Buio e luce.

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"Io invece dico che facciamo così"

Charles si avvicina pericolosamente a me, sono consapevole di ciò che sta facendo, ma non voglio che sia, come la scorsa volta, un bacio dettato dalla foga del momento. Credetemi quando vi dico che lo desidererei con tutto il cuore, ma voglio che succeda perchè lo vuole davvero non perchè vuole lasciarsi alle spalle una storia che dura da anni.
Mi guarda, alternando lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra. E ogni volta che i suoi occhi guardano i miei mi sembra di vedere due smeraldi.
"Charles..." e lo vedo fermarsi a pochi centimetri dal mio viso, posso sentire distintamente il suo respiro che si mescola al mio, "Non... credimi lo vorrei con tutto il cuore ma non adesso.. io e te non siamo pronti a questo"
Percepisco tutta la sua delusione, e lo sono anche io. Vorrei fosse davvero tutto più facile, ma siamo già complicati io e lui da soli, metteteci insieme e aggiungete un lavoro comune in un ambiente prettamente maschilista, dove si è accusati un giorno si e l'altro pure di essere raccomandati. Risultato? Io e Charles siamo (obbligatoriamente) incompatibili. E fa male, eccome se fa male.

Il pilota rimane vicino al mio viso, fa un sospiro e mi lascia un dolce bacio sulla guancia prima di abbracciarmi stretto.
"Hai ragione, ma ce la faremo. Te lo prometto mon amour."
"Non promettere se non puoi mantenere"
"Se lo dico è perchè so che posso farlo. Fidati di me"
Rimango ancora un po' accoccolata sul suo petto prima di staccarmi e mettere fine a questo momento dolcemente malinconico (si può dire vero?). Restiamo comunque vicini sul suo immenso divano a guardarci un film, prima di andare a dormire. Questa volta ognuno nella propria stanza.
Non prendo sonno subito, ma ripenso alle sue parole al suo "te lo prometto" e soprattutto a come mi ha chiamata. Metto le cuffiette e ascolto un po' di musica, nella speranza di addormentarmi presto.

Ore 3:00

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Ore 3:00

Purtroppo neanche la musica sembra calmarmi, mi sto girando e rigirando nel letto e, oltretutto, dal balcone posso vedere i bagliori dei fulmini di un temporale che si sta avvicinando.
Ho sempre odiato i temporali notturni fin da bambina. Mi ricordo che quando accadeva mi rifugiavo nel lettone di mamma e papà. Mi mettevo in mezzo a loro e speravo che passasse in fretta. Ma almeno li mi sentivo al sicuro.
Peccato che ora non sia più una bambina e che i miei genitori siano a 500 km da qui.
Mi alzo e vado in cucina a preparami qualcosa di caldo, sperando che ci sia qualcosa e non solo acqua.
Fortunatamente, arrampicandomi per la dispensa, trovo una scatolina di tisana ai frutti di bosco. Probabilmente scaduta o forse appartenente alla (ex?) ragazza di Charles.
Metto una tazza di acqua in microonde e poi aspetto 5 minuti che la tisana sia pronta e nell'attesa mi siedo sullo sgabello della penisola di Charles, dando le spalle alla vetrata per evitare di vedere i fulmini e mi metto a sfogliare, senza dare troppa importanza, una rivista di (neanche a dirlo) automobili che si trova appoggiata al bancone.

Passati i 5 minuti prendo la tazza e mi sposto sul divano, mettendomi una coperta sulle gambe per non prendere freddo anche se in casa si potrebbe stare tranquillamente in maniche corte vista la temperatura. Nelle cuffie la musica continua a tenermi compagnia

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