Boiling hearts in a wintry land

Capitolo 17

Giacinto raggiunse i due ragazzi che attendevano di fronte al portone principale, con la faccia corrucciata. Nico ancora non riusciva a credere che Atena li avesse liquidati così in fretta, senza nemmeno fare un piccolo pensiero sulla proposta che le stavano presentando.

Camminava a grandi passi con le mani in tasca, cercando di contenere il malumore che invece avrebbe voluto buttare fuori. Will dovette chiamarlo più volte per farlo voltare verso l'uomo che aspettava pazientemente, le mani giunte in grembo e un sorriso cordiale stampato in viso. Nico avrebbe voluto spaccarlo in due, quel suo stupido sorriso fasullo.

Conscio delle molteplici guardie che li tenevano sott'occhio da quando erano entrati, si scagliò contro di lui a parole. -Ora sei contento, vero?- quasi gridò. -Ci hai portati qui solo per farci prendere in giro!-.

Will si precipitò ad afferrare il ragazzo per un braccio, temendo che potesse fare qualcosa di molto, molto stupido, proprio mentre alcune guardie si avvicinarono minacciosamente ai due ospiti, ponendosi tra loro e Giacinto. Questi però alzò una mano. -È tutto a posto, signori, non è niente di cui preoccuparsi. Il ragazzo è soltanto deluso dal colloquio- spiegò, cercando di calmare gli animi.

-Se volete seguirmi, vi mostro la vostra stanza- disse rivolto a Nico e Will, -e avremo anche occasione di parlare in privato-. Nico era talmente furioso che non si accorse del singolare usato volutamente da Giacinto, e gli si precipitò alle calcagna, mentre questi imboccava un lungo corridoio di marmo, decorato con sontuosi arazzi.

-Sentiamo, che cosa vorreste dirmi di così importante che la vostra sovrana non mi ha già comunicato chiaramente?- lo aggredì Nico, divincolandosi dalla presa di Will.

Giacinto sospirò. -Principe Nico, vi devo le mie scuse. Non era assolutamente mia intenzione darvi l'impressione di essere preso in giro, io credevo che la mia regina avrebbe ascoltato più attentamente ciò che avevate da dire- disse, sinceramente dispiaciuto.

Nico rimase imbambolato per qualche secondo, non aspettandosi delle scuse. Tuttavia non poteva abbandonare la sua collera e la sua delusione da un momento all'altro, così mantenne un atteggiamento sgarbato. -Ah sì? Come fate a essere un consigliere fidato di Atena, se neanche riuscite a capire cosa le passa per la testa?- lo provocò.

-Nico...- cercò di fermarlo Will, ma Giacinto lo zittì con un gesto sbrigativo della mano.

-Essere un consigliere fidato significa far sapere ai nostri regnanti quello che noi pensiamo sia meglio per loro e per il regno, ma ciò non implica che dobbiamo necessariamente comprendere le loro decisioni- spiegò pazientemente. La sua calma irritò ancora di più il principe. Quel tipo aveva un'eccellente abilità retorica, e lo faceva sembrare un idiota ogni volta che apriva bocca.

Vedendo che la conversazione non continuava, Will si intromise per evitare quel silenzio imbarazzante che tanto detestava. -Signor Giacinto, noi non incolpiamo assolutamente voi per le decisioni della vostra sovrana. E perdonate il mio principe se vi si rivolge in tono così sgarbato, ma questo è solo il suo modo per manifestare la delusione. Vedete, abbiamo fatto un lungo viaggio per venire qui con la speranza di poter sistemare la situazione, e la sentenza della regina è stata per noi un brutto colpo- spiegò.

Giacinto e Nico si voltarono entrambi verso di lui, con un'espressione strana. Il funzionario lo osservò per qualche secondo, poi sorrise. -Potreste avere un grande futuro da diplomatico, sapete?- osservò.

Will arrossì leggermente e si grattò la testa, compiaciuto e imbarazzato insieme, mentre Nico alzava gli occhi al cielo, spazientito. -Veramente, signore, io sono un medico. Insomma... sto ancora studiando, ma punto a diventarne uno, uno bravo- spiegò Will, ma fu interrotto dall'occhiataccia di Nico che sembrava molto un "smettila-di-balbettare-idiota".