CAPITOLO 1

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Respiro. Respiro aria di felicità. Sono in macchina e sto per tornare a casa.  Stiamo ridendo ma all'improvviso tutto sembra così lontano: le risate volano via e il silenzio arriva prendendo il loro posto. Una forte luce colpisce i miei occhi e il mio cuore inizia a battere velocissimo:

"Ti vogliamo bene..."

"anch'io ma che sta succedendo ?"chiedo 

"addio Julie" il rumore del clacson mi assorda

"NOOOO"urlo 

 La sveglia suona ed io mi alzo di colpo con il respiro affannato, ancora lo stesso sogno. Apro la finestra cercando di respirare più aria possibile. 

"Julie svegliati o farai tardi" urla  Valerie. Già oggi è il mio ultimo primo giorno di scuola. Quest'anno, infatti, termino il liceo! Cosa provo? Non lo so neanch'io...tante emozioni. Da una parte felicità, voglia di ricominciare una nuova vita, andare all'università, laurearmi e trovare lavoro ma d'altra parte l'ansia sembra prendere il sopravvento o forse è più paura: paura di non riuscire a farcela, paura di soffrire ancora, paura, paura, e ancora paura... sto per perdermi nei miei pensieri ma l'orologio appeso alla parete della mia camera indica con le sue lancette le 7:30 e velocemente mi alzo dal letto per prepararmi.
Dopo aver deciso di mettere dei leggins neri, una maglietta bianca con qualche scritta nera disegnata, converse e aver lasciato i miei capelli castani  sciolti, dato che stamattina sono stranamente a posto, scendo le scale arrivando in cucina.
"Buongiorno" dice Valerie sorridendomi.
"Buongiorno" dico cercando di ricambiare il sorriso, ma credo che sia venuto fuori il sorriso più falso del mondo. Non voglio essere cattiva nei suoi confronti, ma non riesco a non pensare che da oggi ricomincerà l'inferno. Fin dall'età di otto anni sono  vittima di bullismo. Ho paura e allo stesso tempo provo rabbia nei miei confronti per non esser mai riuscita a farmi rispettare, nei confronti dei miei compagni che non si sono mai fermati continuando a farmi del male giorno dopo giorno, anno dopo anno fino a consumarmi. Dopo, però, penso a Kate e tutto sembra migliorare.
Alle 7:45 suonano al campanello e ritorno alla realtà.
"Juliee c'è Kate fuori che ti sta aspettando" grida Valerie che nel frattempo era andata in camera sua per cambiarsi e andare a lavore. Oggi inizia il turno all'ospedale alle 9:00, beata lei.
"Vado, allora...ciao Valerie"
"Ciao tesoro, buona giornata. Ci vediamo più tardi" dice  di rimando mentre io esco di casa.
Appena incrocio lo sguardo di Kate
vengo travolta dal suo abbraccio, dall'abbraccio della mia migliore amica. Cosa dire di lei? È la sorella che non ho mai avuto, c'è sempre stata per me e so che ci sarà sempre. Ci siamo conosciute all'asilo. Ricordo molto bene il nostro primo incontro  come se fosse stato ieri. Ero in un angolo seduta a piangere, all'improvviso sento qualcuno che picchietta il proprio dito sul mio ginocchio
"Hey bimba perché piangi? Ti sei fatta male?" 
Nego con le lacrime che scorrono ininterrottamente lungo il mio viso
"Ahahahah sta piangendo, guardatelaa ahahaha. Sei una stupida!"
"Sei un'orfana ahahah"
"Sei da solaaa!!"
Gridano...
Quelle voci rimbombano ancora oggi nella mia testa ma all'improvviso vengono messe a tacere dalla voce di quella bambina bionda con gli occhi nocciola che, in seguito,  sarebbe diventata la mia più cara amica:
"Smettetela subito, andate via!"urla contro di loro "lasciali stare, non dargli ascolto. Io sono Kate, piacere. Tu?"dice sorridendo e dandomi la mano
"Io...m-mi chiamo Julie" dico asciugandomi le lacrime.
"Julie non ti preoccupare da oggi in poi ci sarò io con te. Diventeremo grandi amiche!" Dice abbranciandomi. Ricordo che il gesto mi colse di sopresa, per la prima volta stavo sorridendo: avevo trovato un'amica!
Arriviamo a scuola alle 7:55. Nel cortile ci sono tantissimi ragazzi, ognuno sta con il proprio gruppo.
Mentre io e Kate ci guardiamo intorno, notiamo che sta arrivando verso di noi Nensy : «ciao brutto anatroccolo come va la vita nel mondo delle secchione?»dice  sorridendomi perfidamente. Vorrei risponderle ma le parole mi muoiono in gola e non so cosa dire, così Kate risponde al posto mio : « eh da te come va ? Ti trovo sempre in bella forma per fare la stronza»
Nensy, ovviamente, che vuole sempre avere l'ultima parola prontamente dice:
«ma scusa tu chi cazzo sei ?! Il suo avvocato difensore ?!» Fortunatamente suona la campanella e dobbiamo entrare per dirigerci ognuno verso le proprie aule . Le prime  ore insieme a Kate ho letteratura inglese. Dopo la prima ora e mezza chiedo al professore il permesso per  andare al bagno, ha acconsentito  ma sarebbe stato meglio il contrario.
Esco dall'aula. Nel corridoio non c'è anima viva, quando all'improvviso  mi scontro con qualcuno: è di nuovo  Nensy , che, furiosa come al solito, mi urla :

«brutta troia , stai attenta quando cammini!»

"S-scusa" dico velocemente per poi dirigermi  verso il bagno ,
"Ahahahah allora ce l'hai la lingua per parlare...mi dispiace ma le tue scuse non le posse accettare" afferma ed io cerco subito di allontanarmi ma vengo presa dal polso e buttata con forza a terra andando a sbattere con la testa contro lo spigolo di un armadietto! Porto la mano alla testa dolorante e vedo le mie dita colorate di rosso ... ancora stordita non riesco a dire nulla, alzo lo sguardo e incontro quello di Nensy: un ghigno appare sul suo volto e la sua voce mi arriva dritta alle orecchie: «sai è da tanto che volevo farlo ma c'era sempre la tua amichetta del cazzo in mezzo» il sangue mi si gela nelle vene, tutto sembra rallentare per un secondo: inspiro quanta più aria posso nei polmoni come se sapessi già cosa stesse per accadere...un calcio arriva dritto al mio addome facendomi espellere tutta l'aria dai polmoni. Tutto, improvvisamente, diviene più veloce: iniziano sequenze di calci alla pancia e poi alle gambe , mi prende dai capelli e sbatto nuovamente. Cerco di gridare, di alzarmi e scappare via ma non ci riesco. Non riesco a muovermi sono come immobilizzata, finché non sento più le sue mani addosso ed apro gli occhi lentamente:
"Non ti azzardare a farne parola con qualcuno...hai capito perdente?" dice afferrandomi i capelli
"S-si" rispondo mentre le lacrime incominciano a rigare il mio viso.
"Bene, spero che questo ti serva da lezione per capire che non devi metterti contro di me" detto questo mi lascia i capelli e se ne va verso la sua classe. Mi alzo da terra con difficoltà e  vado in bagno il più veloce possibile,  prima  che qualcuno mi veda. Mi guardo allo specchio, sono un mostro. Forse tutto questo me lo merito. Scoppio a piangere, non so più cosa fare... sono stanca di combattere, di resistere. Sono stanca di tutto.

Un incontro inaspettato (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora