Aspetto di arrivare a casa per rispondergli. Di certo non mi aspettavo che mi cercasse, non così presto. In questi ultimi giorni ho avuto ben altro a cui pensare, e anche se di tanto in tanto mi è venuta l'insana tentazione di scrivergli ho mantenuto comunque lo stoico profilo che mi ero prefissata, ovvero quello di ignorarlo e basta. E giuro che, se in quel momento non mi fossi sentita così depressa, avrei tranquillamente finto di non aver ricevuto il messaggio, e sarebbe finita lì.
E invece no, pronta a rispondere come una cretina. Una delle sue tante fan in giro per il mondo.
È un po' complicato da spiegare, butto giù distrattamente mentre armeggio con la credenza alla ricerca di qualcosa di solido da mettere sotto ai denti. Soffro di ipoglicemia da quando ero bambina, per questo non posso stare più di un tot di tempo senza assumere zuccheri.
Neanche a farlo apposta, eccolo che mi chiama.
«Giuro che lo ammazzo!» ruggisco in preda alla sorpresa, facendo trasalire la mia coinquilina nella stanza accanto.
«Anna, are you okay?» chiama lei, sovrastando il volume della televisione accesa in salotto.
«Yes, don't worry Clarice» rispondo io, e intanto vorrei spaccare il telefono contro il frigorifero.
E niente, neanche fossi legata a dei fili invisibili, finisco per rispondere.
«Che succede?» esordisco con un tono che farebbe paura a chiunque.
«Che succede a te, vorrai dire!» risponde Ethan ridacchiando. «Ho pensato che anche stavolta andasse per le lunghe, e quindi ho approfittato per la pausa durante le riprese per chiamarti.»
«Ma che carino» commento io in tono ironico. «E niente, non saprei nemmeno come definirlo. Mi hanno degradata.»
«Cosa?»
«Eh già» ritorno verso la credenza a passo di marcia, estraendo una crostatina al cioccolato e schiaffandomela tra i denti. «In pratica prenderò il posto del vecchio groom. Rifarò i box, darò da mangiare ai cavalli e in più farò da assistente personale alla figlia del mio capo. Pazzesco, vero?»
«Ma non era quello che facevi già?»
«Sì e no. Diciamo che anche allora ero una sorta di groom, ma non rifacevo i box o altri lavori pesanti. Preparavo i cavalli da scuola e in più davo lezione a un paio di ragazzine, tutto qui.»
«Capito. E come ti hanno giustificato tutto questo?»
Con molta pazienza, gli racconto del colloquio avuto con Paola, cercando di essere il più oggettiva possibile anche questa volta. Lui ascolta in silenzio senza interrompere, lasciandomi spiegare con una calma quasi snervante.
«Be', direi che al momento sei in un'ottima posizione» commenta alla fine.
«Ah ah ah, molto spiritoso.»
«Davvero, non sto scherzando. In fondo, non era ciò di cui avevi bisogno?»
«Spalare merda tutto il pomeriggio?»
«Ma no!» Ethan scoppia a ridere, e io vorrei tanto avere la sua faccia a portata di mano per spalmarci sopra tutte e cinque le dita. «Intendevo dire in questo modo avrai tempo.»
«Ma quale tempo, se resterò in scuderia tutti i giorni fino alle otto di sera?»
«Ma avrai il sabato libero. Il che significa che potrai dedicarlo ad altro. Anche a prendere lezioni da un'altra parte o a cercare un altro maneggio dove lavorare, se serve.»
STAI LEGGENDO
Come il vento
RomanceAnna ha deciso di abbandonare per sempre la sua passione per i cavalli. L'ostilità da parte della sua famiglia sommata a un lavoro che ha trasformato il suo sogno in un incubo le suggerisce infatti che tutto questo non fa per lei. Peccato che dal pa...