𝒹ℴ𝓁𝒸ℯ 𝒸ℴ𝓂ℯ 𝒾𝓁 𝓂𝒾ℯ𝓁ℯ;

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sᴏɴɢ:ᴄᴀʟɪғᴏʀɴɪᴀ ᴅʀᴇᴀᴍɪɴ', ᴊᴏsé ғᴇʟɪᴄɪᴀɴᴏ

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sᴏɴɢ:
ᴄᴀʟɪғᴏʀɴɪᴀ ᴅʀᴇᴀᴍɪɴ', ᴊᴏsé ғᴇʟɪᴄɪᴀɴᴏ

Il suo cuore faceva faticosamente male, male da morire.
Eppure, Jimin si sentiva come un ruscello.
Tranquillo, senza paura.
Ormai non stava nemmeno piangendo più.
Dopo che Yoongi l'aveva quasi soffocato, sul pavimento del bagno della camera di Jungkook, il ragazzo dai capelli biondi si era calmato.
Jimin non aveva più pianto, non aveva versato nemmeno una lacrima in più.
E questo tutto per una motivazione ben precisa, calibrata, anche se presa in fretta, troppo in fretta.
Jimin si era promesso di non cadere in pezzi.
Aveva deciso che quello... che quello non era il momento adatto per crollare, per cadere.
Lui non era bravo a cadere, per niente.
Ma non era questo il punto.
Il punto era che doveva tenere duro perché Jungkook era probabilmente in uno dei momenti più bui della sua vita.
E lui doveva essere forte, doveva essere forte per il ragazzo di cui si era disperatamente innamorato.
Diavolo, non gli importava più di nulla.
Fanculo suo padre, fanculo quel coglione del suo ex ragazzo, fanculo tutto!
Gli interessava solo di Jungkook, solo di lui.
Ora il corvino era il centro delle sue totali attenzioni.
Forse era l'innamoramento.
No, fanculo, non era solo quello.
Era che Jungkook se lo meritava.
Quel ragazzo meritava di avere amore, affetto, cura.
Jungkook si meritava tutto.
E Jimin voleva quasi mettersi a ridere perché lui... lui non era mai stato amato, non era mai stato curato.
Era un campo tutto nuovo per lui.
Poteva amare qualcuno anche se nessuno glielo aveva mai insegnato?
Sperava davvero di sì, perché altrimenti non sapeva dove sarebbero andati a finire.
Con un po' di coraggio aveva messo in atto quel tentativo fin da subito.
Doveva farlo, non poteva perdere tempo.
Voleva provare, voleva provare ad amare Jungkook, voleva provare a prendersene cura.
Lo voleva davvero.
Così, dopo che Yoongi era stato allontanato sia da Taehyung che da Namjoon, Jimin si era alzato, in silenzio, più risoluto di un robot, le guance marchiate dalle lacrime secche che avevano lasciato tracce di sale sulla sua pelle.
Si era alzato ed aveva chiesto a tutti una mano per attuare diversi compiti ed i ragazzi erano rimasti basiti dal suo comportamento, dal cambiamento repentino.
Perché Jimin sembrava improvvisamente aver preso il controllo su ogni cosa, su ogni minima cosa, dopo aver visto e vissuto il puro caos.
Il biondo aveva chiesto ai ragazzi di aiutarlo a portare Jungkook sul letto, di aiutarlo a cambiarlo e convincerlo a buttare giù qualcosa per farlo stare meglio, sia a livello di stomaco sia a livello di mal di testa.
Jimin non voleva nemmeno immaginare come stesse lo stomaco di Jungkook con tutto quell'alcol dentro, dopo che era passata una settimana in cui il corvino si era indotto il vomito più volte.
Jungkook non era di certo leggero, data la massa muscolare, ma in quattro alla fine erano riusciti a metterlo in sesto, con tanto di t-shirt pulita e pantaloni di tuta nuovi.
Taehyung aveva chiesto anche, con una timidezza che solitamente non gli apparteneva, se servisse un aiuto per medicare le braccia del corvino, ed a quella domanda era calato il silenzio di nuovo.
Persino Yoongi, che dopo aver aggredito Jimin si era stranamente ammutolito, aveva alzato la testa in quel momento, tornando ad essere presente mentalmente nella stanza.
E Jimin... Jimin aveva tirato indietro le lacrime ed aveva detto che ci avrebbe pensato da solo, che per quello non c'era bisogno d'aiuto.
Il ragazzo non sapeva perché, ma sentiva che doveva farlo lui, da solo.
Sentiva dentro di sé che Jungkook la mattina dopo si sarebbe odiato per essersi mostrato così debole, così spezzato.
Il corvino aveva eretto una corazza e loro avevano visto il marcio dietro di essa, la ruggine che consumava il metallo.
Sentiva che doveva essere lui ad occuparsene perché sapeva che il corvino non avrebbe voluto farsi toccare, farsi compatire, da chiunque.
Jungkook era troppo orgoglioso.
La sua coscienza ferita probabilmente avrebbe sopportato solo la compassione di Jimin.
Che poi, quella del biondo non era compassione, assolutamente no.
Era molto di più.
Molto di più.

THE POETRY BOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora