La ferita aveva già smesso di sanguinare eppure Peter ne percepiva chiaramente i rivoli caldi seccarsi lungo la pelle del collo fredda e tesa. James non aveva inciso troppo in profondità eppure il ragazzo si sentiva come se il metallo dell'uncino lo avesse trapassato da parte a parte. Sapeva che quel marchio non era un monito per lui, ma per il resto della ciurma. Sembrava che James non si fidasse del loro autocontrollo, come se la sua parola da sola non bastasse a impensierirli senza la presenza fisica o una minaccia evidente. Delle volte il Capitano trattava i propri sottoposti con l'assoluta certezza di poter affidare loro la propria vita ad occhi chiusi, ma, delle altre, si comportava in quel modo circospetto. Probabilmente l'ennesimo mistero dell'essere adulti che ancora non aveva compreso. Rientrando sotto coperta, Peter trovò Virgil ad attenderlo, silenzioso ed imperturbabile e, in un gesto automatico, nascose la ferita con il palmo della mano. Proseguì verso le scale per tornare a festeggiare, ma il maggiore gli si portò davanti ostruendo il passaggio. Sospirando, fece un passo indietro, sforzò un sorriso ed abbassò il braccio. Scuotendo la testa, la vedetta lo afferrò per il polso e lo trascinò in cambusa, il giovane lo lasciò fare e attese obbediente mentre l'altro inumidiva una pezza pulita e lo ripuliva dal sangue. Un po' gli dispiacque sentire quella leggera nota ferrosa scivolare via, ma meglio evitare di incorrere in infezioni ed ammalarsi proprio ora che aveva ottenuto il permesso di uscire dalla cabina.
"Grazie, Virgil"
Il pirata gli sorrise e, appoggiandogli una mano sulla schiena, lo invitò ad avviarsi.
"Scendiamo, prima che finiscano i biscotti"
Il tono gentile con cui lo rassicurò gli fece tornare un po' di buonumore, il pensiero di James solo nei propri alloggi divenne una preoccupazione secondaria, dopotutto non sarebbe mai riuscito a convincerlo a rientrare, non ne aveva l'autorità, quindi meglio godersi la serata ed iniziare a recuperare il rapporto con l'equipaggio. Il Capitano non era l'unico a cui doveva obbedienza e rispetto dopotutto. Quando arrivarono al livello inferiore, il solo ancora intento a suonare era Barnabas, aveva preso l'armonica e, battendo il piede a terra per tenere il ritmo, creava il perfetto accompagnamento al nostromo Smee, concentrato a cantare un racconto marinaresco. Non era particolarmente intonato, ma almeno la storia stava intrattenendo il resto dei presenti mentre facevano sparire i dolcetti uno dopo l'altro intingendoli nel grog o nel rum. Sedendosi fra loro, Peter si mise in ascolto accanto a Mr Chips in modo da poterla coccolare, poco dopo Virgil gli passò una ciotola piena di biscotti che il ragazzo fu felice di dividere con la maialina.
"Ehi, Peter"
Il Signor Clifton gli diede un paio di colpetti con il piede per farlo spostare indietro, vicino a sé e parlare a quattrocchi. Certo, il cuoco avrebbe potuto chiederglielo a parole, ma quel modo era più nelle sue corde, gli ricordò subito il periodo passato in cambusa e le sue dolci sveglie a pedate. Il mozzo indietreggiò e, una volta che l'ebbe a portata di mano, l'uomo gli allungò la bottiglia da cui stava bevendo. L'odore che proveniva da essa era inconfondibile, in particolare la nota decisa di polvere da sparo, era lo stesso distillato di cui avevano parlato durante la sua convalescenza nella stiva. Voltandosi verso Barnabas, il ragazzo ne colse lo sguardo ed il pirata sollevò la mano avvicinando pollice ed indice. Gli stava davvero dando il permesso di assaggiarlo, anche se ci aveva tenuto a precisare che gli fosse concesso solo un goccio, non poteva assolutamente perdere quell'occasione irripetibile. Accettando la bottiglia, Peter la annusò di nuovo e colse l'aroma agrumato del limone, poi la cannella e le narici iniziarono a bruciargli. Era forte, parecchio forte.
"Forza, ragazzino! Non siamo mica degustatori sofisticati qui! Butta giù!"
Senza perdere altro tempo, il giovane se la portò alle labbra e bevve un sorso deciso. Gli occhi si inumidirono, la gola si seccò all'istante e vi scoppiò un incendio che proseguì lungo le sue viscere mano a mano che il drink scendeva. Staccandosi, tossì pesantemente provocando alcune risate, per nulla derisorie, solo divertite dalla sua inesperienza.
"Congratulazioni! Adesso sì che sei diventato un vero uomo!"
Clifton gli passò un bel bicchiere d'acqua e gli indicò i biscotti.
"Mangia qualcosa, questo stecca anche a stomaco pieno"
Accettò subito il consiglio. Mangiò femelico un dolcetto dietro l'altro per scacciare il saporaccio che gli era rimasto in bocca, funzionò, ma ben presto cominciò a sentire la testa leggera ed una strana allegria ad allontanare gli ultimi pensieri negativi. Venne sollevato da dietro, delle grandi mani si appoggiarono ai suoi fianchi e, l'attimo dopo era in piedi davanti a Virgil. La vedetta era in attesa che accettasse di prendere la sua mano.
"Prima siamo stati interrotti. Vuoi ancora imparare una danza pirata?"
In effetti glielo aveva domandato, ma poi James si era allontanato e lo aveva seguito sul ponte. La ragione di quella richiesta era molto semplice, non voleva rischiare di sembrare ancora un estraneo nell'equipaggio proponendo usi e costrumi indiani che potessero essere considerati strani, bizzarri.
"Sì, per favore!"
Anche se il Capitano aveva apprezzato il suo modo di ballare, il pensiero di stupirlo imparando dei passi nuovi, magari da poter fare insieme durante le feste successive, era un'idea allettante. Tenendo saldamente la sua mano, Virgil portò avanti il piede destro, diede un colpetto al pavimento e poi calciò all'indietro. Un attimo dopo riprodusse lo stesso gesto con il sinistro e riprese il giro.
"Capito? Poi ci si sposta a lato, prima da uno e poi dall'altro. Le braccia o dietro la schiena..."
Gli diede una dimostrazione, era la stessa posa che si assumeva a bordo quando ci si metteva sull'attenti.
"... o, se si è in più di uno, a braccetto, per non urtare chi ti sta accanto"
Peter seguì subito le indicazioni e, poco dopo, anche il Signor Starkey li raggiunse mettendosi alla sua sinistra.
"Osserva me, ti dimostrerò come rendere meno rozzi i movimenti. Solo perché siamo uomini di mare non per forza dobbiamo lasciarci andare al gozzoviglio privandoci dell'eleganza"
Le assi della nave scricchiolarono a poca distanza e, tirandosi su i pantaloni sudici, anche il Signor Clifton si unì a loro. Il ragazzo cercò di imitare il terzetto, era impacciato e per nulla fluido, ma presto riuscì a memorizzare i passi e si lasciò coinvolgere dall'euforia crescente. Ad un tratto, il nostromo Smee cessò il proprio canto, il mozzo credeva che si sarebbe avviato ai piani superiori, verso la cabina del Capitano, ma invece si aggiunse alla fila e, poco dopo, anche il medico di bordo fece lo stesso. Da quel momento, per diversi minuti, furono voci e passi a contrastare il silenzio tenendo alti gli animi. L'unico a restare in disparte fu l'armaiolo che però, in un impeto inatteso, recuperò dalla cassa degli strumenti un vecchio violino e, con un'abilità inaspettata, cominciò a suonarlo con trasporto. Mettendosi in cerchio, la ciurma coordinò i propri gesti alla musica del Signor Benson, Peter compreso, aggiunsero battiti di mani e girarono ancora più rapidamente sino a perdere il fiato e brillare di sudore alle luci delle lanterne. Il ragazzo non conosceva le parole delle strofe, ma imparò quasi subito il ritornello, composto principalmente da alte grida di gioia, e si divertì follemente. Quando infine la canzone terminò e sciolsero la catena di braccia, non fu il solo a finire a terra con i piedi doloranti e i capogiri, ma non gli importò. Inaspettatamente fu il Signor Starkey a scompigliargli i capelli questa volta.
"Niente male per un novellino! Fossi stato altrettanto veloce ad imparare come leggere e scrivere non mi avresti fatto ammattire per una settimana buona!"
Il ragazzo abbassò il capo mortificato.
"Adesso so che non lo facevi di proposito, infatti..."
Il corvino sospirò sistemandosi la coda raccogliendo i capelli sfuggiti dal nastro durante le danze.
"Ti... chiedo scusa per averti detto cose terribili. So che non mi giustifica, ma avere il fiato del Capitano sul collo e non potergli portare i risultati che spera non aiuta di certo a mantenere la calma"
Peter lo sapeva bene, deludere James aveva lasciato più di una cicatrice sulla sua pelle, ma non lo odiava per questo, anzi, senza di esse non sarebbe mai potuto arrivare altrettanto lontano.
"Non si preoccupi, Signor Starkey. Era il mio fallimento a farmi intristire, non le vostre parole, ma ora so sia leggere che scrivere e, grazie al suo regalo..."
Sorrise dando un paio di colpetti al taccuino sulla cintura.
"... saprò farlo per sempre"
Battendo le mani, il nostromo attirò l'attenzione generale.
"Molto bene, direi che ci siamo divertiti più che a sufficienza, domani ci aspetta una lunga giornata"
Il giovane scattò subito in piedi e cominciò a raccogliere le bottiglie, ma quasi subito gli vennero strappate di mano dalla vedetta che gli indicò di nuovo Spugna.
"Vieni ragazzo, c'è un'ultima sorpresa per te. La mia"
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TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||
Fanfiction~ Chiamami Capitano, imbarcati sulla Jolly Roger e guadagnati il tuo posto nella ciurma oppure lascia l'Isola Che Non C'è, per sempre ~ ATTENZIONE Storia yaoi, MxM, se non ti piace come genere non leggerla, altrimenti, Buona Lettura! Sotto la Luna...