So che mi stai guardando
Ma nonostante ciò preferisco fingere di non accorgermene, sono troppo distratta dall'uomo di fronte a me per poter prestare attenzione al tuo sguardo, che sento premere contro la mia pelle chiaramente.
"Ne vuoi ancora?" mi sorride lo stesso uomo che sembra aver iniziato a darti su i nervi negli ultimi tempi. E pensare che credevo poteste essere una coppia affiatata.
"Sarebbe fantastico, grazie." sorrido al mio interlocutore, non limitandomi alla mia solita espressione gentile e, vista la faccia del ragazzo che mi trovo di fronte, lui sembra essere al corrente delle mie intenzioni.
Anche tu sei al corrente delle mie intenzioni ed è questo che ti ha allontanato da quella ragazza che poco prima tenevi incollato alle tue labbra. Sai bene quanto so essere vendicativa, conosci i miei poteri.
Accavallo le gambe sull'alto sgabello e lo spacco del vestito sembra seguire il mio movimento scoprendo ulteriormente le mie gambe; non è passato inosservato al moro che mi siede davanti, ma non è passato inosservato neanche a te. Non è vero?
Come brucia il tuo sguardo...
Direi che fa male, ma al tempo stesso mi sento sollevata: sto avendo la mia vendetta.
Fino a dove pensi possa spingersi questo gioco? Fino a che punto credi saremo in grado di spingerci?
Ma soprattutto, chi credi che cederà per primo?
"Hai mai ballato?" domando portando lentamente il calice alle labrra, questo drink è davvero buono.
"Non direi..." lui mi rivolge un sorriso timido e al tempo stesso sicuro, bevendo con meno delicatezza e in modo più rozzo, senza comunque risultare volgare.
Sai, se non fosse stato per te, forse mi sarebbe piaciuto davvero.
"In questo momento ho una gran voglia di farlo." sorrido, afferrando quella mano tatuata e servendomene per trascinare il flottaro in pista con me. "È a tuo rischio e pericolo." mi avvisa, rosso in viso ma apparentemente sicuro.
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato essere stretta da lui. Se solo provassi qualcosa per questo dottore tutto sarebbe più facile.
Ti sento ancora, sento ancora i tuoi occhi scrutarmi e il vuoto che mi hai lasciato nel petto non mi abbandona per neanche un istante.
Ti guardo, lo faccio perché ho bisogno di sapere che soffri come soffro io; lo faccio perché sono un'egoista, perché non avresti mai dovuto avvicinarti ad una donna come me dal primo momento.
Ma adesso guardami, guarda come le mani di lui mi circondano la vita, osserva i nostri bacini così vicini da entrare a contatto, segui i movimenti delle nostre labbra, intente a dire chissà cosa.
Ma non ti riguarda e lo sai.
Non ti riguarda ma lo odi lo stesso.
Come io odio te.
Come io odio me.
Come io odio il petto che sembra essere stato svuotato da qualsiasi cosa vi si trovasse all'interno da alcuni mesi.
Ma è fatta.
Forse hai fatto bene.
Anzi no, hai fatto bene.
Eppure non lo accetto.
"Come me la sto cavando?" lui mi sorride, ora più a suo agio e devo ammettere di essere piacevolmente colpita. "Sai, è una ballo piuttosto passionale questo, dovresti avvicinarti di più. - sussurro, questa volta il suo fiato si blocca e gli occhi sembrano essere sbarrati -Poi... Il ballo è arte. È passione. A me questo quadro sembra piuttosto piatto sebbene tecnicamente ben realizzato. " spiego, allontanandomi leggermente dalla pista e abbandonando in essa il mio accompagnatore, tornando al bancone. Mi seguirà.
"Cosa credi di fare?" mi fissi, sembri arrabbiato, tanto meglio. "Tutto ok?" non ho bisogno di ascoltare la tua inutile predica; prendo il drink che il mio cavaliere ha dimenticato al bancone e evito di rivolgerti qualsiasi sguardo.
"A che gioco stai giocando, Robin?" domandi serio. Mi chiedo come sia possibile, ma è così, dici davvero.
"È curioso che tu ora mi chiami in questo modo." ammetto non riuscendo a trattenere un sorriso; sono tutt'altro che allegra, ma quel sorriso spunta da solo senza che io possa evitarlo.
"Non ho tempo per queste stronzate. Pensavo fossi una donna matura. Lui è un nostro alleato." spieghi serio e sento la rabbia inondarmi il petto.
