«Chi combatte con i mostri
deve guardarsi dal non diventare
egli stesso un mostro. E se guarderai
a lungo nell'abisso, l'abisso guarderà
dentro di te»Friedrich Nietzsche
-avanti Diego, cerca di dimenticare, non puoi vivere imprigionato da quei ricordi per sempre.- disse Mario cercando di smuovermi a riprendere la mia vita -ma come posso fare Mario? Spiegami.- dissi guardandolo negli occhi, il moro si aggiustò un ciuffo di capelli sfuggito dal codino che si era appena fatto -è possibile, solo se tu vuoi.- rispose -io vorrei, lo desidero con tutto me stesso, ma non mi è possibile, non riesco.- sbuffai, Mario alzò lo sguardo al soffitto -Diego facendo così sicuramente non vai da nessuna parte, cazzo sei giovane, non puoi farti inghiottire così dai mostri.- disse -quei mostri di cui parli te, sono i miei ricordi e le mie esperienze, davvero pensi che si possano dimenticare così? Mi sento responsabile di quella fine di merda...come posso evitare di pensarci?- l'altro rimase in silenzio -va bene, ma ricordati sempre che se cerchi un aiuto sai benissimo dove trovarlo.- disse allontanandosi -oh sì, proprio.- dissi ridendo -Diego, sii serio.- disse -oh andiamo Mario, sono affari miei, puoi vivere sereno e tranquillo.- continuai mentre l'altro, ormai arreso, si allontanava.
Avrei davvero voluto fare come diceva lui, ma non riesco, il senso di colpa mi continuava ad attanagliare lo stomaco, come facevo? Non riuscivo a dimenticare quella sensazione di impotenza, non riuscivo a dimenticare i suoi occhi che quasi mi supplicavano di non lasciarla lì a morire, mentre dalle sue labbra uscivano altre parole, quelle che mi continuavano a rimbalzare in testa da quasi un anno a questa parte. Nessuno davvero si accorge quanto sia profondo l'abisso e di quanto sia impossibile risalire, di quanto uno debba togliersi i pesi, per essere un figlio di puttana talmente leggero e glaciale da poter ritornare su. Nessuno avrebbe mai davvero compreso la situazione, se non ci sei dentro, se non hai vissuto qualcosa del genere non potrai mai comprenderlo davvero.
Dimenticare è impossibile, puoi girarci intorno per quanto vuoi, ma nessuno riuscirà davvero a farti dimenticare quello che hai vissuto. Potrai cercare di cambiare quante volte tu voglia, ma non riusciresti, non potresti. Il passato torna sempre.
Il peso del non poter fare niente il peso che ti trascini per sempre, soprattutto quando guardi gli occhi, gli occhi a volte feriscono più di un coltello, anzi forse fa meno male. In quel preciso istante ti rendi conto di essere vittima di un rimorso che non potrà fare altro che logorarti all'interno e così sarà per sempre. Non riuscirei a perdonarmelo, come potrei farlo? Non potevo fare niente, non avrei potuto fare niente era tutto perso ormai, dovevo soltanto cercare di convivere con quel peso.
Odiavo quella sensazione, la odiavo da morire, potessi tornare indietro cercherei di fare qualcosa forse anche l'impossibile. Vorrei soltanto capire come sia potuto succedere? Era davvero colpa mia? Non lo capivo, qualcosa dentro di me mi faceva dubitare, mi diceva che non era colpa mia, non era possibile che fosse davvero colpa mia non avrei mai potuto farlo. Era l'unica persona che mi ha fatto stare bene dopo anni, l'unica cosa che davvero mi aveva tratto in salvo da tutto quello che mi circondava e che lentamente mi stava schiacciando. L'avevo uccisa, ma non volevo accettarlo.
Salve fantastici amici, come va?
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Lethe/ Izi
Fanfiction«Vieni qui sul mio cuore, sorda anima crudele, tigre adorata, mostro che t'atteggi indolente; lascia ch'io immerga a lungo le mie dita tremanti nella spessa, pesante tua criniera e nella gonna che di te profuma seppellisca la testa dolorosa, come un...