𝓋𝒶𝓁𝓏ℯ𝓇 𝒹𝒾 𝒸𝓊ℴ𝓇𝒾 𝒾𝓃𝒻𝓇𝒶𝓃𝓉𝒾;

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sᴏɴɢ:ᴀɪɴ'ᴛ ɴᴏ ᴍᴏᴜɴᴛᴀɪɴ ʜɪɢʜ ᴇɴᴏᴜɢʜ, ᴍᴀʀᴠɪɴ ɢᴀʏᴇ ᴀɴᴅ ᴛᴀᴍᴍɪ ᴛᴇʀʀᴇʟʟ

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sᴏɴɢ:
ᴀɪɴ'ᴛ ɴᴏ ᴍᴏᴜɴᴛᴀɪɴ ʜɪɢʜ ᴇɴᴏᴜɢʜ, ᴍᴀʀᴠɪɴ ɢᴀʏᴇ ᴀɴᴅ ᴛᴀᴍᴍɪ ᴛᴇʀʀᴇʟʟ

Erano già le nove di sera e Jimin non faceva altro che giocare con il proprio cibo, al tavolo in mensa.

Zuppa di cavolfiori.
Che tristezza.

Il biondino era divorato dai sensi di colpa e la notte precedente non aveva dormito al solo pensiero di quello che era successo nell'aula di scherma.
Jimin non sapeva nemmeno perché si sentisse così in colpa... dopotutto, era così tanto per Jungkook accettare che, beh, erano nella stessa scuola, quindi era impossibile che non si incontrassero al di fuori delle loro lezioni?
Certo, Jimin era andato di proposito in quell'aula, non per gioco del destino o del caso, quindi aveva volontariamente forzato la mano.
Ma di certo non si aspettava che sarebbe successo tutto quel putiferio.
Forse se quel Min non si fosse messo in mezzo Jungkook non si sarebbe arrabbiato così tanto e avrebbe fatto solamente finta di non conoscere Jimin.
Ma irrimediabilmente avrebbe sofferto lo stesso.
Lui e Jungkook non era nulla, ovviamente.
Cioè, lui doveva solo insegnargli come scopare, evitando così di farsi il segno della croce di fronte ad un paio di testicoli... ma davvero Jimin non poteva capacitarsi di quella scelta.
Della scelta di Jungkook di far finta che lui non esistesse all'infuori di quella stanza.
Davvero contava così poco per lui? Non erano nemmeno amici, certo, però si baciavano, avrebbero sicuramente fatto sesso... e Jimin era sicuro che Jungkook in quei baci, seppur fatti per via delle lezioni, ci mettesse qualcosa dentro, anche se non sapeva ancora cosa.

Così, con questi pensieri a girovagare per gli angoli della propria scatola cranica, Jimin si ritrovava a girare per l'ennesima volta il cucchiaio nella zuppa, lanciando un'occhiata ogni tanto a Jungkook, che era come sempre al suo solito tavolo della mensa, da solo.

Quel ragazzo stava sempre da solo.

«Se lo guardi di nuovo lo consumi.»

Disse Hoseok, attirando la sua attenzione.

«Lo so, e lui non vuole.
Dice che è già incorporeo.»

«Che?»

Jimin sospirò, distogliendo lo sguardo da Hoseok per riportarlo sul corvino, il quale silenziosamente mangiava il suo riso, posando ogni tanto le posate per annotare qualcosa su uno dei suoi tanti quaderni.
Sembrava così assorto.

«Perché non provi a parlargli?
Tanto tra poco andrà in bagno.
Magari lì ti darà ascolto e tu gli prometterai che nè tu nè noi lo cercheremo mai più e potrà continuare a fare l'asociale.
E così tornerete alle vostre lezioni.» Suggerì Taehyung, mentre scartava i cavolfiori dalla propria zuppa e li buttava caoticamente nel piatto di Jin, facendogli storcere il naso.

THE POETRY BOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora