Un colpo di forbice dopo l'altro, intorno a Peter si era formato un piccolo tappeto di ciocche bionde e ramate. Sentiva la testa più fresca e leggera, in tutti i sensi, inoltre, osservando il proprio aspetto plasmarsi nel riflesso dello specchio, ne rimase sempre più sorpreso. Se con barba ed capelli a media lunghezza era palese quanto fosse cambiato rispetto a Pan, temeva che non sarebbero risultati altrettanto diversi una volta rasato e acconciato, ma quel timore andò mano a mano dissipandosi. Anche nella fisionomia, i tratti gentili e arrotondati della gioventù si erano induriti, inoltre le cicatrici lasciate dalle ustioni rivelavano un vissuto che non apparteneva ad un ragazzetto impertinente senza un problema al mondo, ma a un uomo, a lui, a Peter. Il solo indizio a tradirne l'identità erano gli occhi, vividi e vispi, pieni di un'impazienza prorompente che il mozzo non era in grado di nascondere. Mentre il Capitano avvicinava il volto al suo per definire gli ultimi aggiustamenti del taglio, si sentì mancare il fiato. Dopo che il maggiore lo aveva allettato con le sue sensuali provocazioni, non era più stato in grado di far rallentare il proprio cuore. Era passato diverso tempo dall'ultima volta che James aveva avuto un atteggiamento simile nei suoi confronti, da prima del compleanno del Signor Benson e, il pensiero di quanti altri segreti celasse la sua esperienza di adulto, lo faceva impazzire. Così tante sensazioni da scoprire, infiniti gesti, delicati e decisi, da sperimentare sulla propria pelle e condividere in un profondo contatto di corpi. Era pronto a piegarsi alla volontà del corvino, seguire con cieca obbedienza le sue indicazioni e, a differenza della volta precedente, non si sarebbe lasciato trascinare da solo in quella marea, avrebbe portato l'altro con sé.
"Peter, fermo o finirò per tagliarti"
Senza poterlo controllare, aveva cominciato ad agitare la gamba destra. L'adrenalina gli era salita a mille, ma si fece forza, un bel respiro e tornò immobile, anche se si rivelò uno sforzo non indifferente. Chiuse le palpebre e cercò di concentrarsi sul suono della forbice, regolarizzò il proprio respiro su quello di James, a ritmo delle onde fuori dalla finestra. Quel sottofondo divenne la sola presenza a circondarlo per diverso tempo, fu un tocco gelido a spezzarla facendolo irrigidire. Riconobbe all'istante la sensazione di quel familiare uncino metallico contro il collo, ma non provò nemmeno a guardare cosa stesse succedendo, si bloccò com'era, abbandonandosi alla mercé del proprio superiore. Lentamente, la punta attraversò il perimetro della sua giugulare, solcandone la carne con tale leggiadria da non permettergli di capire se l'avesse incisa o meno, ma bastò comunque a strappargli il respiro. Un movimento accanto all'orecchio destro, senza più i capelli di mezzo lo colse con chiarezza, così come la vicinanza delle labbra del Capitano.
"Non aprire gli occhi... resta immobile"
Stringendo i calzoni a livello delle ginocchia, Peter deglutì, aveva la bocca secca. Non aveva idea di cosa James avesse in mente di fargli, stava morendo di curiosità, voleva vedere, imparare, ma una nuova paura lo teneva incatenato all'ordine appena ricevuto, il pensiero di trovarsi di nuovo dall'altro capo di una pistola. Gli sfuggì un singhiozzo e finì per sussultare quando sentì la mano del corvino appoggiarsi sulla propria. Voltò la testa di lato pur di scacciare la crescente tentazione di spiare cosa stesse accadendo. C'era del movimento davanti ai suoi piedi, poi più vicino, da un lato e dall'altro, ma, prima che potesse aprire bocca per domandare, venne obbligato ad allargare le gambe dagli avambracci del maggiore, posizione che lo rese ancora più vulnerabile.
"Sollevati"
E, mentre diceva ciò, gli guidò la mano fin sul bracciolo della sedia.
"Fai forza sulle braccia"
Fece come ordinato, per quanto il tremore muscolare glielo permettesse. Ecco di nuovo la sensazione del freddo uncino contro la pelle, questa volta sul fianco, poco sopra l'elastico dei calzoni. Abbassandosi inesorabilmente, glieli sfilò insieme all'intimo lasciandolo del tutto esposto. L'aria fredda contro le parti intime diede sollievo a Peter, stava sudando molto per l'agitazione, i vestiti si erano trasformati in una trappola fastidiosa sempre più stretta. Tornato a sedere, seguì il percorso degli indumenti fino a quando non sparirono del tutto, ma non ebbe il tempo di chiedersi che fine avessero fatto, qualcosa di ben più importante focalizzò le sue priorità altrove. Il tocco di un polpastrello, lieve, eppure così ruvido, lo sfiorò proprio sulla punta dell'intimità facendogli quasi serrare le gambe come una morsa in un gesto istintivo, ma non accadde, una presa ben salda glielo impedì, almeno dal lato sinistro.
"Mi sembrava di averti detto di stare fermo. Pensi di riuscire ad obbedire o preferisci che ricorra alle maniere forti?"
"I-Io... N-non lo so... P-Per favore, James... F-fammi guardare..."
Il corvino si zittì. Peter lo sentì mentre si alzava in piedi e faceva il giro della seduta portandoglisi alle spalle, ed ecco quelle lunghe, meravigliose ciocche corvine accarezzargli la guancia. Si beò di quel contatto sino a quando non fu l'altro a scioglierlo per poi coprirgli gli occhi con un panno di stoffa che fissò saldamente alla sua nuca.
"Sarò io a decidere quando potrai vedere"
La voce di James, proprio come la prima volta, sembrò trasformarsi in un eco, un rimbombo proveniente da ogni lato.
"Se sei disposto a dare la tua vita per un mio comando..."
In un momento, Peter si ritrovò le gambe, fino al polpaccio, bloccate a quelle della sedia con delle corde strette. Ora, se avesse tentato di serrarle, anche a causa di movimenti involontari, avrebbe dovuto spezzare il legno per riuscirci.
"... lo stesso vale per il tuo corpo"
Il tocco di prima tornò, non più un solo dito, ma tutte e cinque, avvolsero la sua asta, seguite dal palmo. Il calore che ne scaturì fu così intenso che Peter non fu in grado di percepire altra parte di sé. Dapprima movimenti leggeri dal basso verso l'alto, la velocità divenne sempre più altalenante, quando si sentiva ormai vicino a liberarsi, il tutto si interrompeva in lenti sfioramenti circolari sulla punta. Se provava a muoversi o supplicare per ricevere di più, allungando anche la propria mano, riceveva un solido schiaffo nell'interno coscia che gli restituiva abbastanza lucidità da tornare obbediente al proprio posto. La frustrazione lo aveva portato alle lacrime, ma non era abbastanza lucido perché gli importasse, in certi istanti desiderava solo che quella lenta tortura si fermasse, ma in altri, sperava sarebbe proseguita in eterno. Era così diverso dalla prima notte insieme, allora era stato lasciato libero di venire fino a quando non aveva perso i sensi, ora invece si ritrovava a pregare per poterlo fare anche solo una volta. I tempi si fecero infiniti, la benda rendeva tutto troppo lento, intenso, inesorabile, era come se si stesse trasformando in sabbia, il resto del suo corpo era sparito e ciò che lo faceva riemergere, era la mano di James, la sua pelle, le sue dita, il suo respiro caldo che, di quando in quando, gli accarezzava il membro. Gettando la testa a lato, Peter cercò di recuperare un po' di autocontrollo e provò a parlare.
"J... James..."
"Sono qui"
Portando il pollice sulla cappella, cominciò ad applicarvi un po' di pressione in più lasciandolo a boccheggiare.
"A...Ah... An... Ancora..."
"Oh, Peter... Stai andando così bene, perché vuoi già fermare il divertimento? Non vorrai mica finire presto come la volta scorsa"
Strinse ancora la presa facendolo mugolare e dare uno strattone alle corde. Ormai aveva scavato perfino il tessuto dei braccioli della sedia a forza di impiantarci le unghie, ne sentiva l'imbottitura sotto le dita.
"Però non hai tutti i torti... continui a divertirti solo tu"
Lasciò andare la presa e sciolse anche le corde lungo gambe, ma, nonostante ora fosse libero, il giovane non si mosse, non aveva più la forza di fare nulla, o così pensava.
"Drei che la lezione di autocontrollo può concludersi qui... per oggi"
Annunciò il corvino sollevandogli la gamba sinistra per portarsi fra entrambe e cominciare a strusciare la propria intimità contro la sua. Spostando la testa in avanti, rendendosi conto che ora il maggiore gli era così vicino, Peter si sentì rinvigorito. Sollevate le braccia, portò le mani sulle spalle di James e sporse la testa. Annusando l'aria circostante, trovò il punto in cui il profumo di cacao e vino rosso si faceva più forte e così individuò le labbra del Capitano e lo baciò. Per un momento, il corvino non rispose al suo gesto, ma poi si sciolse in quel bacio, al punto che anche i movimenti del suo bacino cominciarono a seguire il medesimo ritmo delle loro lingue. Peter era preda di un oscuro vortice marino, il sapore del maggiore, la mescolanza dei loro odori, i lunghi boccoli attraverso le dita delle mani e le braccia, ogni cosa lo stava trascinandolo sempre più a fondo senza lasciargli via di fuga. Sperò di poter annegare in James per sempre.
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TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||
Fanfiction~ Chiamami Capitano, imbarcati sulla Jolly Roger e guadagnati il tuo posto nella ciurma oppure lascia l'Isola Che Non C'è, per sempre ~ ATTENZIONE Storia yaoi, MxM, se non ti piace come genere non leggerla, altrimenti, Buona Lettura! Sotto la Luna...