Pensai molto alla convivenza e decisi che era una buona idea.
Dovevo prima parlare con Grace e chiarire tutto.
*inizio chiamata*
"Grace?"
"Dimmi Julia"
"Senti Grace io non ce la faccio a starti lontana. È passata una settimana e io già non ce la faccio più: ho bisogno di te. Noi ci conosciamo dalle scuole elementari, cazzo. Non può finire tutto così per una cazzata. Ti voglio bene, Ace"
"Anche io Ju. Non voglio perderti"
"Grazie di aver capito Ace"
"Grazie a te"
"Di cosa Ace?"
"Per aver parlato con Calum. Lo so che sei stata tu"
Scoppiammo in una risata da cretine.
"Senti Ace, io stavo pensando di andare veramente a vivere con i ragazzi. Tu che ne pensi?"
"Penso che sia un'idea fantastica" riuscivo quasi a vedere il sorriso sulla sua faccia.
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Calum e Marta mi hanno aiutata a finire di fare le valigie.
"Allora ciao mamma"
Lei mi abbracciò e disse:
"Promettimi che verrai a trovarmi, ok?"
"Ok mamma. Ti voglio bene"
"Anch'io te ne voglio e salutami il tuo ragazzo, com'è che si chiama? Micheal?"
"Mamma ma tu che ne sai?"
Poi Calum e Marta iniziarono a ridere e io capii che erano stati loro.
"Si va bene mamma... Ciao"
Scendemmo le scale e facemmo una corsa per prendere l'autobus che stava arrivando.
"Potevate risparmiarvelo, siete due bastardi" dissi alzando un sorriso ironicamente.
"Ju, preparati ad andare a vivere tra le scimmie" disse Marta.
"Che??"
"Questi quattro sono dei vandali..."
'Oddio' pensai.
"Siamo così male?" intervenne Calum ridendo.
"Si. Tranne te che sei tutto ordinato, sarà la parentela con Julia"
Gli occhi scuri di Calum divennero ancora più scuri e si abbassarono incominciando a studiare le vans del ragazzo.
Fulminai Marta con lo sguardo e abbracciai Calum.
"Ragazze dobbiamo scendere"
Scesi dall'autobus facemmo un pezzo di strada a piedi e ci ritrovammo davanti a un'enorme casa bianca.
"È questa?" Sbarrai gli occhi.
Calum sorrise e disse: "Si Ju è questa"
"Merda" rimasi letteralmente a bocca aperta.
Avrà avuto 15 stanze in tutto.
Dividevo la stanza con Grace e alla stanza accanto c'erano Eveline e Marta.
Le stanze da letto erano in un corridoio lungo: da un lato c'erano le nostre stanze, dall'altro quelle dei ragazzi e i bagni.
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"Amore vieni?" Sentii dalla porta Micheal che mi chiamava.
Saranno state le due di notte.
"Ma sei pazzo? Lo sai che ore sono?"
"Si lo so sono pazzo. Vieni?"
"Micheal voglio dormire..."
"Tanto ormai sei sveglia, no?"
Non ebbi neanche il tempo di rispondere che mi prese per il polso e mi trascinò in giardino.
Accese la luce e sorrise soddisfatto.
Vidi un tavolino bianco con delle sedie su cui era posata una rosa rossa.
Mi girai a guardare Micheal.
"È per te, Amore"
"Ti amo"
Mi accarezzò il viso dolcemente e premette le sue labbra contro le mie.