Resto per un attimo come congelata, chiedendomi se tutto questo sta accadendo davvero, e allo stesso tempo non desiderando altro che sparire nel nulla. Ethan sembra dello stesso avviso. Anche lui è rimasto immobile di fronte a me, i suoi occhi neri sono un enigma di emozioni come al solito. Mi sento avvampare come un'adolescente, e provo vergogna per questo, eppure dentro di me provo un'emozione senza fine nel rivederlo dopo tanto tempo. E, adesso come allora, mi rendo conto di quanto siamo simili, ricordandomi come ai tempi fingevamo di essere fratelli, per quante cose in comune avevamo.
Ma ora che cosa è rimasto, in fondo?
«Ciao» mormoro in preda all'imbarazzo, la mano ancora sospesa a mezz'aria con il bicchiere vuoto in mano.
La mia voce sembra spezzare un incantesimo, al quale Ethan reagisce con uno dei suoi incredibili sorrisi, i suoi occhi che di colpo sembrano riprendere vita.
«Ciao», mi saluta a sua volta. «Come stai?»
«Bene, bene. Tu?»
Voglio troncare quella conversazione il prima possibile e filarmela con tanto di bandiera bianca prima di combinare qualche danno irreversibile.
«Non c'è male» commenta lui, stringendosi nelle spalle. «Non mi aspettavo di trovarti qui.»
«Sono amica di Vittoria da una vita, cosa ti aspetti?» mi schermisco io, abbozzando un sorriso. «Tu, piuttosto, cosa ci fai qui?»
«Nora, la mia fidanzata, ha seguito l'ultimo anno di università con Vittoria» spiega lui.
«Ah», spero solo di non essere risultata troppo poco entusiasta per quella notizia. «Che coincidenza, davvero.»
«Già. In fondo, il mondo è piccolo.»
«Quando si parla di qui, anche troppo.»
Lui scoppia a ridere, e io fatico a stargli dietro. Miseria nera, voglio andare a casa!
«Ti stavi prendendo l'acqua, giusto?» aggiunge subito dopo.
«Sì, ma...»
Prima ancora che abbia il tempo di fermarlo, lui mi ha già riempito il bicchiere, servendosi a sua volta. Quel gesto insensato mi lascia per un attimo interdetta; ma poi mi ricordo subito dopo che è tipico di Ethan, lo sganciare atti di gentilezza a caso, neanche fosse uscito dalla brutta copia di un romanzo di Jane Austen.
«Grazie, non dovevi» borbotto.
«Ma figurati. Sempre dopo di te.»
«Thank you, my lord.»
A quelle parole, per quanto volontariamente ironiche, lui scoppia a ridere un'altra volta.
«E dai, non ti vedo da almeno otto anni, concedimelo un pizzico di galanteria» sogghigna.
«Attento, o la tua fidanzata potrebbe ingelosirsi» lo avverto in tono pungente.
«Tranquilla, tutto sotto controllo» mi rassicura lui.
«Lo spero per te.»
Vuoto il bicchiere con due profonde sorsate, poi faccio per allontanarmi.
«È stato un piacere» mi congedo, decisa a mettere nuovamente più terreno possibile tra me e lui. «Ci vediamo!»
So che Ethan sta per aggiungere qualcos'altro – lo sento formicolare dietro la nuca – ma non voglio sentire, non posso proprio permetterlo. Ho giurato, tanti anni fa, che lo avrei lasciato andare. Era la cosa più giusta da fare, in fondo, e ora lui non può ricomparirmi davanti dal nulla e confondermi le idee.
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Come il vento
DragosteAnna ha deciso di abbandonare per sempre la sua passione per i cavalli. L'ostilità da parte della sua famiglia sommata a un lavoro che ha trasformato il suo sogno in un incubo le suggerisce infatti che tutto questo non fa per lei. Peccato che dal pa...