ℊ𝒾ℴ𝒸𝒶𝓉𝓉ℴ𝓁𝒾 𝓃ℯ𝓁𝓁 '𝒶𝓇𝓂𝒶𝒹𝒾ℴ;

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sᴏɴɢ:ᴛᴡɪsᴛ ᴀɴᴅ sʜᴏᴜᴛ, ᴛʜᴇ ʙᴇᴀᴛʟᴇs

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sᴏɴɢ:
ᴛᴡɪsᴛ ᴀɴᴅ sʜᴏᴜᴛ, ᴛʜᴇ ʙᴇᴀᴛʟᴇs

n: red red red!

Jimin sapeva che non doveva assolutamente farlo.
Soprattutto non ora, non da quando lui e Jungkook facevano sesso continuamente, più volte di seguito, avendo così il culo a pezzi.
Lo sapeva benissimo, forse fin troppo.
Aveva contato almeno cinque motivi per cui non avrebbe dovuto fare quello che aveva intenzione di fare.
1. Jungkook si sarebbe arrabbiato da morire.
2. Jungkook lo avrebbe punito come non mai.
3. Jungkook gli aveva detto che solo lui, il dom, poteva toccarli, quindi non avrebbe potuto assolutamente sbirciare.
4. Probabilmente Jungkook lo avrebbe scopato fino a farlo svenire.
5. Jungkook si sarebbe arrabbiato da morire, ma forse questo motivo l'aveva già contato.
Jimin si guardò intorno, la tentazione che per la seconda volta bussava alla sua mente, asciugandosi le mani sudate sulle gambe e prendendo un respiro profondo.
Voleva rivederli.
Voleva rivedere i giocattoli che aveva Jungkook.
Non avrebbe dovuto farlo, ma desiderava così tanto riprendere di nuovo tra le mani tutti quegli oggetti, i dildi, le manette che già la volta precedente aveva avuto modo di guardare, potendo immaginare come Jungkook avrebbe potuto usare tutte quelle cose su di lui, dicendogli quanto fosse un bravo ragazzo...
Non poteva resistere.
Ma Jimin in quel momento, mentre stava aprendo l'armadio e prendendo una delle corde di Jungkook, non stava facendo il cosiddetto bravo ragazzo, anzi, era così cattivo in quel momento.
Lo sapeva bene.
Eppure...
Eppure forse voleva esserlo, cattivo.
Forse voleva...
Forse voleva che magari Jungkook lo punisse, magari voleva che il corvino lo scoprisse a fare il bambino ribelle, il bambino cattivo.
Jimin rilasciò un respiro tremante, stringendo la corda tra le mani tremanti, pensando di doverla assolutamente rimettere al suo posto, lo sguardo che andava ai vibratori che aveva appoggiato a terra nell'ingenuità della sua curiosità.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare cosa fare, a quel punto, visto che la porta alle sue spalle si aprì, facendogli gelare il sangue.
Era troppo tardi per ripensarci.

«Cosa stai facendo, Jiminie?»

Jimin sobbalzò, la corda tra le dita a dimostrazione del fatto che stesse mettendo le mani dove non avrebbe dovuto.

Jungkook corrugò un sopracciglio, lo sguardo vagò sul biondo, soffermandosi sulla corda.
Le labbra del corvino si piegarono in una linea piatta, mentre scuoteva la testa con delusione.

Jimin deglutì.

«Non andiamo proprio bene, Jiminie.
Che cattivo ragazzo.
Sono così deluso.
Non avresti dovuto frugare tra le mie cose, ti ho già detto che solo il tuo dom può toccarle.
A te non è concesso.»

THE POETRY BOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora