Capitolo 25 - Revenge

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la mia mente sta lavorando da quando Dylan se n'è andato sbattendo la porta, un sacco di domande mi sommergono

come faceva Dylan a conoscere Michael e Ethan? perché quella mattina parlavano e di cosa parlavano? come hanno fatto quest'ultimi a trovarmi? e dio santo come hanno fatto a rapire Chloe e Mya? non riesco a credere che loro siano in quelle condizioni per colpa mia

faccio avanti e indietro per tutto l'appartamento, un cumolo di rabbia è ammassato dentro di me e non riesco più a tenerlo dentro, non sono brava a mostrare le mie emozioni, per questo molto spesso posso sembrare fredda, ma l'unica cosa che non riesco a trattenere, che so dimostrare, è la rabbia, mi capita spesso di non riuscire a controllarla e di conseguenza essere impulsiva

butto tutto quello che c'è sopra il ripiano della cucina, rompendo bicchieri e altre cose, do calci alle sedie quasi urlando

perché mi chiedo, perché, Dylan ha ragione so solo scappare dalle cose, ed ecco come è finita, non ho affrontato questo problema quando potevo e ora per colpa mia le mie migliori amiche sono in pericolo

dovevo vendere la droga, ero costretta a farlo ma sono stata una cogliona, una lurida vigliacca a fuggire, si sa quando si vende droga per disperazione, vioi o non vuoi, si entra in un brutto giro

sento di nuovo quella sensazione di nausea, quel groppo che sale fino in gola e che ho bisogno di far uscire, corro in bagno e vomito, un gusto acido mi riempie la bocca e solo ora mi viene in mente un'altra cosa.... io e Dylan non abbiamo usato il preservativo, è già la seconda volta che vomito come se non ci fosse un domani e molto spesso sto male, ma ho sempre sorpassato il problema

ma non è questo il momento, non devo e non posso pensare ad altro per ora, è il momento di affrontare le cose

mi sciaquo la faccia e inizio a preparare uno zaino mettendoci alcune cose che potranno essermi d'aiuto, mi sistemo, metto una fascia intorno alla vita per poterci incastrare una pistola, beretta 92, che tenevo nascosta dietro l'armadio in caso di emergenze, prendo i proiettili e li infilo a uno a uno dentro il caricatore per poi rimetterlo dentro al calcio, tiro il carrello all'indietro creando un suono metallico, per ricaricare, e infine la metto nella fascia che viene coperta da una maglietta nera, di sotto invece indosso una gonna sempre nera che arriva sopra al ginocchio per poter mettere intorno alla coscia un'altra fascia in cui incastare invece un coltellino, per finire degli stivali non troppo lunghi per poter mettere un altro coltello, conosco il pericolo a cui sto andando in contro e soprattutto, conosco Caleb, è imprevedibile, per questo bisogna essere il meno prevedibili possibile

metto lo zaino dietro il cofano, apro la porteria, mi siedo nel sedile e salto in aria quando mi giro

<porca puttana> dico portandomi una mano al cuore per lo spavento

<come hai fatto ad aprire la macchina?> chiedo perplesssa con le sopracciglia inarcate

<non sei l'unica che commetteva qualche reato> gira la testa verso di me e abbassa gli occhiali per far intavedere i suoi occhi

sbuffo <non mi libererò facilmente di te vero?> sbuffo mentre abbasso anche i miei di occhiali che fino a prima erano in testa, non ho tempo da perdere a litigare con lui

<eh no> si rialza gli occhiali e ripunta lo sguardo davanti a lui

alzo gli occhi al cielo e metto in moto la macchina per poi premere l'accelleratore... cara New York, sto ritornando...

il viaggo è lungo e da quando sono partita siamo stati in silenzio ed è da tutto il tempo che sto cercando di trattenermi da fargli quella domanda e sto morendo dentro

My best nightmare ||Dylan O'brienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora