8. Damn panick attacks!

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8. Damn panic attacks!

Venerdì, 4 Ottobre.

La campanella delle 11 è appena suonata: GRAZIE AL CIELO. Io odio educazione fisica in generale, ed ora... Me la stanno facendo odiare ancor di più. In questo momento, vorrei correre il più lontano possibile finchè non mi si stancano le gambe. Non ho mai capito e mai capirò il motivo per cui la gente giudica senza sapere o semplicemente perchè amano veder stare male la gente per qualche loro stupido motivo. A che cavolo serve che la gente m'insulti per un'inutilissima partita di pallavolo, ad esempio? 

"Non ci so giocare, mi spiace per avervi fatto perdere." Ed il tutto dovrebbe finire lì, ma no... A certa gente piace solo vederti star male e crollare...

-La palla non ti mangia Maya, prendila.- Christina.

-Non sai prendere una palla, non sai correre e fai anche schifo ai ragazzi, cos'è che sai fare?- Karen.

-Che cazzo volete dalla mia vita? Non penso che per fare carriera sia necessario saper tirare una palla col bagher o fare una schiacciata da far tremare la palestra.-

-Sì ma non è solo quello il punto: SEI UN BUON ANNULLA. Non sai fare un emerito cazzo Maya, non ti rendi conto che qui nessuno ti vuole? Vattene!- Ci risiamo, a queste parole, la mia mente sembra aver fatto una sorta di flash back ai tempi delle elementari, queste sono state le stesse identiche parole che mi son sentita dire. 

'Io ti odio, carissima pallavolo, e per sempre ti odierò.'

O forse il problema non è la pallavolo, il problema sono io... Che non so stare al passo di stupidissimi insulti senza rimanerci male ogni cavolo di volta.

Mi si fermano le lacrime in gola, improvvisamente sento il respiro mancare, come se stessi guardando la morte in faccia... Il respiro manca letteralmente, no... Non è un modo dire. Sento il cuore scalciarmi il petto, pregando di uscire. Il mio pensiero è uno solo: NON PUO' ESSER TORNATO.

Liz, Nami e Tan accanto a me, si rendono conto del mio respiro pesante.

In questo momento, dietro la porta, compare la figura di Mrs Thompson, la nostra professoressa d'italiano, porta un caschetto che le arriva fino al collo dal colore arancio vivace. Stranissima donna, se devo dire.

-'Giorno ragazzi, Madonna che brutto tempo che c'è oggi. Tirate fuori il libro, rileggeremo la storia a pag 236 e vi assegnerò gli esercizi da fare, intanto che correggo le vostre relazioni.- Una donna diretta, a volte divertente, anche se secondo Nami le sue battute non fanno per nulla ridere. 

Il mio respiro comincia a peggiorare, e le lacrime non cessano di rigare il mio viso. 

-Profe, Maya non riesce a respirare e sta tremando.-

'Diamine, Nami, non dovevi cazzo.'

-Cos'èè!? Oddio portala fuori, che prenda un po' d'aria!-

-N..nami...- Cerco di sibillare il suo nome tra i denti, seppur con fatica, fulminandola con lo sguardo. Lei ha capito.

-Cosa? Sh, non parlare. Stai male Maya, ovviamente non me ne stavo in silenzio fingendo che tutto stesse andando alla grande. Andiamo fuori.-

Liz e Tan ci seguono con lo sguardo. 

Esco fuori soltanto con Nami e mi siedo ad un postazione presente appena 4 metri fuori dall'aula. 

-Respira, tranquilla, non è successo nulla. Devi ignorare quelle tre, non puoi star male per colpa loro, peggiori la tua salute.- Nami cerca di rassicurarmi, poggiando la mano sulla mia spalla.

Inevitabile Ossessione (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora