Capitolo 8

981 72 6
                                    

I giorni passarono molto lentamente,iniziai ad abituarmi al posto e al nuovo lavoro, tutto sembrava andare per il meglio.
Il pensiero di Gian pian pianino mi stava abbandonando e finalmente iniziai a vivere normalmente.
Non ebbi più sue notizie in quei giorni, sembrava essere sparito per sempre o almeno era ciò che pensavo la realtà era un altra.
Gian a mia insaputa era un uomo che si lasciava andare molto spesso con le ragazze,uno che ogni sera ne aveva una diversa.
Gian andava dove tirava il vento, non aveva una rotta,si lasciava trasportare dalle onde.
Un Gian che io non conoscevo,un Gian diverso privo di sentimenti o di amore,per lui l'importante era divertirsi.
Le mie ex colleghe e amiche mi chiamarono e mi raccontarono che la persona che io tanto amavo mi aveva già rimpiazzata con un'altra.
Questa volta però decisi di non andare su tutte le furie,di trattenere la rabbia e andare oltre,la mia vita doveva cambiare,stava cambiando e così decisi di assecondare quel cambiamento.
Dalla mia partenza passò un mese,iniziai ad avere nuovi amici,iniziai ad uscire di nuovo e pian piano a rifarmi la vita, ormai Gian era solo un ricordo lontano,non mi faceva più alcun effetto, finalmente iniziai a respirare di nuovo.
Più il tempo passava e più mi sentivo bene,stavo iniziando ad impadronirmi nuovamente della mia vita.
Una sera però il telefono inizio a squillare insistentemente,era lui che chiamava e richiamava,così ad un certo punto decisi di rispondere " Che altro vuoi?" Il mio tono non era molto rilassato,ma ne avevo tutte le ragioni.
Lui disse solo due parole "Esci fuori" io non riuscivo a capire cosa volesse dire "Ma cosa stai dicendo Gian? Sei forse ubriaco?" E lui invece continuò a ripetere "Esci fuori per favore,sono sotto ti aspetto, scusami ho sbagliato."
Ci pensai un attimo,era lì per me,era venuto a trovarmi,ma sapendo che mi ha rimpiazzata subito con un' altra decisi di non scendere "Mi dispiace Gian,non posso torna da dove sei venuto." E staccai la chiamata.
Pensavo di averlo dimenticato e invece non era così,guardai dalla finestra e vidi la sua macchina parcheggiata,ma non sembrava avesse l'intenzione di andarsene, infatti aspettó tutta la notte fuori,nella speranza che io cambiassi idea.
Gian si rese conto di essersi innamorato,che la sua vita fatta di divertimento non lo appagava più,gli mancavo e anche tanto,ma purtroppo per lui io non ero un giocattolo vecchio buttato in un angolo e ripreso a piacimento.
Restò lì per tutta la notte ad aspettare e io per tutta la notte non chiusi occhi per guardarlo dalla finestra,il solo pensiero che lui fosse lì mi faceva battere forte il cuore,io lo amavo ancora ma questa volta non mi avrebbe più fregato.

E se fossimo noi Can e Sanem?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora