2. Piccola luce

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Le enormi fiamme furono l'ultima cosa che vidi mentre il mio corpo, che era stato catapultato alcuni metri più avanti dall'incidente, continuava a bruciare. Non vedevo niente, solo il buio, ma riuscivo benissimo a sentire il rumore provocato dalle fiamme, dalle sirene delle ambulanze che si avvicinavano, le urla delle persone, poi il nulla, il vuoto, il silenzio...
Una quiete mai vista, ero... ero morta?!
Erano passati anni per me, all'interno di quel mondo buio e abitato da demoni e anime in pena: non sono mai stata una ragazza angelica, sì è vero che mi faceva piacere aiutare le persone, ma fin da piccola ho fatto, in qualche modo, maledire a tutti il giorno in cui mi avevano conosciuta.
C'erano alcuni momenti in cui riuscivo a sentire delle voci molto lontane, riuscivo a vedere delle piccole luci, riuscivo a percepire dei piccoli brividi che mi attraversavano la schiena, ma poi di nuovo il nulla.
Un giorno riuscii ad aprire gli occhi, anche se solo per poco, e intravidi la figura di un uomo che solo dopo riuscii ad identificare: era...
era un semplice infermiere... sì ok era carino, ma mi aspettavo di più, molto di più... AhHahah... ok ok lo so, sono quasi morta, non dovrei preoccuparmi se l'infermiere fosse carino, ma mi avrebbe fatto piacere sapere di esser stata salvata da un bel ragazzo, o comunque che mi avesse aiutato.

Dopo qualche giorno, penso, riaprii gli occhi e riuscii a tirare su la testa per notare le scritte in inglese sulle pareti, la flebo a destra ed un comodino con un piccolo telecomando, penso per il letto, a sinistra. La porta della stanza era aperta e qualche minuto dopo passò di lì un infermiere, credo lo stesso che avevo visto la prima volta, che appena mi vide con le schiena poggiata al cuscino addosso alla parete corse da me.
"Are you okay? hey hey quiet get down you still don't have enough strength..." a quelle parole mi si gelò il sangue, non mi trovavo ne a Monza ne a Firenze ne tantomeno in Italia.
"D-dove siamo..?" chiesi e il ragazzo mi guardò strano; giusto! Che stupida! Lui mi ha parlato in inglese!
"Sorry... where are we?"
"Relax.. I will answer all your questions but first tell me if you remember what's happened..."
"Oh... yeah, okay... then, I was in Monza for a motorcycle race and I was returning home with my mother.... OH NO, WHERE IS MY MOTHER??" Urlai e mi guardai attorno mentre l'infermiere mi scrutava con i suoi occhi verdi e la sua aria preoccupata, rimase in silenzio a guardarmi, abbassò lo sguardo e poi rivolse lo sguardo sulla mia figura, di nuovo.
"After the accident your mother didn't make it, she was burned under the weight of the burning motorcycle while you were rushed to the hospital, but when the doctors found numerous problems you were quickly brought here to America" disse tutto d'un fiato il ragazzo mentre sui miei occhi si formò una patina salata trasparente: avevo perso tutto, mia madre, la mia moto, la mia vita, i miei amici... tutto.
Nonostante avessi 16 anni, da poco inoltre, riuscivo a capire benissimo l'inglese ed a parlarlo fluidamente grazie a mio padre che mi aveva sempre parlato in questa lingua. Passai le 2 settimane successive in ospedale a pensare, mentre i sensi di colpa si facevano sempre più grandi: perché avevo accettato di partecipare a quella gara, perché non sono riuscita ad assaporare quelli che sarebbero stati gli ultimi momenti con mia madre, perché..?? Queste furono le domande che mi afflissero in quelle 2 settimane.

Ero fuori, fuori da quel posto orribile, ma dove la mia vita aveva comunque iniziato a correre di nuovo; mi girai verso l'ospedale e solo in quel momento riuscii a leggere BEACON HILLS HOSPITAL; persi un battito, poi un altro e dopo una frazione di secondo iniziò a battere così velocemente che mi fece quasi paura... Beacon Hills, Beacon Hills, Beacon Hills... non mi veniva in mente niente, ma la mia anima, il mio cuore sapevano dove mi trovavo, dove quel doloroso incidente mi avesse portata...
"BEACON HILLS!!! ISAAC!! OH MIO DIO NON CI CREDO!!" Urlai con tutta la gioia che avevo in corpo, ero a Beacon Hills, ma penso che ormai l'abbiate capito ahahha, la città originaria di mio padre, nonché la città dove mio fratello si trasferì dopo la morte del primo, con non so quale coraggio.
Il problema sorse subito dopo: non sapevo dove trovare mio fratello, non sapevo se l'avessi riconosciuto o se lui avesse riconosciuto me, non sapevo dove andare, ma iniziai a camminare per le strade di quella cittadina fino ad arrivare davanti alla porta di una clinica veterinaria. Bussai nella speranza che qualcuno aprisse, nonostante il piccolo orologio attaccato alla vetrina dell'edificio segnasse le 22:10, e fortunatamente mi venne ad aprire un uomo dalla pelle scura, sulla quarantina, con un camice bianco addosso che nel vedermi si sorprese.
"Ti sei persa? O hai bisogno di aiuto? Vieni entra!"
"Oddio grazie mille" mi chinai per ringraziarlo con le mani unite.
"Dimmi tutto..! Come posso aiutarti?" Mi chiese gentilmente l'uomo
"Conosce per caso un certo Isaac Lahey?" Ero sicura che mi rispondesse in maniera affermativa dato che in Italia chiunque lo conoscesse. L'uomo rimase pietrificato, scrutandomi con il suo sguardo e poco dopo entrò nella stanza una ragazzo, forse anche lui un 16enne o comunque poco più grande, era alto e muscoloso, capelli scuri, occhi straordinariamente marroni e il mento un po' spostato verso destra "Ehy Deaton! Chi era alla porta?" Appena mi vide guardò per un attimo l'uomo che a quanto pare si chiamava Deaton e poi posò di nuovo il suo sguardo su di me per poi sorridere "Allora..?! Deaton cosa serve alla ragazza?" "Lei-lei cerca I-Isaac.." e continuò a guardarmi a bocca aperta "Oh.. Aspetta... Piacere Scott McCall! Tu sei..??" Mi allungò la mano il ragazzo "Oh piacere Jasmine Lahey" a quelle parole il ragazzo si pietrificò ed iniziò a guardarmi attentamente da capo a piedi "Ehm.. stavo cercando Isaac Lahey, mio fratello... vengo da Roma, ho avuto un incidente e mi hanno portata qui in America con urgenza..." ruppi il silenzio e subito dopo Scott si girò verso Deaton "La porto a casa mia, ci vediamo domani mattina... proviamo a vedere se Isaac è tornato.." disse riferendosi all'uomo di colore "Certo.. fatti spiegare meglio il tutto e ci vediamo domani alle 6:30" detto questo Scott uscì seguito da me che ancora non capivo cosa stesse succedendo...

Ciao spero che il secondo capitolo vi piaccia. Dove sarà andato Isaac?
🔥💔🔥

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