XXXV

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Nemmeno il candore della nebbia aveva potuto nulla contro l'oscurità della notte. Come in una battaglia sanguinaria, la coltre si era tinta di sangue al tramonto ed ora, esalato l'ultimo respiro, andava dissolvendosi sotto la luce delle stelle e dell'ultimo flebile spicchio di Luna. Disegnandone il perimetro con la punta del dito, Peter tracciò una "d" e poi tornò ad intrecciare la cima a cui stava lavorando. Stringendo bene l'ultimo nodo, vi diede un paio di strattoni per assicurarsi che reggesse a dovere, era il momento della verità. Infilando il piede in un'asola si sporse verso il ponte, fece un respiro profondo e, sedendosi sul parapetto, si assicurò che non ci fosse Virgil in vista. Uno slancio e si gettò nel vuoto. Per un paio di secondi si lasciò precipitare in caduta libera, ma poi, quando ormai aveva superato la metà della lunghezza dell'albero di maestra, tirò la base della corda. I nodi fecero il loro dovere frenando la caduta, impedendogli di rompersi l'osso del collo e, soprattutto, di disobbedire all'ordine ricevuto dalla vedetta. Stringendo saldamente la cima, il ragazzo passò qualche secondo ad assicurarsi delle proprie condizioni. Era integro, nemmeno un segno di sfregamento su mani o piedi, poi tornò a respirare. Aveva corso un bel rischio, ma ne era valsa la pena, il metodo di discesa rapida funzionava alla perfezione. Ora non restava che risalire. 
"Sei tornato a volare, Peter?"
Un brivido gli corse lungo la schiena ed il collo. Dandosi una piccola spinta con le braccia verso l'alto, il mozzo si sollevò di poco, solo per essere sicuro di non cadere, dopodiché si girò. Appoggiato alla base dell'albero maestro, James fumava la pipa osservandolo, sulle labbra un sorriso sottile. C'era qualcosa di diverso in lui, non sembrava tranquillo e controllato come al solito, probabilmente la tensione della missione stava iniziando a farsi sentire e ciò, per quanto cercasse di evitarlo, traspariva. Spenti i sigari, il corvino gli si avvicinò e fu allora che, nel lieve movimento della sua chioma, Peter notò come un bagliore. Concentrato nell'individuarne l'origine, il giovane si ritrovò del tutto impreparato quando il maggiore gli diede una spintarella facendolo ondeggiare. Rischiò quasi di finire a terra. Il Capitano rise e, non appena tornò a portata, agganciò la cima con il suo uncino e tirò Peter a sé rubandogli un bacio. Il fulvo si strinse alla corda, era frastornato, il suo cuore era un tamburo, sentiva che avrebbe potuto sciogliersi da un momento all'altro. 
"Divertente il tuo giochino di nodi, non pensavo fossi pratico anche con le corde, ma buono a sapersi"
Per una strana, inspiegabile ragione, quelle parole fecero ricordare a Peter la volta in cui James lo aveva legato alla propria sedia nella cabina per obbligarlo a tenere le gambe aperte. Il viso gli andò a fuoco. Doveva schiarirsi la mente, cambiare discorso, ed in fretta, prima che il suo corpo cominciasse a reagire in modo strano. 
"N-No... Io... H-Ho solo seguito un progetto di Virgil"
Scavando nella tasca del maglione tirò fuori il foglio. Ore ed ore passate a fare misurazioni, alla fine si era stancato, anche perché, dopo avergli ordinato di non scendere dalla postazione, la vedetta non si era più visto, quindi aveva cominciato a frugare nei suoi effetti personali, così aveva trovato il progetto della carrucola. Virgil non era riuscito ad utilizzarla a causa della propria mole, ma lui pesava meno della metà del pirata, quindi era riuscito a metterla in funzione. Era orgoglioso di avercela fatta, ma vedere altrettanta soddisfazione sul volto di James, la rese una vittoria ancora più grande. 
"Puoi anche tornare su?"
"Stavo per provare, non sono sicuro..."
Rubatogli il disegno, James fece qualche passo indietro aggrappandosi alle sarte.
"A chi arriva prima"
Detto ciò, senza lasciargli nemmeno il tempo di focalizzare la situazione, il corvino cominciò a salire verso la cima dell'albero di maestra. Passato l'attimo di esitazione, Peter afferrò la fine della cima e tirò con tutta la forza che poté. Tenne sempre lo sguardo puntato verso l'alto, era consapevole che, se si fosse voltato per individuare il Capitano avrebbe perso la sfida. Era la prima volta che si confrontavano, si trattava di un'occasione imperdibile per dimostrare a sé stesso di poter sfiorare l'irraggiungibile. Le braccia doloranti, il sudore ad appiccicare gli abiti pesanti alla pelle, perfino l'aria fredda sembrava quasi tiepida sulle guance. Era in fiamme. Quando infine si aggrappò al bordo e si tirò su, non aveva più né fiato né forze, ma vedere James seduto poco distante nelle medesime condizioni lo ripagò di ogni fatica. Stirando i muscoli, il maggiore sciolse il nastro del colletto della propria camicia e cominciò a raccogliere i capelli in una coda, non si lasciò sfuggire nemmeno un ciuffo. Fu allora che Peter scoprì la provenienza del bagliore di poco prima.
"James, porti l'orecchino?"
"Certo, non te ne sei mai... Oh, giusto, ho smesso di indossarlo da quando sei arrivato qui"
Rialzandosi poco a poco per evitare un capogiro indesiderato, il ragazzo gli si avvicinò incuriosito.
"Pensavo che solo Barnabas lo portasse"
"A dire il vero tutti qui a bordo hanno almeno un buco per l'orecchino, a parte te"
Sedendosi vicino al corvino, Peter lo osservò da più vicino e gli parve di ricordare che, in effetti, in passato Uncino lo portasse durante gli scontri con Pan, ma non avrebbe saputo dirlo per certo. 
"Perché hai smesso di portarlo? Ti sta bene..."
Era a cerchio e, se la vista non lo ingannava, si trattava di oro puro. In qualche modo rendeva il Capitano ancora più elegante ed impreziosiva i suoi capelli facendone risaltare il nero naturale. 
"Sai perché i pirati portano gli orecchini?"
"No, c'è un motivo preciso?"
James distolse lo sguardo verso l'oceano e si incupì leggermente.
"Non è una questione di stile o vanità. Servono perché, quando il possessore muore, con essi viene pagata la bara in cui seppellirlo. Il loro valore è quello della condizione che ti attende dopo il trapasso. Per questo sono di quanto più prezioso un pirata possa custodire" 
Peter sentì il sangue gelarsi nelle vene e abbassò il capo. 
"Tu non morirai mai... Non lascerò che accada"
La mano di James gli avvolse il mento e lo obbligò a voltarsi. I suoi occhi blu brillavano alla luce della lanterna posta sopra le loro teste, ma era la determinazione ad accenderli di fiamma viva.
"Puoi contarci"
Il respiro caldo del corvino sulle labbra, così vicino al proprio, era una tentazione irresistibile. Se solo avesse avuto la certezza che il contatto fisico fra loro provocasse in lui il medesimo effetto che sentiva su di sé, l'avrebbe stretto tutta la notte, così da aiutarlo a dimenticare lo spettro della morte. Peccato che non avesse l'autorità per potersi spingere a tanto. Fossero stati entrambi al medesimo livello, allora quelle catene di sottomissione a frenarlo si sarebbero spezzate permettendogli di esprimere con sincerità quei desideri profondi a logorarlo. Doveva solo continuare a fare del proprio meglio, entrare nella ciurma e poi salire la gerarchia, un passo alla volta, diventando sempre più forte, il più forte, solo così avrebbe potuto reclamare James come suo, proprio come faceva il maggiore nei suoi confronti. Lasciata la presa, il Capitano unì le loro fronti. 
"A cosa stai pensando così intensamente? Sembri sul punto di volermi divorare, Peter"
"Forse..."
Sussurrò a fior di labbra, ma si pentì subito e schiarì la voce per dissimulare il disagio. Per un po' rimasero in silenzio, ma poi il  corvino recuperò la pipa dalla tasca e se la portò alle labbra. 
"Già, forse... un giorno"
Non si aspettava una risposta del genere. La mente di Peter cominciò a vagare attraverso scenari sconosciuti nei quali, per una volta, era James quello immerso nel piacere per merito suo, in lacrime a pregarlo di poter avere di più, poiché lui era il solo a potergli offrire ciò di cui il suo corpo aveva bisogno, ciò che il suo cuore bramava. Dovette immediatamente piegare le gambe con la speranza che l'altro non avesse notato il gonfiore sotto i suoi pantaloni. Prese un paio di respiri profondi, ma il profumo dei sigari del corvino, lo stesso ad impregnare le notti trascorse insieme, non lo aiutò affatto a tranquillizzarsi. Tossì di nuovo un paio di volte e tentò di guardare ovunque meno che il Capitano. 
"Peter"
Sobbalzò. Come al solito il fumo rendeva la voce di James ancora più roca.
"S-Sì!?"
"Ti senti pronto per ciò che ti aspetta domani?"
Un discorso serio era proprio ciò di cui aveva bisogno per mantenersi lucido. 
"Sì, lo sono..."
Rispose sicuro.
"...sono stato addestrato dai migliori uomini di mare che ci sono!"
James rise. 
"Scusa, non ho potuto evitare di chiedertelo. So che dici sul serio, ma se le cose andassero male..."
Seccato, Peter gli si sedette davanti.
"Anche tu come Virgil? Non accadrà nulla di male!"
Tornandogli in mente il discorso fatto con la vedetta, una domanda gli salì dalle viscere e, ancor prima che il Capitano potesse espirare di nuovo, essa uscì. 
"James, tu mi ami?" 

TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora