8. In viaggio

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Il viaggio dura poco più di un'ora. L'autostrada è praticamente deserta e noi filiamo rapide nell'alba. Il sole non è ancora sorto, ma già si intuisce che anche oggi sarà una giornata maledettamente fredda e allo stesso tempo grigia, senza pioggia.

Per tutto il tragitto, Sofy non fa che parlare con sua madre. Per fortuna, non ho molto da dire, e posso concedermi un po' di ristoro nel dormiveglia: mi sento ancora sballottata per il viaggio in treno di ieri.

Non riesco però a prendere del tutto sonno, cosa che di solito mi capita quando viaggio in auto come passeggero, uno perché non è il caso, e due sarebbe comunque impossibile, visto che Sofia sta parlando con un tono di voce talmente alto da tenere sveglio persino un morto.

Il succo della faccenda è una ragazza del nostro maneggio di nome Laura, che ha avuto la pessima idea di aprire un canale YouTube dedicato al suo cavallo Bloom senza chiedere il permesso a Sofia, la quale sta ravanando da cima a fondo il regolamento interno della scuderia nella speranza di beccarla in piena violazione della privacy e farle chiudere tutto.

Da quanto ho capito, il succo della questione non è tanto che cosa faccia Laura nel tempo libero. Il punto è che in questo modo sta facendo un sacco di visualizzazioni usando come location il suo maneggio, le sue strutture e di tanto in tanto inquadrando anche i suoi cavalli, e questo a Sofia non va giù neanche un po'.

«Quella pensa di essere la padrona, qui dentro, ma se le strappo quel cellulare di mano vedi come abbassa la cresta, la signorina» sta berciando Sofy in questo momento, furibonda. «Ma poi fa delle robe con un piglio, neanche fosse diventata di punto in bianco chissà quale campionessa olimpionica. Oh, ciccia, hai iniziato a saltare le ottanta l'altro ieri, quando avevo la tua età io mi ero già fatta la mia prima Piazza di Siena! Ma come si permette? Solo perché il padre ha i soldi per regalarle il cavallo figo, non significa che sia diventata un genio dell'equitazione, anzi. Mamma, ti prego, intervieni!»

«È solo un canale YouTube» taglia corto Paola in tono annoiato. «E comunque, suo padre è venuto a chiedermi il permesso di persona, prima di aprirlo.»

«Mamma, sveglia! Questa ci sputtana tutti quanti! Ma hai guardato almeno cinque minuti dei video che posta?» la voce di Sofia si alza di un'ottava, al punto da apparire stridula.

«Ti sembra che io abbia il tempo di guardare che cosa fanno gli allievi sui social?»

«Be', faresti bene, allora.»

Sofia estrae il cellulare dalla tasca della giacca come se si trattasse di una pistola e si mette subito a martellare sullo schermo con le unghie laccate di fresco, i bracciali in oro bianco con i ferri di cavallo intrecciati che tintinnano con fare minaccioso.

«Guarda qua» dice, allungando l'apparecchio verso sua madre.

Paola sbuffa, lanciando una fugace occhiata allo schermo mentre continua a tenere sotto controllo la strada.

Incuriosita, io mi sporgo appena in avanti, cercando di cogliere qualche frammento del video incriminato.

Intravedo il volto di Laura, undici anni, sorridere al disotto del cap, mentre si trova seduta di fronte al box di Bloom. Il grosso sauro sporge la testa verso la telecamera, fissando qualcosa davanti a sé con aria incuriosita prima di scrollare la testa listata di bianco con uno sbuffo.

«Ciao, amici!» saluta Laura con la sua voce squillante, ancora da bambina. «Oggi vi voglio portare nel mio fantastico maneggio, dove conoscerete il mio cavallo Bloom e tutte le mie amiche, che mi stanno aiutando a creare questo canale. Pronti? Via!»

«È disgustoso!» bercia Sofia, in sottofondo.

«Ci può tornare utile con la pubblicità» osserva Paola, saggia.

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