"Julia's pov"
Usciti da Starbucks Micheal mi prende per un braccio e mi gira verso di lui.
Mi bacia e mi chiede di fare un giro noi due soli.
Mi porta in un parco quasi completamente verde con qualche panchina e un piccolo ruscello.
"Sei il ragazzo punk più romantico che io conosca"
"Grazie amore" disse lui incupendosi un po' e coprendosi le mani con le maniche della giacca.
"Amore cos'hai?"
"Nulla, tranquilla"
"Tu non me la racconti giusta Mike"
"Credimi, non ho nulla"
"Mh. Tirati su le maniche della giacca e togliti anche tutti quei braccialetti"
"Perché?" Disse arrossendo.
"Perché voglio vedere"
"Okay"
Si alzò lentamente le maniche della giacca e si tolse tutti quegli strani braccialetti.
"Micheal's pov"
Sono fottuto.
"Mike, perché?" Disse mentre una lacrima le rigò il viso.
"Io..."
"Dimmi cos'hai, amore" disse sempre piangendo.
I miei occhi si appannarono per via delle lacrime che provavo a trattenere.
"Non trattenerle, piangere fa bene"
"Okay. Avevo 15 anni. I miei sono stati invitati ad una cena. Al ritorno mio padre doveva guidare perché non potevano permettersi un taxi. Aveva bevuto troppo e non vedeva bene. È passato con il rosso e un camion gli è andato addosso. Mio padre è morto sul colpo e lei in coma farmacologico. Mi hanno messo in una casa famiglia e ora mi hanno adottato i genitori di Cal"
"Amore, mi dispiace, davvero"
Poi mi alzai di nuovo le maniche e le dissi:
"Peró, guarda, sono tutte cicatrici e non ci sogno tagli freschi. Da quando sei entrata nella mia vita ho smesso"
A quell'affermazione lei smesse di piangere e mi saltò addosso dicendo
"Ti amo come nessuno potrà fare, Clifford"