7°. "Vecchia Amicizia"

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Moblit guardava la targa dorata sulla porta di fronte a lui.
Nell' ultimo periodo aveva la Domenica libera, ma anche questa volta aveva deciso di svolgere le sue commissioni da assistente.
Moblit adorava aiutare il suo capo Hanji, anche se molto spesso si trovava a rimproverarla per la sua incoscenza.
Sentiva qualcosa che lo legava a quella strana donna, e non riusciva proprio a contraddirla.
Quindi anche quella Domenica, eseguiva gli ordini dati da Hanji.
Bussò più volte alla porta, fece un lungo sospiro per calmarsi, non si era mai riuscito ad abituare all'idea di poter parlare con il Capitano Erwin.
Quando sentì l'uomo autorizzarlo ad entrare nella stanza, aprì la porta.
Erwin era seduto al suo solito posto, con volto corrucciato, mentre leggeva i miliadi di fascicoli sparsi su tutta la scrivania.
Le sue iridi, più azzurre del cielo, guizzavano a destra e sinistra, poi sentendo Moblit entrare nella stanza, alzò il volto per guardarlo, sorridendo cordialmente.
Anche il bruno ricambiò il sorriso portandosi il pugno al cuore, come segno della sua appartenenza al corpo dell'esercito legato alle operazioni speciali

-<<Comandante Smith, sono qui per il rapporto del caposquadra
Zoe Hanji. >>-

-<<Si certo, mi dica soldato Berner>>-

Erwin fece segno di sedersi, poi ritornò a guardare i fogli disordinati, cercando di sistemarli in qualche modo.
Moblit fece come chiesto, poi riconciò a parlare.

-<<Comandante mi dispiace dirlo, ma come l'altra volta, anche oggi sono venuto a darle notizie poco buone. >>-
Disse il ragazzo avvicinandosi per sedersi.

-<<Gli esperimenti non stanno dando risultati.
Il coposquadra Hanji sta facendo di tutto per cercare di capire qualcosa in più.
Inizialmente non riusciuscivamo a comprendere il perché di tutto questo, ma adesso il suo "potere" sembra svanito nel nulla.>>-

Moblit fece un lungo sospiro colmo di frustrazione, odiava il pensiero di non essere riuscito a scoprire nulla, di non aver svolto bene il suo lavoro.
Il biondo guardò il ragazzo con comprensione, capendone i pensieri.

-<<C'era d'aspettarselo, non c'è bisogno di farsene una colpa.
Eren...il ragazzo, come ti sembra? E cambiato qualcosa?>>-

-<<Eren dice di volerci aiutare, ma non capisce come.
È molto collaborativo, il caposquadra Hanji ha provato in tutti modi, anche quelli più brutali, i suoi poteri, fin quando, improvvisamente sono spariti. Hanji crede sia dovuto al troppo stress, Eren ha poco più di 19 anni. >> seguì un altro sospiro, poi continuò.
<<Il caposquadra mi ha chiesto di riferirle la sua volontà nel fermare per un periodo di tempo gli esperimenti sul cadetto Eren Jeager, dandovi conferma questo martedì.>>-

Erwin rimase in silenzio a pensare una soluzione migliore, poi alzò lo sguardo e guardò il bruno, che si stava alzando dalla sedia.

-<<Mi fido ciecamente delle decisioni del caposquadra Hanji, riferiscile che l'aspetto per accordarci.>>-

Moblit solutò con il solito saluto militare, poi si diresse verso la porta.

-<<Berner, anspetti!>>Disse il biondo alzandosi dalla sedia <<Avete portato in caserma i ragazzi? >>-

Moblit acconsentì con il capo.

-<<Le chiedo il favore, chiamami qui il cadetto Jeager e il cadetto Arlet>>-

-<<Certo signore!>>-

Moblit uscì dall'ufficio e scese le scale andando verso la sala comune della caserma.
Chiamò a rapporto i due cadetti, che dopo un pò di battibecchi con un'altra cadetta corvina, che desiderava seguirli, salirono dirigendosi dal capitano.
Li accompagnò fin fuori la porta dell'ufficio e poi si congedò, dirigendosi verso la macchina.
Una volta dentro, prese il telefono e compose il numero del suo superiore.
Dopo un paio di squilli la donna rispose.

&quot;IL MIO TUTTO&quot;  Levi x HanjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora