quattordici

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Cercai di regolarizzare il mio respiro e di capire che cosa fosse successo e se realmente fosse colpa mia. In parte sì, avrei dovuto dare ascolto al mio fidanzato e rimanere dov'ero, sarei dovuta realmente restare ferma e pensare che se avesse desiderato qualcosa sarebbe potuta venire da me e chiedermela di fronte a loro. Ma devo sempre fare di testa mia, ritrovandomi in queste situazioni.

Qualcuno entrò nella stanza, mi rannicchiai nella speranza di diventare invisibile, alzai lentamente gli occhi e mi accorsi che era Samuele. Avrei voluto chiedergli aiuto, ma non ero convinta fosse disposto a darmelo, non ero stata l'esempio di amica vera, come loro d'altronde. Ho sempre pensato fino ad ora che non avessi bisogno di loro, che sono superiore, eppure ora come ora mi sento talmente tanto in basso che non ne sono più così convinta.

Il suo sguardo vago per la stanza, sospettoso, fino a quando non si posò su di me, sbarrò gli occhi, e questa cosa quasi mi rincuorò, alla fine forse un po' ci teneva ancora a me. -Ginevra, che ci fai qua?- domandò con tono pacato -che succede?- domandò abbassandosi alla mia altezza -io...- dissi sentendo morire le parole in gola, e il respiro mancare -no ehi...- disse avvicinandosi a me, asciugandomi le poche lacrime che stavano lentamente scendendo lungo il mio volto -non piangere, prendi un gran respiro...assieme a me dai...- disse prendendomi la mano e prendendo un grosso respiro assieme a me, rilasciando lentamente l'aria -parlami...- disse sedendosi affianco a me -credevo di andare da una ragazza che aveva bisogno di me...- dissi -ma non era lei...era lui...- sussurrai -ti ha fatto qualcosa?- domandò preoccupato -ha tentato di stuprarmi...non so come sono riuscita a scappare, non sapevo dove andare e...- dissi ricominciando a piangere. Samuele non disse nulla, mi abbracciò, ma sapevo che nella sua testa si stavano mischiando diverse cose, l'odio per quello che era successo tra me e lui, l'affetto che infondo ancora provava per me, e il sentimento di ripudio nei confronti di una persona che avrebbe dovuto difendere in qualche modo anche la popolazione 

-non ti preoccupare...adesso ci penso io, vieni con me.- disse alzandosi e allungandomi la mano. L'afferrai e mi alzai, confusa, dove voleva andare?

**

EMILIANO

-fra, guarda...- disse Matteo indicandomi la mia fidanzata assieme a quello che fino a qualche mese fa era uno dei suoi amici. Ma non capivo perché stessero assieme, cosa mi stavano tenendo nascosto?  -Emiliano, stai calmo.- disse Mohamed capendo i miei pensieri -non è detto che sia come dici te, la conosci bene Ginevra, non potrebbe mai farti una cosa del genere. Soprattutto qua davanti a tutti.- continuò, ma la mia testa si stava già immaginando le peggio cose, stava già pensando a chi ammazzare per primo. Perché non potevo accettare che la persona che dopo anni è riuscita a farmi innamorare mi tradisse in quella maniera, e con una persona del genere. Non potevo accettarlo e non lo avrei fatto. Serrai la mascella e i due si fermarono a poca distanza da me.

-Emi...- sussurrò lei e notai i suoi occhi tristi, non era allora quello che pensavo, cos'era successo? Ginevra si buttò fra le mie braccia iniziando a piangere, la strinsi e guardai il ragazzo di fronte a me rimasto in silenzio -che cazzo è successo?- domandai confuso -quello che non doveva succedere.- rispose lui -spiegati.- intervenne Mohamed -ha provato a violentarla, in qualche modo è riuscita a scappare.- disse brevemente. Portai lo sguardo sulla mia ragazza, che continuava a tenersi stretta a me e a piangere. Non poteva finire così. Non poteva passarla liscia per l'ennesima volta.

-Moh, vai a chiamare gli altri, la chiudiamo una volta e per sempre.- dissi serio, Mohamed non sembrava essere d'accordo, sembrava volesse replicare, lo fulminai con lo sguardo -merda.- sussurrò allontanandosi -vieni anche tu e il tuo amico, più siamo e meglio è.- dissi in direzione a Samuele, non mi interessava se dopo avrei dovuto spaccargli la faccia, in questo momento avevamo un obbiettivo comune. Lui annuì in silenzio e si allontanò, probabilmente in direzione del suo amico per spiegargli cosa stava per accadere. Non so che fine avremmo fatto, ma so che fine avrebbe fatto lui.




Non so esattamente quanti altri capitoli scriverò, saranno molto pochi però ;)

Neve e Fango|| Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora