14°."Solo Hanji E Levi "

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Erano ormai le sei del pomeriggio, quando, lentamente, il sole aveva deciso di spostarsi dietro la collina lasciando che il casale restasse in ombra.
Mancava poco e anche il buio sarebbe sceso.
Nessuno però si accorse di questi dettagli, siccome troppo occupati a osservare le, oramai inesistenti, ferite di Eren.
È molto scontato dire che Levi non riuscisse a credere ai suoi occhi, le prove di quello che Hanji gli aveva detto erano proprio di fronte a lui, nonostante ciò sentiva uno strano mal contento.
Succede molto spesso al giorno d'oggi di sentirsi inutili, completamente sottomessi agli eventi.
Molte cose accadono ma non si possono controllare, e questa era una di quelle.
Per quanto potesse essere stupido e inverosimile quella era la realtà.
Per quanto volesse comandarla, la vita e le cose che gli accadevano in essa, erano come acqua, che lui teneva tra le mani sperando di non perderla.
Quest'acqua però pian piano scivolava tra le sue dita.
Levi sentiva in lui quella strana sensazione, che gli colpiva forte lo stomaco, facendogli pesare anche lo stare in piedi.
Aveva sentito questo timore nei momenti più difficili della sua vita: La morte della sua amata madre, l'abbandono di suo zio quando ancora era ragazzino, la prima volta che aveva ucciso un uomo, la morte dei suoi amici e anche quando aveva capito di provare sentimenti per Hanji.
In quegli anni Levi si era sempre trovato in balia degli eventi, senza poter averne alcun controllo, e questa volta con Eren Jeager, "il ragazzo gigante", era lo stesso.
Hanji appena capì di aver sentito bene quello che Eren gli aveva detto, non poté far altro che esaminare più e più volte le sue braccia, per poi stringerlo in un abbraccio che fece perdere il fiato al bruno per qualche istante.

-<<Caposquadra, non respiro così!>>
Disse Eren tutto d'un fiato.

Hanji lasciò il ragazzo che, ancora debole, indietreggiò venendo soccorso da Mikasa.

-<<Scusami Eren, ma veramente sono troppo entusiasta! >> commentò la donna felice <<Devi dirmi tutto ora, lo sai?>>-

Hanji prese per le spalle Eren e camminando iniziò a bombardarlo di domande, seguito da Moblit che appuntava tutto su un taquino.
Armin e Mikasa si guardano per qualche istante.
Il biondo le sorrise per poi cingerle le spalle con un braccio, per consolarla.

-<<È andato tutto bene Mikasa.>>- sussurrò Armin guardando a terra.

Mikasa si girò verso il suo amico scompigliandogli i folti capelli color grano.

-<<Già. Io raggiungo Eren, non vorrei che il caposquadra cominciasse ad affettarlo di nuovo. >>-

-<<Vai, io resto qui ancora un pò. >>- le rispose lui lasciandola andare.

Mikasa ,sensa parlare, nascose metà del suo volto sotto la sciarpa rossa procedendo in direzione di Eren.
Armin sorrise e quando vide la corvina scomparire dietro la porta del casale sospirò rumorosamente portandosi la mano sul capo.

-<<Eren... dovrai sopportare la caposquadra ancora per molto, purtroppo. >>- Disse tra sé e sé Armin

-<<Dovrà sopportarla, eh? >>- lo sorprese una voce roca alle sue spalle.

-<<Capitano! Scusi...io... non avevo intenzione di... bhe... >>-Provò a giustificarsi il più piccolo.

-<<Ti chiami Armin,
vero moccioso?>>-

-<<Si signore, sono Armin Arlert signore!>>- si ripresentò porgendo il saluto militare.

-<<Hai ragione, probabilmente il tuo amico morirà prima ancora che Hanji smetta di parlare. >>-

-<<In effetti la signorina Hanji è molto loquace, soprattutto quando si tratta di esperimenti.>>- rispose ridendo il biondino.

-<<Tks. Tu però devi portare rispetto per i tuoi superiori! Per questa volta chiuserò un' occhio.>>- Lo rimproverò Levi

&quot;IL MIO TUTTO&quot;  Levi x HanjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora