Pochi istanti ed il bagliore sulla scialuppa si spense tra le onde come una cometa nella notte. Peter aguzzò la vista più che poté, ma, nonostante i propri sforzi, presto non fu più in grado di individuare il gruppo tra i flutti. Gli occhi tristi di James non avevano abbandonato i suoi nemmeno per un momento, ma ora erano un tutt'uno con l'oscurità, proprio come quelli di Uncino. Irraggiungibili, persi. Voltandosi, il ragazzo provò una fitta gelida al petto, portò una mano sul punto dolente per scacciarla, ma fu inutile, il dolore rimase dov'era. Il suono della campanella d'avviso lo fece sussultare, ma si riprese subito e, come da indicazioni, spense anche la propria lanterna e si sporse verso il ponte. La sagoma del nostromo Smee si fermò e gli fece un cenno con la mano al quale rispose prontamente. La sua prima ronda da vedetta ufficiale aveva appena avuto inizio. Un passo dopo l'altro il secondo in comando si ritirò sottocoperta con i componenti rimanenti dell'equipaggio lasciandolo completamente in balia del buio. Non ci volle molto perché la vista di Peter si abituasse, rispetto a quei giorni di nebbia fitta, anche senza la luce della Luna a rischiarare il ponte, per lui fu come essere in pieno giorno. Forse il veto sul Sole non era stato del tutto qualcosa di negativo. Sospirando, il fulvo incrociò le braccia sul parapetto e vi appoggiò il mento. Il mare era calmo, non un filo di vento a far rollare la nave, ma lui non era altrettanto placido. Rimuginare sulla sorte del suo Capitano lo rendeva inquieto, non avesse dovuto stare di guardia al posto di Virgil sarebbe sceso, secchio e ramazza alla mano, ed avrebbe pulito la Jolly Roger da cima a fondo. Tornare a lavare le vettovaglie, spostare cannoni da un punto all'altro della nave, sorbirsi le lezioni del Gentleman Starkey, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non dover stare fermo ad angosciarsi. Una dopo l'altra le ore passarono, riuscì a calcolarne lo scorrere grazie alla posizione delle stelle, sperò solo che ormai gli altri fossero riusciti quantomeno ad attraccare sani e salvi a riva. Stava scandagliando il perimetro della Jolly Roger per l'ennesima volta quando qualcosa di strano attirò il suo sguardo a poppa. Un'ombra, scura e silenziosa, si muoveva attraverso le assi del ponte, incerta e cauta nel trovare il punto più indicato dietro cui nascondersi prima di avanzare. Era troppo veloce per appartenere a qualcuno dell'equipaggio, aveva un'agilità fuori dal comune e si stava dirigendo verso gli alloggi di James. Peter sentì il sangue rimbombare dal cuore ai timpani, c'era un intruso a bordo. Come osava, non aveva idea dell'errore madornale che aveva appena compiuto, mettere piede sulla Jolly Roger senza il permesso del Capitano. Non importa per quale ragione fosse lì, la punizione ad attenderlo sarebbe stata terribile. Per Peter non fu difficile seguire quel ratto di sentina nelle tenebre, sapeva di non dover fare alcun rumore o ciò avrebbe messo all'erta il nemico, dunque niente carrucola, fortunatamente era stato preparato a tale evenienza. Assicurandosi che il coltello fosse ancora al suo posto nella cintura, ne sfilò il gancio, pronto ad estrarlo e, atteso che quel verme strisciasse ancora qualche metro e superasse l'albero maestro, cominciò a calarsi lungo le sarte seguendo il percorso insegnatogli da Virgil. Messi i piedi a terra, si rese conto di ricordare alla perfezione ogni asse, ogni punto scricchiolante, tutto merito del periodo passato a ramazzare. Conosceva il ponte come le sue tasche, lo aveva lavato infinite volte, quindi si piazzò in posizione di vantaggio senza essere individuato. Ispirò lentamente, il cuore ormai batteva all'impazzata, ma la mano restava immobile. La tentazione di sfilare anche la pistola dalla fondina fu forte, ma poi cambiò idea, il filo della lama non aveva bisogno di essere caricato o liberato dalla sicura, inoltre si sentiva più a suo agio così. Non voleva iniziare uno scontro, gli sarebbe bastato immobilizzare l'intruso e chiamare l'allarme, i componenti della ciurma presenti a bordo sarebbero intervenuti di corsa e, approfittando della superiorità numerica, avrebbero legato e immobilizzato in tutta sicurezza il passeggero indesiderato. Finalmente avrebbe assistito ad un giro di chiglia, non vedeva l'ora, ma prima doveva riuscire a portare a termine il proprio piano senza intoppi. Era da molto che non lottava corpo a corpo, ma dopo secoli passati a combattere con avversari molto più forti e grandi di lui, quell'anguilla codarda sarebbe stato un giochetto. Un passo, poi un altro, presto gli fu alle spalle. Trattenne il fiato, uno slancio in avanti e, come previsto, il nemico finì a terra, schiacciato dalla sua superiorità fisica, senza che ciò costasse al mozzo troppa fatica. La mole muscolare maggiore gli permise di bloccarlo dalla testa ai piedi e, infine, sottomise totalmente l'intruso portandogli la lama alla gola. Un urlo, femminile, piuttosto giovane, si liberò dal prigioniero provocando del trambusto ai livelli inferiori della nave. Qualcos'altro però, che Peter non aveva calcolato, rischiò di metterlo spalle al muro. Dal parapetto salirono infatti altri due sconosciuti, i quali, compresa la situazione, lo puntarono, uno con un'ascia e l'altro con arco e frecce. Sembravano guerrieri molto preparati e, dovendo tenere a bada la giovane sotto di sé, non sarebbe riuscito a sopraffarli senza ricorrere alla sputafuoco.
"Lasciami andare, maledetto pirata!"
La fanciulla tentò di dimenarsi, ma Peter le afferrò più saldamente il braccio, lo piegò all'indietro e per poco non glielo dislocò.
"Sta ferma! E fermi anche voi due o la sventro come un pesce!"
Con l'arrivo dei pirati della ciurma e le loro lanterne, il giovane poté mettere meglio a fuoco gli intrusi. La loro carnagione e gli abiti non lasciavano spazio a dubbi, erano indiani della tribù dei Piccaninny. Non seppe dire se li avesse mai incontrati prima, i volti degli ultimi due arrivati non gli dicevano nulla, quindi provò ad osservare meglio la ragazza. Fu in quell'istante che un suono secco di legno piegato giunse dal parapetto, così familiare che lo fece voltare all'istante. Facendo forza sull'uncino, James fu il primo a tornare a bordo e, dopo di lui, il Signor Porter ed il Signor Starkey. Erano tornati.
"Quale onore, Giglio Tigrato!"
Peter sentì un lungo fischio nell'orecchio, sapeva che quel nome gli diceva qualcosa, anzi, lo diceva a Pan. A dirla tutta, piuttosto che preoccuparsi della pellerossa era molto più curioso di sapere cosa ci facesse il corvino lì. Impossibile che fossero riusciti a recuperare il flauto, non c'era motivo per tornare a mani vuote. Abbassando la testa, il fulvo strinse ancora di più la presa sulla giovane donna. Era stato tutto previsto, James sapeva che avrebbero avuto degli intrusi, sapeva che sarebbe stato suo compito neutralizzarli e lo aveva preparato affinché non fallisse.
"Ahi! Così mi spezzi il braccio! Fa male!"
I due indiani gettarono le armi a terra, il mozzo le vide scivolare ai piedi dell'equipaggio, ma non allentò affatto la stretta. Ad un tratto, lo stivale del corvino entrò nel suo campo visivo.
"Recluta, quella che hai catturato è la figlia del capo indiano. Sarà nostra ospite per un po', quindi cerca di trattarla con un po' più di cortesia"
Non fece domande, nemmeno si sorprese del tono freddo di James, obbedì e basta. Portò il coltello ancora più vicino alla pelle della ragazza, tanto per stare tranquillo, e poi addolcì la costrizione.
"Bentornato, Capitano"
"Grazie e ben fatto, mozzo"
Con la coda dell'occhio, Peter notò il sorriso sul volto di James, era teso, tirato. Se arrivare a quel punto era stato davvero tutto un piano ben organizzato dovevano ormai essere arrivati alla fase decisiva. Perfino il modo in cui il corvino continuava ad evitare di chiamarlo per nome era chiaramente voluto, solo uno sciocco non lo avrebbe intuito subito, quindi il ragazzo tenne le labbra serrate. Avvicinandosi ai due guerrieri, il Capitano si lisciò i baffi e, assicuratosi che Barnabas li perquisisse a dovere prima di legarli all'albero maestro, tornò a rivolgersi all'indiana.
"Come mai questa visita, principessina? Siete desiderosa di ricongiungervi al vostro amato Grande Spirito?"
L'altra ne fronteggiò lo sguardo carica di rabbia e fece forza per tentare di liberarsi. Fu inutile e le costò un taglio leggero alla giugulare.
"So che Peter Pan è qui! Dove si trova?! Liberatelo!"
Erano lì per Pan, prevedibile. Incrociando lo sguardo di James, Peter temette che l'altro gli avrebbe ordinato di confermare quell'identità che, ormai, non gli apparteneva più. Non era Peter Pan, non sapeva nemmeno chi fosse quella Giglio Tigrato, era confuso e stanco. Riportata l'attenzione sulla giovane, il corvino prese un bel respiro e, quando abbassò nuovamente il viso, un ghigno incurvava il suo volto illuminato dal fuoco della lanterna. Spostando indietro la coda del cappotto, il Capitano piegò le gambe e portò l'uncino sotto il mento della ragazza, obbligandola a incrociare gli sguardi. Peter ebbe una sorta di deja-vu, ma lo scacciò.
"Pan è morto"
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TUTTO o NIENTE || PETER PAN X CAPITAN HOOK ||
Fanfiction~ Chiamami Capitano, imbarcati sulla Jolly Roger e guadagnati il tuo posto nella ciurma oppure lascia l'Isola Che Non C'è, per sempre ~ ATTENZIONE Storia yaoi, MxM, se non ti piace come genere non leggerla, altrimenti, Buona Lettura! Sotto la Luna...