Epilogo

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Andava bene. Vivere sulla Jolly Roger, oppure immerso in quelle tenebre senza inizio né fine, non faceva poi tanta differenza purché Peter potesse stare con James. Il ragazzo rimase a guardare il maggiore mentre questi parlava dolcemente alla propria fatina facendole mille domande. La pelle del suo viso risplendeva alla piccola fonte di luce dorata come un gioiello, così come le sue iridi, zaffiri preziosi, gemme incastonate in un'espressione finalmente serena, quasi infantile. Il fatto di aver donato la vita aveva colmato il maggiore di una nuova felicità e il fulvo sperò che l'amato potesse goderne quanto più a lungo possibile. A lui invece non importava nulla della nuova arrivata, ormai non gli interessava niente di niente se non di vivere la propria vita secondo le proprie decisioni e di far sì che il corvino potesse fare lo stesso. Uscire da lì sarebbe dovuta essere la priorità, ma se ci rifletteva a fondo non aveva senso. Là fuori non c'era posto per loro, ma di una cosa Peter era sicuro, a lungo andare gli sarebbe mancato il profumo di tabacco o di vino che aveva già cominciato a dissolversi dagli abiti di James, per non parlare del mare e del vento sul viso. La libertà gli era entrata sotto pelle ormai. Sollevò gli angoli delle labbra e fu allora che si rese conto di come, le cicatrici che solcavano la sua pelle, avessero iniziato ad emettere luce. 
"Di nuovo!"
Guardò James confuso.
"Anche poco prima che lei comparisse stavi brillando"
Un nuovo fascio si sprigionò dal capo di Peter e, come una cometa, attraversò l'oscurità. La fonte, al suo principio, fu impossibile da individuare ad occhio nudo, troppo veloce da mettere a fuoco, così, senza che potessero studiarla per bene, sparì lontana, diretta chissà dove. Era la stessa situazione che il fulvo aveva vissuto in passato quando, per la prima volta da quando lui e Pan erano stati scambiati, aveva posato le labbra sul suo vecchio flauto. Quel giorno, sulla cima della postazione di vedetta, aveva scorto una stella di egual bellezza fendere il cielo unendo il mondo reale con l'Isola Che Non C'è. Un unico, inestricabile filo dorato. 
"Era la fata di Peter?  Dov'è andata?"
"Lui non ha più una fata, te l'ho detto. Semplicemente ne è nata un'altra"
L'espressione del maggiore si fece triste e cupa così il rosso allungò la mano afferrando la creaturina con poca gentilezza portandosela davanti al viso.
"Vedi di smetterla con questo discorso! Se c'è qualcuno da incolpare per la morte della tua amichetta di certo non è James!"
Più la fatina si agitava, più polvere abbandonava le sue ali e più quel fastidioso campanellino gli rimbombava forte nei timpani.
"Io! L'ho uccisa io!"
Stringendo i denti, Peter scosse il capo, la luce si fece ancora più intensa e, a milioni, gli astri lo abbandonarono riempiendo le tenebre, proprio come una cascata.
"Peter!"
Il fulvo si sentì scuotere dalle spalle e lasciò la presa liberando la fata, ma, anche se tornò in sé, comunque il flusso non rallentò. 
"S-Scusa, James..."
"Lascia stare, non importa! Io voglio sapere come stai! Cos'è questa magia?"
A dirla tutta, per Peter fu come venir alleggerito da un grosso peso. Più la luce si faceva intensa, così come il contatto con il suo amato, più i muscoli gli si distendevano. I pensieri fluivano via, le preoccupazioni si facevano distanti e sparivano le incertezze verso il futuro ad attenderli. Il ragazzo diede un'occhiata alla fata sulla spalla di James e la osservò mentre si sistemava abiti e capelli, vi riconobbe la stessa cura ai dettagli ed attenzione all'apparenza che vi metteva il maggiore.
"Non le ho fatto male, vero?"
"Non mi pare..."
"Ci vuole ben altro"
Il corvino prese Peter fra le braccia e lo strinse a sé, il minore poteva sentirlo tremare.
"Ma cosa ti sta capitando?"
Gli occhi blu di James si riempirono di lacrime e il fulvo sentì il cuore infrangersi. 
"Sto bene, dico sul serio. Non so cosa sia questo incantesimo, ma non sento dolore, quindi..."
Gli asciugò le guance.
"Non preoccuparti per me"
"Che sciocchezza! Non c'è motivo di preoccuparsi!"
Rise la fatina.
"Sta semplicemente tornando ad essere parte dell'Isola"
"C-Cosa significa?! S-sta morendo?"
La cascata cominciò a scrosciare e, ben presto, tutto intorno a loro si riempì del vociare di chissà quante altre fate. Ormai le luci non si dispersero più direttamente all'orizzonte, ormai simile ad un cielo gremito di stelle, ma si fecero sempre più vicine.
"No, no, no"
L'amica volò davanti ai loro visi abbagliandoli.
"Torna ad essere la fonte della magia dell'Isola, di noi fate, insomma... quello che là fuori voi chiamate il Grande Spirito"
"Non esiste il Grande Spirito!"
La risata che si sprigionò a quell'affermazione tuonò in ogni parte, quasi si trattasse di una sola voce possente.
"Certo! E nemmeno le fate, la magia o un'Isola Che Non C'è!"
Peter si scostò separandosi da James e, furibondo, tentò in tutti i modi di smettere di emettere quel fascio di luce, ma con ben poco successo.
"Perché dovrei essere il Grande Spirito?! Non ha senso!"
"Beh... non tu proprio tu. Semplicemente sei nato dalla magia, proprio come noi fate, quindi, anche se non lo vuoi, sei parte del flusso"
"Se ne sono solo una parte perché diavolo ora origina da me?! Da dove viene fuori ?! Come lo fermo!?"
La fatina sbuffò e gli si portò vicino dopodiché gli diede un pizzicotto sulla fronte che sortì l'unico effetto di farlo innervosire ancora di più.
"Ahi! Ehi!"
"Datti una calmata! Origina da te solo momentaneamente, eri l'unico essere rimasto ad essere nato dalla magia, ma ora che anche noi fate siamo tornate ci occuperemo da sole di rinvigorire il flusso"
Era l'ombra di Peter, non sarebbe stato senziente in caso contrario.
"Perché solo ora? Perché non quando eravamo appena entrati?"
La piccola incrociò le braccia.
"Oh... giusto... Non ci credevo e quindi non..."
Il corvino prese la sua mano e gli tornò accanto. Non gli fu così semplice, fu goffo e, perciò, davvero adorabile, ma ammirevole nel suo impegno.
"Che cosa succederà a Peter se la magia che lo tiene in vita sta venendo utilizzata da voi per ritornare?"
"Cosa è successo a Peter Pan quando, con il pegno, hai esaurito la sua magia?"
Il fulvo sgranò gli occhi. Era sparito. La sua voce nella testa, i ricordi prima della cattura, tutto era diventato sempre più flebile fino a sbiadire del tutto. Scosse la testa, era appena riuscito a conquistarsi il proprio diritto di stare accanto a James, non aveva alcuna intenzione di rinunciarci.
"Ci deve essere un modo per evitare che succeda lo stesso a Peter!"
"Beh..."
"Sarò chiaro, o rispondi all'istante... o ben presto potrei cominciare a considerare molto difficile credere a cose da bambini come la magia..."
La cascata calmò improvvisamente il suo prima intenso scrosciare.
"O le fate"
La piccola perse un battito d'ali e il suo bagliore sfarfallò. Peter sentì un fremito lungo la schiena nel sentire la voce di James farsi così profonda e minacciosa. Si appoggiò alla sua spalla e sorrise divertito.
"Va bene! Va bene! Non dire mai più cose del genere! Già ci hai portato via la magia una volta, non ci sarà un altro Peter Pan per risolvere la situazione..."
Sorrise a Peter.
"A meno che non accetti la soluzione che ti offriamo"
"Io non torno l'ombra di nessuno..."
"Nessuna ombra, solo... un messaggero. Qualcuno che mantenga viva la nostra esistenza in questa Isola e, soprattutto, nell'altro mondo"
"E... James?"
La fata fece spallucce.
"A me basta stia bene e continui a credere in noi. Che sia qui sull'Isola o nel mondo oltre le stelle, non mi cambia poi granché. Allora?"
Allungò la manina. Peter ci pensò. Rinchiuso sull'Isola Che Non C'è, proprio come in passato, ma, questa volta, padrone del proprio corpo. Volare di nuovo, rivedere il mare, il Sole, stare con James per sempre, sembrava un sogno, forse fin troppo bello. Basta farsi prendere in giro.
"Cos'è che non mi stai dicendo? Dov'è il trucco?"
"Ecco... il fatto è... Quando uscirete di qui è impossibile sapere quali sentimenti proverete l'uno per l'altro. Potreste non ricordare più nulla"
"Cosa ?!? No, non se ne parla proprio!"
"La magia non si può prevedere con precisione. Magari vi amerete ancora, oppure no..."
"Bene, niente da fare. Altro metodo?"
James lo strinse a propria volta.
"Quindi... non era detto che Pan e Uncino sarebbero stati nemici, ma per il carattere di Pan questo è ciò che lo avrebbe reso più felice. Era un ragazzino, voleva un avversario con cui divertirsi e lo ha avuto"
Gli occhi blu del corvino furono nei suoi.
"Peter... io ti amo. Mi vuoi come io voglio te?"
"Assolutamente sì! Ti amo anch'io!"
Si baciarono e fu allora che la mano del fulvo sbiadì passando attraverso quella del suo amato.
"Allora facciamolo! Tutto o niente!"
"Tutto o niente"

TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora