capitolo 17

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Erano già passate 3 settimane da quando Derek era tornato, e le cose tra i due stavano andando a meraviglia. Derek aveva smesso di scappare dai suoi sentimenti e non poteva essere più felice di quella scelta. Anche i loro litigi, se ben frequenti, erano del tutto diversi.

Una sera mentre Stiles si infilava nel letto vicino a Derek gli disse "Con te gli incubi scappano, sei come uno scaccia sogni mannaro!"

"Ma sai... Potresti anche usare la porta di casa adesso."

"No. Non se ne parla. Almeno non quando c'è tuo padre."

"Perché Derek? Non vuoi che si sappia che dormi con me?! Ti vergogni della nostra relazione? Sarà sempre una storia segreta? Beh sorpresa... Quasi tutto il branco sa di noi! Quindi il tuo piano di fare tutto di nascosto è fallito!"

" Stiles. Stai zitto. E ascoltami."

Ma l'altro continuava. E ad ogni parola si arrabbiava sempre di più. Derek spazientito sbuffò forte per mandare via la frustrazione, quel ragazzino lo avrebbe fatto impazzire. Stiles era sceso dal letto e continuava a blaterare. Derek però lo lasciò fare, nel frattempo ne approfittò per ammirarlo.

I capelli gli erano cresciuti dalla prima volta che lo aveva visto, il viso da bambino era diventato quello di un ragazzo, i lineamenti erano più marcati, il suo viso solitamente pallido ora era rosso dalla rabbia. Mentre parlava ad ogni frase si passava la lingua sulle labbra per inumidirle, quel gesto lo stava ipnotizzando, con gli occhi scese sul collo del ragazzo, aveva dei leggeri segni lasciati dai suoi denti.

Derek si sentì soddisfatto, erano come un marchio di possesso, quel logorroico ragazzino finalmente era suo. Ora Stiles si stava picchiettando con un dito all'altezza del cuore per indicare la sua persona, mentre continuava a parlare. Ad ogni movimento i bicipiti si gonfiavano e Derek, si soffermo a guardare quei piccoli muscoletti che iniziavano a formarsi grazie agli allenamenti di lacrosse.

Il suo corpo, come il viso, aveva dei piccoli nei sparsi qua e la, ai suoi occhi lo rendevano ancora più sexy, Derek ammiro gli addominali leggermente accennati del più piccolo, scendendo con gli occhi seguì quella linea di peletti che andava dall'ombelico fin sotto ai pantaloni della tuta. Ogni centimetro di pelle di Stiles ai suoi occhi era bellissimo. Ormai eccitato decise di interrompere lo sproloquio del ragazzino tirandoselo addosso per un braccio.

"Stupido ragazzino. Non pensarlo nemmeno! Intendevo dire che se vogliamo dire a tuo padre che stiamo insieme lo dobbiamo fare bene. Non posso suonare alla porta e dirgli <<Salve! io vado su a dormire con suo figlio, buonanotte.>> ti devo ricordare che è lo Sceriffo?!"

"Beh non vedo cosa ci sarebbe di male, infondo lo fai tutte le notti. A sto punto non vedo perché non dirglielo. A meno che... OH MIO DIO!! Wooohooo TU HAI PAURA!!! Hai paura di mio padre! Il bello e potente lupo mannaro ha paura di mio padre!!! Aspetta che chiamo Scott devo assolutamente raccontarglielo!"

"Non ho paura!! Solo lo rispetto... E se non la smetti di gridare tuo padre troverà il tuo cadavere domani mattina."

"Ooohooo sto tremando di paura! Ma sai... Puoi sempre zittirmi tu..." l'ultima frase gliela sussurrò vicino all'orecchio.

"Sono sicuro che mi farai impazzire un giorno di questi."

"Ma Sourwolf, tu sei già pazzo. Sei pazzo di me!"

"Uhm, ora vieni qui così ti zittisco come si deve."

Si baciarono fino a bruciare di desiderio, Stiles voleva far perdere il controllo a Derek, cercò di usare tutte le strategie di seduzione che conosceva, ma Derek era irremovibile. Non lo avrebbero mai fatto in casa di Stiles se lo Sceriffo non fosse stato a lavoro.

"Wow! Sei proprio terrorizzato da lui!" lo stuzzico Stiles.

"Taci Stiles! O ti apro la gola!"

"Ehi hai dimenticato il pezzo - con i denti - mostrandomi i tuoi spaventosamente sexy canini! È la mia parte preferita!!!

"Con i denti" lo accontentò Derek poi scoppiarono a ridere insieme.

Stiles pensò che era il suono più bello del mondo. Lo aveva visto di rado sorridere, conosceva quasi tutto il repertorio delle sue espressioni imbronciate, ma quella era sicuramente la prima volta che lo sentì ridere di gusto. Quel suono sarebbe stato in grado si sciogliere anche il ghiaccio dell'Antartide.

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