Faccio tutto il tragitto per tornare a casa con la mente in confusione, non so più se fidarmi o di chi fidarmi
L'unica persona con cui parlavo era Mya, ma neanche a lei riuscivo a dire certe cose, come ad esempio quello che provo, non so esprimere il bene che provo verso una persona, non so proprio parlare delle mie emozioni....perché non le capisco manco io, quindi a volte vorrei semplicemente qualcuno che mi capisca senza dover dire niente, ed è difficile, me ne rendo conto io stessa che sono abbastanza complicata.... solo che quel giorno con Dylan, in fondo,in fondo, in fondo, sentivo che con lui potevo parlare, l'ho fatto.... ed è finita così.... ma se non fosse stato veramente lui?
Mentre salgo le scale per arrivare all'appartamento mi rimbomba in testa quello che era successo poco prima, ma in particolare delle parole "è vero che hai ucciso tua madre?".... mi fanno male, quasi un dolore mentale talmente forte che è anche fisico, perché forse so che la risposta è si, potevo fare di più, magari potevo salvarla, se solo non avessi avuto paura di lui, se solo avessi avuto il coraggio di affrontarlo, magari lei quel giorno sarebbe andata in ospedale, dove potevano curarla o almeno tenerla d'occhio e invece, tutto quello che ho fatto è stato piangermi addosso
nel pensare non mi accorgo nemmeno di essere arrivata davanti alla porta dell'appartemento e in mano tengo le chiavi così strette che mi rimane il segno
La porta si apre senza che io avessi toccato niente e dietro ad essa si rivela il volto di Mya all'inizio sereno, ma il suo viso si incupisce nel vedere il mio... perso nel vuoto
<hey Alyssa tutto bene?> quasi sussurra con un tono preoccupato mentre mi sporge la mano per tirare la mia dentro e farmi entrare e lentamente mi siedo nel divano, con lo sguardo ancora assente
<Alyssa> alza la voce Mya e per l'espressione che ha deduco che abbia detto qualcosa o magari abbia urlato il mio nome un paio di volte
Scosso la testa come per levare le immagini che si sono proiettate nelle mie iridi <si?> punto il mio sguardo nel suo
aggrotta le sopracciaglia in modo preoccupato <dovresti accendere la Tv> si siede accanto a me
non capisco il perché di quella frase ma non ho voglia di fare domande quindi lo faccio e basta
<Esatto ragazzi e ragazze, ma soprattutto ragazze> dice l'intervistatore in Tv non appena l'accendo <qui con noi oggi abbiamo... DYLAN O'BRIEN> alza la voce nel dire il suo nome che viene seguito da urla e fischi
un brivido mi percorre tutto il corpo come se fosse un giostra ma lo ignoro e rimango in silenzio a guardare fissa lo schermo
<ciao a tutti> alza leggermente la mano dalla poltrona accanto all'uomo che l'ha presentato
<allora Dylan, sappiamo tutti degli ultimi gossip che si dicono di te in questi ultimi giorni> gli domanda l'intervistatore quasi con tono leggermente malizioso
Dylan ride <già>
<vuoi dirci quindi che rapporto c'è fra te e la futura attrice, nonché tua collega, Alyssa Brown?> l'uomo si mette comodo, come se quello che avrebbe sentito in risposta sarebbe stato interessante, ma allo stesso tempo sapesse già le risposte
Dylan guarda dritto verso le telecamere, cosa che mi causa una strana sensazione, come se quello sguardo è riferito a me, come se sa che io lo sto guardando, c'è solo lo schermo a dividerci <come hai detto tu, siamo colleghi> ride ancora
<oh dai, vuoi dirci che siete solo colleghi e basta? non ci crediamo> si mette a ridere in modo falso l'intervistatore
<beh dovete, non c'è niente fra di noi, siamo amici> si passa una mano nei capelli in modo nervoso
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My best nightmare ||Dylan O'brien
FanfictionAlyssa è una ragazza che ha come sogno quello di fare l'attrice, perciò si trasferisce a Los Angeles per realizzarlo, ma anche per cambiare vita, solo che non si aspettava di lui... Si ameranno o si odieranno? non lo sanno nemmeno loro Estratto da...