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sᴏɴɢ:
ɪ ʟᴏᴠᴇ ʀᴏᴄᴋ 'ɴ ʀᴏʟʟ, ᴊᴏᴀɴ ᴊᴇᴛᴛ & ᴛʜᴇ ʙᴀᴄᴋʜᴇᴀʀᴛsn: red!
Era agitato, non poteva negarlo.
In quei pochi giorni passati dal litigio tra Jungkook e Wonho, il corvino gli aveva fatto provare di tutto.
Jungkook lo aveva esplorato in qualsiasi modo possibile, visto che i due, per grazia del preside, avevano avuto il permesso di saltare un paio di giorni di lezione dopo tutto quello che era successo.
Jimin avrebbe potuto fare di tutto, impiegare il tempo in qualsiasi modo, magari ascoltando una delle sue cassette di Lana Del Rey, ma alla fine non era uscito nemmeno per sbaglio dalla propria stanza.
E aveva le sue buone ragioni per essere rimasto lì tutto quel tempo.
Eccome se le aveva.
Jungkook lo aveva letteralmente stremato.
In tre giorni il biondino aveva avuto così tanti orgasmi da convincersi che probabilmente gli sarebbe caduto il cazzo da un momento all'altro, per non parlare del dolore al sedere.
Il ragazzo delle poesie, infatti, gli aveva fatto provare cose incredibili.
Jimin aveva praticamente recuperato una vita d'astinenza dalla sessualità tutta nel giro di pochi giorni, in poche notti.
Jungkook gli aveva fatto un pompino sotto la doccia, uno sopra il letto, uno sul pavimento, uno mentre era seduto sulla propria scrivania a gambe aperte.
Uno addirittura da bendato, con i polsi legati da una cintura di pelle nera.
E per diavolo...
Quanto cazzo gli era piaciuto sentire la bocca calda del corvino avvolgere la propria intimità senza poterlo vedere, con le sensazioni triplicate, più forti, più prorompenti, i rumori bagnati che sembravano risuonare tra le pareti della stanza.
Jimin, ovviamente, lo aveva ricambiato ogni volta, soprattutto le volte in cui il corvino lo faceva anche mettere a quattro zampe per poterlo profanare con le dita.
Quelle fottute dita dentro di lui toccavano punti che non sapeva nemmeno di avere.
Un giorno di questi sarebbe svenuto con le dita di Jungkook dentro di sé mentre spingeva sulla sua prostata, ne era sicuro.
Jimin, se per questo, era davvero sorpreso da tutto quello, visto che aveva scoperto di avere dei gusti, di apprezzare delle determinate cose, che non si sarebbe mai aspettato dalla propria mente.
Quasi quasi non si riconosceva più.
I suoi gusti avrebbero fatto storcere il naso a quella pudica di sua madre, ci avrebbe scommesso.
Gli piaceva farsi bendare, soprattutto quando Jungkook lo faceva trepidare in attesa prima di leccare la sua entrata.
Gli piaceva farsi legare i polsi dietro la schiena, mentre Jungkook sforbiciava dentro di lui, mordendogli la nuca.
Gli piaceva farsi chiamare "bravo ragazzo" e soprattutto, cazzo, quanto gli piaceva che Jungkook lo lodasse ogni volta che faceva il bravo bambino trannendo l'orgasmo per lui.
Jungkook gli aveva detto che proprio lui, Park Jimin, ormai ex ragazzo cazzofobico, aveva probabilmente un paio di kink.
Jimin non ci aveva capito molto, anche perché quei kink avevano tutti nomi inglesi, come spank kink, praise kink, o qualcosa del genere, e lui di inglese sapeva ben poco.
Ma a lui non interessavano i nomi, sapeva solo che voleva sempre di più.
Sempre di più.
Il biondino ci aveva pensato bene, ci aveva pensato più che bene, e non vedeva l'ora di fare l'amore con Jungkook.
Voleva perdere la verginità con lui.
E non solo per il piacere fisico che aveva scoperto da poco.
Ma anche per amore, principalmente per amore.
Perché Jungkook, ogni volta, era così dolce con lui, che il suo cuore fluttuava.
Il ragazzo delle poesie, ogni sera, gli leggeva una citazione di un qualche libro che aveva sottolineato con cura con la propria matita, perché questo gli ricordava di Jimin.
Il ragazzo delle poesie ogni sera, prima di dormire, gli leggeva una delle poesie che aveva scritto tempo addietro, a volte le componeva sul momento, con una mano tra i capelli del biondino e l'altra intenta a scrivere con la penna, mentre erano stesi a letto.
Jungkook si prendeva sempre cura di lui, si assicurava che stesse bene, che si sentisse al sicuro.
Ogni giorno lo faceva specchiare davanti alle pareti riflettenti della sua camera, invitandolo ad ammirare ogni suo particolare, ogni linea, ogni smagliatura, ogni neo, ogni ruga sul viso.
Jungkook lo faceva sempre ridere, gli faceva bene al cuore.
E Jimin non poteva essere più che felice, ricambiando tutte quelle dolcezze con parole dolci, baci rubati con un po' di timidezza, coccole mattutine.
Jimin era al sicuro, per la prima volta nella sua vita.
Ed ora, mentre era in biblioteca, era ancora più convinto di essere al sicuro.
Perché Jungkook era con lui, con un libro in mano, L'Animale Morente di Roth, mentre aspettava che Jimin finisse i propri compiti con l'ausilio dei suoi libri speciali.
Era dolcissimo.
Jungkook era il ragazzo più dolce che avesse mai conosciuto.
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THE POETRY BOY | JIKOOK
Fanfictionlo studente park jimin, fresco di rottura con il suo ragazzo epocale con cui ha programmato un futuro da sogno, un giorno scenderà a patti con il diavolo in persona, il misterioso jeon jungkook, pur di farsi insegnare le arti della seduzione e del s...