4°."I suoi occhi"

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Dieci minuti dopo Hanji era nel salone di Levi, seduta comoda sul divanetto di tessuto bianco.
In quella casa, ogni cosa rispecchiava il carattere del proprietario, tutto era in ordine in modo preciso, nemmeno una macchia sul pavimento color sabbia o sulle pareti bianche.
Nell' enorme finestrone, che occupava metà parete, sembrava mancasse il vetro tanto fosse pulito.
Dagli occhi di un' estraneo poteva sembrare un luogo freddo, fin troppo perfetto, ma agli occhi della bruna, era un luogo caldo e accogliente.
Non la metteva a disagio, era come un porto sicuro.
Proprio per questo motivo, prima che iniziasse quegli esperimenti, Hanji passava molto tempo a casa del suo collega e amico.
Ovviamente lui non era mai stato completamente d'accordo della sua frequente presenza lì, ma con il passare del tempo, e poi degli anni, ci aveva fatto l' abitudine, iniziando quasi a gradire la presenza turbolenta della collega, tanto che, sistemò per lei una seconda una scrivania nell' ufficio di casa.
E proprio in quel ufficio Levi stava mettendo la busta nera che le aveva gentilmente dato quel pompiere, per poi andare a prendere la sua tazza di tè e sedersi di fronte ad Hanji.
Levi la osservava pensieroso, mentre sorseggiava la sua bevanda.
Il suo sguardo era glaciale, tanto che un brivido percorse la schiena della donna.
Levi aveva capito che gli stava nascondendo qualcosa.
Hanji avrebbe voluto parlargliene, ma non riusciva nemmeno a reggere lo sguardo di quei suoi occhi cerulei.
Ogni tentativo di parlare o solo di guardarlo falliva miseramente.
Cosa avrebbe dovuto dirgli:

Ho dato fuoco a casa mia, e visto che ero sicura tu mi avresti detto di si, ho deciso di venire da te a chiedere ospitalità come una senzatetto?

La scienziata pensò che probabilmente, anzi, sicuramente era quello che stava facendo, ma proprio non sapeva come avrebbe dovuto iniziare il discorso.
Stranamente però, parlò lui.

-<<Che fai? Non lo bevi?>>- indicò la tazza che aveva in mano la bruna -<<Se aspetti ancora si raffredda stupida.>>-

Hanji guardò il tè nella nella tazza che reggeva con il braccio non ustionato, poi guardò il lato della coperta dove all' interno giaceva, ben nascosto, l'altro braccio.
Ricominciò involontariamente a pensare a cosa dire, continuando a trascurare il tè, che nel frattempo era diventato tiepido.
La quattrocchi continuava ad avere quello sguardo pungente puntato addosso, e questo non faceva altro che peggiorare la sua situazione.
Così, presa dall' ansia, iniziò a tormentarsi il labbro inferiore con i denti.
Dopo dieci minuti di silenzio, Levi sbottò.
Si passò prima una mano tra i capelli corvini sbuffando, posò la tazza, ormai vuota, sul tavolino, poi scavallò le gambe per curvarsi in aventi appoggiando i gomiti sopra le ginocchia, continuando a guardare Hanji con il viso tra le mani.

-<<Ora mi dici cosa succede, quattrocchi! Che ci fai qui? E soprattutto, perchè stai in silenzio a pensare,invece di parlare a mitraglietta, come tuo solito?>>-

Levi aveva il solito tono calmo e pacato, ma allo stesso tempo Hanji riusciva a sentire un velo di preoccupazione nelle sue parole.
La donna aprì la bocca, ma non ne uscì ancora alcun suono.
Aveva la gola secca, quindi bevvè in un sorso tutto il tè, oramai freddo, nella speranza di chiarirsi le idee.
Di cosa aveva paura? Forse del giudizio di Levi?
Non aveva mai avuto di questi problemi.
Si era sempre aperta con tutti senza paura di cosa pensassero di lei, non aveva mai avuto nemmeno un pelo sulla lingua.
Eppure questa volta era diverso, aveva veramente paura di cosa le avrebbe detto Levi.
Hanji però si convinse di avere solo timore di rimanere per strada.

-<<Hanji mi sto stancando, parla!>>- Continuò irritato Levi, ritornando con la schiena dritta.

Per la bruna tutto questo non aveva senso.
Non aveva senso rigirarci sopra, doveva essere schietta.
Quindi si ricompose, raddrizzandosi sulla sedia, e togliendosi agli occhiali per avere la visuale più libera.
Hanji alzò lo sguardo, questa volta riuscendo a sostenere il gelo degli occhi del corvino.
Continuando a guardarlo, iniziò a parlare, spiegando semplicemente le cose come stavano.

&quot;IL MIO TUTTO&quot;  Levi x HanjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora