Se già ramazzare il ponte normalmente non era una passeggiata, soprattutto per lo sforzo a cui venivano sottoposte le braccia, dover fare altrettanto spostando la neve fuori bordo fu estenuante. Peter capì in fretta come mai Virgil avesse insistito tanto per farlo riposare e mangiare in abbondanza prima di metterlo al lavoro, se fosse stato obbligato ad iniziare quella mattina lo sforzo avrebbe potuto ucciderlo. Aveva cominciato dal ponte di poppa e proseguito fino a prora, spostandosi all'albero di bompresso e fin sulla polena. Ora dopo ora, chili e chili di ghiaccio si erano sciolti tra le onde, avvolti dalle profondità nel silenzio della notte. Concluso il proprio dovere, il ragazzo sollevò lo sguardo verso la cima dell'albero maestro e, abbandonata la ramazza, cominciò a salire lungo le sarte diretto alla postazione di vedetta. Era davvero emozionato, tanto che salì i primi metri più velocemente che poté, ma, quando fu a metà del percorso, non poté fare a meno di fermarsi ad osservare l'orizzonte sconfinato. Reggendosi usando un solo braccio, percepì il vuoto sotto di sé, il vento attraverso i capelli ed il corpo leggero e libero come l'aria. D'istinto, fu sul punto di lasciare la presa ed abbandonare anche l'ultimo contatto con la nave, ma non appena sollevò un paio di dita, si sentì sprofondare e venne attraversato da un brivido di paura. Tornando ad aggrapparsi saldamente alla corda, si ritrovò immobilizzato, con il cuore a battere contro le pareti della gola.
"Giusto!"
Ricordò.
"Non so più volare! Se cado da qui..."
Lo sguardo calò verso terra, alle assi del ponte e, per qualche motivo inspiegabile, quel nuovo terrore sconosciuto tornò ancora più forte di prima, al punto che fu impossibile per Peter dominarlo e mantenere la calma. Furono secondi interminabili, il pensiero di rimanere bloccato lì per sempre, ad un passo dalla morte, cominciò a logorarlo portandolo alle lacrime. La situazione peggiorò quando, ad un tratto, percepì le sarte scuotersi, obbligandolo a stringere le corde sino a farsi sanguinare i palmi delle mani per evitare di cadere. Fu una carezza gentile a calmarlo e così il ragazzo notò la presenza di Virgil al proprio fianco.
"Sali"
Stingendo le palpebre, tentò di eseguire l'ordine, sollevò la mano destra e cercò l'appoggio successivo a tentoni. Tenendo gli occhi chiusi non ci riuscì e ciò lo paralizzò ancora di più. Stava per ritrarre la mano quando il pirata la avvolse nella propria guidandola pazientemente all'appiglio. Era così grande e calda che Peter smise di tremare, ormai rassicurato.
"Non cadrai"
Preso un bel respiro, si fece forza e sollevò la testa. Era arrivato a metà strada senza problemi, se ora non era più in grado di volare, non gli restava che confidare nella forza delle proprie braccia e gambe. Grazie alla sicurezza che gli diede la presenza della vedetta, riuscì finalmente a proseguire e, un paio di volte, recuperò il coraggio necessario a guardare di nuovo verso il mare. Il fatto di trovarsi a quell'altezza era incredibile, volare era una condizione normalmente proibita agli adulti, così concentrati solo su ciò che è materiale e terreno. A quanto pare, anche se in forma diversa, per i pirati una porzione di cielo era concessa. Aver accettato la proposta di Uncino era stata la scelta giusta, nonostante fosse cresciuto, ciò non avrebbe significato per forza abbandonare quella parte di sé spensierata e avventurosa. Più sereno, Peter prese velocità, lasciò Virgil dietro sé e, superati un paio di metri, fu in grado di appoggiare il primo piede nella postazione della vedetta. Dopo aver avuto quel momento di incertezza, raggiungere la meta fu una vittoria ancora più grande. Appoggiandosi al parapetto del piccolo spazio circolare, il ragazzo osservò la nave dall'alto, non un centimetro del ponte era scoperto o fuori dalla portata dei suoi occhi lassù. Ad un tratto, un piccolo bagliore gli si accese alle spalle, il maggiore lo aveva raggiunto ed ora stava posizionando una lanterna al suo apposito gancio, illuminando l'area tenuemente. Fatto ciò, il pirata si sedette accanto ad una cassa che, a causa dell'emozione, Peter non aveva notato poco prima, aprì il coperchio ancora coperto di neve, e ne recuperò una coperta porgendogliela senza aggiungere nulla.
"Per fortuna è tornato silenzioso come al solito... Mi aveva preoccupato questo pomeriggio"
Fu felice di avvolgersi nel morbido tessuto, in poco tempo il calore corporeo riportò la lana ad una temperatura piacevole e così si affiancò alla vedetta in modo da condividerla. Virgil lo aveva invitato a raggiungerlo lì dopo aver pulito il ponte e stava morendo di curiosità, voleva conoscerne il motivo, ma, allo stesso tempo, non poteva correre il rischio di innervosirlo. Sapeva che al maggiore non piaceva chiacchierare, quindi decise di aspettare che fosse lui a farsi avanti e si concentrò nell'osservare il cielo. In una notte più limpida e senza nuvole, le stelle sarebbero state spettacolari, si ripromise che, alla successiva buona occasione, avrebbe provato a chiedere il permesso di risalire, anche per pochi minuti.
"Vieni, Peter"
Alzandosi, Virgil scivolò fuori dalla coperta e si posizionò verso una specifica direzione sistemando il fuoco della lente di un cannocchiale. Peter lo raggiunse incuriosito e, quando l'altro gli porse l'oggetto, lo puntò verso il medesimo obiettivo. Nonostante il buio, intravvide una grande, familiare, sagoma e, al suo limitare, venne quasi accecato dalla luce di un alto fuoco. Ombre sconosciute venivano riflesse dalla pira stagliandovisi tutt'intorno come i petali di un fiore. Ripassando lo strumento alla vedetta, Peter si strofinò l'occhio, intristito e confuso. Quella era l'Isola Che Non C'è, impossibile confonderla, il pirata gli aveva appena rivelato la loro posizione. Come aveva immaginato, la mappa di Uncino era del tutto sbagliata, ma quella certezza passò in secondo piano poiché, la sola ragione per cui Virgil poteva avergli rivelato un'informazione di tale importanza, era per mettere alla prova la sua fedeltà. Era ancora convinto che sarebbe fuggito non appena intravista una via d'uscita, che desiderasse tornare Pan e venire meno alla parola data, abbandonando quella che ormai considerava la propria casa e tradendo loro, la sua sola famiglia. Le guance di Peter si riempirono di lacrime amare che il ragazzo cercò di nascondere velocemente nelle maniche del maglione, gesto che non gli fu concesso a lungo. Un attimo dopo, le grandi mani del pirata avvolsero il suo viso, obbligandolo ad incrociare i loro sguardi ed a rivelare quella fragilità apertamente. La fiamma della lanterna brillava nelle iridi marroni dell'uomo, alimentandosi in esse come di secca corteccia. Quelle scure, labbra carnose si schiusero e, cancellando il poco spazio rimasto, punto d'unione dei loro respiri condensati, si appoggiarono alle sue. Non fu un contatto lungo, ma Peter ne percepì ogni istante distintamente. Il fiato di Virgil era fresco, sapeva di menta, inoltre aveva la bocca molto più grande rispetto a quella di Uncino, ne venne divorato, gentilmente, in un morbido abbraccio. Incapace di muoversi, troppo sconvolto da quanto stava capitando, il giovane tenne le palpebre spalancate per tutto il tempo, solo quando l'altro si separò e poté riprendere fiato, le richiuse e si coprì la faccia paonazza con le mani.
"Peter..."
Indietreggiando di un passo e poi di un altro ancora, per poco non cadde all'indietro nel vuoto, fortunatamente la vedetta fu più rapido e lo afferrò riportando tra le proprie braccia. Aveva paura, prima di allora aveva unito le bocche solo con Uncino ed il corvino gli aveva detto chiaramente che si trattava di una propria esclusiva. Lui era il Capitano, tutto ciò che si trovava a bordo della Jolly Roger era di sua proprietà e questo includeva anche la sua vita ed il suo corpo. Per la stessa ragione, però, non avrebbe potuto rifiutare Virgil, lui faceva parte della ciurma, poteva fargli ed ordinargli qualsiasi cosa desiderasse senza che potesse opporsi. A quel punto, se anche solo uno dei due pirati lo avesse accusato di aver provocato l'accaduto, non avrebbe avuto il diritto di difendersi. Poteva ancora sentire le croste delle frustate tirare la pelle della schiena, un'altra punizione simile e sarebbe finito scuoiato vivo. Si lasciò cadere sulle ginocchia e, terrorizzato, alzò lo sguardo in quello della vedetta.
"P-Perché tutto questo? M-Mi hai mostrato l'Isola e p-poi hai appoggiato la bocca sulla mia c-così da obbligarmi a confessare tutto al Capitano e... e farmi punire di nuovo?"
Migliaia di scenari, uno più crudele dell'altro, si accalcarono nella sua mente, distruggendolo.
"P-piuttosto che uccidermi subito, cercate di trovare ogni minima ragione per farmi sbagliare e torturarmi?!"
Inginocchiandosi, la vedetta lo abbracciò affettuosamente.
"Ho il permesso del Capitano. Nessuno ti farà del male per il bacio, lo giuro"
Nonostante Virgil gli avesse dato la propria parola, non fu sufficiente a calmare il suo pianto. In passato una cosa del genere non gli era mai capitata, il cuore gli stava scoppiando nel petto, quelle emozioni del mondo degli adulti erano troppo complicate, forse era sul punto di impazzire, o peggio, morire. Sollevandogli il mento, il pirata gli scompigliò dolcemente i capelli e lo scaldò con un tenue sorriso.
"Mi piaci, Peter"
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TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||
Fanfiction~ Chiamami Capitano, imbarcati sulla Jolly Roger e guadagnati il tuo posto nella ciurma oppure lascia l'Isola Che Non C'è, per sempre ~ ATTENZIONE Storia yaoi, MxM, se non ti piace come genere non leggerla, altrimenti, Buona Lettura! Sotto la Luna...