42-Mr White

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James Potter
~LENE~

«Lene, puoi evitare di fare rumore?» brontola Alice nel sonno e la ignoro. Sono in ritardo per la partita, o meglio, per il programma da seguire. Io e Sirius ci siamo dati appuntamento alle sette per fare colazione, dopodiché dovremmo prendere e svegliare tutti per fare loro una specie di lavaggio del cervello. Mi scontro contro il letto per mettere le scarpe e non curo molto i lamenti delle mie amiche, capiranno. Arrivo di sotto con il fiatone per solo dei miseri scalini; l'ho sempre detto che alcune volte la vita è davvero incoerente.

«Anche tu stai collassando?» mi chiede Sirius con le mani sui fianchi, mentre riprende il fiato.

«Sto benissimo, non vedi?» dico con certo sarcasmo. «Non abbiamo nessun punto da cui partire, dovremmo pensare a qualcosa» lo guardo e ci avviamo in Sala Grande.

«Non è vero, il mio piano prevede tutto: rapiamo James in boxer, prima ancora di lui prendiamo Mary così ci sentirà di più e infine lo facciamo scagliare contro Robins» spiega, prendendo il cibo sotto il mio sguardo scrutatore.

«Con James abbiamo provato di tutto» sospiro, cercando di ignorare l'ultima parte. «C'è qualcosa che non gli abbiamo detto?» Si può avere speranza fino ad un certo punto e sinceramente l'ho quasi finita.

«Gli ripeterò ogni cosa fino all'infinito, ok? Non lo possiamo abbandonare» mi guarda negli occhi e annuisco. Alcune volte mi chiedo come fanno: Sirius si annoia di molte cose e molto velocemente quando diventano ingestibili, ma rimane accanto a James. Forse sono nati davvero per essere fratelli, per non abbandonarsi e avere una fiducia cieca l'uno nell'altro. Di solito certi legami così forti possono spezzarsi all'improvviso per forze esterne. Posso dire di averli visti crescere insieme e sono fiera in un certo senso, anche se mi fanno incazzare.

«Passami quel cornetto» gliene indico uno. «Come faccio a non tirargli addosso un bolide oggi?»

«Sai che chiedi alla persona sbagliata perché lo colpirei almeno trenta volte casualmente» ride e mi contagia un po', mentre inizio a mangiare. «Mh, stanotte ho sentito Frank blaterare qualcosa su Alice, faceva paura»

«Ah quei sogni» Alice è una chiacchierona si sa, solo che alcune volte racconta troppo, ma troppo. «Sogna le piante che parlano»

«Quindi vuole farsi di erba?»

«Vuole scoparsela, pensa un po'» rido ironica, finendo il cornetto e bevendo un bicchiere di succo.

«Vorrei chiedere a Regulus se massacrerebbe lui da parte mia, ma non lo farebbe perché gliel'ho chiesto»

«Dai Black, alza il culo che sta arrivando una delle tue spasimanti dell'anno scorso»

«Angelina?» sbarra gli occhi e si nasconde dietro di me.

«Marlene, buona fortuna per oggi! tifo per voi e per la mazza di Sirius» passa veloce con un sorriso gentile che ricambio, mentre sento il coglione dietro di me rimanere traumatizzato.

«Scappiamocene in Messico e non torniamo mai più» sussurra, uscendo dalla Sala.

«La farò venire nella tua camera e le darò una tua maglietta, così vi legherete per sempre» lo provoco, evitando di ridere.

«Sei una stronza, non ti inviterò al mio matrimonio»

«Te lo rovinerò perché è impossibile che io non sia presente»

«Aspetta, non mi sposerò mai quindi non ha senso»

«Parole tue» alzo le spalle. «Secondo te, Leo ci uccide per non portargli una mela?» quel ragazzo e le mele sono un'unica persona, così tanto che fanno paura.

The wrong decisionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora