Appena arrivata nella Barona tutto mi parve così familiare, come se mi fossi allontanata soltanto da due giorni, come se fino a ieri fossi sempre rimasta qua. -non ti preoccupare, andrà bene.- disse Diego posando una mano sulla mia, presi un grosso respiro -lo spero, anche se non so cosa aspettarmi.- ammisi, il che era vero, non sapevo che cosa aspettarmi da mio padre.
Fermai l'auto davanti alla sua abitazione, scesi e suonai al citofono attesi qualche istante. Dopo di che la voce di mio richiamò la mia attenzione -chi è?- domandò -sono io, papà.- dissi quasi sussurrando, non si sentì più niente -potresti scendere?- domandai poi -arrivo.- rispose severamente, il cancello elettrico si aprì con uno scatto metallico, indietreggiai di poco e attesi che mio padre scendesse. Dopo pochi minuti di presentò davanti a me, era una di quelle giornate in cui preferiva stare a casa, aveva indossato una tuta dai pantaloni bianchi e una felpa grigia. -che c'è?- domandò con il suo solito sguardo severo -papà, senti, lo so che le cose tra noi non sono mai andate come dovrebbero andare, ma sì.. insomma...- dissi sentendomi soffocata in quella situazione, l'autorità che in quel momento continuava a voler avere su di me era fastidiosa. -Martina, in breve cosa vuoi?- domandò -vorrei provare almeno a stringere un rapporto con me, sei mio padre e l'ultimo pezzo che rimane della mia famiglia biologica.- dissi, Fabio rimase in silenzio, distogliendo il suo sguardo dal mio per portarlo al cemento -logico...- disse -chi c'è in mezzo questa volta?- domandò -cosa?- domandai confusa -chi ti ha fatto cambiare idea così, improvvisamente.- disse -nessuno papà.- risposi -mh...- rispose non convinto -pensala come vuoi ...- alzai le spalle -saresti disposta ad avere un rapporto con Elodie?- domandò, rimasi in silenzio, non ci avevo pensato, non l'avevo considerata -posso provarci.- alzai le spalle, ma non assicuravo niente, d'altronde non avevo niente a che vedere con lei.
-bene...- sussurrò imbarazzato, non sapeva come continuare. Restammo in silenzio per qualche istante, fino a quando le sue braccia non circondarono il mio corpo -nonostante tutto sei mia figlia, e pure se sei una testa di cazzo ti voglio bene comunque.- sussurrò al mio orecchio stringendomi -ti voglio bene anche io papà.- risposi abbracciandolo a mia volta. Per una volta finalmente sentivo di essere al posto giusto nel momento giusto. -chi è quello in macchina?- domandò sciogliendo l'abbraccio -un mio amico papà, tu e mamma dovete ringraziare anche lui per tutto questo.- sorrisi, lui sorrise a mia volta -finché è solo amico.- alzò le spalle -non ricominciare.- sorrisi, lui fece la stessa cosa -hai già parlato con lei?- domandò -lei intendi mia madre?- domandai, lui annuì -puoi nominarla eh, non penso che Elodie ti ammazzi.- risi, lui sorrise -si no ma...- provò a giustificarsi -siete due falsi, sappiatelo.- risposi, Fabio mi guardò confuso -hai capito che intendo, non fare quello che non sa nulla.- continuai, Fabio alzò le mani e sorrise, scossi la testa, perché la cosa era reciproca eppure nessuno dei due faceva qualcosa? -comunque sì, ci ho già parlato e mi ha detto di venire da te.- risposi, lui annuì -bene...allora...ci vediamo presto, Cosimo stava attendendo questo giorno come natale.- rise -e non solo lui mi sa...- risposi sorridendogli e allontanandomi lentamente -ciao Marti.- sorrise lui -ciao papà, a presto.- risposi avvicinandomi poi alla macchina.
Aprì la portiera ed entrai all'interno -com'è andata?- domandò Diego -molto bene, rispetto ad quanto pensassi.- sorrisi -visto? Ci vuole un po' di coraggio delle volte.- sorrise
Sta andando tutto troppo bene, aspettatevi qualsiasi cosa adesso.
STAI LEGGENDO
Lethe/ Izi
Fanfiction«Vieni qui sul mio cuore, sorda anima crudele, tigre adorata, mostro che t'atteggi indolente; lascia ch'io immerga a lungo le mie dita tremanti nella spessa, pesante tua criniera e nella gonna che di te profuma seppellisca la testa dolorosa, come un...