•Evelyn
Sentire la voce di Tessa mi aveva sempre aiutato a calmarmi, ogni singola volta. Ero riuscita a chiamarla solamente tre giorni dopo che me n'ero ricordata.
La lasciai parlare per tutto il tempo, ultimamente preferivo che le mie chiamate andassero in questo modo. Evitavo di parlare, evitavo spiegazioni, e di far uscire fuori i miei sentimenti. Tessa amava parlare, e io glielo lasciavo fare.
Si era fidanzata con un ragazzo per bene, lo avevo conosciuto quando stavo con Ryan, e non potevo pensare a persona migliore di David, per lei. Quando ci sentimmo, la volta precedente, mi disse che aveva scoperto di aspettare un bambino. Piansi con lei, tantissimo, per la felicità e per la tristezza. Non avevo mai avuto il coraggio di parlare con qualcuno della mia situazione, riguardo ad una futura gravidanza. Faceva male. Quando ero a Philadelphia, venni a conoscenza del fatto che non potevo avere figli. Già, la vita si era accanita contro di me, e questa volta per bene.
Ad un certo, con Tessa, saltò fuori la questione di Ryan, e accettò la mia richiesta sull'essere molto brevi. Non avevo voluto nessuno accanto a me quando era successo, e quel breve tempo che le avevo dato a disposizione lo aveva usato per rinfacciarmi questa cosa, dicendo che dovevo smetterla di chiudermi in me stessa, che lei e chiunque altro erano lì per me, per starmi accanto e capirmi. Non mi avevano capito in tutto questo tempo, come potevano cercare di capirmi adesso?
Mi fece una ramanzina anche sul fatto che avrei dovuto cercare di riprendere in mano la mia vita, perché non potevo andare avanti come stavo facendo. Aveva ragione, non potevo darle torto... ma era difficile.
Chiudemmo la chiamata dopo qualche minuto, e decisi che quel giorno sarei andata a correre... ma prima dovevo seriamente sistemare la casa. Non era sporca, era solo in disordine come al solito. Erano le nove del mattino, di solito andavo a correre verso le otto, ma per oggi avrei fatto un piccolo sgarro e sarei andata più tardi. Non dovevo lavorare, quindi avevo organizzato un giorno di totale spensieratezza, per quel che potevo.
Iniziai a sistemare tutto il salotto e la cucina, a tutte le altre cose ci avrei pensato durante il resto della giornata.
Una volta finito mi feci una doccia veloce e poi mi vestii legando i capelli in una coda alta. Uscii di casa portando con me solamente il telefono che misi tra il leggins e la mia pancia. Avevo fatto installare un nuovo dispositivo di sicurezza nella porta dell'appartamento, e potevo avere accesso solamente tramite un codice, senza aver bisogno di una chiave.
Andai a Central Park, dove ero solita andare quando potevo, e mi misi un po' distante dalle persone per avere la tranquillità e non disturbare nessuno. Feci qualche esercizio, per poi iniziare a correre un po' per il parco. Le sostanze che assumevo quando uscivo per locali mi stavano facendo sentire i loro effetti sul mio corpo. Provavo molta fatica, il respiro era completamente irregolare, e sentivo come se stessi per svenire. Dovevo smetterla, sia con le sostante che con il correre. Quest'ultimo almeno per oggi.
Mi fermai vicino ad un furgoncino che vendeva hot dog, e con la carta di credito che avevo collegata al telefono comprai una bottiglietta d'acqua. Pagai e feci per andare via, prima di bloccarmi a causa di una voce.
《Evelyn? Sei tu?》
Mi voltai lentamente verso quella voce che non sentivo da più o meno tre anni, da quando lui mi aveva riaccompagnata a casa prima di sposarsi.
Puntai i miei occhi su quelli di Blake, come se fossero una calamita, mantenendo un'espressione seria sul mio volto. Non c'era una singola cosa, ormai, che mi convinceva del fatto che la vita non ce l'avesse con me.
Era diventato ancora più bello, i capelli erano sempre rasati ai lati e più lunghi sopra, tirati all'indietro. Aveva più muscoli rispetto a tre anni prima, e qualche nuovo tatuaggio che si intravedeva sul collo. Indossava un semplice pantaloncino da corsa con una maglietta a maniche corte, e potevo notare come si intravedeva anche un tatuaggio, una piccola scritta che prima non aveva, nella parte inferiore della coscia sopra il ginocchio.
《Blake》, accennai un piccolo sorriso, per poi farlo sparire immediatamente dal mio volto.
《Da quanto tempo. Come stai?》, chiese avvicinandosi a me, anche lui con una bottiglietta d'acqua in mano.
《Bene. Scusa ma non posso trattenermi》, dissi velocemente e mi voltai riprendendo a camminare. Volevo tornare a casa il prima possibile e possibilmente restarci fino al giorno della mia morte, se quando uscivo dovevo ritrovarmi davanti proprio lui come scherzo del destino.
《Voglio solo parlarti, Evelyn》, disse e sentii i suoi passi dietro di me.
《Non ho tempo, e non seguirmi》, ripresi a correre e poi finalmente arrivai a casa.
Quando arrivai al mio piano aprii la porta dell'appartamento e ci entrai richiudendola alle mie spalle. Mi tolsi le scarpe e andai direttamente in cucina posando la bottiglietta e il telefono sul tavolo, mi slegai i capelli dirigendomi poi in camera da letto aprendo la cabina armadio e tirando fuori un pantalone largo, marrone, e una semplice maglietta nera a maniche corte.
Andai verso il bagno e sbuffai quando sentii bussare alla porta. Riuscivano a lasciarmi in santa pace? Entrai nel bagno posando i vestiti e poi mi diressi verso la porta di casa, aprendola poco dopo.
《Che diavolo ci fai tu qui?》, chiesi acidamente, con gli occhi puntati in quelli di Blake. 《Ti sei trasformato in uno stalker?》
《Molto divertente. Ti voglio parlare, Evelyn》, disse alzando gli occhi al cielo, per poi riportarli nei miei.
《Sono occupata, mi devo lavare e uscire》, risposi, mentendo, mentre lui portava lo sguardo sull'orologio che aveva al polso.
《Ci metterò poco, posso parlarti anche mentre ti lavi.》
《Non esiste. Vattene》, gli chiusi la porta in faccia e andai in bagno per lavarmi. Non ne volevo sapere niente di lui, delle cose che voleva dirmi e tutto il resto.
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Love (Attraction Series 2)
Romance* LEGGERE ASSOLUTAMENTE DOPO ATTRACTION, NON PRIMA. CONTIENE SPOILER. * La vita di Evelyn non era andata come aveva previsto, ma quella di Blake sì. Nel giro di tre anni ne erano successe parecchie, e qualcuno ne è uscito più a pezzi di qualcun altr...