Quindici

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-dovresti andare anche da Fabio, infondo è tuo padre- disse Margherita -eppure non capisco...- dissi anche se era soltanto un pensiero detto ad alta voce -tu e lui vi siete lasciati, eppure non nella maniera più positiva di sempre, eppure te sei qua, ancora, a dirmi di dover parlare con lui, perché?- domandai, lei rimase in silenzio -perché è una cogliona di merda e ancora ci sta sotto- intervenne mio nonno ridendo, sorrisi e la guardai -oro non dire cazzate!- rispose -quando tu imparerai a non dirle a me, magari- rispose l'altro, scossi la testa e ridi, Margherita si alzò avvicinandosi alla finestra e guardò in basso, per qualche istante la stanza cadde in un silenzio assoluto, e ciò quasi mi preoccupava -mamma...- sussurrai alzandomi in piedi -che succede?- domandai -è lui quindi?- domandò continuando a darmi le spalle -lui?- domandai confusa -si, c'è un ragazzo, moro, riccio e alto che ti sta aspettando appoggiato alla tua macchina e sta fumando, non penso stia aspettando me o qualcun'altra del palazzo-disse girandosi finalmente, nei suoi occhi vidi una strana luce -no mamma, è un amico- alzai le spalle, lei annuì -sai, penso che le cose a volte non stiano sempre come dovrebbero- disse vagamente -ma tu non puoi decidere il futuro- rispose mio nonno -no, fortunatamente-rispose mia madre -ma posso far sempre sì che la gente, almeno quello che merita, faccia le scelte giuste- rispose -posso, per qualche istante vivere tranquillamente la mia vita? Grazie, gentile- intervenni -anche perché è piccolina, no- rispose mio nonno -nonnino, penso di essere anche più grande - risposi -no- rispose, scossi la testa -va, prima che inizia a chiamare la polizia- disse ridendo

-mi stai gentilmente cacciando?- domandai alzando un sopracciglio -circa- rise lei -anche perché povero, sta la solo- continuò -dimenticavo che cuore tenero che sei - risi prendendola in giro -Martina vaffanculo, e ciao- rispose lei ridendo -ciao anche a te- risi uscendo -mi raccomando, passa da Fabio!- urlò prima che la porta si potesse chiudere alle mie spalle, ma ero davvero pronta per quel passo?

Con Margherita sapevo, o almeno sentivo, che le cose sarebbero andate bene, perché infondo lo sapevamo entrambe che sarebbe finita così, ma con Fabio? Lui era totalmente diverso, aveva bisogno di una preparazione quasi diversa, ma forse, per una volta, avrei dovuto prendere la cosa di petto, almeno questa volta e almeno con lui. Uscì dal palazzo e vidi Diego che era ancora appoggiato alla macchina, aspettandomi, appena mi vide mi sorrise -pensavo ti avessero rapito- disse ridendo -scusami, le cose sono andate un po' per le lunghe - continuai -immagino, beh, avete risolto no?- domando -si, direi di sì - sorrisi, salimmo in auto e attesi qualche istante prima di mettere in moto, andavo? Dovevo andare? Forse si

-cosa succede?- domando -non so se andare da mio padre...-ammisi -andiamo, prendi la palla al balzo, se non lo fai adesso non lo farai mai più- rispose -va bene allora...- sussurrai mettendo nuovamente in modo e dirigendomi verso la periferia sud di Milano.

Scusate per eventuali errori

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