Lei.

1.4K 59 0
                                    

📍Monte Carlo
25 Giugno 2019

Alla fine sono tornata a casa, a Monaco. Ma le mie condizioni non sono migliorate, anzi forse sono anche peggio di prima. Monte Carlo d'estate è praticamente un locale a cielo aperto: in ogni angolo si trovano musica, alcolici e ragazzi in cerca di sballo.
I turisti sono nel principato per i locali più in della costa azzurra, alla ricerca di qualche loro idolo che passa l'estate qui, ma non esistono solo turisti e non esistono solo i locali famosi.
Sono tornata ad uscire con il gruppo di scapestrati che frequentavo qualche anno fa, cercando di stare ben lontana dai locali della costa come il Jimmi'z o il Buddha bar. Ci sarei andata, tempo fa. Ma adesso il rischio di incontrare occhi verdi è troppo grande.

Qualcosa però è cambiato: riesco a parlare con Seb al telefono. Lui non sa tutto ciò che mi succede (credo), non sa delle giornate passate attaccata ad una bottiglia e non sa delle serate che cominciano quando lui probabilmente va a dormire. Conosce però i miei giorni bui, quelli in cui non ho voglia di niente se non stare a letto con le tapparelle abbassate. È in quei giorni che riesco a parlarci, che mi fa star bene avere un vero amico al mio fianco, anche se sono consapevole di cercarlo solo nel momento del bisogno. Mi ha chiesto più volte di andare da loro in Svizzera, è un luogo tranquillo per poter svuotare la testa dai pensieri. Sono tentata di andarci ma non riesco, per il momento.

Ho incontrato anche Lewis una mattina. Rientravo all'alba da una serata e avevo deciso di passare per il lungomare per vedere il sole sorgere sulla baia di Monaco. La mente mi aveva riportato al mio rientro a casa con Charles qualche mese prima, una delle prima volte in cui vedevo l'alba nonostante sia nata e cresciuta qui.
Ero seduta sulla ringhiera a picco sul mare, quando avevo sentito qualcuno chiamarmi. Lewis stava facendo il suo allenamento mattutino ma si era fermato a parlare con me. Non so come ma sono riuscita a sfogarmi con lui, a spiegargli i motivi della mia assenza e i problemi che mi stavano affliggendo.
"Vorrei abbracciarti Sophie ma sono sudato e puzzo" aveva detto facendomi ridere. Però poi, di slancio, lo avevo abbracciato io. Perchè da troppo tempo avevo bisogno di un contatto fisico con una persona che non fosse uno sconosciuto incontrato in una discoteca. Mi sono goduta l'alba con Lewis, sapendo di avere una persona al mio fianco che non mi aveva giudicata nonostante tutto quello che ero riuscita a raccontargli.
"Io ci sono Sophie, quando hai bisogno chiamami e non aver paura di disturbare" poi ha continuato la sua corsa, mentre io sono rientrata a casa.

Arriviamo a Charles, che continua a scrivermi nonostante non ottenga nessuna risposta da me. Mi manca è vero e so che se dovessi vederlo o sentirlo dimenticherei tutto, ma ancora non ci riesco. Mi ha fatto male, di nuovo. E se sono in questa situazione è anche per colpa sua.
Più di qualche volta è passato per casa mia, ha suonato alla porta ed è rimasto ad aspettare seduto sul muretto di fronte. Non ho mai aperto, ma l'ho guardato dalle vetrate di casa, al buio. Ho immaginato i suoi abbracci e le sue carezze, ho immaginato i suoi baci e il suo corpo su di me. Charles è come una droga, credetemi so bene gli effetti. Quando hai provato a stare con lui non riesci più a farne a meno. E disintossicarsi è dura, sono passati due mesi ma ancora non ci riesco. E non credo ci riuscirò mai.

Quando ci sono i weekend di gara riesco ad accendere la tv e guardarci, mi vedo la gara e immagino di essere li con loro perchè, inutile negarlo, mi manca quel mondo ma so che adesso non riuscirei ad aiutare. E nella formula 1, se non sei concentrato al 100%, puoi anche startene a casa.
Dal divano mi godo tutto con meno ansia: le prove libere, le qualifiche e la gara. Mi godo le interviste e mi perdo nelle iridi verdi del mio pilota preferito. Posso dire con assoluta certezza che non ha la solita sfumatura negli occhi, non ha il fuoco che lo ha sempre contraddistinto. So che un po' è colpa mia e me ne dispiaccio.
Domenica hanno gareggiato in Francia, qui vicino. Volevo andarci ma poi ho desistito.
Charles è andato a podio, sull'ultimo gradino ma davanti a Max. Era contento, apparentemente. Ma se le persone lo conoscessero tanto quanto me noterebbero lo sguardo spento.

Seulement rouge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora