"Accidenti, dai vieni qua!"
E niente, questa sono io mentre cerco di prendere il valigione infilato nell'ultimo ripiano dell'armadio di Seb. Ovviamente sono da sola perchè il mio amico tedesco stamattina è partito per andare a casa in Svizzera.
Se ve lo state chiedendo la valigia mi serve perchè ho trovato un appartamento e sto iniziando ad impacchettare le mie cose, non volevo disturbare ancora Sebastian nonostante abbia protestato (e non poco) quando gli ho detto che mi sarei trasferita.
Mi arrendo all'idea di riuscire a prendere la valigia in questo modo e inizio a cercare un qualcosa che mi permetta di arrivare allo scaffale senza imprecare ancora. Ovviamente non trovo nulla e come se non bastasse il telefono che si trova momentaneamente al piano di sotto inizia a suonare.
Mentirei se dicessi che sto correndo giù per le scale sperando che sia Charles a chiamare, visto che come suo solito non si è fatto sentire.Arrivo in salotto e guardo il mittente della chiamata che, come normale che sia, non è Charles...
"Ciao Lewis"
Saluto cordialmente il mio interlocutore sperando di non far trapelare la delusione dal mio tono di voce.
L'inglese mi chiede come sto e si scusa se il GP precedente non mi ha dato molte attenzioni e mi spiega che durante i weekend di gara è sempre abbastanza sfuggevole con tutti, per non avere distrazioni.
Magari Charles fosse così solo i weekend di gara, penso. Invece è sfuggevole soprattutto dopo le gare, come se gli desse fastidio la mia presenza...
"Sophie ci sei?" Mi richiama Lewis
"Eh? Si? Cosa dicevi?"
Il pilota scoppia in una risata fragorosa, dandomi della distratta
"Chiedevo se rientri a Monte Carlo in questi giorni"
"Non so, sono un po' incasinata con il trasloco perchè?"
Mentre sto finendo di pronunciare la frase suona il campanello di casa, oggi non ho un attimo di tregua.
Mi avvicino al citofono per guardare dalla telecamera se è qualcuno che conosco e quasi cado quando vedo chi c'è all'ingresso.
Premo il bottoncino per aprire il cancello e nello stesso momento apro la porta di casa con un sorriso a 32 denti
"Niente Sophie se torni magari ci prendiamo un caffè ti va?"
Mi chiede la persona dall'altra parte del telefono, mentre io accolgo Charles
"Scusa Lewis possiamo sentirci più tardi?"
L'inglese risponde affermativamente e mi saluta"Ciao Charles! Ma non eri a Monaco?" Gli chiedo sorridente abbracciandolo
Lui mi stringe nell'abbraccio con le sue braccia allenate, lasciandomi un bacio nei capelli.
"Diciamo che ho cambiato i miei piani al volo, letteralmente" mi risponde "però forse non dovevo..." mi risponde un po' malinconico.
"Ma no cosa dici? Sono contenta che tu sia qui... perchè dici così?" Gli chiedo.
"Non so... ho sentito con chi parlavi prima...." dice, abbassando lo sguardo verso le sue stesse scarpe.
Gli sorrido intenerita, non smetterà mai di farsi stupide paranoie!
"Charles... io adoro la tua gelosia, davvero... ma dovresti essere più sicuro di te stesso e soprattutto fidarti di me"
Mi rivolgo a lui dolcemente, basterebbe solo un decimo della sicurezza che mostra in pista per essere tranquillo.
"Dai vieni andiamo a sederci così mi racconti perchè sei qui"
Lo prendo per mano e mi avvio verso il divano del salotto, dove si siede e mi tira sulle sue gambe, dando inizio ad un bacio che di tranquillo non ha proprio nulla. Quando ci stacchiamo mi sorride facendo una smorfia maliziosa che mi fa solo scoppiare a ridere.
"Allora è per questo che sei qui, il tuo amico li era impaziente?" Gli chiedo senza smettere di sorridere. Charles mi tira un pugnetto sulla spalla, senza farmi male.
"Stupida!"
Restiamo accoccolati ancora un po', con Charles che mi accarezza il viso e io che gli lascio dei bacini sulle guance."Mi dici perchè sei qui adesso?" Esordisco tante coccole più tardi
"Volevo vederti..." mi risponde, ma capisco che il motivo non è solo quello
"Parli o ti devo tirare fuori le parole con la pinza?"
Lui tace, si incupisce e io mi spavento non poco. Non penso di aver combinato qualcosa in un giorno che non ci siamo visti, anche perchè ero collassata dalla stanchezza in aereo. Strano ma vero, ho dormito dentro a quell'aggeggio volante!
Mi sposto dalle sue gambe al divano e gli alzo la testa per farmi guardare
"Allora?"
Charles mi guarda per un attimo e poi si mette a ridere, provando a trattenersi invano. Lo guardo stranita e poi mi imbroncio appoggiandomi allo schienale del divano con le braccia incrociate.
"Dai Cherìe, scusa! Dovevi vederti, con il terrore nello sguardo" non rispondo e continuo ad ignorarlo, ovvio non sono arrabbiata ma è bello farsi rincorrere, ammettetelo!
"Non sarai davvero arrabbiata?"
Io continuo a non rispondere, guardando fisso davanti a me, trattenendo un sorriso.
"Ok... vorrà dire che passo al piano B cosa ne pensi?" Lo vedo avvicinarsi lentamente per poi lanciarsi addosso a me, iniziando a farmi il solletico nei fianchi. Lo sa bene che lo soffro terribilmente.
Lo imploro di fermarsi ma decide di non considerare le mie richieste, mentre io mi sto spanciando dalle risate
"Ti prego....Charles...... fermati...."
"Ad una condizione" mi risponde senza fermarsi, "oggi vieni a pranzo con me"
"O...oo..ok adesso fermati basta"
Si ferma lasciandomi un bacio tra il collo e l'orecchio, che fi fa venire i brividi. Andiamo, sono pur sempre umana!
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Seulement rouge
FanfictionRosso cuore, rosso passione, rosso Ferrari. Cosa accade se ti innamori del tuo migliore amico ma per paura di rovinare ogni cosa ti allontani? Sophie approda come ingegnere nella squadra rossa, senza grandi aspettative e solo con la voglia di vive...