11. Indifferenza

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Il viaggio di ritorno è stato un incubo. Sia Paola che Sofia non mi hanno degnata di una parola per tutto il tragitto, e sono consapevole che a "I Pioppi" quando una persona cade nel dimenticatoio è perché sta per essere eliminata fisicamente dal maneggio. Vorrei rimettermi a piangere, ma non ne ho il coraggio, non davanti a Paola. Di contro, lei e Sofia non hanno smesso un solo istante di parlare del nuovo cavallo. Dei progetti per il nuovo anno, a partire dal campionato di salto ostacoli e il desiderio di riprovare con il Jumping Verona.

A un certo punto, ci siamo fermate a metà strada per fare sosta in una grossa selleria, dove Sofia ha letteralmente svaligiato il settore della monta inglese per procurarsi l'intero corredo per il nuovo cavallo: ha scelto un sottosella nuovo di zecca, una cuffietta dello stesso colore blu (ovviamente in onore del nome), delle staffe in acciaio azzurro e un set di stinchiere bianche di ultima generazione. Per incentivarla, Paola ha aggiunto un paio di pantaloni da equitazione e una giacca da concorso nuova, sempre delle medesime tonalità.

In tutto questo, io me ne sono rimasta in un angolo, osservando le loro compere senza essere degnata di un solo sguardo. Durante la seconda parte del tragitto, con Sofia che condivideva a manetta le foto scattate mentre si provava la nuova tenuta da concorso, Paola ha annunciato che aveva ricevuto il curriculum di una ragazza in possesso di un brevetto da istruttrice pony e che l'aveva contattata per venire a fare una prova già da domani.

A quella rivelazione, io mi sono sentita sprofondare. Era ovvio che Paola non avrebbe perso tempo con una come me, e che aveva trovato subito una sostituta. Quando sono arrivata in scuderia da loro, Sofia aveva già una groom, una ragazza di nome Marta che stava anche lei prendendo i brevetti per diventare istruttrice. Era la sua assistente personale e immediatamente dopo il mio arrivo sembrava che non ci fosse una sola cosa che la poveretta fosse in grado di fare, dal sellaggio fino alla pulizia dei box. Alla fine, la ragazza si era licenziata per disperazione, e il suo posto era diventato automaticamente mio. A quei tempi ero stata felice come una pasqua, perché sentivo di aver guadagnato una responsabilità importante; ma ora mi rendo conto che quella non era stata altro che una vittoria di Pirro e che il mio ruolo era stato costruito sulla più becera forma di nonnismo che si potesse immaginare. E ora, come per rispondere alle esigenze del karma, la stessa sorte sarebbe toccata a me. Che mi ero ritrovata a ricoprire quel ruolo non perché lo meritassi davvero, ma perché evidentemente al momento faceva comodo a Sofia.

Non sapevo nemmeno cosa rispondere: del resto, avevo delle motivazioni valide per oppormi a quella decisione?

Quasi a venirmi incontro, una volta rientrate in scuderia Sofia mi ha preso da parte e mi ha chiesto: «Hai da fare, stasera?»

Io ho scosso la testa, al momento l'unica cosa che volevo era buttarmi sul letto e restarci fino al giorno successivo.

«Dopocena con il gruppo? Andiamo a festeggiare il nuovo arrivato» aveva proseguito Sofy. «Federico ha già detto che ci sta» ha aggiunto subito dopo, agitando il cellulare.

"Come mai il mio ragazzo viene informato di queste cose sempre prima di me?" ha picchiettato subito la vocina malefica nella mia testa; ma per contro io non ho potuto fare altro che rispondere con un laconico: «Va bene.»

Non è rimasto che tornare a casa, soffocare le mie pare mentali sotto il getto caldo, quasi rovente, della doccia e prepararmi a uscire. Mi sarei vista con gli altri alle ventuno e trenta in un pub del centro. Non ho mangiato pressoché nulla, avevo lo stomaco letteralmente sigillato, e verso le nove mi sono incamminata da sola verso il locale.

Federico è già arrivato, lo trovo all'esterno mentre chiacchiera con Riccardo e Simone. Sofia è accanto a lui. Fede tiene un braccio dietro la sua schiena, sembra quasi che stia giocherellando con i suoi capelli raccolti in una coda alta. Socchiudo gli occhi, cercando di capire se sto avendo un'allucinazione. Lui sembra accorgersi della mia presenza, perché ritrae subito la mano, quasi si fosse preso la scossa.

Come il ventoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora