16. Al cinema

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Il film che gli altri hanno scelto si intitola I guardiani del Crepuscolo ed è una produzione inglese ispirata a una serie urban fantasy uscita alcuni anni fa. Dal trailer sembrava interessante, anche se si tratta dell'ennesima storia di vampiri adolescenti e possibilmente interpretati da attori piacenti. In effetti, il vero motivo per cui ora ci troviamo tutti stipati nella fila centrale della sala 6 è che il protagonista è interpretato da Luke Evans, di cui Gloria è patita a livelli stellari ed è arrivata addirittura a minacciare Simone di lasciarlo se non l'avesse portata a vedere il film al cinema.

Devo confessare che a me il genere non dispiace affatto, da sempre adoro il fantasy di ogni tipo, ma con il passare del tempo sono diventata molto esigente a riguardo, senza contare che ultimamente mi sto orientando sempre di più verso i film e i romanzi storici e il thriller. Una virata a livello di gusti che ho tenuto opportunamente per me, per paura di fare l'ennesima figura della snob con cui temo di essere stata etichettata già da tempo, in particolar modo da Simone, il quale una volta ha confessato che il non sapere a memoria tutte le battute dei film sugli Avengers è sufficiente a far saltare un'amicizia.

Ci sediamo tutti vicini, e con mio sommo fastidio noto che Sofia si mette automaticamente accanto a Federico, che ora è schiacciato tra me e lei come una fetta di salame in un panino. Certo, stasera Sofy è l'unica senza accompagnatore, ma non avrebbe avuto più senso che si mettesse vicino a me? Mentre sono alle prese con le mie solite paranoie da 'ragazza di provincia', il film comincia e io spero di riuscire finalmente a concentrarmi su qualcos'altro.

La trama è abbastanza lineare. In un futuro post apocalittico in cui un'infezione ha vampirizzato il cinquanta per cento della popolazione mondiale, il resto dell'umanità si è riunito in una serie di bunker sotterranei per organizzare la resistenza e intanto cercare un vaccino che estingua una volta per tutte la sete di sangue. La vicenda è ambientata in una Londra devastata, la cui nebbia è resa ancora più fitta e densa dai poteri degli Antichi, ovvero i primi vampiri a essere infettati, i quali sono in possesso di poteri talmente smisurati da riuscire a evocare le nubi per oscurare il sole, e rendere quindi la caccia eterna.

Il protagonista è un politico (Luke Evans, per l'appunto), il quale scopre che suo figlio adolescente è affetto dal virus e che pertanto deve essere consegnato alle autorità per portarlo in una sorta di prigione apocalittica dove verrà sottoposto a ricerche per trovare il vaccino. Lui – che in precedenza ha strappato tanti figli dalle braccia delle proprie madri in nome del bene comune – si rifiuta di adempiere ai suoi doveri e per questo motivo inizia una fuga nel Mondo di Sopra (ovvero i sobborghi di Londra), inseguito sia dagli umani che dai vampiri alla disperata ricerca di una cura non solo per il ragazzo ma anche per il resto della comunità.

Tutto procede bene fino a quando non compare finalmente sulla scena Tristan, il figlio del protagonista. Per poco non faccio un salto spettacolare sulla sedia, guardandomi intorno nervosamente nella speranza che nessuno nel buio della sala si sia accorto della mia reazione fuori luogo. Di tutti gli attori britannici sotto i trent'anni che potevano interpretare il ragazzo hanno scelto proprio... Ethan. Il quale, per quanto abbia i capelli più lunghi e arruffati che mai, due spettacolari occhiaie stampate sulla pelle cadaverica e l'aria malaticcia, la sua eterna espressione da schiaffi campeggia sullo schermo ad alta definizione, quasi ci stesse sbirciando da dietro il personaggio che si è costruito per l'occasione.

Non avevo la minima idea che aveva recitato in questo film (pare che ultimamente lo stiano scritturando un po' ovunque, visto che la sua carriera è in costante ascesa), ma se solo lo avessi saputo dubito che sarei venuta al cinema. Sul serio. Tra le tante cose che mi ero imposta da quando avevamo rotto molti anni fa, c'era anche la promessa che non l'avrei visto mai e poi mai recitare di lì a per sempre. Non è che avessi ricevuto un'ordinanza restrittiva per stalking o cose del genere, ma conosco come sono fatta e ben sapendo che qualsiasi contatto successivo alla nostra rottura mi avrebbe provocato solo sofferenze inutili, avevo preferito fingere di non conoscerlo e tenere i bei ricordi al sicuro nel passato.

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