Capitolo 1 - the beggining of everything

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Ed eccomi qui, pronta a ricominciare, pronta per salire su quell'aereo e lasciarmi tutto alle spalle.

Avete mai provato quella sensazione di libertà, quel momento in cui vi siete liberati di tutto quello che vi teneva incatenati? ... spero di sì, perché è una bella sensazione, e se ancora non l'avete provata, vi auguro che il vostro giorno arrivi ... il mio è questo...

Mi giro e vedo Mya euforica e sorridente come non mai, abbiamo sempre sognato di viaggiare insieme e finalmente lo stiamo facendo.

Ci troviamo all'aereoporto di New York ad aspettare con ansia di imbarcare e arrivare a Los Angeles, la città delle opportunità, di sa.

<che ore sono?> chiedo scocciata dell'attesa

<le 19.25> mi guarda notando la mia ansia

<mio dio stiamo aspettando da un'ora> sbuffo alzando gli occhi al cielo

<lo so, lo so, abbi pazienza> mi appoggia una mano nella spalla espasperata anche lei

Dopo un quarto d'ora, la fila si riduce e finalmente prendiamo i biglietti

appena saliamo sull'aereo sento un brivido percorrermi la spina dorsale, l'adrenalina che prende posto nel mio corpo mi fa abbozzare un sorriso pieno di eccitazione una volta seduta nel sedile accanto al finestrino, me lo sono sudata questo posto facendo una difficoltosa e lunga battaglia di carta, sasso, forbice contro Mya.

<sei pronta?> mi distrae dai miei pensieri, rivolgendomi un sorriso che mi fa notare quanto anche lei sia eccitata

<ci puoi scommettere> alzo le sopracciaglia con un ghigno stampato in volto che scatena una risata da parte di entrambe

Anche se è notte non ho per niente voglia di dormire, non voglio perdermi niente di tutto questo, così osservo dal finestrino il paesaggio che mi si presenta davanti, le piccole città illuminate che viste dall'alto ti lasciano senza fiato

Appoggio la testa nel sedile senza staccare lo sguardo da fuori e faccio un sospiro di sollievo nel pensare che finalmente posso ricominciare da zero, al solo pensiero si fa spazio nel mio volto un sorriso, ma il russare di Mya accanto a me mi fa distogliere lo sguardo dalla terra per porlo su di lei e, per quanto mi è possibile, rido silenziosamente nel vederla con la bocca aperta e la bava colarle lungo il mento

6 ore di volo, atterriamo quasi all'una di notte, inutile dire che siamo stanche morte, o almeno io visto che Mya ha dormito durante l'intero viaggio, ma allo stesso tempo l'adrenalina ci pervade il corpo alla vista di quella città, che con le sue numerosi luci ci illumina gli occhi

Prima di partire io e Mya avevamo cercato su internet degli appartamenti non molto costosi, avevamo messo da parte un sacco di soldi per "questa nuova vita", quel che bastava il tempo che ci saremmo trovate un lavoro, ma di certo non eravamo così ricche da permetterci una villa a tre piani con piscina e 7 domestiche

<wow, sembrava più piccola nella foto> dico fissando l'interno dell'appartamento.
Appena entro noto l'atmosfera rilassante e sofisticata che creano i colori, un soggiorno a destra con un divano rosso scuro e un tavolino di legno davanti, di fianco un intera parete vetrata si presenta lasciandoci ammirare la città; a sinistra invece si trova la cucina, con un'isola in marmo con tre sgabelli, ovviamente un frigo, un lavandino e dei mobili, tutto fatto in marmo e un legno bianco; affianco alla cucina inizia un piccolo corridoio che conduce a tre stanze, un bagno e due camere da letto.

Qualcosa mi spinge da dietro distraendomi dall'osservare quella che sarebbe stata la nostra casa...

<LA STANZA PIÙ GRANDE È LA MIA> urla Mya correndo come una matta per raggiungere la sua futura stanza

<no, scordatelo> la rincorro, ma troppo tardi, appena varco la soglia la trovo sdraiata nel letto, il che significa che ormai si è impadronita di quella camera

Le pareti sono bianche ma interrotte da una striscia orizzontale beige, al centro si trova il letto matrimoniale con delle lenzuola bianche, a destra una finestra con sotto una cassettiera e accanto un armadio più grande e infine per terra un tappeto morbidissimo bianco ricopre quasi tutto il pavimento, che è parquet.

<tanto non mi piace> dico con tono scontroso <troppo bianco> incrocio le braccia al petto

<si si, sei solo gelosa> si mette seduta in quel letto sostenendosi con le braccia sfidandomi con lo sguardo

<ti piacerebbe> dico alzando leggermente la voce per farmi sentire dato che mi allontano per andare a vedere la stanza che sarebbe toccata a me.

Apro la porta e la prima cosa che noto sono le pareti di un grigio scuro, non troppo cupo, al centro un letto matrimoniale anch'esso con delle lenzuola bianche e per terra lo stesso tappeto che aveva Mya però nero, è presente una finestra ma dalla parte opposta di quella che è nell'altra stanza, un armadio di un legno chiaro spicca perfettamente con il grigio delle pareti e infine una scrivania.

Sembra fatta apposta per me e la prima cosa che faccio senza pensarci due volte, è buttarmi nel letto che appena sfioro con il corpo mi risucchia con la sua morbidezza

<AMO QUESTA CASA> urlo per farmi sentire da Mya che si trova nella stanza accanto.

Sono felice di poter dire la parola "casa", finalmente ho un posto dove posso sentirmi sicura, con una persona che posso definire "famiglia", dopo tutto quello che è successo e ho dovuto passare, ora ho la mia vita in mano, per la prima volta.

Eh si magari vi starete chiedendo... Che cosa mi è successo? qual'è la mia storia? ....
ma per ora non mi va di parlarne, voglio solo godermi tutto questo.

Dopo aver svuotato le nostre valigie e sistemato tutto noto che si è fatto tardi

<sto morendo di sonno> dice Mya con voce assonnata bevendo un sorso di vino bianco

<a chi lo dici> rispondo sbadigliando e contagio anche lei che fa la stessa cosa

<io vado a dormire> le do una pacca sulla spalla per poi andare verso la mia camera da letto

Mi metto il piagiama, dei pantaloncini neri e vecchi accompagnati da una canottiera dello stesso colore, sgualcita. Fa caldo a Los Angeles per essere solo Marzo.
Mi catapulto nel letto, chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere dal silenzio e dalla stanchezza, proprio quando mi sto per addormentare Mya si butta come un bisonte in calore nel mio letto facendomi saltare in aria

<non voglio dormire da sola in una casa che non conosco> dice Mya con una vocina da bambina che voleva mostrarsi allo stesso tempo forte, si mette sotto le coperte senza nemmeno aspettare il mio consenso

sbuffo divertita <lo so, hai paura dei mostri> sussurro ridendo girandomi e dandole le spalle

Mya trattiene una risata <sta zitta scema>

<notte caga sotto> chiudo finalmente di nuovo gli occhi

<notte cogliona> risponde lei abbracciandomi da dietro e finalmente cado in un sonno profondo.

Da qui iniziò tutto....

My best nightmare ||Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora