capitolo 3

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Stiles una volta arrivato a casa corse al piano superiore, entrò nella sua camera sbattendo la porta talmente forte che sentì il muro scricchiolare. Era furioso.

La cosa che lo fece infuriare di più fu il fatto che quel zuccone lupastro dei suoi stivali non aveva nemmeno avuto il coraggio di rispondergli. Era rimasto immobile con quella faccia da pesce lesso mannaro a fissarlo. E non voleva pensare di certo ai suoi occhi e a quanto sembravano tristi. "Maledizione ora mi sento una merda".

Schiuse di poco la finestra e si infilò a letto.

Ormai era notte e Derek non si presentò a casa di Stiles come si aspettava il ragazzino. Quindi deluso chiuse la finestra e tornò a letto.

"Speravo che almeno saresti sbucato dal nulla come al tuo solito, facendomi venire un infarto brutto lupo cattivo."

Derek che era appostato sotto la sua finestra sentì tutto. Stiles aveva una voce così amareggiata che gli fece male al cuore. Ma una piccola, quasi invisibile, parte di lui era felice di sapere che nonostante avessero litigato, il ragazzo volesse ancora vederlo.

Derek avrebbe voluto salire, prenderlo tra le braccia e baciarlo finché non fosse ritornato ad essere lo Stiles molesto ed allegro che tanto amava, per una volta avrebbe voluto tanto essere egoista. É sempre stato cosciente dei sentimenti che Stiles provava per lui, anche se inizialmente pensò si trattasse solo di una cotta adolescenziale. Poi però avevano imparato a conoscersi, si fidavano l'uno dell'altro e presto Derek si ritrovò a ricambiare, anche se lottava con tutte le forze per non farlo, quei dolci sentimenti che lo spaventano terribilmente. Perché lui sa che tutto quello che ama, muore.

Quindi potè solamente restare sotto il portico di casa sua, aspettando che Stiles si addormentasse, vegliando che nessuno disturbasse il suo sonno, ma soprattutto che gli incubi, che ogni sera lo tormentavano, oggi lo lasciassero riposare.

"Tieni ragazzo, ti ho portato del caffè."

Lo sceriffo sorrise a Derek che lo stava guardando con un misto di imbarazzo e stupore. Era talmente assorto nei suoi pensieri da non aver sentito il padre di Stiles andargli incontro.

"So che tutte le notti ti metti qui sotto a vegliare la casa. Scott mi ha raccontato cosa è successo in Messico. Grazie per aver protetto il mio ragazzo e avermelo riportato a casa sano e salvo."

"Umh." fu l'unica cosa che riuscì a dire, ma lo sceriffo non era scoraggiato, sapeva quanto a Derek non piacesse parlare.

"Cosa ne dici se per questa sera vieni dentro? Oggi la temperatura si è abbassata di molto, e, anche se so che voi lupi non vi ammalate, mio figlio mi ucciderebbe se ti lasciassi fuori."

Derek tentò di rifiutare ma la faccia seria dello sceriffo e la sua parte animale lo convinsero a restare.

"Va di sopra, sono sicuro che sai dove si trova camera sua." così dicendo si diresse in cucina.

Questa notte il figlio non avrebbe avuto i soliti incubi.

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