrattamente Elizabeth alzando gli occhi da quei documenti, le girava la testa davanti a tutte quelle cifre e informazioni.
- Potresti avere ragione. – assentì il Pozionista che poggiando la mano sulla tasca della giacca, ricordò di avere con sé un rotolo di pergamena con il contratto per un mese a bordo della famosa "Dreamsneverend".
- Severus? – lo chiamò Narcissa preoccupata dalla sua espressione – Tutto bene?
- Benissimo. – annuì l'uomo che, scusandosi un attimo, prese per mano la figlioccia trascinandola frettolosamente in giardino.
La Serpeverde, colta alla sprovvista dal comportamento del padrino, lo seguì lanciando uno sguardo interrogativo agli altri rimasti seduti al tavolo del salone che risposero alla sua muta domanda con un'alzata di spalle.
- Ho un favore da chiederti. – parlò Severus dopo aver lanciato su di loro un incantesimo silenziante.
- Devo preoccuparmi? – chiese lei con un sorriso.
- Forse... - ridacchiò stando al gioco il Pozionista – Voglio diventare un "uomo onesto", - annunciò – vorrei chiedere ad Harry di sposarmi e...
- Hai la mia benedizione. – lo abbracciò di slancio, felice che si fosse deciso a fare una simile mossa.
- Grazie Lizzy! – le baciò la fronte – Ma vorrei che tu mi aiutassi a fargli una sorpresa. - le mostrò la pergamena che aveva in tasca – Vorrei fare qualcosa di speciale per lui.
La strega srotolò curiosa la pergamena ed iniziò a leggerne il contenuto: la Dreamsneverend era un antico veliero magico dell'epoca dei "Pirati della Corona". Nella pergamena c'era un'accurata descrizione del veliero e di come, nel corso degli anni, i magipirati che ne erano entrati in possesso ne avessero cambiato le caratteristiche, rendendolo un perfetto mezzo di trasporto per vacanze romantiche in mezzo all'Oceano.
- Zio... - singhiozzò emozionata la strega – Ti prego, rendi Harry il ragazzo più felice del mondo. Adorerà questa sorpresa, il viaggio e la proposta. So che farai del tuo meglio per rendere tutto unico. – concluse porgendogli il documento e Severus le sorrise, felice di avere in lei una preziosa alleata e, non appena finirono di parlare, la strega gli confessò che Harry stava morendo dalla curiosità di sapere di cosa stessero parlando e che stava facendo una gran fatica a tenerlo fuori dalla sua testa.
Il Pozionista scoppiò a ridere e, dopo aver baciato la figlioccia sulla tempia, ruppe l'incantesimo pregandola di dire al gemello di andare a preparare i bagagli perché lo avrebbe portato a fare una vacanza. Le parole di Severus sortirono l'effetto desiderato e, quando videro Harry correre via con una scusa, i due Serpeverde rientrarono nel Maniero per finire di leggere i documenti che erano rimasti.
Note dell'Autrice:
Alla mia adorata Dream, mia preziosissima Beta, GRAZIE per esserci sempre, per trovare del tempo per me e la mia follia, per alimentare la mia fantasia, per i suoi preziosi suggerimenti e per riuscire sempre a regalarmi sempre splendidi sorrisi e nuovi spunti di riflessione. È bello sapere che ci sei <3
Ringrazio le streghe del mio cuore che mi accompagnano dall'inizio di questo progetto, facendo il tifo per me e dandomi spunti per continuare a scrivere. Grazie per avermi permesso di inserirvi come personaggi nella mia storia. Ringrazio di cuore chiunque passi a leggere la mia fiction. A chi l'ha messa in una delle categorie e a chi, rendendomi felice, lascia un segno del suo passaggio con un commento.
Infine, ringrazio Gremilde che ha avuto fiducia in me e mi ha permesso di stravolgere la sua storia facendola diventare mia al 100%. 

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