Estate

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Il mattino successivo alla festa di fine anno scolastico, Harry ed Elizabeth si risvegliarono nel confortevole silenzio della loro casa. Si erano abituati alla confusione di voci, suoni e odori della scuola, si sentivano come fuori posto ed un po’ spaesati.
- Giorno sorellina. – sbadigliò Harry raggiugendo la sorella nella sua camera da letto – Dormito bene?
- Mmmhhh – si stiracchiò lei – Sì, anche se casa nostra è troppo silenziosa in confronto alla Scuola. – gli sorrise dolcemente – Però ci sono dei lati positivi: possiamo vestire come vogliamo, e non dobbiamo fare file per la doccia!
- Concordo. – annuì Harry ridacchiando, ma quando lo stomaco di entrambi brontolò, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
Chiacchierando della festa, scesero al primo piano e raggiunsero la cucina dove il padre e la madre stavano terminando di fare colazione.
- Giorno!!! – salutarono in coro entrano.
- Ragazzi! – li accolse James chiudendo il giornale – Già svegli?
- Hm. – annuì lei – Ho dormito come un ghiro, e mi sento piena di energie.
- Io sono un po’ meno energico, ma ho dormito abbastanza. – sorrise Harry.
- Ottimo. – sorrise Lilian voltandosi, la gravidanza non le donava era sempre stanca ed emaciata.
- Mamma. – mormorò Elizabeth – Non hai un bell’aspetto.
- Non mi sento bene. – ammise mettendosi seduta – Oggi io e papà andremo al San Mungo.
- Veniamo con voi? – domandò sollecito Harry servendosi la colazione.
- No cari. – scosse piano la testa la strega – Sarà una giornata lunga e noiosa, non è giusto imporvi una simile tortura. – fece un breve sorriso e, prendendo la mano del marito, continuò – Abbiamo chiesto allo zio Sirius di tenervi compagnia oggi.
- Che bello! – esultò Harry – È da tanto che non stiamo con lo zio.
- Sarà bello passare del tempo con lui.
- Ehi James, mi hai detto che dovevo fare da baby sitter a due ragazzini. - parlò Sirius entrando in cucina – Ma non vedo mocciosetti qui!
- Oooh zio! – mormorò Elizabeth – Anche tu ci sei mancato davvero tanto. – e lo annusò, registrando i nuovi odori che si erano impressi nella pelle dell’uomo.
- Ehi, Lizzy. Mi fai il solletico! Sbaglio o sono io il cagnaccio? – la prese in giro dolcemente.
- Scusa zio, hai ragione. Colpa del mio lato animagus. Mi piace molto imparare odori nuovi. – arrossì facendo ridere il gemello – Sei stato in Egitto?
- Brava. – annuì lui colpito – Il Ministero mi ha chiesto di cercare un manufatto in un’antica tomba egizia. – sorrise scompigliando i capelli del figlioccio – È stato emozionante. – ammise.
- Sirius, accomodati a tavola. Fa colazione con noi. –  lo invitò James con un sorriso.
- Accetto volentieri. – sorrise l’uomo raggiugendo la tavola – Lily, - la baciò sulla tempia – come stai?
- Non molto bene. – ammise – Ma spero che i medici mi aiutino a capire cosa c’è che non va. – fece un sorriso mesto, poi lo invitò a sedersi per fare tutti insieme colazione.
Mangiarono chiacchierando allegramente, Lilian partecipò scarsamente alla conversazione, si sentiva strana ed aveva paura di non ricevere buone notizie dai Medimaghi che seguivano il suo caso.
Non appena terminarono di fare colazione, i coniugi Potter si alzarono da tavola e raggiunsero la camera da letto per finirsi di preparare. Quando furono pronti per raggiungere il San Mungo, un paio di gufi della Scuola raggiunsero la finestra della loro camera con alcune missive strette nel becco.
- È arrivata posta. – parlò con fatica Lily.
- Saranno le lettere per i ragazzi. – la baciò sulla tempia l’uomo - Sicura di non volerti smaterializzare?
- Non riesco nemmeno a pensare alla formula corretta in questo momento. – mormorò mordendosi il labbro – Non mi sento molto bene. Possiamo viaggiare insieme?
- Sì, amore. Lascia fare a me. – James accompagnò la moglie lungo le scale e, prima di raggiungere il camino del soggiorno, disse ai ragazzi di salire a prendere la posta che era arrivata; poi prese posto nel camino di fianco alla moglie e, dopo aver gettato una manciata di polvere magica nel camino, disse chiaramente “San Mungo”.

Mentre James e Lily sbrigavano le formalità di registrazione per la visita, i gemelli Potter avevano preso le lettere dai gufi e, senza nemmeno aprirle, avevano raggiunto Sirius in giardino per giocare con lui a Quidditch.
- Allora ragazzi. – parlò l’uomo volteggiando agile sulla scopa di James – Come è stato questo primo anno?
- Interessante. – sorrise Elizabeth.
- Solo interessante? – rise forte il gemello – Abbiamo trovato la Pietra Filosofale, sconfitto un pazzoide che ospitava nel proprio corpo Voldemort e tu, sorellina, liquidi tutto con “interessante”?
- Harry! – sorrise Sirius – Quello che è straordinario per te, può essere solo “interessante” per tua sorella.
- Grazie zio. – gli lanciò un bacio – Sono successe molte cose, sai? Alcune non proprio positive.
- So tutto. – annuì lisciandosi il pizzetto – Ne ho parlato sia con i vostri genitori sia con lo zio Rem. Erano molto preoccupati dalla situazione.
Elizabeth, con gli occhi pieni di lacrime, si lasciò sfuggire il Boccino d’Oro che le volteggiava davanti al naso e, singhiozzando, si sfogò con lo zio raccontandogli nel dettaglio ciò che era successo con Draco. Harry, triste per la sorella, perse interesse per il gioco che stavano facendo e, puntando i suoi occhi verdi in quelli di Sirius, disse:
- Vorrei tanto poterla aiutare in qualche modo.
- Non potete fare niente di più di quello che state facendo. – l’uomo li fece scendere dalle scope e sedere vicino ad un grande albero – Non potete costringere qualcuno ad accettarvi. Né come amico né come probabile compagno. – sorrise accarezzando il viso triste di lei – Tu hai agito bene.
- Per la barba bianca di Merlino, zio. – sbottò Elizabeth – Se quel cretino di Ron non avesse sbroccato, forse…
- Forse Lucius avrebbe fatto qualche mossa più avventata, tesoro. – scosse la testa – Come dice sempre tua mamma “non tutti i mali vengono per nuocere”.
- Mah. – sospirò stendendosi sull’erba – È che mi sembra di aver perso solo tempo. Ho fatto di tutto per essere accettata da quel gruppo di esaltati.
- Posso immaginarlo. – annuì distrattamente lui appoggiandosi contro il tronco dell’albero – Sai, anche per noi non è stato tutto facile. – sorrise ai “nipoti” – Eravamo solo un branco di ragazzini, spavaldi ma spaventati. Per questo abbiamo creato i Malandrini, per sentirci forti.
- E dare il tormento allo zio Sev! – sbuffò Elizabeth.
- Hm. – annuì Sirius che, dopo qualche istante di silenzio, continuò – Non credevo che uno dei due sarebbe finito in quella casa.
- L’ho chiesto. – mormorò – Il Cappello Parlante voleva mettermi in Corvonero. Ma ho pensato che stare tra loro mi avrebbe aiutato ad avere migliori risultati.
- Hai ottenuto strepitosi risultati sorellina. – le sorrise con affetto Harry – Sei diventata la paladina di quasi tutti i componenti della tua casa. Ed ancora non hai iniziato a giocare a Quidditch.
- È vero. – ridacchiò – E molti mi chiedono aiuto per i compiti.
- Sei riuscita a diventare amica di qualcuno vicino a Malfoy? – domandò Sirius.
- Sì, il suo amico Zabini.
- Zabini. – ringhiò mostrando i denti come quando era Felpato.
- Zio? – Harry lo guardò inarcando un sopracciglio.
- Scusate. – borbottò – Ricordi di gioventù. – sorrise ai “nipoti” poi disse – Che programmi avete per oggi?
- Io vorrei rilassarmi un po’ leggendo. – rispose Elizabeth – Hermione mi ha prestato alcuni libri e sono curiosa.
- Ok. Lettura. – sospirò – E tu, Harry?
- Io pensavo di stare senza fare assolutamente niente. – rise, coinvolgendo lo zio e la sorella.
- Allora facciamo così. Andiamo al mare. Tu farai assolutamente niente in spiaggia. Tua sorella potrà leggere ed io… - e ridacchiò.
- E tu? – chiesero in coro i gemelli.
- Io potrò stare un po’ con il mio Lunastorta.
- Ma lo zio non è sotto copertura?- chiese Harry.
- Per fortuna è rientrato. – sorrise.
- Perché al mare? – domandò Elizabeth
- Abbiamo comprato una casetta piccolina nei pressi della spiaggia. – spiegò – E’ il nostro rifugio nel mondo Babbano quando vogliamo stare lontano dai casini di quello Magico.
- Bello! – sorrise la giovane strega – Spero di poterlo fare anch’io da grande!
- La casa è vicino ad una gelateria proprio sul mare nell’Inghilterra non magica. – spiegò emozionato.
- Sono curioso di vederla. – sorrise felice Harry.
- Anch’io fratellino. – annuì la gemella – Ma allo zio non dispiacerà averci tra i piedi?
In quel momento, un’ombra oscurò il sole: zio e nipoti alzarono gli occhi al cielo osservando un gufo planare serenamente sul prato davanti a loro.
- Lo zio Rem vi adora piccoletta. – scosse la testa Sirius, sicuro di non sbagliare.
- Come Lizzy adora lui. – ridacchiò Harry ma l’occhiataccia della gemella lo fece zittire di colpo.
L’ex-Grifondoro si allungò pigramente verso il gufo e, dopo aver preso il messaggio dal suo becco, lo guardò spiccare il volo verso l’orizzonte.
- Zio, non apri il messaggio? – parlò per spezzare il silenzio Harry.
- Lo riconosco dal profumo. – stirò le labbra in un sorriso sornione – E’ Rem che scrive.
- Hai veramente un ottimo fiuto, Felpato. – lo prese in giro la strega ma Sirius, sbuffando una risata dal naso, ruppe il sigillo della pergamena che gli era appena stata consegnata senza degnarsi di darle una risposta.
- Lizzy. – la chiamò Harry – Dobbiamo aprire anche noi le nostre lettere.
- Hai ragione fratellino. – annuì lei – Zio, puoi richiamare qua le nostre lettere?
Sirius annuì e, dopo aver lanciato un “accio” per richiamare le due lettere abbandonate sul davanzale della finestra, tornò a leggere la breve missiva che gli aveva inviato Remus per aggiornarlo su quanto stava per succedere a Scuola.
Harry ed Elizabeth aprirono i sigilli di ceralacca della Scuola e, dopo essersi scambiati uno sguardo preoccupato, iniziarono a leggere avidamente ciò che era stato scritto.
Alla fine della lettura, la strega si alzò in piedi saltellando felice il mago sbuffando annoiato.
- Buone nuove? – chiese il mago lisciandosi il pizzetto.
- Per lei sì. Per me… - si strinse nelle spalle Harry.
- Nipoti. Queste risposte criptiche alla Dumbledore mi fanno salire i nervi. – ringhiò – Fate capire anche me? – arcuò un sopracciglio.
- La Scuola è stata scelta per organizzare le Olimpiadi Scolastiche.
- Mai sentito parlare. – scosse la testa il mago, fingendo di essere all’oscuro di tutto, interessato ad ascoltare i pensieri e le opinioni dei suoi “nipoti”.
Alla fine della conversazione, Sirius si alzò dal prato invitandoli a smaterializzarsi con lui per raggiungere Remus alla loro gelateria sulla spiaggia preferita.

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