Capitolo 2

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Tornammo in casa. Andammo subito dagli altri a raccontargli tutto, e dopo si sono messi a ridere, tranne Peter che mi guardava, stava provando a credermi. Poi Edmund disse ridendo

“Mia sorella ti ha contagiato eh?”

“Non parlare di lei così Edmund”

“Solo i pazzi possono vedere queste cose”

“Ma che problemi hai?”

“Ora tu e Lucy siete il mio problema, vi inventate cose assurde. Ma vi sentite quando parlate? Lucy la capisco, un po’, ma a te, i tuoi genitori non hanno insegnato a stare coi piedi per terra?”

Il cuore mi si bloccò. Sentì Peter urlare il nome di Edmund per farlo smettere. Solo lui sapeva dei miei genitori. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e corsi in camera mia.

La mattina dopo, entrarono tutti e quattro i Pevensie, io ero sotto le coperte, sveglia da qualche ora in realtà. Le ragazze si sedettero sul letto, mentre Edmund e Peter rimasero in piedi.

“Perché non l’hai detto anche a noi?” disse Susan

“Non lo so” risposi io “perché siete qui? Voglio stare sola”

“Edmund ti deve dire una cosa” disse Peter porgendomi una mano per farmi alzare

Lucy disse subito “Ed è venuto a Narnia Lexie, era con me!”

Guardai lui sorridendogli “Davvero? Ora ci credi?”

“Cosa? No, ovviamente, ho solo dato corda a Lucy, è una bambina”

Peter gli diede una gomitata, ma Lucy stava già piangendo. Io l’abbracciai e le dissi che suo fratello era uno stupido colossale. Sorrise.

“Edmund vattene” dissi seria

“Volevo chiederti scusa per ieri, non sapevo che i tuoi…beh…hai capito”

“Si, ovvio che ho capito. E si, le accetto. Ma hai mentito. Io so che tu hai visto Narnia, ma non vuoi crederci o ammetterlo davanti…davanti a Susan e Peter. Non vuoi che si comportino come tu ti comporti con Lucy, vero? No tranquillo, loro sono più maturi di te, questa è la prova che tu sei ancora un bambino”

Mi guardò, poi spostò lo sguardo verso il basso, come se si sentisse battuto.

Poi aggiunsi “Io vado in giardino, venite?”

“Si, certo. Giochiamo a palla” disse Peter

“sì va bene” risposi

Mentre giocavamo, la palla, lanciata da Edmund ovviamente, colpì la finestra. Andammo a controllare e in quella stanza, oltre al vetro rotto, c’erano degli oggetti antichi rotti. Ci guardammo quando sentimmo la voce della signora Macready avvicinarsi. Io la temevo quanto loro. Cominciammo a correre, a cercare un nascondiglio. Peter mi disse

“Dov’è l’armadio?”

Lo guardai, lui mi sorrise e io ricambiai. Gli presi la mano e lo portai nella stanza.

“Entriamo dai” disse Pet

Lo ascoltarono, io chiusi la porta della stanza e fui l’ultima ad entrare nell’armadio, infatti Peter mi diede la mano e poi chiuse lui l’anta.

Andammo tutti indietro, fino a quando Susan non cadde, inciampando sulla neve. Fu una reazione a catena: caddero subito dopo Lucy, poi Edmund, poi Peter e poi io. Ma lui cercò di salvare almeno me dalla neve gelida e quindi cercò di prendermi. Lo schiacciai e non riuscivo a smettere di ridere un attimo. Guardai Edmund

“Cos’hai da dire a tua discolpa? Tu e gli altri due lì ovviamente” dissi riferendomi a Peter e Susan, e nel mentre Lucy rideva.

“Scusate” dissero i tre in coro

“Lexie, mi perdoni? Per tutto. Sono stato uno stupido”

Io mi voltai dandogli le spalle “Sai Ed, io sono buona alla fine…e si potrei anche perdonarti, ma sarebbe troppo facile no?” Lanciai uno sguardo di complicità a Peter, poi continuai “Quindi mi sembra giusto…vendicarmi”. Detto questo, presi della neve e la lanciai ad Edmund, poi Peter fece lo stesso contro suo fratello. Edmund contrattaccò, lanciando palle di neve come se fosse un macchina e poi si lanciò verso di me per placcarmi. Stavo morendo dalle risate, ma solo dopo mi accorsi che lui era sopra di me, e mi guardava, bloccato. Era buffo, ma carino. Poi dritto in faccia gli arrivò una palla di neve da parte di Peter. Le sorelle Pevensie invece si allearono contro il fratello maggiore.

È stato divertentissimo, poi dissi

“Lucy! Il signor Tumnus! Andiamo”

Lucy mi seguì, così come gli altri. Ma appena arrivammo, la porta della casa del fauno era distrutta. Io corsi subito verso essa, e Peter urlò

“Lexie aspetta, è pericoloso!” ma non lo ascoltai. Entrai in casa. Era tutto distrutto, il signor Tumnus non c’era più. Mi girai e vidi Lucy in lacrime e i 3 fratelli maggiori ad occhi aperti. Peter trovò una specie di lettera che lesse. Il signor Tumnus è stato arrestato per aver ospitato delle figlie di Eva. Poverino, ci aveva solo aiutate. Uscì dalla casa, un’altra persona a cui tenevo era sparita, poteva essergli successo di tutto, poteva essere morto. Mi stava venendo un attacco di panico. Caddi in ginocchio, sulla neve gelida, “Lexie!” urlò Peter, mi prese tra le sue braccia, gli altri si misero attorno a me

“Respira Lexie, piano” mise la mia mano sul suo petto “Segui il mio respiro” disse con un filo di voce.

Riuscì a riprendermi, dopo qualche minuto, e poi lo abbracciai e gli dissi

“E se gli fosse successo qualcosa, per colpa nostra? Non potrei sopportarlo di nuovo”

“Di nuovo?” chiese Susan

“I miei genitori quel giorno stavano venendo a prendermi a casa di una mia compagnia…e sono…morti…”

“Lexie, non è stata colpa tua, e non lo è nemmeno questa volta. Tranquilla” disse Edmund sorridendomi. Gli feci un sorriso forzato.

The Chronicles of LexieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora