• EVELYN
Il tempo con Blake sembrava volare, e se questo poteva sembrare una cosa bella per molti, io al contrario avevo come la sensazione che tutta questa tranquillità sarebbe andata persa nel giro di pochi secondi, il tempo di un battito di ciglia. Le mie sensazioni non sbagliavano mai, ed era proprio quello a preoccuparmi.
Parlando di Blake, si era completamente riempito di tatuaggi. Collo, petto, schiena. La gamba sinistra era completamente tatuata, mentre la destra lo era dal ginocchio in giù. Ormai non aveva più nessuna importanza, ma ricordo ancora quanto avevamo discusso all'inizio. Era un continuo "vita mia, decisioni mie" da parte sua e "hai esagerato" da parte mia.
Litigavamo spesso, quasi per ogni singola cosa, perché per quanto all'inizio mi fosse sembrato la mia versione al maschile, si era poi rivelato tutt'altro. Siamo completamente diversi, e lo stiamo capendo solo ora che stiamo insieme.
La mia personalità dolce e affettuosa faceva continuamente a botte con la sua da stronzo patentato; e oggi, il giorno del mio compleanno, speravo in un giorno di tregua.
Io avevo appena fatto trent'anni, lui ne aveva compiuto trentuno due mesi prima. Più che due adulti sembravamo due bambini, parole di sua sorella Cassidy.
Anche il compleanno di lei si era già svolto, esattamente una settimana prima del mio. Avevamo scoperto questa cosa da poco, dato che erano i primi compleanni che festeggiavamo insieme.
《Eve》, disse Cassidy sedendosi accanto a me sul divano di casa loro. Con Blake non avevamo mai parlato di andare a vivere insieme, stavamo facendo le cose con calma, e così ognuno viveva per conto proprio. 《Mi racconti qualcosa della tua famiglia? Magari qualche storia che ti ricordi. Mi piacciono le storie di tanti anni fa.》
Mancava poco prima che Jessica, l'altra sorella di Blake, arrivasse per prendere Cassidy fino all'indomani, così decisi di accontentarla. Avevo detto a Cassidy che non ci sarebbe stato nessun problema se voleva restare con noi, ma aveva insistito per andare con la sorella e lasciarci da soli.
《Certo. Ti racconterò una storia che mi è sempre rimasta in testa, forse la mia preferita. Mi fa pensare tanto a come sia il vero amore, un pò come l'amore delle favole》, le sorrisi e lei ricambiò annuendo come una pazza e sistemandosi meglio accanto a me, pronta ad ascoltare la millesima storia sulla mia famiglia. 《Mia nonna materna aveva una sorella minore, si chiamava Chloe. Nonostante mia nonna fosse convinta di essere la più bella del paese in cui vivevano, la cosa non corrispondeva alla realtà. La più bella era proprio sua sorella. Chloe era la più piccola della famiglia, il padre non l'aveva conosciuto molto e sua madre la ricordava a malapena. Era bruna, con i capelli scuri e gli occhi molto espressivi, color ambra, che per prenderla in giro la chiamavano "principessina". Glielo dicevano pure a settant'anni. Non aveva neanche diciotto anni, quando si innamorò di un ragazzo, più o meno suo coetaneo che aveva conosciuto mentre lei stendeva i panni in giardino. Si amavano molto, ed essendo a malapena ragazzini erano diventati la favoletta della città. Tutto molto bello, doni d'amore, baci soffiati sul palmo della mano. Si dovevano solo sposare.》 Feci una piccola pausa, mentre lo sguardo di Cassidy restava attento su di me, aspettando che continuassi, e così feci. 《Dopo neanche un anno, il padre di lui è dovuto partire per la Grecia e vuoi o non vuoi, innamorati o meno, loro due vengono separati, lui andò via con suo padre. I primi mesi arrivarono delle lettere, poi le lettere diventarono di meno, fino a quando di lui, Nolan, non si seppe più niente di niente. Chloe mi disse che fu per lei come se la sua famiglia fosse morta di nuovo, e le sue esatte parole furono: "la vita mi voleva fare provare come si muore quando ritorni a vivere." Avevo sedici anni quando lei mi raccontò questa storia la prima volta, più o meno la stessa età di quando lei l'aveva vissuta. Empatizzai un bel po'. Ma il tempo passò, a Chloe non mancarono i pretendenti e dopo cinque anni accettò la corte di un bel giovane newyorkese, con un bel lavoro, che la portò a vivere in città. Lui la amò molto, e le fece fare la vita della gran signora, ma mentre aspettavano il terzogenito lui morì all'improvviso lasciandola sola e con tre figli da mantenere. Io non ero ancora nata quando il destino si abbatteva su di lei, tutte queste cose me le ha raccontate col tempo, dicendomi sempre che il destino "fa quello che vuole, e non mi resta che andare avanti."》 Mormorai la frase che Chloe mi aveva detto, ripensando un po' alla mia situazione con Ryan. Iniziai a giocherellare con il bordo della mia maglietta, tenendo lo sguardo fisso sulle mie dita. 《Non aveva nemmeno trent'anni, era vedova e aveva tre figli. Ma non si arrese mai. La sua doveva essere la vita di una principessa e invece fece la sguattera, nel vero senso del termine. Lavorava per altre signore, per luoghi pubblici o privati e con solo le pulizie, la bella Chloe, crebbe tre figli. E li fece pure studiare.》 Sorrisi riportando il mio sguardo su Cassidy, che seguiva la storia attentamente, visto il suo sguardo ancora puntato sulla mia faccia e che non aveva distolto neanche per mezzo secondo. 《Oh, ebbe anche altre proposte di matrimonio, ma lei diceva che aveva già due matrimoni finiti alle spalle. Due. Come se con Nolan si fossero sposati davvero. Poi qualcosa accadde a Marzo di quindici anni fa, al matrimonio di una nipote, lei era ormai ultra settantenne. Era seduta al tavolo, stava mangiando e un uomo distinto le si avvicinò. "Buongiorno signora", le disse lui, e lei ricambiò con un semplice "Buongiorno". Lui allora continuò, nonostante Chloe sembrasse disinteressata al voler parlare con lui. "Lei è per caso la Signora Chloe Barlow?" Erano passati cinquant'anni. Quel signore era niente di meno che: Nolan.》 La bocca di Cassidy si spalancò, e vidi i suoi occhi diventare subito lucidi. 《L'aveva riconosciuta, dopo mezzo secolo, in mezzo a un orda di persone in festeggiamento》, mormorai, facendomi scappare un piccolo sorriso. 《Si sposarono quell'anno stesso e per dieci lunghi anni vissero nel Connecticut in una casa vicino al mare. Poi Chloe si è ammalata, e pochi anni fa ha raggiunto le sue sorelle. L'ultima volta che ci siamo viste le dissi che era la mia eroina, lei che aveva avuto il suo lieto fine. Mi rispose che la felicità non è un merito, il merito è saperla aspettare con dignità. Chloe era la più bella, ed era veramente una principessa.》
《Credi che un giorno anch'io riuscirò ad avere il mio lieto fine proprio come Chloe?》, chiese Cassidy asciugandosi una piccola lacrima che le era scappata.
《Lo spero tanto, te lo auguro. Una cosa per certo la so, più che altro è un consiglio che voglio darti. Quando capirai qual è il tuo lieto fine, afferralo.》
《Allora spero che tu ci sia ancora nella mia vita, quando questo accadrà》, mi sorrise per poi buttarsi su di me e abbracciarmi forte.
Sorrisi a mia volta stringendola e lasciandole un piccolo bacio tra i capelli. 《Lo spero anch'io. Adesso vai a preparare lo zaino, che tua sorella starà sicuramente arrivando.》
Si staccò annuendo per poi alzarsi e andare nella propria camera, mentre io restavo lì sul divano. Blake era ancora in doccia, così optai per prendere il telefono ed entrare un po' su Instagram, ma appena lo feci sentii bussare alla porta e bloccai nuovamente il telefono alzandomi e andando ad aprire.
《Tanti auguri, bellissima》, urlò Jessica, facendomi ridere per poi abbracciarmi forte e io ricambiai. Era cambiata tantissimo nei miei confronti, diventando più dolce e amorevole.
《Grazie》, dissi continuando a sorridere per poi staccarmi da lei facendola entrare. 《Cassidy, è arrivata Jessica》, alzai leggermente la voce per farmi sentire, mentre lei urlava a sua volta un "arrivo".
《Blake?》
《È in doccia da venti minuti. È peggio di una donna, è insopportabile quando si deve lavare》, feci una smorfia facendola ridere.
《Tipico di lui, ormai. Anzi, prima ci metteva tipo cinque minuti. Io ci metto cinque minuti solo per fare pipì prima di entrare in doccia.》
Mi scappò una piccola risata, mentre Cassidy ci raggiungeva con un piccolo zainetto. Salutai prima lei e poi Jessica, poi andarono via.
Andai in cucina, decidendo di iniziare a preparare il pranzo invece che aspettare che Blake si decidesse a smetterla di fare la donna, ma lo vidi entrare in cucina inaspettatamente facendomi spaventare.
《Sono così brutto?》, si mise a ridere e lo guardai storto.
《Ah. Ah. Ah. Molto divertente》, feci una smorfia e lui continuò a ridere mettendosi dietro di me e cingendomi la vita con le braccia, posando il mento sulla mia spalla sinistra dopo averci lasciato sopra un bacio. Accennai un piccolo sorriso e presi il coltello iniziando a tagliare i pomodorini per usarli come condimento nella carne che avrei preparato successivamente, mentre Blake tornava a baciarmi la spalla passando poi al collo. Chiusi gli occhi per un secondo, mentre un piccolo gemito usciva dalle mie labbra, e quando aprii nuovamente gli occhi puntai leggermente il coltello verso di lui. 《Allontanati immediatamente. Ho fame, e se tu continui a fare questo tuo giochetto sporco io non riesco a cucinare e poi dovrò andare a lavoro a stomaco vuoto.》
Da quando stavamo insieme non avevamo mai fatto sesso, voleva andarci molto piano ma questa cosa risultava difficile se lui faceva queste cose. Io non cercavo di stuzzicarlo, anche perché sapevo ne avrei risentito io stessa. Sembrava come se io fossi l'unica tra i due ad avere questo problema. A risentirne.
Si mise a ridere allontanandosi dopo avermi lasciato un altro piccolo bacio sulla spalla, e iniziò a preparare la carne in modo da non lasciare tutto a me, e nel frattempo apparecchiò anche la tavola.
Sarei dovuta andare in negozio per fare due ore di lavoro, lo avevo deciso io quando Ronda mi aveva detto di dover lavorare dalla mattina alla sera senza neanche un minuto di pausa. Lei avrebbe fatto lo stesso per me, entrambe sapevamo quanto fosse dura lavorare in quel negozio da sole, soprattutto con determinate clienti che restavano lì anche quelle quattro ore abbondanti mentre noi dovevamo correre a destra e a sinistra, per poi fare da manichini su cui loro buttavano i vestiti che rifiutavano anche solo di provare.
Quando finimmo di pranzare aiutai Blake a ripulire tutto, per poi scappare al negozio dove mi trovavo già da circa un'ora.
Si erano già presentate quì almeno una decina di ragazze, delle quali sei erano arrivate contemporaneamente. Erano appena andate via, quando da dietro la cassa vidi entrare una ragazza che non avevo mai visto prima.
《Buongiorno》, dissi cortesemente, facendole un sorriso, mentre lei sorrideva a sua volta facendo un piccolo cenno con la testa.
《Buongiorno》, rispose e iniziò a fare il giro del negozio osservando tutta la merce che avevamo esposta. Era la prima persona che entrava senza avere già in mente che cosa comprare, o almeno era quello che pensavo io visto che non aveva accennato a dire nient'altro oltre che al saluto.
Si avvicinò alla cassa dopo circa dieci minuti, con tre cose in mano e dopo aver provato il vestito che alla fine aveva deciso di comprare, dato che lo stava appoggiando sul bancone insieme ad un orologio e un bracciale da uomo.
Iniziai a battere tutti e tre i codici, per poi guardarla. 《Ha la nostra tessera?》 Chiesi come da manuale, e riuscii a testare anche un pò il terreno con quella domanda.
《No, sono arrivata da poco in città, ed è la prima volta che ero qui.》
Avevo ragione.
《Se vuole può farla adesso, il prezzo è gratuito e ha tantissimi vantaggi come il cinquanta per cento di sconto sul suo primo acquisto qui nel nostro negozio》, dissi e la vidi annuire poco dopo, come finii di parlare. 《Perfetto, mi serviranno giusto un paio di dati come nome, cognome, dove vive, una e-mail, e il suo numero di cellulare》, continuai, cliccando con il mouse per aprire la cartella che mi interessava.
《Certo. Nelle informazioni devo dare il mio nome, o anche il cognome di mio marito che ora è anche mio?》
《Vanno bene anche entrambi, in ogni modo si può cambiare in futuro se la situazione con suo marito dovesse prendere un'altra piega, cosa che spero non accada》, dissi facendole scappare una piccola risata.
《Non credo. Comunque, il mio nome è Baylee Rose Jensen Carter.》
Feci un cenno con la testa, annuendo, e segnai tutti i dati che mi riferì poco dopo. 《Mi stava dicendo che era qui da poco, vi siete appena trasferiti?》 Chiesi guardandola. Era una bella ragazza, forse quasi mia coetanea. Capelli talmente biondi da sembrare quasi bianchi, un colore che su di lei stava divinamente se dovevo essere sincera. Occhi di un verde chiaro. Qualche leggera lentiggine sparsa qua e la sul naso e gli zigomi. Un rossetto rosso che metteva in evidenza le labbra perfette.
《Sì. Ci siamo trasferiti qui circa un mese fa, io, mio marito, e i nostri quattro figli. Due maschi e due femmine, una tragedia》, disse in tono scherzoso, e feci un piccolo sorriso.
《Famiglia numerosa, devo dire.》
《Abbastanza.》
Confermai tutti i dati e poi le diedi la tessera. 《Ecco a te, con lo sconto della carta invece di centocinquemila e trecentosettanta le viene a fare solo cinquantaduemila e seicentoottantacinque.》
Mi diede la carta di credito e dopo aver pagato e sistemato tutto le porsi la busta salutandola.
Appena la ragazza uscì vidi entrare Tessa, e subito le sorrisi. Ci vedevamo raramente. C'era stato un periodo in cui parlavamo pochissimo, e la nostra amicizia si stava completamente sgretolando, ma eravamo riuscite a salvarla trovando più tempo l'una per l'altra. Lei era da poco diventata mamma, e io cercavo di passare da loro a salutarli ogni volta che ne avevo la possibilità.
《Tanti auguri, pazza psicopatica del mio cuore》, disse urlando e facendo il giro del bancone per abbracciarmi forte, mentre io scoppiavo a ridere.
《Ma grazie, amica senza peli sulla lingua》, la presi in giro per poi staccarmi da lei, mentre Tessa tornava dall'altra parte del bancone.
《Questo è per te》, disse porgendomi una busta di Victoria's Secret. 《Ho pensato che cambiare un pò qualcosa potesse esserti d'aiuto》, aggiunse notando la mia espressione confusa. Mentre tutti avevano un ragazzo o loro stesse che andavano da Victoria's Secret, io avevo una migliore amica.
Aprii la busta e presi ciò che c'era dentro. Lo tirai leggermente fuori e appena capii che si trattava di un babydoll lo rimisi dentro imbarazzata. C'erano le telecamera nel negozio.
《Tu sei pazza》, mormorai nascondendo la busta sotto al bancone.
《Ti voglio solo bene》, alzò leggermente le spalle per poi appoggiare un gomito sul bancone e far comparire sul suo volto un sorriso malizioso. 《Allora? Hai già scartato il suo pacco regalo?》
《Quale pa... Cristo santo, Tessa》, dissi capendo solo dopo il suo doppio senso. 《Sei diventata ingestibile. E comunque no, niente di niente. Non è ancora capitato, da quando ci siamo messi insieme》, mormorai le ultime frasi. Già il mio capo avrebbe visto me che tiravo fuori mezzo babydoll in negozio, ci mancava solo che sentisse me che parlavo della mia vita sessuale. Tra l'altro, inesistente. 《Mi stuzzica, cosa che io evito di fare con lui perché so che vuole andarci piano, visto che la scorsa volta c'era solo il sesso di mezzo e niente sentimenti, o almeno era quello che credevamo. Ma oltre a stuzzicarmi non fa altro, non va oltre, e se voleva me lo avrebbe fatto capire. Ciò mi porta a pensare che forse non mi desidera poi così tanto come in passato, cioè ormai si è tolto lo sfizio e...》
《E la devi smettere. Smettila di farti tutte queste paranoie. Se non ti voleva si sarebbe trovato un'altra. Non ha mai avuto difficoltà, lo sappiamo. Blake è Blake, non resta più di una sola notte con una se non provasse qualcosa o non ci fosse niente sotto.》 Alzò gli occhi al cielo dopo avermi interrotto, poi continuò. 《Secondo me appena ti assaggerà di nuovo non riuscirai più a muovere un muscolo. Inizia a chiedere le ferie anticipate》, sghignazzò e io mi misi una mano davanti alla bocca, per poi darle le spalle per non guardarla.
《Sei una cretina, Tessa.》
《Con tutta questa astinenza come minimo ti farà avere cinque orgasmi.》 Continuò e la fermai cambiando argomento, prima che continuasse.
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Love (Attraction Series 2)
Romance* LEGGERE ASSOLUTAMENTE DOPO ATTRACTION, NON PRIMA. CONTIENE SPOILER. * La vita di Evelyn non era andata come aveva previsto, ma quella di Blake sì. Nel giro di tre anni ne erano successe parecchie, e qualcuno ne è uscito più a pezzi di qualcun altr...