Capitolo 7: verità amare

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"Julia's pov"

Usciti da Starbucks Micheal mi prende per un braccio e mi gira verso di lui.

Mi bacia e mi chiede di fare un giro noi due soli.

Mi porta in un parco quasi completamente verde con qualche panchina e un piccolo ruscello.

"Sei il ragazzo punk più romantico che io conosca"

"Grazie amore" disse lui incupendosi un po' e coprendosi le mani con le maniche della giacca.

"Amore cos'hai?"

"Nulla, tranquilla"

"Tu non me la racconti giusta Mike"

"Credimi, non ho nulla"

"Mh. Tirati su le maniche della giacca e togliti anche tutti quei braccialetti"

"Perché?" Disse arrossendo.

"Perché voglio vedere"

"Okay"

Si alzò lentamente le maniche della giacca e si tolse tutti quegli strani braccialetti.

"Micheal's pov"

Sono fottuto.

"Mike, perché?" Disse mentre una lacrima le rigò il viso.

"Io..."

"Dimmi cos'hai, amore" disse sempre piangendo.

I miei occhi si appannarono per via delle lacrime che provavo a trattenere.

"Non trattenerle, piangere fa bene"

"Okay. Avevo 15 anni. I miei sono stati invitati ad una cena. Al ritorno mio padre doveva guidare perché non potevano permettersi un taxi. Aveva bevuto troppo e non vedeva bene. È passato con il rosso e un camion gli è andato addosso. Mio padre è morto sul colpo e lei in coma farmacologico. Mi hanno messo in una casa famiglia e ora mi hanno adottato i genitori di Cal"

"Amore, mi dispiace, davvero"

Poi mi alzai di nuovo le maniche e le dissi:

"Peró, guarda, sono tutte cicatrici e non ci sogno tagli freschi. Da quando sei entrata nella mia vita ho smesso"

A quell'affermazione lei smesse di piangere e mi saltò addosso dicendo

"Ti amo come nessuno potrà fare, Clifford"

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