40-Sei la mia famiglia

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Marlene McKinnon

~SIRIUS~

Ho passato i giorni a rimuginare sopra le parole di James: come può sparare certe cazzate per una ragazza? Di tutte le stronzate per cui stare male, decide di esserlo per una cosa insignificante. Non è giusto, non può permetterselo. Quanto odio la rossa, se ne frega altamente. Non trovo i nessi logici, ha sempre detto che era solo una "scommessa", eppure non sembra così; non vorrei pensarci, ma è ovvio che si è come dire... innamorato. Bleah. Pensavo che mai nessuno dei due si potesse infatuare pesantemente, invece è caduto nella trappola del lupo. Gli ha rovinato la vita: mercoledì era solo un'ombra più accentuata di ciò che era James; già quando si è svelato, si è trasformato nella sbiaditura di se stesso. Per fortuna è sabato e non bisogna andare a lezione, o avrei saltato come minimo cinque materie. Molte volte mi chiedo cosa vorrò fare uscito da questo posto, visto che studiare per me è un optional. Ogni volta rispondo che lo saprà solo il futuro, ma il futuro è già presente e quel futuro arriva ogni giorno sempre più vicino. Ad esempio è già arrivata un'altra partita; è passata una settimana dall'ultima, finita male. Se ci siamo allenati? Senza un capitano che ci guida tutto si è limitato ad una corsetta molto alla cazzo di cane, quindi perderemo? Siamo contro i Corvonero, ne dubito fortemente. Albert, il portiere, è solo uno stupido da quattro soldi. Quindi che dire? Si va verso la vittoria, pur di fare il culo a James.

«L'altro giorno è venuto Mike a parlarmi, sai?» James inizia a parlare di sua spontanea volontà.

«E quindi? Ti ha insultato? Gli spacco la faccia» lo farei anche senza che lo abbia veramente insultato, ha proprio la faccia da sacco da box, pronto per essere preso a pugni da me e me medesimo.

«Non hai ancora chiarito con Marlene?» eccola. Questa domanda mi tocca come poche, perché è una di quelle a cui vuoi rispondere con un semplice "no" ma saresti in disaccordo con te stesso, volendo non aver mai litigato. L'ho delusa e non vorrei riaccadesse. Mi sentirei più di una merda umana a tradire la sua speranza verso di me.

«Non ne abbiamo avuto l'occasione» tiro un sorriso finto.

«Per questo ho parlato anche a lei e le manchi... Parlale o probabile che scappi da te e ti ritroverai come me»

«Pff, tu ti sei fuso il cervello» rido. «Poi ha te e...» due delle persone che odio di più. Me li hanno portati via tutti e due. Mi hanno tolto dei tasselli fondamentali nella mia vita, dei pezzi della mia famiglia. Quindi sì: odio la Evans e Robins. La prima l'ha abbandonato e il secondo mi sa di puzza sotto al naso.

«Cosa ci fate ancora qui?» ci riprende Peter, entrando.

«Chiacchieriamo» rispondo sarcastico, visto che sono pieno di rabbia. Sono fottutamente perso.

«Oggi pomeriggio avete un ultimo allenamento» ci ricorda.

«È già tanto se si presenterà in partita» sbuffo.

«Hai qualcosa contro di me?» chiede James.

«Io? Per niente» rido nervoso. «Sembri solo un pezzo di legno, come Pinocchio, infantile»

«L'infantile qui sei tu» mi punta il dito contro.

«Aspetta che mi faccio venire una crisi per una ragazzina del secondo anno»

«Non fai ridere neanche i muli, ti troverai solo»

«Il mio amico mi ha già abbandonato» lo guardo con disprezzo, aspettando un'altra sua parola, un'obiezione. Zero, zero di niente. «Ci si vede alla partita» scuoto leggermente la testa ed esco. Sarà quasi ora di pranzo ma non me ne frega niente, devo allontanarmi. Potrei uccidere qualcuno e non mi sentirei neanche in colpa, magari la persona fortunata è la rossa o il biondino.
Arrivo in cortile, inspiro incessantemente, assaporando una libertà che non mi appartiene, un sogno irrealizzabile. Tutti se ne vanno prima o poi, non importa cosa tu dica o faccia; il mondo è bastardo, funziona come cazzo gli pare e piace. Un attimo prima sei felice, hai tuto ciò che potresti mai desiderare, ti giri ed ecco che scompare tutto, lasciandoti con solo le ceneri. Cammino a vanvera senza una meta, il paesaggio è aspro, come se non dovesse arrivare la primavera. Ci dovrebbe essere verde, verde e solo verde; è presente solo un marrone triste. Vaffanculo, neanche fuori posso avere pace. Rientro e vado nella Sala Grande, sedendomi di fianco a Frank e lontano da tutti gli altri soggetti.

The wrong decisionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora