uno

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-accellera cazzo!- urlai stringendomi ai due sedili davanti -stai zitta Ginevra!- urlò Michele girandosi in malo modo mentre l'altro continuava a girovagare per le piccole vie della città nella speranza di seminare la polizia che ormai era alle nostre spalle -merda fai muovere sta latta!- urlò Michele mentre Samuele, nervoso, non dava peso alle nostre urla.

-siamo nella merda.- sussurrai mentre le luci blu erano sempre più vicine -cazzo!- urlò Samuele fermandosi di colpo -sei un coglione cazzo! Lo sapevo!- urlò Michele ormai fuori di sé -inutile che fai ste storie, scendiamo e fanculo.- dissi aprendo la portiera -ma che cazzo fai?! Scappa!- urlò Samuele, che per quanto sembrasse non gli importassi alla fine ci teneva a me, e ultimamente mi sembrava anche fin troppo interessato.

Scesi e rimasi in piedi, attendendo che le numerose auto della polizia si fermassero davanti a noi, era un vicolo cieco, non avevamo molte via d'uscita e scappare non sarebbe stato utile in nessuno modo. Scappare non è mai la soluzione, prima o poi ci avrebbero presi, siamo stati così tante volte vicini alla fine, e questa è la fine. Sapevo sarebbe successo, ho messo in guardia tutti, questa rapina era nata per fallire in partenza, e non capisco perché mi sia lasciata trasportare, forse per il fatto che è una cosa più grande di me, non le solite rapine che abbiamo affrontato, questa era grossa, tanti soldi, tanto potere, tanto rischio. Le auto si fermarono bruscamente una decina, quasi, di agenti scesero puntandoci le pistole, alzai le mani e assieme a me anche Samuele e Michele -state fermi e non muovetevi!- urlò uno di loro -cazzo ma ci vedi?!- rispose Samuele nervoso -fa poco lo spiritoso ragazzo.- disse uno prendendolo per le mani per ammanettarlo -ma fottiti.- rispose girando il volto verso l'uomo alle sue spalle -sta zitto!- urlai al modo che mi fisso nervoso. 

Ci ammanettarono tutti quanti e ci fecero entrare in tre auto diverse, portandoci successivamente in centrale. 

[...]

-che cosa ci faceva lei assieme a quei altri due?- domandò il commissario, strofinai gli occhi, l'adrenalina aveva lasciato spazio alla stanchezza, e a ogni domanda che mi ponevano il desiderio di andare a dormire si faceva sempre più presente. -secondo lei?- risposi alzando un sopracciglio -lei, sa bene come funziona qua, giusto?- domandò mettendomi davanti un fascicolo di fogli. -e questi?- domandai indicandoli con un cenno del capo -sono tutti i reati dei tuoi amici, dalla giovinezza fino ad ora, pensa, hanno solo venticinque anni.- disse sorridendo quasi divertito il commissario. -faccia meno lo spiritoso.- risposi acidamente -non mi dica che uno dei due pivelli è il suo fidanzato.- disse ridendo -anche se fosse, non sono cose che le riguardano, sono qua per cosa esattamente?- dissi alzando un sopracciglio -avanti, dimmi.- disse sedendosi comodo e giocherellando con l'angolino del foglio.

-cosa dovrei dirle?- risposi -quello che è accaduto, perché lei era lì.- disse, sbuffai -ero lì perché mi sono intromessa.- dissi -l'hanno rapita?- domandò confuso -ma che cazzo dice.- dissi -quindi lei era inclusa nella rapina?- domandò nuovamente -wow, complimenti, un genio.- dissi alzando lo sguardo al soffitto -signorina, le conviene smetterla di fare così.- disse -non mi interessa, sappiamo benissimo come andrà a finire, non c'è nulla che lei già non sappia, ha tutte le prove, avanti applichi la sua giustizia di merda.- sbottai sbattendo le mani sulla scrivania nera. L'uomo rimase in silenzio, posando la schiena sullo schienale della sedia. Una guardia entrò nella stanza, mi alzai in piedi -fanculo...- sussurrai mentre l'uomo mi ammanettava.

Uscimmo fuori, Michele e Samuele, ammanettati come me mi guardarono, dagli occhi di entrambi vedevo il pentimento, sapevo che loro non se lo sarebbero mai perdonato, ma non potevano assumersi la colpa, è stata una mia decisione e come tale pagherò. -va tutto bene.- sussurrai ai due che nel frattempo si alzarono in piedi per seguire me e il grande  uomo alla mia destra. -è un peccato che una bella ragazza come te vada in carcere.- disse l'uomo prima di farmi salire in macchina -è un peccato che tua madre quella sera non sia andata al cinema.- risposi sedendomi nei sedili posteriori. I miei due amici risero, cercando di non darlo a vedere, sorrisi. Andrà tutto bene.







CIAO AMICI QUESTA E' UNA NUOVA STORIA, E' DA MOLTO CHE PENSAVO DI PORTARNE UNA SU EMIS E NIENTE NE HO APPROFITTATO DOPO AVER VISTO DIVERSI FILM...E NIENTE SPERO VI PIACCIA.

Neve e Fango|| Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora